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Accogliere chi inizia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:19

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    Accogliere chi inizia

    Abbracciare il Gohonzon è il punto di partenza verso un’esistenza completamente nuova. Di che cosa ha bisogno una persona che da poco tempo ha intrapreso questo cammino? Quali sono gli strumenti che le permettono di sviluppare fin dall’inizio una fede coraggiosa e altruista?

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    Abbracciare il Gohonzon è il punto di partenza verso un’esistenza completamente nuova. Di che cosa ha bisogno una persona che da poco tempo ha intrapreso questo cammino? Quali sono gli strumenti che le permettono di sviluppare fin dall’inizio una fede coraggiosa e altruista?

    Daisaku Ikeda si sofferma sempre più spesso sull’importanza di sostenere i nuovi membri mettendoli in condizione di sviluppare fin dall’inizio una pratica indipendente e coraggiosa, affinché diventino felici dedicando la loro vita a kosen-rufu. Sensei sottolinea che questo è il compito prioritario dei responsabili, ed è il modo migliore per ricevere loro stessi benefici. Solo curando e facendo crescere individui capaci, con un occhio particolare ai giovani, possiamo assicurare lo sviluppo futuro del movimento di kosen-rufu.
    Nelle pagine più recenti della Nuova rivoluzione umana, Ikeda esorta a impegnarsi al massimo per sostenere i compagni più giovani nella fede: «Affinché anche le persone più giovani nella fede diventino felici, vorrei invitare tutti voi a sforzarvi, impegnarvi con tutte le forze e combattere con un atteggiamento uguale al mio. Per favore, fate in modo che i membri più giovani nella fede possano fare commenti del tipo: “Sono diventato veramente felice. Ho fatto proprio bene a praticare il Buddismo”. Vi prego di incidere profondamente nel vostro cuore che questo è il compito di un responsabile e proprio grazie a questo tipo di impegno noi, anziani nella fede, troviamo la chiave per diventare felici» (NRU, 25, 2, “Lotta condivisa”). Può sembrare un compito difficile, ma sensei suggerisce: «Cominciamo innanzitutto col far crescere un individuo di talento, che abbia delle spiccate capacità. Intorno a quella singola persona se ne riuniranno sicuramente molte altre, che a loro volta faranno emergere le loro qualità e peculiarità. Se ora perdiamo del tempo prezioso e non facciamo crescere giovani capaci, l’organizzazione alla fine si indebolirà e giungerà a un punto morto su tutti i fronti» (ibidem).
    Abbracciare il Buddismo di Nichiren Daishonin è il punto di partenza verso un’esistenza completamente nuova. Di che cosa può avere bisogno una persona che da poco tempo ha ricevuto il Gohonzon, che è appena entrata a far parte dell’Istituto Buddista?
    Sicuramente ha bisogno di essere aiutata a consolidare una pratica corretta. In ogni impresa le basi sono di vitale importanza. E poiché il Buddismo è il mezzo per ottenere la felicità assoluta, è cruciale essere padroni delle basi corrette fin dall’inizio.
    Le basi del Buddismo sono la fede, la pratica e lo studio: «Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o un solo verso» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 342).
    Dunque, non basta recitare assiduamente Gongyo e Daimoku e perseguire i propri obiettivi personali: per sperimentare i benefici del Gohonzon è necessario propagare la Legge mistica e sostenere gli altri. Nichiren Daishonin lo dice con tanta chiarezza: è come la ricetta di un bravo medico in grado di curare qualsiasi malattia.

