In un’assolata giornata d’inverno, lo scorso 20 gennaio, ho visitato il Centro culturale di Saitama di cui serbo cari ricordi. Insieme a mia moglie ho pregato dal profondo del cuore affinché tutti i membri della regione del Kanto, i membri delle altre zone del Giappone e del mondo intero godano di benefici e buona fortuna e siano vincitori nella vita. Nell’atrio del Centro c’è una targa su cui sono stati incisi i versi della canzone della Soka Gakkai di Saitama, Il vessillo di kosen-rufu, che io ho cantato insieme ai membri innumerevoli volte. Finisce con questi versi:
Saitama coi suoi fiumi e le montagne,
cuccioli di re leone senza paura,
cari amici i cui cuori brillano luminosi,
Guardiamo all’idillio di Saitama!
Guardiamo alla vittoria di Saitama!
L’amata Saitama è il luogo dove mi recai per raccontare come stavano veramente le cose quando, nel febbraio del 1955, venne pubblicato un articolo di giornale diffamatorio. Dal settembre 1951 al febbraio 1953 mi sono recato regolarmente a Saitama anche per tenere lezioni sul Gosho per i membri del settore di Kawagoe nel capitolo Shiki. Mentre studiavamo le grandi lotte intraprese da Nichiren Daishonin, li incoraggiavo con tutto il cuore, con la determinazione che ognuno diventasse un individuo eccezionale. Il Daishonin cita il famoso passo: «Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti del presente; se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente» (RSND, 1, 252). Sono contento di vedere che Saitama è diventata un luogo meraviglioso, fragrante di cultura e benefici. Sono emozionato al pensiero di come i semi che stiamo piantando ogni giorno, facendo crescere persone capaci, aiutando gli altri a creare un legame col Buddismo di Nichiren e promuovendo attività per la pace, continueranno a sbocciare rigogliosi nel futuro.
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Durante la mia ultima visita al Centro culturale di Saitama ho suonato il pianoforte nella stanza dedicata al maestro. È lo stesso pianoforte che suonai quasi quarant’anni fa al Community center di Omiya, proprio dove oggi sorge il Centro culturale di Omiya. Quel giorno di tanti anni fa, sperando che i nostri membri non si lasciassero sconfiggere neppure dalle più forti tempeste di avversità, li esortai a intraprendere il viaggio della rivoluzione umana per se stessi, per i loro compagni di fede, per kosen-rufu, mettendo il Daimoku alla base di tutto. Studiammo anche L’apertura degli occhi e superammo ogni ostacolo con la convinzione che le avversità rappresentano «il momento cruciale» (RSND, 1, 257) in cui dobbiamo rimanere fedeli al nostro voto. Oggi, a Saitama, i giovani stanno crescendo: giovani che hanno ereditato questo spirito invincibile. Quello stesso giorno, tornando a casa dopo la visita al Centro culturale, sono passato accanto al Centro per la pace dove stavano recitando dei membri della Divisione donne. Le preghiere delle donne, le madri di kosen-rufu, sono il sole sempre vittorioso che trionfa su tutto. Mai dimenticherò che i membri di Saitama furono i primi a chiedere la mia nomina a terzo presidente della Soka Gakkai. Saitama avanzerà per sempre in salda unità. Toda e io spesso dicevamo con convinzione che quando Saitama si fosse alzata, Tokyo e il resto dell’area del Kanto si sarebbero messi in azione, e quando il Kanto avesse agito, il Giappone sarebbe cambiato. Continuiamo ad avanzare insieme sforzandoci per kosen-rufu! Teniamo alto il vessillo di felicità e vittoria nelle nostre comunità diffondendolo per tutto il mondo.
(22 gennaio 2016)