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Una relazione con il maestro potente come una fusione nucleare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

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Una relazione con il maestro potente come una fusione nucleare

Continua la serie dedicata alle attività dei giovani in tutta Italia. Protagonisti di questa quarta puntata sono i giovani del Veneto. Ilaria, Filippo, Joy e Amerigo, responsabili regionali, raccontano delle sfide affrontate, delle vittorie raggiunte e degli obiettivi futuri. Con la determinazione di realizzare un progresso sempre più dinamico

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Continua la serie dedicata alle attività dei giovani in tutta Italia. Protagonisti di questa quarta puntata sono i giovani del Veneto. Ilaria, Filippo, Joy e Amerigo, responsabili regionali, raccontano delle sfide affrontate, delle vittorie raggiunte e degli obiettivi futuri. Con la determinazione di realizzare un progresso sempre più dinamico

Il Veneto è costituito da tre territori: territorio Veneto Ovest (Verona e Vicenza), territorio Padova (Padova, Rovigo e Chioggia), territorio Veneto Est (Venezia, Treviso, Belluno e Feltre). Nella regione ci sono 656 membri del Gruppo giovani, con 421 giovani donne e 235 giovani uomini. I membri totali dei quattro gruppi sono 3.371.

Stiamo vivendo un momento particolarmente duro, segnato dalla pandemia e dalla guerra. Quali difficoltà state affrontando?

Joy: Per noi questo è un periodo particolarmente difficile in cui assistiamo a scontri e contrapposizioni in ogni ambito della nostra vita, le persone sembrano dividersi in differenti fazioni. Come giovani abbiamo deciso di ripartire dal Daimoku, sforzandoci di sperimentare noi per primi il principio di itai doshin. Abbiamo deciso di impegnarci con maggior vigore nelle visite a casa. Il dialogo è lo strumento indispensabile per abbattere ogni muro e arrivare, disarmati, al cuore dell’altro. Ogni giorno ci impegniamo nel cercare di fare nostro il cuore di Sensei, un cuore capace di abbracciare tutti al di là delle differenze, puntando, uniti nella diversità, alla realizzazione di kosen-rufu.

Filippo: All’inizio della guerra in Ucraina per me è stato molto importante decidere, grazie agli incoraggiamenti pubblicati su Il Nuovo Rinascimento, di dedicarmi ancora di più allo shakubuku. È stata una situazione in cui ho vissuto sentimenti di angoscia e impotenza. Ma basandomi sull’impegno nello shakubuku ho sentito che non ero affatto impotente. Anzi, era fondamentale sprigionare tutta la luce nell’ambiente in cui ero. Come giovani abbiamo questa missione.
La pandemia mi ha messo di fronte l’esigenza di far emergere la mia vera natura. Ho visto tutte le mie certezze sgretolarsi, sia fuori che dentro di me.
Ho fatto fatica a mantenere una relazione stabile con me stesso ed era quindi ancora più difficile entrare in contatto con gli altri.
Questo mi ha portato a cercare di essere veramente autentico, a cercare il “mio modo” di essere discepolo del presidente Ikeda.
È stato un percorso lungo e difficile. Un percorso con il Gohonzon per sentire il cuore di Sensei, che mi ha portato a decidere con ancora più convinzione di avanzare sempre con la Soka Gakkai e i miei buoni amici.

Che tipo di attività state portando avanti?

Ilaria: Noi giovani donne stiamo incontrando le responsabili di territorio, hombu e capitolo, ponendoci insieme questa domanda: come possiamo rafforzare la nostra fede? In risposta sono partite in maniera spontanea diverse iniziative: alcune ragazze stanno approfondendo lo studio del volume 30 de La nuova rivoluzione umana, altre stanno creando legami attraverso le attività dell’Ikeda Kayo-kai.
Nella settimana della riunione Giovani abbiamo lo scopo di incontrare più persone possibili.
Si è sprigionato un grande dinamismo in linea con il tema del 2022, Anno dei giovani e del progresso dinamico.

Filippo: Per quanto riguarda i Giovani uomini, l’attività dell’Accademia si sta rivelando davvero significativa.
In un periodo di enorme stress lavorativo è ciò che mi ha permesso di rilanciare ogni giorno e andare oltre le mie difficoltà, con lo scopo di stringere legami.
Ad oggi in questa attività sono stati coinvolti 45 giovani uomini che stanno facendo esperienze importanti e stanno trasformando la loro vita. Il punto chiave è vivere questa attività nella vita quotidiana: tutto quello che si sprigiona durante gli incontri lo riversiamo nelle nostre giornate, andando oltre i nostri limiti.

C’è una frase del presidente Ikeda che vi ha sostenuto particolarmente?

Amerigo: C’è una frase che mi ha accompagnato quando due anni fa ho perso mia zia: «La vita è una lotta implacabile contro il destino. Potrebbe accadere di perdere i nostri cari o di ammalarci noi stessi, oppure di ritrovarci coinvolti in discordie familiari, di avere dei figli che si mettono nei guai, di rimanere disoccupati, di andare in bancarotta o di subire altre difficoltà finanziarie. Le sofferenze ci assalgono senza fine, come onde impetuose che si susseguono l’una dietro l’altra. Ecco perché pratichiamo il Buddismo di Nichiren, ecco perché dobbiamo diventare forti. Non c’è un destino avverso che non possiamo superare attraverso la fede» (NRU, 30, 682). Sensei scrive queste parole poco dopo il racconto della morte di suo figlio. Questa guida mi ha permesso di approfondire ancora di più il legame di maestro e discepolo. Tutto quello che scrive Sensei è fonte di incoraggiamento. La cosa essenziale è continuare ad approfondire sempre.

