Nella città che promuove la Consulta delle religioni, un luogo simbolico dell’incontro tra credi differenti
Nel centro di Genova, presso i Giardini Baltimora, si è svolta domenica 21 marzo una cerimonia di inaugurazione per l’avvio del “Parco delle Religioni e della Convivenza”, evento promosso dal sindaco di Genova, e dalla Consulta delle Religioni, con l’installazione degli alberi in vaso in attesa della messa a dimora.
In quest’area, per ogni comunità religiosa, verrà piantato un albero rappresentativo della propria fede e verrà posta, accanto, una targa con il nome e una frase significativa del gruppo religioso di appartenenza. Il sindaco, Marta Vincenzi, ha parlato di un giardino che nasce dalla richiesta di spiritualità e dal confronto continuo con la Consulta delle Religioni, organo significativo per la città e «un vanto di Genova», come lei stessa ha voluto precisare.
Il progetto prevede di ridare vita ai Giardini Baltimora, sede di un quartiere andato distrutto durante la Seconda guerra mondiale, come incontro fra natura e vita e simbolo di convivenza delle diversità. L’assessore all’ambiente, Pinuccia Montanari, sottolineando che l’albero rappresenta il simbolo della vita conservata per le generazioni future, ha espresso il desiderio che il giardino possa divenire un “giardino del dialogo”.
Per l’Istituto Buddista si è scelto il ciliegio da fiore, l’albero più amato da Josei Toda e simbolo nella tradizione orientale di purezza, transitorietà ed eterno susseguirsi del ciclo di nascita e morte. La messa a dimora dell’albero di ciliegio, e degli altri alberi, avverrà quando le condizioni metereologiche saranno più stabili e il terreno sarà pronto. L’Istituto Buddista Soka Gakkai ha partecipato alla cerimonia con la lettura di brani tratti dalla poesia di Daisaku Ikeda Ode ai poeti a cura dell’attrice Emanuela Rolla.
Presenti sedici gruppi religiosi: Associazione Spirituale locale dei Bahai, Buddismo Tibetano, Centro Culturale Islamico, Chiesa Anglicana, Chiesa Battista, Chiesa Cattolica, Chiesa Cristiana Avventista del settimo giorno, Chiesa Luterana, Chiesa Metodista, Chiesa Ortodossa Greca, Rumena e Russa, Chiesa Valdese, Comunità Ebraica, Comunità Sikh, Iglesia Evangélica Hispano-Americana, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Induista Italiana Sanatana Dharma Samgha.
Elisabetta Lodoli
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Riflessioni sul disarmo nucleare
Nel comune di Casole d’Elsa che nel 2002 ha conferito la cittadinanza a Ikeda, una conferenza per ribadire il no alla produzione e diffusione degli armamenti nucleari
Domenica 21 marzo presso la sala conferenze del comune di Casole d’Elsa (SI), si è tenuto l’incontro dal titolo: “Riflessioni sulla pace e il disarmo nucleare”.
La SGI ha a cuore il tema del disarmo, ritenendola una tappa imprescindibile per costruire una pace solida e duratura. Proprio per questa sensibilità nei confronti del tema della pace, l’amministrazione comunale di Casole si è resa disponibile a ospitare tale intervento. Le parole e i pensieri del presidente della SGI, Daisaku Ikeda, già cittadino onorario di Casole, hanno riecheggiato nella conferenza attraverso la voce dei membri della SGI.
Il sindaco, Piero Pii, insieme all’assessore alla cultura Giorgio Stoppo, ha espresso apprezzamento nei confronti di questa iniziativa, ritenendola una bella occasione per ricordare che la pace è un bene assoluto.
Stefano Marini ha aperto la conferenza con i saluti alle istituzioni e ha introdotto il tema del giorno. Mauro dell’Aiuto, in qualità di rappresentante dell’Istituto, ha ricordato quanto oggi non sia facile parlare di pace, poiché i problemi quotidiani opprimono costantemente le persone.
Più volte nell’arco della conferenza è stata ribadita l’importanza dell’educare a essere felici, a coltivare desideri che non inaridiscano le proprie vite e il proprio ambiente, e sottolineando la difficoltà a coltivare un desiderio di pace profondo quando non si è conosciuto il dramma della guerra, nonostante genitori e nonni ancora oggi ne mantengono vivo il ricordo.La memoria dell’orrore non deve sparire con loro, poiché serve a costruire un mondo più giusto, a preservare la bellezza delle cose, dell’essere umano e naturalmente della pace.
Fabio Latini, ingegnere nucleare, ha illustrato dati e immagini che hanno provveduto efficacemente a ovviare alla mancanza di ricordi di chi non può averli per esperienza diretta e a capire bene che tipo di pericolo rappresentano le armi nucleari.
Toda definiva tali ordigni «male assoluto», perché nucleare vuol dire «sacrificare un grande numero di persone per ottenere la propria sicurezza personale o il predominio» (D. Ikeda, Japan Times).
La conferenza si è conclusa con la considerazione che bisogna agire pensando che tutti gli uomini sono interconnessi come in una rete, e solo attraverso questa rete possono trasformare ciò che li circonda, come afferma anche Ikeda: «Gli sforzi per il futuro che vengono dal cuore hanno il potere di cambiare il mondo».
Barbara Amoroso
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Il 21 febbraio il centro Lunezia ha tenuto a Sarzana (SP) una riunione di lancio per le attività del 2010. L’obiettivo è quello indicato dal presidente Ikeda: sviluppare la capacità di aprirsi agli altri e dialogare per trasmettere a tutti la grandezza della visione buddista. Oltre a tre splendide esperienze, il programma comprendeva l’esibizione di Sheera, una cantante jazz, accompagnata da Flavio Manera (chitarra) e Gianni Guastini (tromba e flicorno).
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«Ogni giorno, scelgo di proteggervi»
I gruppi che si occupano della protezione a Livorno hanno promosso un’iniziativa per approfondire insieme il significato di queste attività
Riuscire a mantenere un’alta consapevolezza nell’attività di protezione non è scontato. Questo è ciò che si sono detti i referenti di questi staff che si occupano di curare il Centro culturale di Livorno e i membri che lo frequentano. Da qui è nata la necessità di compiere un salto di qualità nella fede, puntando tutto sul Daimoku e l’unità di intenti. Attraverso le recitazioni organizzate proprio per riscoprire le origini e il significato di queste attività, gli obiettivi e le occasioni per creare unità fra le persone non sono mancate. La più importante è stata quella di organizzare una riunione rivolta a tutti i membri che fanno parte di questi gruppi per la protezione affinché si rinnovassero e promuovessero vecchi e nuovi scopi. Per la preparazione si sono intensificate le recitazioni settimanali e a ognuno è stato assegnato un compito. I temi scelti da approfondire erano: lo spirito dell’offerta, la compassione, la relazione tra maestro e discepolo, la cura del Gohonzon.
Questa ventata di freschezza si è espressa anche nell’abbellimento delle pareti con dei grandi quadri di foto del presidente Ikeda e altre migliorie strutturali. Il 28 febbraio si è infine svolto il meeting alla presenza di molte persone, motivate da una grande carica di proteggere al meglio il Centro culturale e la fede di chi vi si reca per approfondire gli insegnamenti buddisti. Esperienze, un piccolo spettacolo, un rinfresco, regali per i partecipanti e conclusioni incentrate sulla rinascita di ognuno, sono stati gli ingredienti della riunione.Uno degli obiettivi più sentiti è stato quello di riuscire a garantire l’apertura al mattino del Centro.
Annalisa Marangio