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Abbracciare la fede è Illuminazione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:48

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Abbracciare la fede è Illuminazione

32. Grazie al potere della fede, si ottiene rapidamente la Buddità, ma la sfida consiste nel continuare a mantenere la fede per tutta la vita.

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32. Grazie al potere della fede, si ottiene rapidamente la Buddità, ma la sfida consiste nel continuare a mantenere la fede per tutta la vita.

SAITO: Occorre prendere in considerazione l’ordine di propagazione[ref]La quinta delle cinque guide per la propagazione: insegnamento, capacità delle persone, tempo, paese e ordine di propagazione.[/ref].
Genericamente possiamo suddividere gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto in hinayana e mahayana provvisori. A costo di un’eccessiva semplificazione potremmo affermare che le scuole hinayana che fiorirono principalmente durante il Primo giorno della Legge ponevano l’accento sul coltivare se stessi attraverso l’adesione a severi precetti. In altre parole sottolineavano l’importanza di «dipendere da se stessi», in contrapposizione al «dipendere da un potere esterno».
Quando il Buddismo apparve, il Brahmanesimo, che sino ad allora aveva dominato la vita spirituale indiana, era diventato rigido e formalistico: attribuiva un’eccessiva importanza alle cerimonie condotte da un clero che si tramandava la propria carica su base ereditaria a spese del coltivare la propria interiorità. In un certo senso l’accento che l’hinayana poneva sul dipendere da se stessi era una vigorosa protesta nei confronti di questa tendenza.

IKEDA: Nelle primissime scritture buddiste come il Suttanipata[ref]The Sutta-Nipata, trad. inglese di H. Saddhatissa, Curzon Press, London, 1994, pag. 14).[/ref] vediamo che Shakya­muni afferma che la nobiltà delle persone non è determinata dalla casta in cui sono nate ma dalle loro azioni.
L’enfasi hinayana sul dipendere da se stessi in origine era un modo di porre l’accento sul proprio comportamento individuale di essere umano e in questo senso era un concetto estremamente umanistico.

SAITO: Ma in seguito quest’idea di fare affidamento su se stessi venne distorta. La preoccupazione di aderire a una pratica severa si tradusse nell’attribuire un’esagerata importanza a coloro che avevano abbracciato la vita monastica che, di conseguenza, adottarono un atteggiamento di superiorità nei confronti dei laici.
Si sviluppò anche una visione discriminatoria per cui i laici potevano accumulare buone cause facendo offerte al clero in questa vita e, come ricompensa di queste azioni, sarebbero stati in grado di dedicarsi alla pratica buddista come monaci nella prossima.

IKEDA: Il Buddismo mahayana si contrappose a questi atteggiamenti discriminatori cercando di far rivivere l’umanesimo che Shakyamuni aveva esposto in origine.
Il Sutra della grande saggezza (Daibon Hannya), una delle più voluminose scritture mahayana, narra un episodio che vede come protagonista il bodhisattva Sempre Dolente (giapponese: Jotai). Fedele al suo nome questo bodhisattva piange costantemente per il dolore di vivere in un mondo dove non ci sono Budda e nemmeno sutra e veri saggi e in cui la società nel suo complesso avversa la dottrina corretta ed è corrotta dal male. Egli si dispera alla ricerca di un insegnamento in grado di guidare le persone alla felicità e il sutra spiega come, in risposta al suo spirito di ricerca, dal cielo si oda una voce che dice a Sempre Dolente di supplicare il bodhisattva Dharmodgata[ref]Dharmodgata: detto anche Dharma emerso o Dharma sorto, è un bodhisattva descritto nei Sutra della Saggezza dal quale il bodhisattva Sempre Dolente apprese l’insegnamento della perfezione della saggezza.[/ref] (giapponese: Dommakatsu), che vive a est, affinché lo istruisca. Mentre cerca Dharmodgata, Sempre Dolente tenta di vendere la sua stessa carne al mercato per procurarsi qualcosa da poter offrire e, grazie al suo spirito di ricerca privo di egoismo che lo vede pronto a dare letteralmente la vita, riesce infine a ottenere che gli venga insegnata la Legge.

