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Alla luce dello studio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:56

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Alla luce dello studio

Preparare gli esami proposti dal Dipartimento di studio è un’ottima occasione per immergersi nella filosofia buddista e ampliare i propri orizzonti. In questo saggio Ikeda ripercorre alcuni incontri avuti nel corso degli anni che testimoniano quanto lo studio sia tra gli elementi essenziali che ci aiutano a comprendere noi stessi, gli altri e il tempo in cui viviamo

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Preparare gli esami proposti dal Dipartimento di studio è un’ottima occasione per immergersi nella filosofia buddista e ampliare i propri orizzonti. In questo saggio Ikeda ripercorre alcuni incontri avuti nel corso degli anni che testimoniano quanto lo studio sia tra gli elementi essenziali che ci aiutano a comprendere noi stessi, gli altri e il tempo in cui viviamo

Durante un incontro svoltosi il 29 novembre 1998, il celebre studioso indiano Lokesh Chandra mi disse che Nichiren Daishonin ha lasciato un corpus di idee davvero importante per il futuro dell’umanità. Sottolineò inoltre che il Mahatma Gandhi (1869-1948) venne influenzato dal Sutra del Loto, e molto ebbe in comune con Nichiren Daishonin.
Come il Daishonin dichiara: «Nam-myoho-renge-kyo è la dolce rugiada dell’Ultimo giorno della Legge» (GZ, 832). Egli ci trasmise questa dolce rugiada, o meravigliosa medicina, in grado di alleviare le sofferenze dell’umanità. Durante quell’incontro, il dottor Chandra e io, facendo riferimento al Gosho e al Sutra del Loto, dialogammo sull’importanza del ruolo dell’umanesimo buddista per la realizzazione della pace nel ventunesimo secolo.
Gli esami di studio della Soka Gakkai in tutto il Giappone rappresentano una tradizione della Gakkai e forniscono ai membri una preziosa occasione per studiare in maniera approfondita ed esaustiva gli insegnamenti e i princìpi fondamentali del Buddismo di Nichiren Daishonin che costituiscono un sole di speranza e un tesoro di umanità.
Con un sorriso luminoso, Chandra si dichiarò felice di vedere come il Buddismo si propagava in Occidente. In India, la culla del Buddismo, il nostro movimento della SGI si estende ora a più di trentacinquemila membri, e nel gennaio del 2009 circa seimilaquattrocento membri si sono cimentati nell’esame di Buddismo di primo livello. Il Daishonin scrive: «La luna si muove da ovest verso est, segno di come il Buddismo dell’India si sia diffuso verso Oriente. Il sole sorge a est, segno propizio di come il Buddismo del Giappone sia destinato a fare ritorno alla Terra della Luna [l’India] (WND, 2, 936). Questa sua previsione è divenuta realtà.
Il Buddismo del Daishonin – che noi della SGI pratichiamo – è un insegnamento universale; è come il sole, che illumina tutti. Ricordo che il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, poco prima di morire mi disse: «Daisaku, ho sognato di andare in Messico. Tutti ci stavano aspettando». E con vivacità descrisse ciò che aveva visto. Oggi in Messico, quella terra che Toda sognava di visitare, i membri della Divisione giovani stanno studiando gli scritti del Daishonin, come L’eredità della Legge fondamentale della vita, e partecipano agli esami di Buddismo.

