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A proposito delle dimissioni di Nikken - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:56

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A proposito delle dimissioni di Nikken

Nello scorso articolo di copertina si è parlato del contrasto tra la Nichiren Shoshu e la Soka Gakkai che, manifestatosi in tutta la sua evidenza nel 1990, ha portato alla luce vecchi e nuovi dissidi. Dopo quindici anni Nikken ha lasciato la carica di patriarca, ma si tratta di un cambiamento solo formale. Il Nuovo Rinascimento continuerà a occuparsi di questo argomento anche in seguito con una serie di approfondimenti

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Nello scorso articolo di copertina si è parlato del contrasto tra la Nichiren Shoshu e la Soka Gakkai che, manifestatosi in tutta la sua evidenza nel 1990, ha portato alla luce vecchi e nuovi dissidi. Dopo quindici anni Nikken ha lasciato la carica di patriarca, ma si tratta di un cambiamento solo formale. Il Nuovo Rinascimento continuerà a occuparsi di questo argomento anche in seguito con una serie di approfondimenti

Il 15 dicembre dello scorso anno Abe Nikken si è dimesso dalla carica di patriarca della Nichiren Shoshu. Il suo successore è Hayase Nichinyo. Ma anche se Nikken si è dimesso, le offese alla Legge mistica da lui commesse non potranno essere dimenticate (vedi riquadro). Hayase, dal canto suo, ha assunto la carica di patriarca senza riconoscere tali offese.
Tanti membri della Soka Gakkai, venuti a conoscenza delle dimissioni di Nikken, hanno pensato che finalmente si potrà tornare a un normale rapporto con il clero della Nichiren Shoshu. Ma nella realtà non è cambiato nulla. Durante una cerimonia di Capodanno, Yukyo Urushibata, responsabile della Nichiren Shoshu per i paesi al di fuori del Giappone, ha affermato: «D’ora in avanti ci guideranno il nuovo patriarca Nichinyo e l’ex patriarca Nikken. Che cosa meravigliosa!».
Nonostante le dimissioni, Nikken continuerà a manovrare da dietro le quinte e insieme a Hayase tenterà ancora di ostacolare le attività per la pace portate avanti dai membri della SGI. Non dimentichiamo che da quando Nikken divenne patriarca, nell’agosto del 1979, lo spirito del Daishonin ha cessato di fluire nella Nichiren Shoshu, come pure l’impegno per lo sviluppo di kosen-rufu.
Tante persone in Italia si sono avvicinate alla Soka Gakkai recentemente e forse non conoscono i problemi sorti tra la Nichiren Shoshu e la Soka Gakkai nel corso degli anni. [Per un approfondimento rimandiamo all’articolo sul Nuovo Rinascimento n. 344 pagg. 22-24, agli speciali di DuemilaUno n. 68 e 76, e al Mondo del Gosho (MDG, 1, 1-64; MDG, 2, 283-291), n.d.r.].
È utile ricordare che il contrasto tra il clero della Nichiren Shoshu e la Soka Gakkai si manifestò in tutta la sua evidenza quindici anni fa, nel 1990. Per i membri della SGI fu come un fulmine a ciel sereno, difficile da descrivere. Sgomento, dolore, dubbi, e soprattutto bisogno di comprendere le ragioni di un conflitto così grande e di cercare nel Gosho la risposta alle tante domande che si affollavano nella mente, via via che arrivavano le notizie dal Giappone.