    Gli strumenti di una fede indipendente

    Una persona all’inizio del suo percorso di fede ha bisogno di capire la centralità della pratica per gli altri, che non è un “di più” da aggiungere in un secondo tempo, ma proprio l’essenza stessa della pratica buddista. Capire non teoricamente, ma facendo, sperimentando al più presto il beneficio che ne deriva. Josei Toda diceva che quando svolgiamo il ruolo di veri discepoli del Budda, ci poniamo automaticamente nella condizione di ricevere benefici.
    Una persona all’inizio ha bisogno di essere aiutata a fare proprio lo spirito dell’offerta, che è il cuore stesso del Buddismo del Daishonin, l’offerta del tempo, del denaro, del coraggio, della Legge, della vita intera. Ha bisogno di verificare che mettendo al centro il desiderio di kosen-rufu anche i suoi desideri personali si realizzano naturalmente; che si possono mollare le zavorre del “piccolo io” senza per questo perdere la propria identità, anzi, che proprio dedicandosi alla felicità degli altri e sostenendo anche materialmente questa organizzazione che realizza il desiderio del Budda, possiamo accumulare tanta buona fortuna ricevendo in cambio infinitamente di più di quanto avevamo immaginato.
    Concretamente, un nuovo membro ha bisogno di sperimentare subito i benefici che derivano dall’azione dell’offerta, di scoprire l’importanza degli abbonamenti alle riviste che ci permettono di stare costantemente a ritmo con il nostro maestro, che giorno per giorno sta indicando la strada per rea­lizzare kosen-rufu e costruire la felicità.
    Tutto questo all’inizio non è scontato. C’è bisogno di qualcuno che ti prende per mano e ti ci porta. Come è stato per noi.
    Una persona che si è unita da poco tempo a questa organizzazione probabilmente ha bisogno di sentirsi accolta, ma soprattutto valorizzata, stimolata a partecipare, ha bisogno di sentirsi parte attiva, un elemento prezioso e insostituibile. Ha bisogno, quindi, che le vengano offerte occasioni concrete per dare il proprio contributo, sfidando i propri limiti e chiusure, per esempio nell’ambito della riunione di discussione, o dello studio, in modo di poter sperimentare quanto incredibilmente può cambiare il suo stato vitale. Deve toccare con mano che è proprio vero quello che scrive il Daishonin, che ogni volta che riusciamo a rompere il guscio dell’egoismo è come scambiare sassi con oro e immondizia con riso, che quando recitiamo Daimoku e ci attiviamo per propagare la Legge e per incoraggiare gli altri colleghiamo la nostra vita a quella del Budda, e il nostro cuore trabocca di gioia.
    Un nuovo membro che inizia a sfidarsi ha bisogno di persone, intorno, capaci di apprezzare e dare valore a questo suo contributo che spesso è il frutto di una grande lotta interiore e segna un salto di qualità fondamentale nella sua pratica e nella sua vita, un punto di svolta verso una felicità nuova e indistruttibile, e che di fatto porta nuova linfa vitale nel gruppo, uno spirito di ricerca appassionato e una freschezza di esperienza che sono di stimolo per tutti.
    Una persona che entra a far parte di questa organizzazione ha sicuramente bisogno di condividere, di fare insieme a qualcuno che ha più esperienza di lei. Toda diceva: «Insegnare, fare insieme, lasciar fare». Allora si può fare insieme, condividendo la gioia di dedicare la vita a kosen-rufu, si può andare insieme a incoraggiare un’altra persona, recitando Daimoku e poi leggendo insieme il Gosho, si può andare insieme anche a fare shakubuku
    Così si attiva un circolo virtuoso che è benefico anche per i membri più anziani o i responsabili perché nulla ha il potere di riaccendere la fede quanto il fatto di pregare sinceramente e adoperarsi con tutto il cuore per far crescere un’altra persona, ancora più di noi.
    Nessuno deve restare a margine, ogni nuovo membro è una risorsa preziosa, è una nuova energia che entra nel flusso di kosen-rufu.
    Ogni persona capace che emergerà crescendo sarà la forza motrice per lo sviluppo futuro di kosen-rufu, e a sua volta farà praticare e crescere tante altre persone. Per questo sensei afferma che dedicarsi alla formazione di un nuovo compagno di fede, farne una persona capace che vale per mille persone, equivale a introdurre mille persone al Buddismo.
    «Quando all’età di diciannove anni – scrive Daisaku Ikeda – cominciai a praticare il Buddismo, inizialmente la mia famiglia si oppose, cosa che mi creò delle difficoltà. Ma il mio mae­stro Josei Toda mi disse: “La fede non è una questione di anni di pratica o di responsabilità nell’organizzazione, ma di coraggio. Una fede coraggiosa cambierà te stesso, la tua situazione attuale e il tuo futuro”. È fondamentale quindi incoraggiare i nuovi membri, sforzarsi di coltivare insieme una fede coraggiosa e agire attivamente per la propagazione del Buddismo del Daishonin. Prima di tutto è importante praticare insieme ai nuovi membri e con loro pregare, agire e impegnarsi in dialoghi per la felicità delle persone. Attraverso questa pratica del bodhisattva si sperimentano una gioia e un appagamento indescrivibili e si ottiene una forte convinzione nella Legge mistica. Questa è la nobile tradizione dell’allenamento di persone capaci nella SGI» (NR, 478, 4).