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Nel settembre del 2002 mi recai nella sala dove stavano per avere inizio gli esami di livello intermedio. Immaginavo che i candidati dovessero sentirsi tesi e desideravo incoraggiarli. Le byakuren presidiavano il bancone di ricevimento. Alle loro spalle esclamai: «Sono qui per dare l’esame!». Una delle giovani si volse senza batter ciglio e disse sorridendo: «Ha il tesserino?». Ridemmo tutti per la prontezza della sua risposta. Lo staff byakuren prendeva il proprio compito molto seriamente, e in effetti si trattava di un grande impegno. Mia moglie e io venimmo a sapere che il giorno prima avevano tirato a lucido con cura tutti i banchi della sala esami.
Gli esami forniscono l’opportunità di accumulare un immenso beneficio, non soltanto per gli esaminandi che si impegnano con vigore ad approfondire la propria comprensione del Buddismo del Daishonin, ma anche per chiunque altro partecipi all’attività, come coloro che sostengono i membri nella preparazione, i responsabili che hanno il compito di distribuire e valutare le prove, e tutto lo staff operativo nel giorno dell’evento. Come afferma il Daishonin: «Dove c’è una virtù invisibile ci sarà una ricompensa visibile» (RSND, 1, 806). Coloro che partecipano agli esami stanno piantando i semi per diventare straordinari filosofi, educatori e leader di felicità e vittoria.
La stanza era immersa nel silenzio più totale perché ognuno era impegnato nel ripasso dell’ultimo minuto. Pur dispiaciuto di coglierli di sorpresa in quel momento, decisi di entrare per offrire loro qualche parola di incoraggiamento. Molti di loro erano responsabili di gruppo, attivi nelle prime file nell’organizzazione. Era evidente l’impegno con cui si erano preparati per quel giorno. Che spiriti nobili! Ecco delle persone comuni – né studiosi né monaci – che sottraevano del tempo alle loro giornate, già tanto piene, per approfondire con senso di responsabilità la nobile filosofia del Buddismo di Nichiren Daishonin. Qualunque fosse il risultato dell’esame, il loro appassionato spirito di ricerca era oltremodo ammirevole.
Desiderando incoraggiarli, dissi loro: «Vi prego di affrontare questo esame con fiducia. Il solo fatto che siate qui riuniti con l’obiettivo di approfondire la vostra comprensione del Buddismo è di per sé una vittoria e un grande risultato. Servirà come potente forza trainante per la vostra fede lungo tutto il corso della vita». Dissi anche: «La cosa fondamentale è recitare Daimoku. Sono certo che lo stesso Daishonin coprirebbe di lodi tutti voi che vi siete dedicati con diligenza alle due vie di pratica e studio». Ognuno di loro sembrava aver raccolto con tutto il cuore la sfida dell’esame, e questo mi rendeva felice.
Per un membro della Divisione giovani quella giornata fu l’inizio di un coinvolgimento più profondo nelle attività della Soka Gakkai, mentre una donna del gruppo infermiere, dopo aver dato l’esame e, quindi, rafforzato la propria fede, riuscì a sconfiggere una grave malattia. Un altro coraggioso membro della Divisione uomini, dopo aver superato l’esame, continuò ad applicarsi assiduamente nelle due vie della pratica e dello studio e nonostante il difficile momento economico, riuscì a compiere notevoli passi avanti nella sua carriera, conquistandosi un’ampia fiducia nella società. Queste persone, e in realtà molte altre come loro, sono tutte degne di lode. Seguire l’insegnamento buddista, che ci permette di dare prova concreta nella società basando la nostra vita sul Gosho, è lo spirito della Soka Gakkai.
Nel mio Diario giovanile scrissi: «Per quanto siano elevate le nostre responsabilità, se non riusciamo a studiare con serietà, rimarremo indietro… Le parole del Daishonin “impegnati nelle due vie della pratica e dello studio” (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 342) si applicano a tutti in egual misura. Nessuno è un’eccezione». Quando perdiamo lo spirito di ricerca nei confronti del Buddismo, apriamo la porta all’arroganza, lasciando che si insinui nella nostra vita.
Nell’autunno del 1973, poco prima degli esami di studio, preparai un editoriale dal titolo Costruire il proprio carattere partecipando agli esami di Buddismo. Vi scrissi che era motivo di orgoglio il fatto che il nostro movimento di studio fosse aperto a persone di tutte le età e tutti i percorsi di vita: «Novembre è il mese dei crisantemi, del pensiero profondo e della coltivazione della mente. Presto si terranno gli esami, una tradizione della Soka Gakkai… Le fila di coloro che perseguono la filosofia di vita del Buddismo di Nichiren Daishonin si sono allargate fino a includere centinaia di migliaia di giovani, studenti, uomini, donne e persone anziane. Nella società alla fine saranno in molti a notare gli sforzi seri e gioiosi che questi cittadini comuni stanno compiendo per migliorarsi attraverso l’approfondimento della comprensione del Buddismo». Lo studio buddista non è un privilegio riservato al clero. Nella prospettiva del Sutra del Loto, l’insegnamento definitivo dell’Illuminazione universale, lo studio veramente umanistico del Buddismo è uno studio aperto che può essere intrapreso con gioia da chiunque. Questo tipo di apprendimento pulsa vibrante nella vita di ogni individuo, instillando gli strumenti che permettono di condurre una vita di creazione di valore, la filosofia della rivoluzione umana, e per conseguire una vittoria assoluta basata sulla fede nella Legge mistica.
Lev Tolstoj (1828-1910) trascrisse in uno dei suoi diari questa affermazione: «Senza un corretto pensiero, non può esserci un’azione corretta. Quando c’è un pensiero corretto, senza dubbio da quel pensiero fluirà naturalmente una corretta azione». Sono parole d’innegabile verità.
Quando stavo per lasciare l’aula degli esami nel 2002 una delle byakuren mi chiamò: «Sensei! Promettiamo di fare del nostro meglio per far conoscere gli insegnamenti del Daishonin agli altri». Fedeli a quelle parole, le giovani donne continuarono a promuovere il dialogo con coraggio e sincerità e, come vere discepole, introdussero molte persone nuove alla pratica buddista. Quando mia moglie ascoltò il loro resoconto, si commosse profondamente.

