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3 maggio: "Anche nel futuro, insieme" - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:31

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3 maggio: “Anche nel futuro, insieme”

Il 3 maggio, giorno della Soka Gakkai e giorno delle madri, è il giorno in cui Josei Toda, nel 1951, e Daisaku Ikeda, nel 1960, sono stati nominati presidenti. Nel capitolo “Una nuova alba” del dodicesimo volume de La rivoluzione umana è raccontata la nomina di Ikeda, con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto, a terzo presidente della Soka Gakkai, le sue lotte interiori affrontate a seguito della decisione di realizzare kosen-rufu insieme al suo maestro

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Il 3 maggio, giorno della Soka Gakkai e giorno delle madri, è il giorno in cui Josei Toda, nel 1951, e Daisaku Ikeda, nel 1960, sono stati nominati presidenti. Nel capitolo “Una nuova alba” del dodicesimo volume de La rivoluzione umana è raccontata la nomina di Ikeda, con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto, a terzo presidente della Soka Gakkai, le sue lotte interiori affrontate a seguito della decisione di realizzare kosen-rufu insieme al suo maestro

«Nonostante la mia giovane età, da oggi assumerò la guida del nostro movimento come rappresentante dei discepoli del presidente Toda e avanzerò insieme a voi verso la concreta realizzazione di kosen-rufu. […] La sua voce vibrava di forza e dignità. Era il ruggito di un leone, che segnava l’alba di una nuova fase nella diffusione della Legge. I membri espressero con i loro applausi il desiderio di prendere parte all’impresa. Fu il momento di una nuova partenza, il momento in cui il vascello della Soka Gakkai prendeva il largo per affrontare il vasto oceano della pace mondiale e della felicità del genere umano» (RU, 12, 370): così il 3 maggio 1960, Daisaku Ikeda, in qualità di nuovo presidente della Soka Gakkai, salutò i membri presenti alla riunione con lo sguardo rivolto al ritratto del suo maestro.
Una nuova partenza e una decisione storica di cui lo stesso Ikeda descrive il travaglio in questo capitolo de La rivoluzione umana. A due anni dalla morte di Toda (2 aprile 1958), erano sempre più le persone che chiedevano la nomina di un nuovo presidente. Lo stesso direttore generale aveva questa convinzione: «Soprattutto per la Soka Gakkai, che mira alla realizzazione di kosen-rufu, un leader che si dedica senza risparmiarsi alla propagazione della Legge è essenziale per mantenere l’unità. Perché la Gakkai è riuscita a conseguire tanti risultati brillanti nel periodo del presidente Toda? La ragione è una sola, la grande determinazione interiore del signor Toda. […]. Da quando il presidente Toda è morto è come se Yamamoto avesse cominciato a spingere il treno da dietro. Fino a oggi io non ho fatto altro che seguire i suoi consigli. Penso che si possa dire che siamo arrivati ai risultati di oggi grazie a lui. Ma penso che d’ora in avanti occorra poter contare su qualcuno che svolga la funzione di locomotiva e faccia avanzare la Gakkai. È proprio per questo motivo che il presidente Toda ha allenato per dieci anni Shin’ichi Yamamoto, in modo che potesse diventare il genere di leader capace di proseguire la sua opera. Yamamoto è l’unico che sa cosa bisogna fare per realizzare kosen-rufu. Penso che sia giunto il momento di chiedergli di assumere la carica di presidente» (Ibidem, 346).
Il giovane Daisaku Ikeda inizialmente esitò nell’accettare le insistenti proposte del direttore generale che gli chiedeva di assumere questa carica: sentiva che il fatto di essere così giovane poteva suscitare perplessità nella società. Inoltre, dubitava di poter sostenere un impegno così gravoso viste le sue condizioni di salute che non miglioravano. «Il suo dilemma lo tormentava, soprattutto ora che non aveva più un maestro con cui confrontarsi. Shin’ichi continuava a riflettere e a rimuginare, completamente assorbito da una lotta interiore e solitaria. Sua moglie Mineko lo osservava in silenzio, addolorata nel vedere il marito preso da simili tormenti» (Ibidem, 355).
«Nel suo cuore si rivolse al presidente Toda, quasi a cercare un modo per rinviare la decisione. […] Sapeva che il Gohonzon possiede un potere infinito e insondabile. Forse non vi era altra scelta se non affidarsi completamente al Gohonzon e svolgere la funzione di leader. […] Il presidente Toda l’aveva cresciuto come suo diretto successore, allenandolo e formandolo per anni. Di cosa doveva avere paura? Era giunto il momento di ripagare il debito di gratitudine che sentiva nei confronti del maestro. Non doveva fare altro che avanzare con coraggio, pronto ad affrontare le sfide che gli si sarebbero parate dinanzi. Shin’ichi avrebbe retto il timone del movimento per la diffusione della Legge. Il giovane leone si era levato» (Ibidem, 358-60).
La nomina di Daisaku Ikeda a terzo presidente ha spalancato l’era di kosen-rufu nel mondo. In vari paesi del globo sono emersi i pionieri che, seguendo la determinazione e la convinzione del maestro, hanno creato un’onda di dialoghi per diffondere il messaggio umanistico del Buddismo e della Soka Gakkai, aiutando una persona dopo l’altra a fare lo stesso.
«Ogni anno, quando arriva il 3 maggio, ricordo solennemente il voto che feci in quel giorno del 1951, quando il mio maestro Josei Toda fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai. Toda si alzò per realizzare il grande voto di kosen-rufu e i suoi discepoli e successori si alzarono con lui. In seguito mi regalò una fotografia che gli era stata scattata per commemorare la sua nomina, dove sul retro aveva scritto questa poesia per me:

