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40 anni dall’uscita del libro “Campanello d’allarme per il XXI secolo” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:03

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40 anni dall’uscita del libro “Campanello d’allarme per il XXI secolo”

Nel 1984 viene pubblicato il libro “Before is too late” che raccoglie i dialoghi tra Aurelio Peccei e Daisaku Ikeda. La prima edizione italiana del libro a cura di Bompiani uscì nel 1985 con il titolo “Campanello d’allarme per il XXI secolo”

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Un uomo visionario che ha contribuito al concetto di sostenibilità

Aurelio Peccei (1908-1984) è stato uno studioso e industriale italiano. Membro della Resistenza italiana durante la Seconda guerra mondiale, nel 1944 fu arrestato, imprigionato e torturato. Dopo la guerra divenne presidente della Fiat e presidente dell’Olivetti.
Nel 1968 fondò il Club di Roma insieme allo scienziato scozzese Alexander King, un’organizzazione senza scopo di lucro di scienziati, economisti, uomini d’affari, alti funzionari internazionali, capi di Stato, uniti dalla convinzione che il futuro dell’umanità non sia predeterminato e che ogni singola persona può contribuirne al miglioramento. Nelle vesti di presidente Peccei girò il mondo usando le sue doti di manager illuminato, per promuovere il concetto di sviluppo sostenibile. 
Il Club di Roma attira l’attenzione del pubblico con il suo rapporto annuale intitolato I limiti della crescita del 1968, documento che all’epoca predisse le conseguenze della continua crescita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla sopravvivenza dell’uomo. 
Il documento fu pubblicato nel 1972 come libro e tradotto in più di trenta lingue, mettendo in guardia i governi occidentali sulla necessità di diminuire i consumi in quanto le risorse mondiali sono limitate e non possono essere sfruttate all’infinito. 
Oggi il Club di Roma è un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro. Le sue attività consistono nell’affrontare e valutare le cause dei problemi e delle crisi dei giorni nostri. È una piattaforma che riunisce docenti universitari, scienziati, politici, professionisti e membri della società civile, per progettare, sviluppare e realizzare strategie efficaci su una vasta gamma di questioni globali interconnesse che comprendono la sostenibilità ambientale, la crescita economica, il consumo di risorse, la pace, la sicurezza e la demografia. La sede oggi si trova a Winterthur, in Svizzera. 

Un appello alle generazioni future

Aurelio Peccei e Daisaku Ikeda, Firenze, 1981

Aurelio Peccei e Daisaku Ikeda si incontrano per la prima volta a Parigi nel maggio 1975, quando la Soka Gakkai Internazionale era appena stata costituita. 
Nei nove anni successivi si videro cinque volte e si mantennero in contatto per corrispondenza. Poco dopo la scomparsa del dottor Peccei, avvenuta nel marzo 1984, i loro dialoghi sono stati pubblicati con il titolo Before is too late. La prima edizione italiana del libro a cura di Bompiani uscì nel 1985 con il titolo Campanello d’allarme per il XXI secolo.
I due pensatori si confrontano su come impegnarsi in modo costruttivo e creativo con problemi apparentemente intrattabili come la crescita della popolazione, il declino delle risorse naturali, la desertificazione, l’inquinamento e la deforestazione. Affrontano argomenti quali la democrazia, la pace e la religione, fino a giungere a una concezione di base comune: la rivoluzione umana è la base per contrastare le crisi che l’umanità si trova ad affrontare. 
Avendo sviluppato le loro idee negli anni ’70 e ’80 del XX secolo, quando l’umanità era separata tra la due superpotenze, gli Stati Uniti e l’URSS, Ikeda e Peccei sottolineano i problemi delle armi nucleari e la minacca che esse rappresentano per tutti i popoli, pongono il tema del disarmo al centro dei loro dialoghi. 
L’atteggiamento predatore nei confronti della natura, lo spreco irrazionale delle risorse mondiali e l’inquinamento ambientale sono le componenti di una futura catastrofe ecologica da cui gli autori mettono in guardia. Oggi, a quarant’anni dalla pubblicazione del libro, abbiamo gli stessi timori, parliamo di cambiamenti climatici e ci chiediamo fino a quando continuerà questa irresponsabilità nei confronti delle risorse naturali e della Terra, la nostra casa.
La deforestazione delle foreste pluviali, l’aumento delle emissioni di gas nocivi, l’inquinamento da rifiuti tossici – l’altra faccia nascosta del progresso tecnologico globale – minacciano nel prossimo futuro di trasformare il pianeta in un posto non così bello in cui vivere. 
Le idee, i suggerimenti e gli appelli alle generazioni future inviati dai due autori richiedono la nostra attenzione, la nostra riflessione e le nostre azioni immediate.

Un libro che anticipa i tempi

Campanello d’allarme per il XXI secolo inizia con le opinioni di Peccei sull’evoluzione della storia umana in relazione alla natura e al suo stravolgimento dovuto all’industrializzazione, che trova la sintesi in questo passo: 

«Non ci sarà concesso di lasciare ai nostri figli alcun retaggio valido e fruttuoso, nulla potrà rivelarsi duraturo se prima non saremo riusciti a ripristinare la pace e l’armonia con la Natura. Unitamente a quello relativo al progresso umano, questo è l’imperativo della nostra era» (p. 26)

A tale visione risponde Ikeda, delineando la propria soluzione per la pace nella via dell’interrelazione umana: 

«Rafforzare atteggiamenti altruistici quali l’amore e la compassione costituisce l’unica via per porre fine all’egoismo umano e alla frenetica smania di potere […] Dobbiamo fare appello a tutte le nostre forze per stimolare nel pensiero di ognuno la rivoluzione interiore – la rivoluzione umana – capace di allontanare l’uomo dalla crudeltà e dalla distruzione e di spingerlo sulla via della compassione e dell’altruismo» (pp. 82-92)

Il libro è diviso in tre capitoli. Il primo, L’essere umano e la natura, indaga sull’evoluzione della storia umana in relazione alla natura e sul cambiamento sostanziale avvenuto con l’industrializzazione alla fine dell’800. Il secondo, L’essere umano e i suoi simili, suggerisce la via dell’interrelazione come possibile soluzione; vi si legge: 

«La pace rappresenta il risultato naturale della mutua comprensione, della tolleranza, del rispetto reciproco e della solidarietà tra i popoli e scaturisce solamente dal cuore stesso della popolazione. […] La pace esige una cooperazione globale, ma anche gli innumerevoli problemi direttamente riconducibili alla vita quotidiana dell’individuo comune richiedono una collaborazione sul piano che trascenda i confini nazionali» (pp. 118-124)


Nel terzo capitolo, La rivoluzione umana, gli autori definiscono cosa sia per loro la rivoluzione umana, partendo da basi culturali e formative diverse, e concordano sul fatto che è una prospettiva verosimile solo se vogliamo che lo sia. 
Gli autori pongono e sondano domande dirette, che servono a invitare i lettori al dialogo per valutare le proprie opinioni sulla direzione dell’umanità.

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