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Toda sottolineava spesso l’importanza di creare fondamenta solide attraverso lo studio del Buddismo. Qualunque fosse la situazione, la sua guida fluiva liberamente dalla sorgente del Gosho. Per questo incoraggiava i membri della Divisione giovani, che avrebbero portato sulle spalle il futuro della Soka Gakkai, con queste parole: «Spero che vi impegnerete ancora di più nello studio del Buddismo, nella fede e nel miglioramento di voi stessi». E rivolgendosi in particolare alla Divisione giovani donne: «Sviluppate solide fondamenta nello studio buddista! In questo modo non vacillerete mai, qualunque difficoltà possiate incontrare».
Lo studio approfondito del Buddismo che ho condotto in gioventù, insieme con il mio maestro, è stato la base della mia pratica per tutta la vita. In ogni occasione Toda mi istruiva sul Gosho. Nel maggio del 1951, poco dopo la sua nomina a secondo presidente della Soka Gakkai, egli tenne una formidabile lezione su Lettera da Sado. Ricordo con affetto che ascoltavo da dietro le quinte le sue famose “conferenze del venerdì”. Toda tenne quasi duecento lezioni di quel genere, aperte a tutti i membri. Anche quando la mia salute vacillava, le sue lezioni emozionanti mi riempivano di rinnovato vigore e coraggio. Sono riuscito ad aprire la strada della vittoria nel nostro movimento proprio perché ho seguito fedelmente le indicazioni di Toda nello studio del Buddismo, in completo accordo con gli insegnamenti del Daishonin. Nello studio buddista non vi è nulla di più pericoloso del distorcere e manipolare gli insegnamenti del Daishonin con interpretazioni arbitrarie con fini egoistici.
Per questo sono tanto importanti le indicazioni di un maestro che comprende correttamente l’insegnamento. Dobbiamo essere pronti a confutare chi cerca di diffondere insegnamenti falsi e fuorvianti che distorcono il messaggio del Daishonin. Come dichiara Nikko Shonin, il successore diretto del Daishonin, nei suoi Ventisei ammonimenti1: «Non seguite neanche il sommo sacerdote se va contro la Legge del Budda e propone il proprio punto di vista» (GZ, 1618).
Il mio più ardente desiderio è poter trasmettere le lezioni che ho appreso dal mio maestro ai nostri membri di tutto il mondo, per il presente e per il futuro. Quando redigo le puntate della serie “Gli scritti di Nichiren Daishonin e la relazione maestro-discepolo”, posso sentire la voce di Toda, piena di convinzione, che risuona nelle mie orecchie. E quando scrivo le puntate di “I giovani e gli scritti di Nichiren Daishonin”, le parole compassionevoli del mio maestro risuonano nel mio cuore.

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C’è un famoso passo tratto da Il vero aspetto di tutti i fenomeni che delinea l’eterno sentiero di fede, pratica e studio: «Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o un solo verso» (RSND, 1, 342).
Quando recitiamo un risonante Nam-myoho-renge-kyo, sentiamo la forza illimitata e il coraggio del re leone sgorgare dal nostro intimo. Con fiducia, senza esitare, condividiamo perciò la gioia della fede con le altre persone. L’essenza della pratica buddista, immutata dall’epoca del Daishonin, si trova nei compagni di fede che si riuniscono per studiare gli scritti del Daishonin, approfondire la fede e rinnovare la loro determinazione di realizzare kosen-rufu e la rivoluzione umana.
Il Daishonin esortava spesso i suoi discepoli a leggere le sue lettere tutti insieme. Ad esempio scrive: «Vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera» (Lettera da Sado, RSND, 1, 272). E in un altro scritto indirizzato a due discepole in stretta relazione tra loro (la suora laica di Ko e la suora laica Sennichi), dice: «Dal momento che voi due avete la stessa mente, fatevi leggere questa lettera da qualcuno e ascoltatela insieme» (Lettera alla monaca laica di Ko, RSND, 1, 529).
Un gruppo di amici nella fede che si riunisce per leggere ad alta voce le lettere del Daishonin, per comprenderne il significato, incoraggiandosi e determinando di vincere nella vita sulla base degli insegnamenti del Daishonin: proprio questa è l’essenza delle nostre riunioni di discussione. Le riunioni di discussione sono attività della Gakkai che traboccando di amicizia, buona volontà e ispirazione sono in totale accordo con le indicazioni contenute negli scritti del Daishonin.

