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Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:14

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Al servizio degli altri

Il responsabile della SGI europea Hideaki Takahashi ha approfondito alcuni passi del discorso del presidente Ikeda che appare in questo stesso numero a pagina 5. Una serie di riflessioni e consigli per chi si è assunto una responsabilità nella Soka Gakkai

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Il responsabile della SGI europea Hideaki Takahashi ha approfondito alcuni passi del discorso del presidente Ikeda che appare in questo stesso numero a pagina 5. Una serie di riflessioni e consigli per chi si è assunto una responsabilità nella Soka Gakkai

Una forte determinazione

C’è un antico libro cinese sull’educazione […] con tutto il vostro essere per il bene del futuro. (pagg. 5-6)

Con queste parole il presidente Ikeda si sta rivolgendo a ognuno di noi, ci sta affidando una missione, ci sta esortando a mantenere questo pensiero: «Quale persona voglio far crescere? Chi potrà essere un mio successore?». È importante mantenere il desiderio costante di far crescere persone di valore. Non è un caso che Ikeda, subito dopo aver assunto la presidenza della Soka Gakkai [3 maggio 1960, n.d.r.], abbia deciso di fondare la Divisione futuro. Nelle vostre zone ci saranno senza dubbio molti bambini e ragazzi, credo che sia importante pensare che anche loro sono discepoli di Ikeda. Naturalmente voi siete i loro genitori e loro i vostri figli, ma provate ad avvicinarvi a loro pensando che sono diretti discepoli di sensei.
All’età di diciassette anni ho avuto la fortuna di seguire per circa sei mesi un ciclo di lezioni di Gosho tenute dal presidente Ikeda. La cosa che mi colpì maggiormente fu il fatto che lui si rivolgeva a noi con grandissimo rispetto, con il desiderio di essere al nostro servizio.

Nel Liezi, un’altra antica opera cinese […] Dobbiamo anche essere estremamente vigili e all’erta. (pag. 6)

Se manteniamo dentro di noi il pensiero costante di kosen-rufu, riusciremo sicuramente a cogliere le occasioni favorevoli e ad agire in maniera concreta. Far emergere la saggezza è importante, tuttavia la realizzazione di kosen-rufu passa necessariamente attraverso il principio di “diversi corpi, stessa mente”.

I responsabili devono agire in prima persona […] e perché il futuro di kosen-rufu si apra senza limiti. (pag. 6)

Queste possono sembrare parole semplici da mettere in pratica, ma ovviamente non è così. Il nostro maestro recita costantemente Daimoku per l’incolumità dei membri di tutto il mondo. Immagino che ognuno di noi, spinto anche dal senso di responsabilità, faccia lo stesso per i membri delle rispettive zone. In ogni caso, ricordiamoci che la base per raggiungere qualsiasi risultato è recitare Daimoku con forte determinazione.

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L’allenamento dato dalle difficoltà

Il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda […] tanto più grande la gioia che egli proverà grazie alla sua forte fede». (brano 4, pagg. 6-7)

A volte, assumersi la responsabilità all’interno della nostra organizzazione può voler dire affrontare ulteriori tribolazioni, perché a volte le difficoltà e i problemi aumentano. Più grandi sono le sfide che affrontiamo, più profonda e solida diventerà la nostra fede.

Toda diceva spesso: «Anche nella nostra pratica buddista […] e di compiere la nostra rivoluzione umana». (pag. 7)

Credo di poter dire che le parole di Toda sono confermate dalle esperienze che abbiamo ascoltato durante questo corso: in realtà sono proprio i grandi problemi che ci rendono capaci di trasformare il nostro karma e di realizzare la rivoluzione umana. L’importante è reagire alle avversità con la fede, recitando Nam-myoho-renge-kyo. È possibile fare questo perché praticando ci “alleniamo”, accumuliamo tanti tipi di esperienze che poi nel momento cruciale ci permettono di reagire con spirito combattivo.
Non sappiamo cosa potrà accadere nel futuro, ma grazie al fatto di continuare a mantenere una salda fede avremo sempre uno spirito altrettanto saldo.

Egli diceva anche: «Se vi dovesse capitare di sentirvi bloccati […] “abbandonare il transitorio e rivelare il vero” nella propria vita». (pag. 7)

A volte, soprattutto quando si ha una responsabilità da molti anni, si rischia di cadere nell’abitudine e di vivere questa responsabilità con pesantezza. Può capitare, in fondo non dobbiamo dimenticare che siamo comuni mortali. La cosa importante però, quando attraversiamo un momento di inerzia, è cercare in ogni caso di sfidarci “abbandonando il transitorio e abbracciando il definitivo”.
“Abbandonare il transitorio e abbracciare il definitivo”, non accade magicamente a un certo punto della nostra esistenza, ma dovrebbe essere una sfida quotidiana costante.