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    Che nessuno resti indietro
    Che cosa si può fare per offrire ai nuovi membri solide basi nel mondo della fede? È quello che abbiamo chiesto a Marina Moretti, una dei responsabili della regione Lazio che organizza, da un po’ di tempo, le riunioni per chi ha ricevuto il Gohonzon da poco o lo sta per ricevere. Il loro motto è: «Che nessuno resti indietro»

    Circa un anno e mezzo fa ci siamo resi conto che ciò che si dava per scontato, tanto scontato non era. Che i nuovi membri facessero una pratica assidua mattina e sera, per esempio, risultava essere spesso un optional. Ovviamente questo si traduceva in pochi benefici per loro. Questo punto, il desiderio che le persone ricevessero più benefici possibile, ci ha fatto anche accorgere, attraverso i dati statistici, che soprattutto i nuovi membri non partecipavano granché alle riunioni di discussione, né all’attività dell’offerta, e anche gli abbonamenti alle riviste dell’Istituto non erano molti.
    A un certo punto, l’anno scorso, abbiamo deciso di fare qualcosa per prenderci cura dei nuovi membri, per metterli in condizione di apprezzare al meglio l’opportunità di aver incontrato questo straordinario insegnamento. Così abbiamo deciso di realizzare per loro un “minicorso” di una giornata intera, al Centro culturale di Roma. Per metterli in condizione di fare una pratica corretta, completa, dalla A alla Z, di crescere nella fede, nel rapporto con il maestro, nella possibilità di sostenere l’organizzazione, di capire l’importanza dello studio e così via.
    Il risultato della prima riunione è stato talmente esaltante, il gradimento così alto, che ne abbiamo subito programmate altre due per coinvolgere tutte le persone che hanno aderito all’Istituto nel corso del 2010 e del 2011 e ne abbiamo messe in calendario altre tre per tutte le persone che entreranno nel corso del 2012. Il risultato, per esempio rispetto al solo zaimu, è che la percentuale di partecipanti dei nuovi membri ora è più alta della percentuale dei membri totali e questo ci ha incoraggiati a dedicare una cura ancora maggiore alle persone che sono entrate a far parte dell’organizzazione dal 2009 a oggi. Vogliamo puntare a una pratica corretta, assidua e dedita agli altri al cento per cento.
    Ovviamente questa è solo un’iniziativa in più che nulla toglie, né può in alcun modo sostituire l’attività di sostegno a ogni singola persona che si svolge nei gruppi. Grazie a questa attività, inoltre, abbiamo potuto creare legami più forti con i responsabili di ogni centro e capitolo con cui ci vediamo per recitare Daimoku per il successo della riunione in modo di poter continuare, attraverso di loro, a curare ogni persona nelle attività locali. Il nostro motto è “che nessuno resti indietro” perché ogni membro, anche se pratica da poco tempo, ha una missione grandiosa per il movimento di kosen-rufu.

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    Alto gradimento
    Queste brevi interviste sono state raccolte al Centro culturale di Roma nel corso di una riunione di una giornata, in gennaio, interamente dedicata a coloro che hanno aderito all’Istituto Buddista tra il 2010 e il 2011

    Con tutte le mie forze
    Sabrina: Questa riunione è un vero incoraggiamento perché penso che una fede forte si costruisce dall’inizio. Sentire che gli altri provano le stesse tue sensazioni è una cosa immensa. Oggi ho fatto un’esperienza in diretta: mia mamma soffre di forte depressione da quando è nata mia sorella ventisei anni fa. Il mio obiettivo è che mamma stia meglio entro la fine dell’anno e mi sto impegnando con tutte le mie forze per questo. Ho appena chiamato a casa e papà mi ha detto che mamma oggi sta molto meglio! Questa mattina quando abbiamo recitato Gongyo con Asa Nakajima mi sono venuti i brividi, e l’esperienza di Andrea mi ha fatto piangere (cfr. pagg. 10-11). Mi ha trasmesso una grande fiducia. Non bisogna fermarsi mai, bisogna sempre rideterminare. Io prima ero tanto pessimista, pensavo che tutti fossero malvagi e ora invece scopro che le persone buone esistono e sono meravigliose! È un beneficio enorme.

    Mi metto in gioco
    Annalisa: Questa riunione? Da 1 a 10: 11! Penso che bisognerebbe farne più spesso. Non sono neppure uscita per fumare, non volevo perdermi una parola. Per la prima volta ho preso appunti, così potrò riportare il tutto al mio gruppo, a chi non c’era. L’esperienza raccontata è stata importantissima per me. Quanto incoraggia ascoltare le esperienze degli altri! Riesci a riconoscere i tuoi limiti, magari hai una domanda, un dubbio che non sai a chi chiedere e poi ascoltando un altro riesci a risolvere in un attimo i tuoi quiz mentali… è bello decidere di mettersi in gioco, raccontare ognuno cosa sta vivendo. Io ho una figlia di dodici anni: perché lei diventi una donna forte devo diventare forte io. Io non riesco a fare altro che ringraziare, mi siedo davanti al Gohonzon e ringrazio.