Ma perché si è arrivati alla rottura? Perché non si è riusciti a risolvere le questioni attraverso il dialogo? Come si legge nel romanzo La rivoluzione umana (la serie, scritta da Daisaku Ikeda, narra la storia della Gakkai dalle sue origini, in Italia è pubblicata da Esperia, n.d.r.), la Soka Gakkai fin dall’inizio ha sempre sostenuto la Nichiren Shoshu, anche se il clero non era mai soddisfatto delle attività per kosen-rufu portate avanti dalla Gakkai e non perdeva occasione per tentare di portare i fedeli laici sotto il proprio controllo.
Da parte sua la Soka Gakkai ha sempre avuto ben chiaro che il Buddismo del Daishonin è il “Buddismo della gente”, nato dal grande desiderio del Budda di rendere felice ogni persona e realizzare una società pacifica. È importante comprendere che il problema con il clero, e con Nikken in particolare, si è mostrato chiaramente proprio nel momento in cui il movimento di kosen-rufu si stava espandendo sempre di più in tutto il mondo, grazie all’impegno dei membri della SGI guidati dal presidente Ikeda. Mai si era avuto un simile sviluppo nei settecento anni trascorsi da quando il Daishonin aveva stabilito il suo insegnamento. Eppure Nikken, spinto dalla gelosia verso il presidente Ikeda, ha tentato di eliminare la sola organizzazione dedita alla propagazione del Buddismo di Nichiren, cercando così di fermare lo sviluppo di kosen-rufu promosso da tutti noi, membri della SGI. In tal senso egli rappresenta una forza negativa, che vuole distruggere kosen-rufu.
Il clero della Nichiren Shoshu sostiene tre concetti in completo disaccordo con l’umanesimo buddista del Daishonin: l’autorità del clero, l’autorità del patriarca e l’autorità dei rituali. Attraverso queste asserzioni vuole ridare al clero un ruolo centrale e sottomettere i laici alla sua autorità religiosa.
In un’intervista a DuemilaUno, Yuhan Watanabe, uno tra i promotori dei giovani preti riformatori della Nichiren Shoshu, raccontava: «La cosa fondamentale che mi hanno insegnato al tempio è che i preti sono superiori ai laici. Questa è la base, il punto di partenza. […] Nella gerarchia il primo è Nikken, poi sua moglie, poi i preti responsabili, poi le loro mogli, i loro figli e alla fine Ikeda e gli altri laici. Questa mentalità è talmente radicata che è impossibile correggerla, ce l’hanno dentro. Nikken, spinto dalla gelosia e dall’arroganza, diceva spesso ai preti: “Io sono superiore a Ikeda”. […] Secondo loro senza i preti non si può ottenere la Buddità. Secondo loro la Soka Gakkai ha propagato il Buddismo perché ci sono loro, i preti. Solo grazie ai preti la Soka Gakkai può realizzare kosen-rufu. […] Non esistono prove documentarie di Nichiren per affermare che i preti sono superiori ai laici. […] Chi studia il Buddismo con visione ampia, aperta, sicuramente comprende che non ci sono gerarchie, che tutti sono uguali. I preti non lo sanno perché non studiano» (DuemilaUno n. 68, pagg. 50-53).
Quello che fa Nikken è cercare di far dimenticare l’obiettivo finale della pratica buddista, cioè l’ottenimento della Buddità in questa esistenza, facendo leva sui punti deboli di chi in questa epoca ancora pensa che solo tramite l’intervento di una autorità religiosa esterna possa salvare se stesso.
Purtroppo questa visione autoritaria della religione ha tutt’ora profonde radici nel cuore di tante persone, per questo è importante lottare contro ciò che Nikken rappresenta nei nostri cuori. Watanabe aggiungeva: «Combattendo Nikken stiamo in realtà combattendo la malvagità presente in tutto il mondo. E, prima di tutto, dobbiamo riconoscerla e combattere dentro di noi».