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Lou Marinoff, presidente fondatore dell’Associazione americana dei filosofi professionisti, durante uno dei nostri incontri affermò che non c’è fine all’opera di automiglioramento nella quale dobbiamo applicarci costantemente, attimo dopo attimo. In altre parole, dobbiamo sempre continuare a sfidarci e avanzare nuovamente. Secondo la più recente ricerca neurologica, quando il cervello affronta problemi complessi, i neuroni formano attivamente delle reti che si mantengono dopo la risoluzione del problema stesso, questo contribuisce ad ampliare le funzioni cerebrali. Ciò significa che continuando a impegnarci nell’apprendimento per tutta la vita, stiamo essenzialmente rafforzando e sviluppando il nostro cervello.
Inoltre, come membri della SGI, stiamo quotidianamente studiando e mettendo in pratica il Buddismo di Nichiren Daishonin che ci permette di trasformare le quattro sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte nelle quattro nobili virtù di eternità, felicità, vero io e purezza. Questo è il sentiero per coronare la nostra esistenza di vitalità giovanile, buona salute e longevità.
Il 17 ottobre 1279 Nichiren Daishonin inviò una tempestiva risposta ai suoi seguaci che si trovavano nel pieno della persecuzione di Atsuhara. In questo scritto, intitolato Risposta ai saggi egli assicura: «Non dovreste avere timore. Finché rimanete saldi nel cuore, sono certo che l’intera verità della vicenda alla fine emergerà» (WND, 2, 831). Non abbiate timore, incoraggia i suoi discepoli. Non indietreggiate di un solo passo, dice. Se perseverate con coraggio indomito, apparirà certamente una prova concreta veramente significativa.
È importante che continuiamo ad avanzare senza paura parlando con fiducia in nome di ciò in cui crediamo.

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A ottobre del 2009 sono venuti in Giappone alcuni rappresentanti della SGI-Indonesia. Questi membri degni di lode hanno superato con coraggio innumerevoli ostacoli con quello stesso spirito indomito descritto nel Gosho. Il presidente indonesiano Abdurrahman Wahid (1940-2009) e io abbiamo dialogato sulla vita e le opere di uno dei più importanti scrittori dell’Indonesia, Pramoedya Ananta Toer (1925-2006). In un’opera composta quando stava in prigione, Pramoedya scrisse: «Le difficoltà possono rendere una persona più forte, non più debole»; e «Le persone possono affrontare anche l’avversità più dura, ma poi il momento passa, la preoccupazione svanisce e resta solo il ricordo di una strana avventura».
Una vera filosofia umanistica rende le persone forti e ottimiste. Quando basiamo la nostra vita sulla Legge mistica, ogni stagione di ogni anno segna una grande vittoria, testimonianza brillante della verità dell’insegnamento di speranza del Buddismo di Nichiren Daishonin secondo cui “l’inverno si trasforma sempre in primavera”.

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Come osservò lo scrittore, giurista e legislatore brasiliano Ruy Barbosa (1849-1923): «Per vivere in un contesto sociale, la cosa più importante è stabilire un saldo senso di giustizia». Una vita superficiale, influenzata dagli alti e bassi degli eventi passeggeri, è infelice. Dobbiamo stabilire una vera filosofia di pace basata sul rispetto della sacralità della vita, non soltanto nei nostri cuori: adoperiamoci affinché diventi la filosofia guida della gente comune nelle nazioni e nelle società di tutto il mondo. Questa è l’essenza della nostra vita come membri della SGI dediti alle due vie della pratica e dello studio.
Tra i cinque criteri per la propagazione del Buddismo (l’insegnamento, la capacità delle persone, il tempo, il paese e l’ordine di propagazione) la comprensione corretta del tempo è cruciale per i praticanti del Buddismo. Continuiamo a studiare e a condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri e a diffondere con fiducia e con gioia il nostro grande movimento per kosen-rufu.

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