Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Abbattere ogni barriera attraverso la musica - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:40

636

Stampa

Abbattere ogni barriera attraverso la musica

Matteo Gallesi, Roma

«Anche se non me ne rendevo conto, la costanza nel recitare Daimoku, nell’andare a tutte le riunioni e nel leggere i libri del maestro Ikeda, mi stava trasformando dentro»

Dimensione del testo AA

«Anche se non me ne rendevo conto, la costanza nel recitare Daimoku, nell’andare a tutte le riunioni e nel leggere i libri del maestro Ikeda, mi stava trasformando dentro»

Sono sempre stato molto timido e introverso, e ciò mi sembrava un ostacolo nel relazionarmi con gli altri. Per questo ero spesso antipatico e verbalmente violento.
Dopo il liceo, non ebbi il coraggio di dedicarmi alla mia passione, la musica, e ripiegai su un corso di studi che potesse facilitarmi a trovare un lavoro.
In quel periodo un mio ex compagno di classe mi invitò a una riunione buddista.
Uscivo da un periodo di depressione in cui ero rimasto chiuso in casa per circa due mesi, mentre i miei amici si creavano un nuovo giro di amicizie tagliandomi gradualmente fuori. Accettai l’invito senza esitare. L’atmosfera dello zadankai mi sconvolse letteralmente. Non avevo mai visto un posto dove si potesse parlare liberamente senza la paura di essere giudicati o doversi difendere da qualcuno. Tutto ciò mi affascinava ma allo stesso tempo mi bloccava totalmente. Per un anno ho partecipato a tutte le riunioni dicendo a malapena il mio nome e scappavo alla fine senza salutare nessuno.
Tuttavia, anche se non me ne rendevo conto, la costanza nel recitare Daimoku mattina e sera, nell’andare a tutte le riunioni nonostante il terrore che mi chiedessero di parlare, e nel leggere i libri del maestro Ikeda, mi stava trasformando dentro.
La prima delle cinque guide eterne della Soka Gakkai mi colpì moltissimo: “Fede per una famiglia armoniosa”. Avevo un nonno che in passato aveva fatto soffrire molto la mia famiglia, anche con la violenza fisica. Per questo tutti si erano allontanati da lui e mia zia gli aveva addirittura tenuto nascosto di aver avuto dei figli.
Un giorno il nonno ci chiamò per dirci che aveva un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. Cominciai a pregare fortemente affinché fosse l’occasione per trasformare tutta questa sofferenza e, prima di morire, trovasse il coraggio per dirci che ci aveva voluto bene.
Anche se ci fu un netto miglioramento nelle relazioni con lui, mio nonno venne a mancare prima che l’obiettivo si realizzasse totalmente. Non capivo come mai una cosa a cui tenevo così tanto non si fosse realizzata, tuttavia continuai a recitare Daimoku per coltivare la speranza.
Qualche giorno dopo mamma venne a casa con il testamento di nonno in mano, che recitava più o meno così: «Nonostante non sia mai riuscito a dirvi di persona quanto vi ho voluto bene, ve lo scrivo qui…».
Inoltre, mi lasciò la cifra esatta per sostenere gli studi in un Conservatorio molto costoso, al quale finalmente trovai il coraggio di iscrivermi.
Anche in Conservatorio mi trovai ad affrontare la difficoltà di dialogare e creare dei legami sinceri. Stavolta però decisi che a ogni incontro avrei fatto di tutto affinché la persona di fronte a me diventasse felice.
Sensei afferma: «I Budda non sono mai esitanti o timidi nell’invitare gli altri al dialogo. Sanno che tutti sono dotati della natura di Budda e che, come tali, hanno il potenziale per cambiare in meglio. Per quanto le persone possano avere opinioni diverse o sentimenti ambivalenti nei nostri confronti, risvegliando la loro natura di Budda è possibile trasformarli in amici e alleati che comprendono e condividono il nostro movimento per la pace. Questa è l’essenza dello shakubuku» (NR, 425, 4).
Mettere al primo posto il desiderio di fare shakubuku è stata la chiave di volta per creare dei legami profondi di amicizia.
Mentre cresceva la mia consapevolezza dell’importanza di condividere il nostro movimento per la pace, emerse anche il desiderio che qualcun altro in famiglia cominciasse a praticare il Buddismo.
Inaspettatamente, anche mia sorella iniziò a recitare Daimoku e diventò membro della Soka Gakkai.
Condividere ogni giorno le nostre sfide, le nostre esperienze di shakubuku, lottare insieme per mostrare la prova concreta ai nostri genitori, è una delle cose più belle che potessi desiderare e per questo la ringrazio tantissimo. Grazie al suo impegno anche mamma e papà hanno provato a recitare Daimoku e questa è la vittoria scaturita dalla nostra lotta condivisa.
In quest’ultimo periodo ho lavorato al mio progetto di laurea. Il musicista di fama mondiale Herbie Hancock nel suo dialogo con Daisaku Ikeda afferma: «Voglio mostrare ciò che può essere realizzato rispettando le altre culture e aprendo la propria alle altre influenze. Facendo così è possibile realizzare molto di più di quanto ogni cultura possa fare da sola. Possiamo realizzare di più solo se lavoriamo insieme» (Storie di vita, jazz e Buddismo, esperia, 177). Queste parole mi hanno ispirato a creare un progetto per abbattere le barriere della discriminazione grazie alla musica.
Ho creato un gruppo di musicisti unito e affiatato, nonostante provenissimo da culture e paesi molto lontani tra loro. La chiave è stata il dialogo cuore a cuore. Il nostro progetto è stato molto apprezzato e così mi sono ­laureato in “pianoforte jazz”, dopo cinque anni di lotte intense.
Questo progetto di laurea è stato anche l’occasione per stringere una forte amicizia con uno dei musicisti, Francesco, a cui ho parlato del Buddismo e che ho accompagnato a zadankai. Qualche settimana dopo Francesco è morto in un tragico incidente stradale. Dedico questa esperienza a lui e prego ogni giorno affinché possa rinascere presto incontrando di nuovo il Gohonzon.
Ora sono determinato a dare il mio contributo alla realizzazione degli obiettivi dell’Appello alla resilienza e alla speranza scritto da Daisaku Ikeda e Adolfo Pérez Esquivel (NR, 630, 17). A giugno di quest’anno l’appello è stato lanciato a Roma durante un evento a cui ho partecipato insieme a cinque miei amici che ancora non conoscevano i valori promossi dal maestro Ikeda e dalla Soka Gakkai.
L’appello unisce i giovani di ogni religione e cultura per dar vita a un movimento mondiale per una società più giusta e solidale, tenendo alto lo spirito di “non lasciare indietro nessuno”. Noi siamo qui per creare questa forza dinamica.
Pensando agli sguardi e alla forza dei miei amici sono più che certo che ce la faremo!

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata