4 giugno
Giorno dell’Ikeda Kayo-kai
6 giugno
• 1871 Nasce Tsunesaburo Makiguchi
• Giorno di maestro e discepolo per l’Europa
9 giugno
Giorno della Divisione donne italiana
30 giugno
1957 Fondazione della Divisione studenti
Maggio 1981. Il presidente Ikeda guarda dal Piazzale Michelangelo il fiume Arno scorrere sereno e con la mente torna ai giorni di Roma di vent’anni prima quando visitò il Foro Romano ed espresse in pochi versi la sua determinazione: “In piedi, tra le rovine di Roma, sento la certezza che la Terra della mistica Legge non perirà mai”.
Anche i ragazzi che hanno partecipato al terzo corso Futuro ricordano la bellissima esperienza fatta a Firenze nel 2016, e quest’anno avremo l’occasione di ospitare il nuovo corso della Divisione futuro nella città eterna, a Roma dal 21 al 23 luglio!
Manca un mese al nostro quarto corso nazionale. È ormai estate e la scuola ha chiuso i battenti, ma lo studio non finisce mai, neanche quando siamo in vacanza. In bocca al lupo a chi sta sostenendo gli esami!
Il 27 giugno 1970, durante un corso della Divisione futuro in Giappone, sensei sottolineò l’importanza di avere una mente avida di sapere e di esercitarsi diligentemente nello studio.
Disse: «Spero che tutti voi studierete duramente, così da poter stare dalla parte delle persone comuni e lavorare per la loro felicità. Sia che diventiate scrittori, scienziati, giornalisti o politici, mi aspetto che siate dei grandi leader nei vostri rispettivi campi. Voglio che tutti voi, qualunque sentiero scegliate di seguire, miriate a essere i migliori. […] Non importa quanto difficili o impegnative siano le vostre circostanze, dovete continuare a lottare con tutte le vostre forze senza arrendervi. Questo è il modo per piantare salde radici nella vostra vita. Tutti gli alberi alti hanno radici profonde» (NRU, vol. 14, pp. 273-276).
Perciò vinciamo sulle nostre debolezze, studiamo per arrivare al corso Futuro gioiosi e per contagiare tutti con la nostra felicità!
Lorenzo Console
Responsabile nazionale giovani uomini della Divisione futuro
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Le nostre storie / Prendermi cura di me stessa
Lydia Dalla Val, 19 anni, Verona
Passioni: musica, lettura, calcio
La prima volta che ho ascoltato Nam-myoho-renge-kyo è stato nel maggio 2015. Era un periodo davvero difficile per me: dovevo affrontare la delusione dei miei genitori a seguito della mia bocciatura e il rifiuto di mio padre a causa delle nostre idee diverse; ero sempre buia e cupa, una nuvola nera… chiusa e non incline a parlare con le persone, non riuscivo ad affrontare nuove sfide e non volevo migliorare me stessa. Stavo annegando nella mia oscurità. Decisi quindi di iniziare a frequentare gli zadankai e ben presto cominciai a sentirmi parte di una grande famiglia; creai subito dei bellissimi legami con i miei compagni di fede. Tutto era sorprendente!
Prima, infatti, vivevo le mie giornate col mal di vivere, non apprezzavo e non riuscivo ad avere cura del dono più grande che abbiamo, “la vita”. Mi detestavo, avevo comportamenti autolesionisti e soffrivo di depressione. Recitando Daimoku arrivarono i primi benefici: sentivo come se mi stessi depurando dalla negatività in cui ero avvolta, riuscii a stravolgere quei brutti pensieri che mi accompagnavano quotidianamente e mi resi conto che cominciavo a frequentare persone diverse: positive, sincere, solari.
A seguito di un incidente stradale in cui perse la vita una mia compagna di classe, decisi di affrontare con il Daimoku questa grande sofferenza. Tra le lacrime pensai al mio maestro e fui incoraggiata dalle parole del Gosho: «Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 607).
Riflettevo molto sull’impermanenza della vita: Maria Vittoria era così giovane, aveva tutta la vita davanti a sé e per una distrazione tutti i suoi sogni sono svaniti all’istante. Arrivai alla conclusione che dovevo vivere la mia vita al massimo, non potevo aspettare… volevo diventare felice, non c’era più tempo da perdere!
Così iniziò la mia personale rivoluzione umana e il 31 gennaio 2016 ricevetti il Gohonzon.
Pregando con convinzione, riuscii a portare mia mamma a una riunione buddista in cui rimase sorpresa e affascinata. Inoltre, decisi fortemente di trasformare il rapporto con mio padre, perciò raccolsi tutto il coraggio e mettendo da parte l’orgoglio lo chiamai, dopo otto mesi di silenzio. Andammo a cena fuori e lì ebbe modo di notare il mio cambiamento: mi mostrai aperta al dialogo e gli parlai dei benefici ottenuti grazie alla pratica. Avevo infatti concluso l’anno scolastico senza alcun debito, preso la patente e firmato il mio primo contratto per un lavoro estivo.
Inoltre una mia amica a cui avevo parlato del Buddismo a fine maggio ricevette il Gohonzon.
Da quel momento mi sono resa conto che mio padre e io abbiamo iniziato a ricostruire il nostro rapporto. Ci siamo lasciati il passato alle spalle e ora, invece di dirmi: «Sei un’umiliazione… ti odio», mi sento dire: «Sono fiero di te… ti voglio bene». Incredibilmente papà mi ha chiesto di partecipare a una riunione buddista, ed è rimasto così colpito che ha deciso di tornarci.
Da un po’ di tempo ho cominciato a sostenere il gruppo dove faccio zadankai. È un’esperienza bellissima perché sto vicino ai giovani e mi impegno sempre più nella preghiera e nello studio.
In questi ultimi mesi la sfida più grande è stata prendermi cura di me stessa. Ho cominciato ad avere problemi di salute con tonsilliti frequenti, dolori muscolari e un sistema immunitario inefficiente. Grazie al sostegno dei miei genitori e dei compagni di fede, ho determinato davanti al Gohonzon di non essere mai sconfitta e ho affrontato due interventi: sono stata operata alle tonsille e alla spalla per rimuovere una cisti. Ora sto bene, posso affermare di godere di ottima salute!
Concludo con una frase di Gosho, la mia preferita: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si traforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477) e prometto di dedicarmi sempre più alla pratica e alle attività della Soka Gakkai per affrontare la maturità nel miglior modo possibile, diplomarmi con 80/100, trovare un lavoretto estivo più adatto a me e continuare ad alimentare un rapporto di valore con mio padre. Desidero tanto che anche lui possa ricevere il Gohonzon!