MORINAKA: In diversi scritti il Daishonin parla dell’ardente spirito di ricerca del bodhisattva Sempre Dolente e di altri personaggi che ricercarono con devozione la Legge come Sessen Doji (il ragazzo delle Montagne Nevose).[ref]«Sessen Doji offrì il suo corpo per imparare metà di un verso, il bodhisattva Jotai dette tutto ciò che aveva, Zenzai Doji si gettò nel fuoco, Gyobo Bonji si strappò un lembo di pelle, il bodhisattva Yakuo si bruciò un gomito, il bodhisattva Fukyo fu colpito con bastoni, il venerabile Aryasinha fu decapitato e il bodhisattva Kanadeva fu ucciso da un brahmano» (SND, 4, 41).
«Nei tempi antichi, c’erano santi come Sessen Doji, il bodhisattva Jotai, il bodhisattva Yakuo, il re Fumyo e altri. Tutti costoro offrirono [la propria vita], o dando il corpo in pasto a un demone, o vendendo il sangue e il midollo, o bruciando il braccio o offrendo la testa» (SND, 7, 137).
«Il Bodhisattva Jotai si volse a est alla ricerca della perfetta saggezza, Sessen Doji si volse a sud e ottenne l’insegnamento Kegon, Sessen Doji offrì il suo corpo per udire metà di un verso e Gyobo Bonji si strappò la pelle per un verso» (GZ, 977).[/ref]

IKEDA: Gli insegnamenti mahayana sottolineano l’importanza dello spirito di ricerca nei confronti della via del Budda, o aspirazione all’Illuminazione. Tuttavia porre troppo l’accento su questo aspetto può avallare l’idea che si tratti di dottrine troppo difficili da praticare per la gente comune.
Ciò significa che, anche se in teoria questi insegnamenti aprono la via del Budda a tutte le persone, soltanto pochi individui speciali, dotati dell’eccezionale determinazione e del coraggio necessari a svolgere le difficili pratiche che essi prescrivono, sono capaci di diventare bodhisattva o Budda e di alleviare così molte persone dalla sofferenza. Per questa ragione c’è un intenso dibattito nei sutra mahayana sui poteri sovrannaturali posseduti dai vari bodhisattva e sulla descrizione degli augusti attributi fisici dei Budda trascendenti.
Fino a Vasubandhu[ref]Vasubandhu: filosofo buddista indiano vissuto intorno al IV o V secolo. È considerato il ventesimo dei ventitré successori di Shakyamuni o il ventunesimo dei suoi ventiquattro successori.[/ref], che visse in India verso la fine del Primo giorno della Legge, coloro che decidevano di seguire la via del Budda formulavano il nobile voto di dedicarsi come bodhisattva ad alleviare le sofferenze degli altri. Ma le persone comuni non potevano fare altro per la propria salvezza che affidarsi passivamente al potere dei vari Budda e bodhisattva descritti nei sutra.
In Cina, culla del Buddismo nel Medio giorno della Legge, si diffuse fra la popolazione la pratica di pregare vari Budda e bodhisattva, fra cui il Budda Amida della Pura terra di perfetta beatitudine dell’ovest; il bodhisattva Maitreya, un Budda del futuro che dimora nel Cielo Tushita (Cielo della Soddisfazione) e il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo (giapponese: Kannon) che secondo la tradizione appare in varie forme per recare benefici alle persone.
Anche i re e gli imperatori delle varie dinastie cinesi si rivolgevano ai buddisti affinché pregassero per la protezione dei loro regni. E questa tendenza crebbe drasticamente nel periodo T’ang (618-904) dopo l’arrivo del Buddismo esoterico[ref]Il Buddismo esoterico si trasmise dall’India alla Cina a partire dal III secolo circa, ma soltanto in modo frammentario. Dopo l’VIII secolo Shan-wu-wei e altri trasmisero e sistematizzarono il Sutra Mahavairochana e altri sutra puramente esoterici. Sotto la protezione della dinastia T’ang il Buddismo esoterico prosperò grazie ai forti legami con il potere statale.[/ref] che lucrava sulle offerte di preghiere per la protezione dalle calamità.

MORINAKA: In India, durante il Primo giorno della Legge la pratica buddista attribuiva molta importanza al dipendere da se stessi. Per contro in Cina, durante il Medio giorno della Legge, c’era la tendenza a contare maggiormente su un potere esterno.

SAITO: Fra i buddisti cinesi vi fu chi ricercava una pratica rigorosa attraverso il regime severo dei precetti e della meditazione. Così sorsero le scuole Zen e Ritsu (Precetti). L’effetto fu un particolare sviluppo del monachesimo che non lasciava altra via ai laici che dipendere in larga misura dal clero per la propria salvezza.