Ora
e anche nel futuro,
insieme,
condividendo gioie e sofferenze.
Che legame meraviglioso

In accordo con le parole “anche nel futuro, insieme”, che mi trasmise solennemente Toda nella sua poesia, ho seguito lo stesso cammino del mio maestro e sono diventato il terzo presidente della Soka Gakkai il 3 maggio 1960, portando avanti la sua grande promessa di realizzare kosen-rufu. Il voto del mio maestro, che ancora oggi risuona con forza nel mio cuore, è il mio stesso voto» (BS, 166, 66).
Il voto condiviso di maestro e discepolo è la chiave per la diffusione del rispetto della sacralità della vita, a cui i tre presidenti hanno dedicato la loro intera esistenza.
Nel suo messaggio per l’inaugurazione del Palazzo del grande voto di kosen-rufu, sensei ne ha chiarito ulteriormente il significato:
«Il cuore del grande voto di kosen-rufu e lo stato vitale della Buddità sono la stessa cosa. Perciò, quando dedichiamo le nostre esistenze a questo voto, possiamo far emergere la suprema nobiltà, la forza e la grandezza delle nostre vite. Quando rimaniamo fedeli a questo voto, il coraggio senza limiti, la saggezza e la compassione del Budda fluiscono da dentro di noi. Quando ci sforziamo con tutto il cuore di realizzare questo voto, il “veleno” della sfida più difficile può essere trasformato in “medicina”, così come il karma può essere trasformato nella nostra missione» (NR, 526, 9).
Per i membri di tutto il mondo «il 3 maggio è il giorno in cui ripartiamo con freschezza, rinnovata vitalità e senso di missione, riaffermando e rafforzando il nostro voto per kosen-rufu» (NR, 561, 12).
«Quello che sento di dover fare è di continuare a lottare seguendo il modello del mio maestro per realizzare la pace nel mondo e la felicità del genere umano. Così avrò realizzato la missione della mia vita. È questo il sentiero che devo percorrere, per ripagare il debito di gratitudine che ho nei confronti del maestro. È il cammino della rivoluzione umana che lui ha indicato a noi tutti. Mentre avanzo su questo nobile sentiero, il presidente Toda vive nel mio cuore. Posso solo sperare che egli continui a vivere nei cuori di tutti i membri della Soka Gakkai» (RU, 12, 377).

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