«Credere nel mutuo possesso dei dieci mondi è difficile quanto credere che il fuoco esista in una pietra o i fiori all’interno di un albero, eppure nelle giuste condizioni questi fenomeni si manifestano e allora ci crediamo. La cosa più difficile da credere è che il mondo di Buddità esista nel mondo umano, come è difficile credere al fuoco dentro l’acqua o all’acqua dentro il fuoco» (RSND, 1, 318)
Nichiren Daishonin scrisse questo trattato nel 1273, durante l’esilio sull’isola di Sado.
Il destinatario è Toki Jonin.
In questo Gosho sono esposti insegnamenti di fondamentale importanza relativi al Gohonzon. La vita del Daishonin era costantemente in pericolo. Per questo ritenne necessario che le persone potessero creare un legame diretto con la Legge mistica, per sperimentarla nella propria vita e manifestare concretamente il mondo di Buddità, esattamente come aveva fatto lui. Il Daishonin concretizzò la Legge mistica nella forma del Gohonzon. Spiegò che osservare la propria mente significa percepire nella propria vita i dieci mondi, e che, nell’Ultimo giorno della Legge, equivale alla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo con forte fede nel Gohonzon.
Nei momenti cruciali e più difficili della nostra vita è capitato a molte di noi di domandarci perché dovevamo desiderare di manifestare la Buddità, quando ciò che volevamo era “solo” risolvere la situazione o realizzare il nostro obiettivo. Ma recitando Daimoku abbiamo potuto sperimentare che il mondo di Buddità è permeato da compassione, coraggio e saggezza che ci permettono di vincere in ogni circostanza, creando il massimo valore sia per noi che per gli altri.
Come scrive il nostro maestro, «credere nel Gohonzon significa credere che il vero potenziale di tutte le persone è la “vita del Budda di gioia illimitata”» (MDG, 328).
A cura delle giovani donne dell’Umbria
Per approfondire vedi la lezione di D. Ikeda nel libro La vera entità della vita, Esperia