IKEDA: Per le persone del Primo e del Medio giorno della Legge, sia in India sia in Cina, il Buddismo di Shakyamuni era un insegnamento che offriva la salvezza attraverso una luce esterna all’oscurità. Sicuramente per coloro che erano immersi nelle tenebre un insegnamento salvifico da parte di un’entità esterna onnipotente poteva indubbiamente costituire una luce in grado di infondere speranza e pace della mente. Ma contare unicamente su tale potere esterno è insufficiente a sconfiggere l’oscurità che deriva dall’ignoranza fondamentale innata nella vita delle persone. Una simile dipendenza passiva da qualche potere superiore ostacola nelle persone lo sviluppo della consapevolezza e dell’apprezzamento per la nobiltà della loro stessa vita e la liberazione dal senso di impotenza che tale dipendenza genera.
Tuttavia è impossibile aprire uno spiraglio nell’oscurità dell’Ultimo giorno attraverso gli insegnamenti provvisori precedenti al Sutra del Loto. Indubbiamente possono servire a far prendere coscienza alle persone della profondità dell’oscurità in cui i loro cuori e la loro epoca sono avvolti e a promuovere la consapevolezza e la riflessione personale rispetto a questo male fondamentale. Ma in ultima analisi le persone non possono trovare altra via per espiare il proprio karma negativo che riporre fede nel potere degli dèi e del Budda.

MORINAKA: Si potrebbe pensare che essere almeno coscienti del male sia meglio che continuare ad accumulare inconsapevolmente cause negative. Ma il sapere che non esiste soluzione per vincere questo male non fa che accrescere la propria sofferenza.

IKEDA: Innegabilmente Shakyamuni era una persona dotata di qualità straordinarie. Il Sutra del Loto spiega che tutti gli esseri viventi posseggono la nobile condizione vitale della Buddità e che tutti coloro che si basano sulla Legge mistica possono far emergere questo stato vitale in qualsiasi momento. Però, dopo la morte di Sha­kyamuni, i suoi discepoli cominciarono a pensare: «Questo valeva per Shakyamuni, ma noi siamo diversi» e trasmisero questa credenza agli altri.

SAITO: Il Sutra del Loto descrive una vasta schiera di Budda, bodhisattva e dèi buddisti, fra cui il Budda del Tempo Senza Inizio, il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e varie divinità che proteggono coloro che praticano il Buddismo. Ma le persone tendevano a considerarli soltanto come munifici salvatori. Erano cadute totalmente preda dell’influenza negativa del male fondamentale, l’ignoranza o offesa della Legge.

IKEDA: Le persone avevano perso completamente di vista la grande Legge eterna innata nella vita e il principio della vera causa e del vero effetto[ref]Vera causa e vero effetto: la vera causa indica i nove mondi eterni e il vero effetto la Buddità eterna. Entrambi sono eternamente presenti nella vita.[/ref].

SAITO: È a causa di questo che le persone cadono nell’errore di ricercare la Legge, o la verità ultima al di fuori di sé. Si tratta di un tipo di fede che si attende la salvezza da un potere esterno come negli insegnamenti Nembutsu e in cui si commette l’errore di dipendere dagli altri per la soluzione dei propri problemi, cercando una fuga dalla realtà.
Inoltre quando le persone perdono di vista la vera Legge che esiste nella loro vita, diventano inclini a seguire dottrine che non sono la vera Legge credendo erroneamente che invece lo siano. Ne sono esempi la pratica buddista che pone l’accento sul dipendere da se stessi, come nel caso dei vari discepoli al tempo di Shakyamuni che si erano illusi di aver scoperto il loro vero io, o dei seguaci dello Zen, che pensavano di aver ottenuto qualcosa che in realtà non avevano conseguito. Con questa convinzione le persone tendono a esser vittime di un senso di onnipotenza infantile e a sviluppare un io ipertrofico.

MORINAKA: Subito dopo aver proclamato la propria dottrina il Daishonin refutò le scuole Nembutsu e Zen, per far conoscere alle persone gli errori di queste due posizioni estreme, da un lato il dipendere unicamente da se stessi e dall’altro dipendere da un potere esterno, aprendo loro gli occhi alla verità della vita e della Legge mistica che esiste dentro di noi, come rivela il Sutra del Loto.

