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30 anni del Centro culturale italiano, il nostro castello di kosen-rufu - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:50

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30 anni del Centro culturale italiano, il nostro castello di kosen-rufu

Trent’anni fa, il 27 giugno 1992, il presidente Ikeda inaugurò ufficialmente il Centro culturale italiano, a Firenze, durante la sua settima visita in Italia. A partire da questo numero dedichiamo alcune pagine al racconto di quei giorni che videro l’apertura del nostro Centro culturale

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Trent’anni fa, il 25 giugno 1992, il presidente Ikeda inaugurò ufficialmente il Centro culturale italiano, a Firenze, durante la sua settima visita in Italia. A partire da questo numero dedichiamo alcune pagine al racconto di quei giorni che videro l’apertura del nostro Centro culturale

Ai piedi del monte Morello, il suggestivo quartiere Castello di Firenze ospita una serie di ville rinascimentali, tra cui la Villa di Bellagio, sede dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Il legame tra il movimento di kosen-rufu in Italia e il Rinascimento era già stato sancito dalla visita del maestro Ikeda nel 1981, quando condivise con i giovani di allora l’auspicio della nascita di un “nuovo rinascimento” dello spirito umano.
L’anno dopo, a febbraio 1982, vedeva la luce Il Nuovo Rinascimento, la rivista della Soka Gakkai italiana che ha compiuto quarant’anni proprio quest’anno.
La villa offre un esempio di architettura rinascimentale, immersa in un parco in cui si respira un profondo senso di serenità.
L’opera di restauro è stata importante, poiché prima che diventasse il centro per le attività della Soka Gakkai italiana, Villa di Bellagio era adibita a residenza agricola ed era per lo più in stato di abbandono. I lavori hanno visto la partecipazione di migliaia di volontari che hanno dato il loro contributo con spirito pionieristico e appassionato.
L’architetto che ha coordinato i lavori ha definito questo contributo come «un’esperienza forse unica in questo campo».
Le sue parole riportano la dedizione e la cura con cui è stata eseguita ogni opera: «Tra il venerdì e la domenica, decine o talvolta centinaia di ragazzi e ragazze arrivavano per offrire il loro contributo volontario. Si metteva in moto una macchina organizzativa imponente che andava dall’ospitalità al vitto, coinvolgendo decine di persone che a casa o sul posto cucinavano, oltre ai coordinatori che con le corrette informazioni guidavano poi i gruppi di lavoro. Nella maggior parte dei casi si trattava di persone che non avevano alcuna esperienza di lavori edili, ma la forte unità di intenti ci permise di realizzare qualcosa di altrimenti impensabile senza un forte investimento economico. Questa esperienza unica e irripetibile nel suo genere ha lasciato in me e in tutte le persone che vi hanno partecipato un ricordo indelebile e legami eterni» (Arte e Umanesimo a Castello, IBISG).

L’inaugurazione del Centro culturale costituisce una pietra miliare della storia di kosen-rufu in Italia e ha coinciso con la settima visita del maestro Ikeda nel nostro paese. Durante la riunione generale dei giovani, il 27 giugno 1992, Sensei disse:

«Questa è la mia prima visita in Italia dopo undici anni. […] Ovviamente, undici anni fa non esisteva un Centro culturale. Tra breve ne avrete nove, compreso questo, diventato grandioso grazie ai sinceri sforzi compiuti da tutti voi per restaurarlo. Ognuno di questi castelli della Legge è avvolto dalle vostre voci piene di speranza che recitano il Daimoku. Quella di oggi è una riunione storica, perché da qui il canto della vittoria del rinascimento Soka riecheggerà nel mondo e nelle generazioni future. […] Nei prossimi anni verranno amici da tutto il mondo e delegazioni di scambio dal Giappone per visitare il Centro culturale italiano e trarne ispirazione per la propria rinascita spirituale» (Ai miei cari amici italiani, IBSIG, pag. 33).

Durante il soggiorno a Firenze il presidente Ikeda e la signora Kaneko alloggiarono presso la villa. Ogni episodio, ogni incoraggiamento di quei giorni costituisce un tesoro prezioso: non si tratta solamente di “ricordi dorati” ma delle fondamenta del nostro movimento, lo spirito essenziale della Soka Gakkai da tramandare eternamente in futuro. Questo stesso spirito di non dualità di maestro e discepolo pervade, oggi ancora più di ieri, ogni angolo del nostro castello di kosen-rufu, come un “profumo di umanità”.

 

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