    La strada giusta
    Debora: È la prima volta che partecipo a un corso ed è proprio come speravo. Il fatto di sentirsi abbracciati, protetti, è bellissimo: anche questo mi fa sentire che sono sulla strada giusta, che funziona veramente. La mia vita in questi mesi è cambiata, ho scoperto l’amore per me stessa, per la mia vita. L’importanza dello sforzo continuo, della costanza nella pratica quotidiana non è scontato, è importante sentirselo dire, è quello sforzo che porta frutto! Sentire che ci sono delle persone che si stanno impegnando tanto e che sono arrivate a dei risultati è molto incoraggiante.
    Voglio dare la mia disponibilità per fare attività qui al Centro una volta al mese. Tutti i miei amici prima o poi li porto qui al Centro, anche solo per cinque minuti… faccio shakubuku, e so che prima o poi il seme germoglia. E pensare che Nam-myoho-renge-kyo l’avevo conosciuto dieci anni fa! Poi quando è arrivato il momento, ho cercato l’organizzazione su internet!

    Occasioni da non perdere
    Elisa: Le esperienze personali ti toccano sempre. Sono tutte importanti. Praticando emerge la saggezza dalla tua vita. A volte mi domando: «Ma come ho vissuto senza la pratica?». Ora vedo tante cose, capisco, percepisco i legami veri, profondi della mia vita. Capisco meglio che decisioni prendere. Una volta capite le basi del Buddismo mi tornano utili in ogni aspetto della vita, me le ritrovo in ogni cosa. La qualità dei discorsi che faccio con le mie amiche è cambiata, prima parlavamo di sciocchezze ora è diverso.
    Giovedì scorso ho capito quanto è importante prepararsi prima dello zadankai, fare l’esperienza di sostenere gli altri: io stessa sono uscita dalla riunione incoraggiatissima! Ho visto l’effetto immediato di questa causa che ho messo di rompere la mia resistenza a intervenire, a partecipare. Prima mi sentivo bloccata, giudicata, non riuscivo a parlare. Pensavo di non avere niente da dire, ero passiva. Ma all’uscita della mia ultima riunione sono scoppiata a piangere. Poi le mie giovani responsabili sono venute a casa mia, ho raccontato a loro come mi sentivo. Abbiamo recitato insieme. Mi sono preparata con il Daimoku, è stato totalmente diverso, anche la qualità della riunione devo dire che è totalmente cambiata! Ora voglio prepararmi ogni giovedì, mettermi un obiettivo personale e di incoraggiamento per gli altri. Ogni riunione di discussione deve essere come se fosse l’ultima… metti che quella persona nuova non torna più? Quella è l’occasione. Questa cosa io la voglio vincere, anche nella mia vita. Tutto dipende dallo stato vitale!

    È tutta un’altra cosa
    Jessica: Anche a me succede così… pian piano ho iniziato a guidare la recitazione di Daimoku, a intervenire. Quando porti un tuo shakubuku poi è un’altra cosa, ti senti veramente realizzata!

    Niente è impossibile
    Giovanna e Mara: Dopo questa riu­nione ci sentiamo incoraggiate, indirizzate. È fondamentale la pratica corretta. Per quanto tu voglia essere libera, devi essere seria per vedere un risultato. Non puoi sfarfalleggiare! Oggi dopo aver ascoltato queste esperienze sento che tutto è possibile. Ma ci voleva proprio! Dopo un anno di Gohonzon puoi disorientarti un po’, ci voleva… una raddrizzata!

    Un’accoglienza calorosa
    Maura: Senti il legame con il maestro. Quando ricevi il Gohonzon non lo senti ancora, per questo è importante condividere. Stamattina arrivando al Centro mi sono emozionata tanto per l’accoglienza che ci hanno fatto, è stato bellissimo.

    Perfettamente dotati
    Ilaria: Mi ha colpita tanto l’intervento sull’essere perfettamente dotati. Dire che siamo Budda è più astratto, più complesso, ma così è più immediato. Difficilmente ci vediamo perfettamente dotati, di solito vediamo solo i nostri limiti. Perfettamente dotato: è un bel modo di vedere se stessi!

    Senza limiti
    Adriana: Ho colto delle sfumature nuove. Sento una profonda gratitudine verso tutti. Io non capivo, fino a questo momento, perché ogni tanto mi blocco. Ma oggi ho la certezza che la mia vita non ha limiti, che qual­siasi cosa la posso realizzare. Di cosa ho paura? Sono un Budda, di che mi preoccupo? Il filmato è stato stupendo, oggi per la prima volta ho sentito il cuore di sensei insieme al mio! Io prima non lo sentivo il suo cuore, e per questo credevo di sbagliare qualcosa. Poi invece, aprendo la vita, prendendo esempio da lui… lo senti. Ho chiesto di ricevere il Gohonzon dopo tre riunioni… io che avevo iniziato per dimostrare alla mia amica che la pratica non funziona!

    Ogni giorno di più
    Giuliomario: Questa riunione per noi è utilissima. Siamo sempre di più, c’è il rischio di perdersi. Dare queste basi ai nuovi membri è fondamentale.

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