IKEDA: Il Buddismo del sole che il Daishonin rese accessibile al mondo intero è completamente diverso da qualsiasi altro insegnamento che lo precede. Non cade nella trappola di fare eccessivo affidamento su di un potere esterno, come fanno gli insegnamenti Nembutsu e simili e nemmeno però nell’errore di basarsi eccessivamente sul sé come nel caso degli insegnamenti di tipo Zen. La Via di mezzo rivelata dal Daishonin mantiene il massimo equilibrio.
Il sole illumina ogni cosa in maniera imparziale e allo stesso modo il Buddismo del sole illumina egualmente la vita di ogni persona trasformandola nel «campo della fortuna» della Legge mistica e facendo sbocciare nella società e in tutto il mondo i fragranti «fiori umani» della Legge mistica.
Gli scopi del Buddismo del sole sono la rivoluzione umana, l’adozione della dottrina corretta per la pace nel paese e la realizzazione di kosen-rufu in tutto il mondo.
Il Buddismo del sole, che spiega il cuore del Sutra del Loto, è un insegnamento che ogni persona può mettere in pratica grazie alla propria volontà e ai propri sforzi concreti. È un insegnamento in cui ogni persona si trasforma in una presenza solare.
Il Sutra del Loto dichiara che i Bodhisattva della Terra, guidati dal bodhisattva Pratiche Superiori, appariranno nell’Ultimo giorno della Legge per dissolvere l’oscurità che sorge dall’ignoranza fondamentale. Il Daishonin affermò che la sua nobile missione era realizzare e convalidare la profezia del Budda.

MORINAKA: Anche in Questa persona praticherà fra la gente, scritto nel 1279, il Daishonin cita il brano del capitolo Poteri sovrannaturali che abbiamo menzionato in precedenza. E poi aggiunge: «Fra le cinque parole “questa persona praticherà fra la gente”, a chi credi si riferisca “questa persona”? Io credo che deve indicare la persona che è la reincarnazione del bodhisattva Jogyo» (SND, 8, 55). Poi incoraggia Munenaga, il maggiore dei fratelli Ikegami cui la lettera era destinata, dicendo: «Anche tu stai assistendo il bodhisattva Jogyo nel suo insegnamento» (SND, 8, 56).

IKEDA: Con la sua battaglia per propagare la Legge mistica a costo della vita il Daishonin manifestò la condizione di Buddità pur rimanendo una persona comune come noi. In questo modo offrì l’opportunità a tutte le persone di ottenere la Buddità seguendo il suo esempio.
Ma quelli che erano radicalmente incapaci di credere nella nobiltà della loro stessa vita dubitarono del Daishonin, lo criticarono e lo attaccarono dicendo: «Che arrogante, non sa proprio stare al suo posto!»

MORINAKA: I preti e i laici che perseguitarono il Daishonin corrispondono alla descrizione di tre potenti nemici del capitolo Esortazione alla devozione e dei quattro tipi di credenti, monaci, suore, laici e laiche, che perseguitarono il bodhisattva Mai Sprezzante. Perseguitando e vessando persone rette che predicavano la suprema nobiltà della propria e dell’altrui vita commisero il terribile errore di denigrare e offendere ulteriormente la loro stessa dignità intrinseca.

IKEDA: Il Daishonin era illuminato alla Legge mistica presente nella sua vita, la Legge che ha il potere di rischiarare l’oscurità fondamentale che esiste nella vita delle persone, caratterizzata dall’ignoranza e dall’offesa alla Legge. Nella sua vita splendeva il sole della Legge mistica.
In Lettera a Jakunichi-bo, sempre a proposito del citato brano del capitolo Poteri sovrannaturali, il Daishonin afferma: «L’aver dato a me stesso il nome Nichiren significa che ho ottenuto l’Illuminazione da solo» (SND, 4, 36).
All’epoca della persecuzione di Tatsunokuchi il Daishonin manifestò la condizione vitale del Budda originale illuminato alla Legge mistica, il mezzo fondamentale con cui tutti gli esseri viventi dell’Ultimo giorno della Legge possono ottenere la Buddità. Proprio per questo dichiarò coraggiosamente che il suo insegnamento si sarebbe diffuso verso occidente, ispirandosi al suo ardente desiderio di alleviare le sofferenze del mondo attraverso il potere della Legge mistica.
La proclamazione della trasmissione del Buddismo verso occidente era un’espressione dell’immensa convinzione del Daishonin e al tempo stesso una dimostrazione dell’aver manifestato la condizione vitale della Buddità.