Oscurità fondamentale e Buddità

Come ha spiegato Katsuji Saito – responsabile del Dipartimento di studio della SGI, durante il corso estivo europeo del 2005 – il clero della Nichiren Shoshu dovrebbe avere come sua ragion d’essere la propagazione della Legge, ma, al contrario, sta cercando di fermare la propagazione. Ciò significa che nei loro cuori l’oscurità prevale sulla natura di Budda. In tal senso la “lotta contro Nikken” è una lotta dello spirito, del cuore, che avviene dentro la nostra vita, tra la nostra oscurità fondamentale e la nostra Buddità.
In passato il clero della Nichiren Shoshu ha avuto il ruolo di tramandare gli insegnamenti del Daishonin, adesso, di fatto sta svolgendo una funzione negativa, perché sta cercando di fermare lo sviluppo di kosen-rufu, deviando dagli insegnamenti del Budda originale. Forte della sua autorità religiosa cerca di controllare il cuore delle persone e far dimenticare la Legge: questa è la sua funzione “demoniaca”, ed è contro questa funzione che bisogna opporsi.
Scrive in proposito Dave Bad­shun, vice responsabile del Dipartimento di studio della SGI-USA: «La nostra lotta è contro l’oscurità fondamentale, il lato oscuro della forza che esiste in ogni vita. Se noi parliamo chiaro, quando l’oscurità si manifesta in un comportamento che impedisce la propagazione della Legge, rafforziamo la nostra capacità di ridurre il male in noi stessi. È veramente importante che ciascuno di noi affronti il male o le funzioni demoniache nel corso della sua pratica e di kosen-rufu. Essere passivi di fronte a queste forze sarebbe “sciocco”, perché queste stesse forze non sono affatto passive. Nel Gosho Ammonimenti contro la calunnia Nichiren afferma: “Ricercare l’Illuminazione senza denunciare le eresie è vano come tentare di trovare l’acqua in mezzo al fuoco o il fuoco in mezzo all’acqua”» (SND, 4, 100), (tratto da Living Buddhism, gennaio 2006).
Per vincere contro queste funzioni negative bisogna diffondere sempre di più nel mondo il messaggio di pace e di speranza di Nichiren Daishonin. Concretamente, significa sforzarsi ogni giorno nel portare avanti la pratica per sé e per gli altri, mantenendo una fede pura e condividendo con gli altri i benefici del Daimoku.
In un’epoca caratterizzata dalla tendenza allo scontro e ai conflitti, è più che mai necessario realizzare kosen-rufu a livello mondiale: la chiave per vincere sta nel riuscire a diffondere l’essenza del Sutra del Loto, cioè che ogni persona, senza alcuna distinzione, ha dentro di sé la natura di Budda e tutti siamo Bodhisattva della Terra. È questa l’unica via per realizzare la pace. In tal senso la lotta che la Soka Gakkai porta avanti è per sconfiggere la nostra oscurità fondamentale, far emergere benefici immensi dalla nostra vita e diffondere il Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione, incontrando e incoraggiando una persona dopo l’altra.
«Non è eccessivo affermare – scrive Ikeda – che il Buddismo fu esposto per consentire a ogni persona di trionfare nella battaglia fondamentale che avviene nella vita, quella fra il Budda e le funzioni demoniache. […] Quando il Daishonin afferma che il Buddismo riguarda la vittoria o la sconfitta sta riferendosi a questa lotta che avviene nel profondo del nostro cuore. La strada maestra per la vittoria sta nel mantenere una fede risoluta nella Legge mistica e un comportamento ragionevole, basato sulla fede. La battaglia spirituale tra il bene e il male nel cuore di ogni persona diventerà sempre più importante per l’umanità» (cfr. MDG, 2, 284-91).

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gli errori di Nikken
Sette offese alla Legge mistica

Questo articolo – tratto dal Soka Shinpo – rivista della Divisione giovani giapponese – ripercorre le gravi offese compiute da Nikken nei confronti dell’insegnamento di Nichiren Daishonin. Ciascuna di essa riporta fatti e comportamenti avvenuti realmente, fortemente in contrasto con il Buddismo del Daishonin

Aver dichiarato il falso circa la trasmissione della Legge – Il 22 luglio del 1979, subito dopo l’improvvisa scomparsa del patriarca Nittatsu, Nikken dichiarò di aver ricevuto la trasmissione della Legge dallo stesso Nittatsu il 15 aprile del 1978. Così divenne patriarca della Nichiren Shoshu. Ma a tutt’oggi non è ancora riuscito a dimostrare quando, dove e come si è svolta la cerimonia.

Aver creato disarmonia all’interno della comunità di credenti – Spinto dalla gelosia nei confronti del presidente Ikeda e della Soka Gakkai, che stanno portando avanti il movimento di kosen-rufu nel mondo, nel 1990 Nikken mise in atto un piano (la cosiddetta “operazione C”, da cut, tagliare) per distruggere la Soka Gakkai e fermare lo sviluppo di kosen-rufu. L’obiettivo era allontanare i membri da Ikeda e sottometterli al clero. Con l’aiuto di alcuni giornalisti, Nikken aveva calcolato che sarebbe stato sufficiente portare dalla sua parte 200.000 membri della Gakkai per assicurarsi una fonte sicura di sostentamento. Il 27 dicembre dello stesso anno, con il pretesto della riforma statutaria del clero, dimise in modo arbitrario Ikeda – che fino a quel momento si era prodigato per la prosperità del clero – dalla carica di rappresentante dei laici (sokoto in giapponese).