Ilaria: Sono tante le frasi che in questi mesi mi hanno accompagnata, sia del Gosho che del presidente Ikeda. Ciò che mi ha permesso di fare uno scatto in avanti tirando fuori tutta la mia forza è stato chiedermi che tipo di Daimoku fa Sensei. Anch’io voglio emettere lo stesso ruggito del leone.
Una frase che mi ha incoraggiata e che mi sto sforzando di mettere in pratica è la seguente: «In breve, il punto cruciale è se un responsabile possiede una forza vitale infinita che gli deriva dallo spirito della relazione maestro-discepolo, che è potente come la fusione nucleare» (Il Gosho e le basi della fede, Esperia, pag. 64).

Come vanno le attività dei Gruppi futuro e studenti?

Joy: Desideriamo valorizzare sempre più i membri del Gruppo futuro, consapevoli di come il futuro della Soka Gakkai e del mondo intero risieda nelle loro mani. Con questo desiderio nel cuore ci stiamo sforzando di consolidare in ogni territorio lo svolgimento delle riunioni Futuro. Il nostro obiettivo per il 2030 è che queste riunioni si svolgano a livello di settore, permettendo ai ragazzi di partecipare alle riunioni vicino casa, evitando così lunghi spostamenti.
È fondamentale risvegliarci tutti, giovani e adulti, a un profondo senso di responsabilità nei confronti del Gruppo futuro e sfidarci al massimo, senza lesinare le nostre vite, per sostenere i più giovani.

Amerigo: Da due anni il Gruppo studenti in Veneto si sta incontrando mensilmente. Come pionieri e avanguardia di kosen-rufu è stato il primo Gruppo nella regione a realizzare un’attività in presenza nel nostro Centro culturale, durante la quale siamo stati sostenuti anche da Roberto Baggio.
Gli incontri sono sempre meravigliose occasioni per rafforzare i legami personali e approfondire lo spirito di maestro e discepolo.
Ci stiamo impegnando nello shakubuku e nel condividere esperienze di fede per rivitalizzare le nostre comunità e università, consapevoli della grande missione del Gruppo studenti!

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Mostrare la grandezza del Gohonzon attraverso la mia vita

di Ilaria Palladino

Nell’ultimo anno ho deciso che avrei utilizzato tutte le mie sofferenze per incoraggiare le altre persone e realizzare kosen-rufu, con la profonda determinazione di sfidarmi io per prima nello shakubuku. Sull’onda di questa profonda determinazione sono fiorite tante occasioni per dialogare.
A causa di un problema di salute, ho avuto una conversazione con la mia psicologa che, colpita dalle mie riflessioni, mi ha chiesto quale sia la mia pratica buddista, chi sia il mio maestro e se sia possibile partecipare a una riunione.
Incoraggiata da questa esperienza, ho nuovamente fatto shakubuku a mia madre che, a sua volta, mi ha messo in contatto con una sua collega che aveva smesso di praticare. Nel frattempo mi sono impegnata a essere un esempio per i miei fratelli, non arrendendomi nei momenti più difficili e, con grande gioia, ho riportato una mia amica a recitare Daimoku davanti al Gohonzon.
Durante questo periodo, la mia condizione vitale era talmente alta che anche alcuni amici non buddisti mi hanno detto che si stavano rendendo conto che, grazie alla pratica, stavo davvero rivoluzionando la mia vita.
Con l’obiettivo di risolvere il mio problema di salute, decisi di essere visitata da un’equipe di medici. Durante l’incontro mi trovai di fronte a una platea di quaranta medici che mi posero tante domande, anche personali. L’incontro è durato quasi due ore e alla fine ho parlato loro del Buddismo di Nichiren Daishonin, raccontando del mio primo zadankai e trasmettendo il pensiero del maestro Ikeda.
Impegnarmi così tanto in questa lotta mi ha permesso di far emergere il coraggio di cambiare lavoro, che da sempre era legato al mondo della danza. Mi sono quindi iscritta a un corso per diventare assistente di studio odontoiatrico. Poco tempo dopo ho trovato una struttura in cui svolgere il tirocinio, che mi ha proposto anche di collaborare a degli eventi per mettere a disposizione le qualità che ho sviluppato in questi anni.
Rispetto alla mia carriera di ballerina e maestra di danza, posso finalmente affermare che non faccio più dipendere il mio valore dalla realizzazione o meno di questo lavoro. A oggi la mia conquista più grande è sentire immensa gratitudine per tutto ciò che la danza mi ha insegnato nell’arco della mia vita, in modo particolare a perseverare nella fede.
Prometto di avanzare come discepola per ripagare il mio debito di gratitudine nei confronti di Nichiren Daishonin e dei tre maestri.
Mi impegnerò nel sostenere tutte le giovani donne della mia regione per aiutarle a credere profondamente che nella loro vita non c’è nulla di sbagliato.
Determino di usare ogni mia sofferenza per diventare un essere umano migliore, di essere libera e felice per mostrare la grandezza del Gohonzon attraverso la mia vita e di continuare a realizzare kosen-rufu fino alla fine.

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