SAITO: Dopo aver abbandonato il transitorio e rivelato il vero all’epoca della persecuzione di Tatsunokuchi, il Daishonin iscrisse quel mandala che è il Gohonzon e stabilì che sarebbe stato l’oggetto di culto, cioè il fulcro della pratica attraverso il quale ogni persona poteva far emergere la stessa condizione vitale di Buddità che egli aveva rivelato.

IKEDA: «Il sole primordiale risplende nella mia vita», si potrebbe dire. Il Gohonzon è uno specchio per percepire vividamente questa verità della vita.
In particolare il sole che disperde l’oscurità dell’Ultimo giorno della Legge rappresenta il bodhisattva Pratiche Superiori, leader dei Bodhisattva della Terra e Nichiren Daishonin che ne assume il ruolo. Ma in generale tutti coloro che lottano per kosen-rufu nell’Ultimo giorno della Legge con lo stesso cuore e lo stesso intento del Daishonin sono Bodhisattva della Terra. Sono il sole e il fiore di loto.
Attualmente il Giappone e il mondo sono immersi in un’oscurità così profonda che non consente di vedere un futuro. Perciò come credenti nel Buddismo del Daishonin abbiamo una missione importante da adempiere. Dopo tutto più profonda è l’oscurità più luminoso splende il sole del Buddismo.
Toda compose la seguente poesia:

Ai popoli dell’Asia
che pregano per un raggio di luna
che filtri fra le nubi
inviamo invece
la luce del sole.

La nostra è una lotta per illuminare i cuori delle persone con la luce del sole. L’epoca attuale rappresenta un’opportunità per condurre molte persone alla felicità. È per questo scopo che abbiamo deciso di nascere in questo mondo. Quindi l’unica strada che possiamo seguire è dedicare la nostra vita a questo voto fondamentale.
Il Buddismo del sole permette a tutte le persone di rivelare le tre proprietà illuminate del Budda[ref]Tre proprietà illuminate del Budda o tre corpi del Budda: il corpo del Dharma, che è la verità fondamentale, o Legge, alla quale il Budda si è illuminato, il corpo di ricompensa, che è la saggezza di percepire la Legge, e il corpo di manifestazione che sono le azioni compassionevoli che il Budda compie per condurre le persone alla felicità.[/ref], di rivelare che la propria condizione originale è quella di Budda. Perciò il Daishonin dice che «raggiungeranno rapidamente la Buddità» (SND, 8, 29).
Il Daishonin afferma che diventare un Budda come Shakyamuni è una cosa semplice: «Alla luce del verso del sutra “rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione fra noi”[ref]Nel capitolo Espedienti si legge: «Sappi, Shariputra, che all’inizio ho fatto il voto di rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi» (SDL, 2, 45).[/ref] non c’è dubbio che coloro che praticano correttamente la Legge mistica diverranno facilmente dei Budda come Shakyamuni» (GZ, 817). E ancora, «Shakyamuni affermò: “All’inizio giurai di rendere tutti uguali a me, senza alcuna differenza tra noi”. Dunque non è difficile diventare un Budda come Shakyamuni» (SND, 4, 250).
Tale è il benefico potere del Gohonzon. Poiché la Legge mistica è la meravigliosa medicina in grado di curare le sofferenze di tutti gli esseri viventi dell’Ultimo giorno, non esiste in alcun modo qualcuno che non sia capace di ottenere la condizione vitale di Buddità.

MORINAKA: In realtà a qualcuno potrebbe dare un po’ fastidio apprendere che ottenere la Buddità è così facile!

IKEDA: In realtà è proprio allora che inizia il lavoro difficile: dopo aver fatto emergere la Buddità. E in questo risiede il valore dell’autentica pratica buddista.
Il Buddismo di Shakyamuni e quello del Daishonin da questo punto di vista sono sostanzialmente diversi. Prima che apparisse il Buddismo del sole del Daishonin lo scopo ultimo di coloro che praticavano il Buddismo della luna di Shakyamuni non era altro che ottenere la propria Illuminazione individuale.

SAITO: La cui realizzazione era tutt’altro che certa.

