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Al timone della vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:27

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    Al timone della vita

    Per scegliere la rotta da intraprendere è utile chiedersi ogni volta dove vogliamo approdare. Le riunioni di discussione sono delle ottime occasioni per trovare risposte alle molte domande che ci passano per la mente

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    Per scegliere la rotta da intraprendere è utile chiedersi ogni volta dove vogliamo approdare. Le riunioni di discussione sono delle ottime occasioni per trovare risposte alle molte domande che ci passano per la mente

    Nelle riunioni di discussione vengono approfonditi temi chiave legati al Buddismo e proprio in questo luogo si instaura un dialogo composto di domande e risposte. Spesso da questo scambio di idee comprendiamo come l’essere vivente e l’ambiente sono inscindibilmente legati e si influenzano reciprocamente. Quello che siamo si riflette in ciò che ci circonda, in famiglia, nella cerchia di amici, nel luogo di studio o di lavoro, fino a raggiungere l’universo intero. Ne consegue che un nostro cambiamento non può che ripercuotersi in tutte le sfere della vita, ambiente compreso. Ognuno di noi ha il comando della sua nave e deve decidere se rimanere all’ormeggio o salpare, se fidarsi della propria stella o continuare a rimandare il viaggio e lamentarsi del mare, del vento e della pioggia.

    Come si attiva una preghiera forte e concentrata?

    La vita quotidiana ci mette davanti a una varietà infinita di prove, dalle più concrete alle più intime e spirituali, ognuna delle quali può diventare un propulsore per spingerci al largo. Il punto di vista del Buddismo è che l’essere vivente e l’ambiente sono inscindibilmente legati e si influenzano reciprocamente. L’ambiente è come un’ombra che riflette l’essere vivente e se il corpo è piegato, lo sarà anche l’ombra. Se uno specchio ci rimanda un’immagine storta, non c’è altra scelta che raddrizzare il corpo che la riproduce, invece che prendersela con lo specchio.
    È una preghiera forte e concentrata che innesca ogni trasformazione. Per preghiera si intende qualcosa di diverso da quello cui siamo abituati fin dall’infanzia ed è fondamentale comprendere la differenza per non continuare a pregare come se si cercasse di comunicare con qualche potere trascendente, sentendosi in colpa e inadeguati.
    Il Buddismo ci insegna che ogni potere si trova all’interno dell’essere umano e l’aiuto che si cerca è quello della nostra stessa natura illuminata, dal momento che ogni persona ha valore ed è degna di rispetto. Le preghiere buddiste esprimono senso di responsabilità e apprezzamento, mentre quelle dirette all’esterno tendono facilmente a essere pessimiste e superficiali.
    Daisaku Ikeda ci incoraggia a pregare come se si volesse raccogliere i fiori di loto che crescono nello “stagno fangoso della vita”, poiché è lì che si trova la natura di Budda: «Se reciti e credi in Myoho-renge-kyo, ma pensi che la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica, ma un insegnamento inferiore» (RSND, 1, 3). Se recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon con la speranza che qualche forza esterna ci venga in soccorso stiamo sprecando il nostro tempo, mentre se lo facciamo con la decisione di sviluppare la saggezza per sapere che azione si ha bisogno di fare, resteremo sorpresi dai nostri progressi. Potremo riflettere su noi stessi e individuare il “veleno” che dall’interno sta inquinando la nostra vita, correggere il tiro e concentrarci sulla nostra personale rivoluzione umana anziché cercare di aggiustare l’ambiente al di fuori di noi. «La preghiera, scrive Ikeda, è una lotta per espandere la vita. Non è una debole consolazione, ma una convinzione forte e possente» (Gli eterni insegnamenti di Nichiren Daishonin, esperia, pag. 61).
    «Le sofferenze continua Ikeda non sono altro che la materia prima per costruire la felicità […] La preghiera è alla base di tutto: trasforma la speranza in fiducia e questa a sua volta si rivela in tremila modi e fa sì che le nostre speranze si realizzino. Per questo motivo non dobbiamo mai rinunciare. Come dice il Daishonin, “persino i luoghi che sono rimasti avvolti dall’oscurità per un miliardo di anni possono essere illuminati. Perfino una pietra raccolta sul fondo di un fiume può servire per produrre il fuoco”. La nostra presente sofferenza, per quanto dolorosa, non è vecchia di un miliardo di anni e tanto meno andrà avanti in eterno. Alla fine il sole sorge, anzi sta già sorgendo» (Ibidem, pag. 60).

    Cosa si intende con benefici e prova concreta?

    Il beneficio nel Buddismo non indica qualcosa che viene concesso da un’entità trascendente e superiore, bensì rappresenta il bene che facciamo emergere dal nostro interno sconfiggendo l’ignoranza innata che ci porta a compiere azioni basate sui tre veleni – Avidità, Collera e Stupidità – e a far precipitare sempre più la nostra vita nell’infelicità.
    Grazie alla fede e alla pratica possiamo richiamare la nostra innata saggezza, in modo da avere una visione corretta della vita e dare l’avvio a un circolo virtuoso che ci porti a produrre cause di felicità e di gioia per noi e per gli altri.
    La pratica buddista ci consente di trasformare continuamente noi stessi in modo positivo, utilizzando come combustibile illusioni, problemi e desideri, secondo il principio di cambiare il veleno in medicina.
    Recitare Gongyo e Daimoku per realizzare le nostre aspirazioni e sciogliere le sofferenze, ricercare il punto di vista del Buddismo, portare avanti la pratica per gli altri: queste sono le azioni che ci portano a sconfiggere l’oscurità interiore e a far emergere la parte migliore di noi.
    Nichiren Daishonin afferma che «la fragranza interna otterrà protezione esterna» (RSND, 1, 752), cioè che trasformando la nostra condizione vitale possiamo manifestare la nostra virtù e trovarla riflessa nell’ambiente sotto forma di protezione e benefici.
    La fragranza interna è il “profumo” della natura di Budda che impregna la nostra vita in tutti i suoi aspetti come il profumo dell’incenso impregna i vestiti e per assonanza richiama la stessa fragranza nell’ambiente che non mancherà di offrirci sostegno e protezione. Tutto questo processo, che parte dalla recitazione del Daimoku, attiva un dialogo profondo tra la nostra vita individuale e quella universale, tra noi e la Legge mistica che inizia a manifestarsi concretamente in ogni ambito della nostra esistenza, permettendoci in primo luogo di assaporare una grande gioia di vivere.
    Non importa quali sofferenze possano insorgere, nella vita delle persone che le affrontano e le superano basandosi sulla preghiera, il fulcro sarà sempre rappresentato dal principio della causalità della Buddità. «Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore!» (RSND, 1, 755).
    In questa lettera, Nichiren incoraggia Shijo Kingo a trasformare una situazione molto difficile invitandolo a perseguire i tesori del cuore, specialmente nel contesto critico in cui si trovava. Nel momento decisivo, scegliere di non scoraggiarsi e mettere la fede e la pratica buddista al primo posto è la causa della vittoria, che permetterà al nostro innato splendore umano di manifestarsi e di diventare visibile a tutti sotto forma di prova concreta.

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