Nella storia della Soka Gakkai il 3 luglio è una data intrisa di un profondo significato. Quel giorno del 1945, Josei Toda uscì dal carcere dopo due anni. Era stato arrestato insieme al suo maestro Tsunesaburo Makiguchi, che morì in prigione. Insieme avevano costruito la Soka Gakkai e affrontato la persecuzione da parte del governo militarista.
La società giapponese era devastata dalla guerra. La Soka Gakkai era andata distrutta e i suoi membri si erano dispersi. Le società di Toda erano fallite, lui pesava quaranta chili a causa delle vessazioni subite in carcere.
Tuttavia il suo cuore ardeva di convinzione e spirito combattivo indomabili. In carcere aveva lottato rimanendo coerente con i suoi ideali e giunse a una profonda comprensione della vita e del Buddismo. Ai suoi occhi era chiaro che proprio in quelle circostanze disperate era giunto il tempo di kosen-rufu.
Il 3 luglio 1945 prese così avvio la ricostruzione della Soka Gakkai. Sei anni dopo Toda ne divenne il secondo presidente. In pochi anni la Soka Gakkai crebbe esponenzialmente, centinaia di migliaia di persone migliorarono incredibilmente le proprie condizioni di vita. Ciò causò anche il sorgere di forti venti contrari. Tra i tanti giovani che avevano fatto proprio lo scopo di kosen-rufu, ce n’era in particolare uno che dedicava tutto se stesso alla causa e otteneva strabilianti successi in ogni attività che portava avanti: Daisaku Ikeda, il discepolo diretto di Toda.
Nel 1957 il ventinovenne Ikeda affrontò numerose situazioni avverse, che culminarono nel mese di luglio, quando fu convocato per essere arrestato e interrogato per via dell’ingiusta accusa di aver istigato alcuni membri a violare la legge elettorale nel corso di una campagna a Osaka. Gli avvenimenti sono narrati nei dettagli nel volume 11 de La rivoluzione umana.
Ikeda fu arrestato il 3 luglio 1957, lo stesso giorno del rilascio del suo maestro dodici anni prima.
Il 3 luglio è così diventato il giorno di maestro e discepolo.
Il cuore del Buddismo è il voto di kosen-rufu, la felicità di tutte le persone. Ci sono però circostanze in cui gli ostacoli e le ingiustizie possono apparire insormontabili e non è facile mantenere la fede. Quei momenti sono l’occasione per manifestare una forza ancora più grande, che deriva dalla lotta condivisa di maestro e discepolo.
In carcere, Ikeda si fece carico di tutte le accuse per proteggere la Soka Gakkai e il suo maestro Toda. Il 17 luglio fu rilasciato e quasi cinque anni dopo fu dichiarato totalmente innocente.
Ikeda spiega chiaramente la natura delle persecuzioni che colpiscono la Soka Gakkai: «Nei potenti legami che uniscono un essere umano a un altro risiede l’autentica forza della Soka Gakkai. […] Per questo motivo le forze che tentano di ostacolare il progresso di kosen-rufu cercano sempre di creare fratture in questa salda unità e di aprire crepe tra i membri. Tuttavia coloro che attraverso la fede sono riusciti a sviluppare l’occhio della saggezza riconoscono subito la natura reale di queste macchinazioni. È per questo che alla fine da queste situazioni la forza e l’unità dei membri escono rafforzate».
Sicuramente ardue sfide ci attendono in futuro. Riconfermando lo spirito del 3 luglio, sarà proprio grazie a tali difficoltà che insieme amplieremo ulteriormente la strada di kosen-rufu nel mondo.