IKEDA: Invece il Buddismo di Nichiren dice che ottenere la Buddità è facile. Chiunque può far emergere questa condizione vitale grazie alla meravigliosa medicina di Nam-myoho-renge-kyo e al Gohonzon in cui è contenuto il principio che abbracciare la fede è di per sé Illuminazione. Dunque grazie al potere della fede possiamo ottenere rapidamente la Buddità, ma la vera sfida consiste nel continuare a mantenere la nostra fede.

MORINAKA: Perciò il Daishonin dice che «Accettare è facile, continuare è difficile. Ma la Buddità si trova nel mantenere la fede» (SND, 4, 153).

SAITO: Nel Buddismo di Nichiren abbracciare la Legge mistica significa perseverare nella pratica come devoto del Sutra del Loto.

IKEDA: Dal nostro punto di vista significa abbracciare il Gohonzon e dedicarsi alla propagazione della Legge mistica come membri della Soka Gakkai, un’armoniosa organizzazione di credenti che si adoperano per realizzare il mandato del Budda.
Potremmo definire i nostri sforzi per kosen-rufu come il tentativo di far conoscere a molte altre persone lo splendore del sole della Buddità che esiste nella nostra vita.
Una persona che ha fatto sorgere il sole della Buddità nel proprio cuore illumina tutti intorno a sé con il suo splendore. Questo è il significato di abbracciare e mantenere la fede.
Perciò non dobbiamo mai stancarci di dialogare. Farlo è arduo, a causa della difficoltà di mantenere la fede, degli ostacoli causati dalle varie funzioni demoniache che aborriscono la luce e dalle reazioni delle persone accecate dall’illusione e dall’ignoranza fondamentale. Ma continuare a risplendere come un sole nonostante tutti questi ostacoli è il significato essenziale di abbracciare la Legge mistica.

MORINAKA: In altre parole, non è un compito facile.

IKEDA: In un certo senso, l’oscurità dell’illusione fondamentale ha il potere di fagocitare la luce e di annullarla. Accade continuamente nella società che la bontà umana venga messa in ridicolo, che le persone degne non siano credute o venga loro meno il rispetto.

SAITO: Per fare un esempio tratto dalla politica internazionale, sebbene in certi paesi siano in corso negoziati per la pace e si assista a qualche faticoso progresso dovuto a un dialogo tenace e perseverante, un unico sparo può scatenare istantaneamente una guerra totale. Ed è una cosa tutt’altro che rara.

IKEDA: Sì, se le persone dimenticano il desiderio di pace, diverranno semplici burattini in mano alle forze governate dall’oscurità fondamentale dell’ignoranza.
Naturalmente non è possibile superare una situazione difficile soltanto con le buone intenzioni. Anche se novecentonovantanove persone su mille cadono nella trappola della mancanza di rispetto e di fiducia negli esseri umani, dobbiamo mantenere la forza spirituale di affermare: «Nonostante tutto io credo negli esseri umani». Il Buddismo del sole ci dà questa forza spirituale. Senza la tenacia e la capacità di continuare a combattere con vigore ancora maggiore quando le circostanze appaiono più tetre, non potremo far emergere la vera luce dell’essere umano nell’Ultimo giorno della Legge, un’epoca in cui la vita delle persone è contaminata dalle cinque impurità.

MORINAKA: Uno spirito così forte è il risultato di un voto incrollabile.

IKEDA: Quale che sia la situazione, occorre avere l’invincibile spirito di andare avanti e affrontare qualsiasi difficoltà. Questo è il potere del mondo di Buddità. Il potere del nostro voto, dell’impegno che abbiamo assunto è ciò che rafforza il potere della nostra fede, che è di vitale importanza per mantenere lo splendore della nostra Buddità nell’Ultimo giorno della Legge.
Con il Buddismo di Nichiren Daishonin è facile manifestare istantaneamente la Buddità perché il Daishonin ci ha insegnato la strada sicura per farlo e quando la intraprendiamo giungiamo rapidamente a un punto in cui il mondo di Buddità emerge nella nostra vita.
La cosa importante è perseverare nella pratica buddista nonostante le difficoltà della realtà quotidiana, continuare senza posa ad avanzare senza perdere lo splendore del sole della Buddità, anche quando siamo circondati dall’oscurità che minaccia di ottenebrare il mondo di Buddità negli altri e nella società. Questa è la pratica del Buddismo di Nichiren e la pratica della propagazione della Legge mistica.