Aver mancato di gratitudine verso i credenti e tradito l’intento del patriarca precedente – Nel 1998 Nikken fece demolire lo Sho-Hondo, il tempio principale in cui era custodito il Dai-Gohonzon, realizzato grazie alla sincerità delle offerte di otto milioni di credenti laici di tutto il mondo. Il 28 aprile 1972 l’allora patriarca Nittatsu aveva affermato: «Questo è il grande santuario di honmon realizzato all’alba di kosen-rufu». Inoltre, spinto dalla gelosia per i buoni rapporti fra Nittatsu e Ikeda, Nikken fece distruggere anche la Grande sala dei ricevimenti e altri edifici del Taiseki-ji, fatti erigere dalla Soka Gakkai, calpestando così lo spirito del patriarca precedente.

Aver tentato di distruggere le tre grandi Leggi segrete – Nel febbraio del 1978, Nikken dichiarò che il Dai-Gohonzon, l’oggetto di culto iscritto da Nichiren per l’umanità, è falso, spiegando di essere arrivato a questa conclusione dopo aver fatto delle attente analisi sulla calligrafia. Affermò inoltre: «Anche se si recita Daimoku, non si può raggiungere direttamente l’Illuminazione», negando così il valore del Daimoku. In pratica, ha tentato di distruggere le tre grandi Leggi segrete[ref]Tre grandi Leggi segrete: Sono l’oggetto di culto (honzon), il grande santuario (kaidan) e l’invocazione (Daimoku). Costituiscono l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin.[/ref], avendo affermato la falsità del Dai-Gohonzon, negato il potere del Daimoku, e demolito lo Sho-Hondo.

Aver trasformato la scuola Nichiren Shoshu a fini personali – Dal mese di aprile del 2005 la Nichiren Shoshu ha intensificato le raccolte di donazioni, cercando di ottenere più offerte possibili dai seguaci. Ma le offerte vengono utilizzate senza limitazioni da Nikken e dal clero per ogni sorta di piacere e divertimenti: cene sontuose con spettacoli di geishe, soggiorni presso lussuosi “centri benessere” insieme alle famiglie, viaggi di piacere all’estero ecc. Nikken ha acquistato anche due ville lussuose in quartieri residenziali di Tokyo. [Nikken ha utilizzato la Nichiren Shoshu come se fosse di sua proprietà, in tal senso si può parlare di “setta Nikken”. Per quanto riguarda le offerte, ricordiamo che le offerte dei credenti vengono fatte per realizzare kosen-rufu, il grande desiderio del Budda, perciò utilizzarle a fini personali è contrario all’insegnamento del Daishonin, n.d.r.]

Complicità con dottrine che offendono la Legge – Nel 1989 Nikken si recò a Fukushima per celebrare una cerimonia presso un tempio della Nichiren Shoshu, mentre il giorno prima, in gran segreto, si era recato presso un tempio zen per inaugurare la tomba della sua famiglia che lui stesso aveva fatto erigere. Iniziò anche ad avere rapporti con la scuola Minobu: alcuni rappresentanti di questa scuola andarono in visita al Taiseki-ji e dopo qualche tempo i monaci della Nichiren Shoshu si recarono al tempio Kuon-ji di Minobu per fare un corso. Si tratta di una grave offesa alla Legge e allo spirito di Nikko Shonin, che proprio per preservare la purezza dell’insegnamento del Daishonin abbandonò il monte Minobu, diventato luogo di offesa [vedi DuemilaUno n. 68, pag. 8].

Aver dichiarato falsità su falsità – Nikken ha calunniato tante volte il gruppo dei monaci riformatori della Nichiren Shoshu[ref]Gruppo dei monaci riformatori della Nichiren Shoshu: un gruppo di monaci della Nichiren Shoshu che, separatosi da Nikken in seguito al contrasto con la Soka Gakkai, porta avanti le attività per kosen-rufu a fianco della Soka Gakkai, riconoscendo le distorsioni nei confronti dell’insegnamento del Daishonin da parte di Nikken e del clero della Nichiren Shoshu.[/ref] e la Corte Suprema lo ha condannato per questo. Anche in altre cause è stato giudicato colpevole dalla Corte Suprema, per ben sette volte. Nikken ha preso il posto di patriarca dichiarando il falso, ma alla fine le sue menzogne si sono ritorte contro di lui.

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