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Dare il massimo

La SGI sta avendo uno sviluppo straordinario in tutto il mondo […] finiranno i loro giorni nella tristezza e nel malcontento. (pag. 8)

In questo passaggio il presidente Ikeda esprime le proprie lodi ai membri e ai responsabili della SGI in tutto il mondo – quindi anche a voi, membri italiani – per tutti gli sforzi compiuti.

Sia nella vita che nella società è la serietà del nostro impegno […] Vi prego di recitare Daimoku con determinazione e tenacia. (pag. 8)

Io sono convinto che queste parole di Ikeda esprimano i suoi veri sentimenti in questo momento. Qui sta esortando ognuno di noi a realizzare uno sviluppo mai realizzato prima d’ora, a lasciare un segno nella storia del nostro movimento.

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Rispettare gli altri

Vorrei ora riconfermare alcuni importanti concetti fondamentali per i responsabili. […] Chiunque si comporti in questo modo non è un mio discepolo. (pag. 9)

La frase «Chiunque si comporti in questo modo non è un mio discepolo» è molto significativa.
Il presidente Ikeda è piuttosto severo con i responsabili. Quando venni nominato responsabile europeo mi disse: «Non essere mai arrogante nei confronti dei membri. Ogni volta che incontri i compagni di fede, ringraziali per i loro sinceri sforzi. Più ti prenderai cura di loro, più li proteggerai, più il movimento di kosen-rufu in Europa si diffonderà».

Nichiren Daishonin scrive: «Chi ha fede nel Sutra del Loto […] I miei cinquant’anni di leadership per kosen-rufu sono stati mossi da questo spirito. (pag. 9)

La pratica del Bodhisattva Mai Sprezzante è la quintessenza del Buddismo del Daishonin ed è anche la base dello spirito della Soka Gakkai. Certo, nella vita quotidiana della nostra organizzazione, sicuramente incontreremo compagni di fede coi quali non andiamo d’accordo o avremo a che fare con membri che creano qualche problema, eppure dovremmo sempre mantenere la convinzione che queste persone sono dei Budda, che poiché hanno fede nel Sutra del Loto diventeranno sicuramente dei Budda e per questo non dobbiamo offenderle. Questo non significa che vada bene accettare qualsiasi comportamento, magari anche quelli in malafede, vuol dire invece evitare di reagire sulla base dell’emotività e riconfermare nel nostro cuore la sfida di percepire la natura di Budda che esiste in ogni persona. Sulla base di questo, impegniamoci a dialogare e a promuovere il confronto.

Mi sono dedicato a incoraggiare i nostri membri […] vi prego di continuare a dedicarvi completamente a incoraggiarli e sostenerli. (pagg. 9-10)

Come dice sensei, dobbiamo dedicarci a incoraggiare i membri affinché possano praticare con gioia, speranza, serenità. È essenziale che i responsabili si preoccupino del benessere dei propri compagni di fede, li facciano sentire al sicuro.

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Lo sviluppo dell’Italia

Il Daishonin avverte rigoroso: «Rafforzate la vostra fede […] ad assicurare personalmente il successo del nostro movimento. (pag. 11)

Come sapete, quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della nomina di Daisaku Ikeda a terzo presidente della Soka Gakkai. Portare avanti una responsabilità non è facile, richiede tanto impegno quotidiano, però pensiamo al maestro, che da cinquant’anni si impegna costantemente serbando nel cuore il desiderio di kosen-rufu. Potremmo dire che chi ha una responsabilità nell’organizzazione, a qualunque livello, si è fatto carico di una parte della responsabilità del maestro, condivide con lui questa missione.

Ho riportato la vittoria in ogni battaglia che ho combattuto per kosen-rufu […] comunque sia, la missione di un responsabile è vincere. (pag. 11)

Nel 2011 celebreremo il cinquantesimo anniversario della prima visita del presidente Ikeda in Europa e in Italia. All’epoca, nel territorio europeo c’erano appena otto membri. Grazie al vostro sincero impegno, lo scorso 16 marzo abbiamo raggiunto i centomila membri in Europa! Quando ho informato Ikeda, ha detto: «È davvero una realizzazione incredibile. Desidero lodare ognuno di voi dal profondo del mio cuore!».
Non è esagerato affermare che l’Italia è la colonna portante dell’Europa. Lo sviluppo che l’Italia sta realizzando è qualcosa che dà una grande speranza. Il presidente Ikeda afferma che questi due anni, 2010 e 2011, sono occasioni che capitano ogni milione di anni! Lui stesso ha espresso la determinazione di completare le basi di kosen-rufu entro la fine del prossimo anno.
Vi esorto a recitare un Daimoku così forte che possa giungergli alle orecchie come una promessa: «Maestro, non ti preoccupare; finché ci sarò io, il futuro di kosen-rufu in Italia e in Europa è al sicuro!».

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