MORINAKA: In un certo senso la sfida del Buddismo del sole consiste nel riuscire a realizzare l’obiettivo del Buddismo della luna, cioè l’ottenimento della Buddità a livello personale e poi, ottenuta questa condizione, continuare a dimostrare la grandezza della condizione vitale di Buddità nella società. Questo è il tema del Buddismo del sole.

IKEDA: Diventare un Budda è facile ma continuare a far risplendere la Buddità nella nostra vita è difficile. La vera via della pratica buddista consiste proprio nel mantenere lo splendore di questa condizione vitale.

SAITO: C’è dunque una diversità di obiettivi religiosi. In termini della dottrina dei Dieci mondi, il Buddismo della luna che procede dai nove mondi al mondo di Buddità, va dalla causa all’effetto[ref]È la dottrina di Shakyamuni secondo la quale le persone svolgono la pratica buddista (causa) per mirare all’obiettivo della Buddità (effetto).[/ref] mentre il Buddismo del sole, che procede dal mondo di Buddità ai nove mondi, va dall’effetto alla causa[ref]È la dottrina del Daishonin secondo la quale le persone manifestano la propria Buddità innata (effetto) attraverso la fede e la pratica e quindi in base a essa vanno tra le persone dei nove mondi (causa) per condurle all’Illuminazione.[/ref].

IKEDA: Nel Buddismo della luna un Budda che si è risvegliato alla verità fondamentale illumina le persone con la luce della propria Illuminazione. E i suoi discepoli, illuminati da quella luce, la luce della luna, avanzano, come se scalassero un lungo sentiero di montagna, dai sei sentieri ai due veicoli e poi da questi al mondo di Bodhisattva per raggiungere infine quello di Buddità.
Invece l’unico modo di illuminare l’epoca ottenebrata dell’Ultimo giorno è che le persone si risveglino alla fede nella Legge mistica per far sorgere il sole della natura del Dharma nella loro vita. Solo quando questo sole brillerà luminoso si potrà dissipare l’oscurità dell’Ultimo giorno.
La luce della compassione del Budda si diffonde da una persona all’altra fino ad abbracciare una vasta moltitudine di individui risvegliati che sorgono e si uniscono determinati a far risplendere il sole nella vita degli altri.
La luce del Buddismo, così come il sole, favorisce la crescita di infiniti fiori profumati, mentre la compassione e la saggezza delle persone determinano una fioritura di umanità. Quando questa grande alleanza di bontà si estenderà ad abbracciare il mondo sarà in grado di trasformare la condizione vitale dell’umanità nel suo complesso.
Il Buddismo di Nichiren possiede il potenziale infinito di trasformare la realtà. I suoi obiettivi sono quelli di stabilizzare la condizione vitale di Buddità e di Bodhisattva nella vita di ogni persona e di realizzare concretamente la pace.

MORINAKA: Il desiderio e l’impegno solenne di aiutare tutte le persone a diventare felici: non è forse questo l’ardente spirito della trasmissione del Buddismo verso Occidente che il Daishonin insegna?

IKEDA: In sintesi la cosa più importante è aprirci agli altri, ispirarli a condividere la nostra aspirazione alla pace mondiale per costruire un sodalizio di persone dedite a realizzare questa causa. Dobbiamo essere tenaci nel creare un dialogo e una consapevolezza sempre più vasti, attraverso i nostri sforzi di fugare l’oscurità fondamentale e consentire a ogni persona di far emergere da dentro di sé la natura del Dharma e trasformare così la propria interiorità.
Riguardo al significato dei Bodhisattva della Terra, il Daishonin dice: «Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. Questo accadrà anche in futuro. Non vuol dire ciò “emergere dalla terra”?» (SND, 4, 233). Nichiren dice anche: «La “terra” è la vita di noi esseri umani. “Emergere” significa che al tempo di kosen-rufu tutte le persone del mondo intero diverranno devoti del Sutra del Loto» (GZ, 834).
Chiunque può far fiorire Myoho-renge-kyo, il loto della Legge mistica nella terra del proprio cuore. E chiunque può diventare un devoto o praticante del Sutra del Loto. È importante credere a questo, avere una mente aperta e ricercare il dialogo con gli altri.
Diffondere sempre di più il Buddismo del sole per dissolvere l’oscurità fondamentale. È questa la nostra missione. Nel profondo del cuore tutte le persone anelano a incontrare il Buddismo del sole.
(continua)

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