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La nostra forza è l’unità e l’incoraggiamento - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:07

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La nostra forza è l’unità e l’incoraggiamento

Il settore San Giorgio si trova a sud ovest di Torino, ai piedi del monte San Giorgio, ed è composto da sei gruppi che comprendono i comuni di Piossasco e Bruino. Grazie all’impegno di ognuno nell’incoraggiamento personale e nei dialoghi cuore a cuore, in tre anni i partecipanti allo zadankai sono passati da 50 a 91 persone. Inoltre, tra maggio e luglio di quest’anno, nel settore San Giorgio sono stati consegnati 16 Gohonzon. La loro esperienza è stata pubblicata sul Seikyo Shimbun del 23 luglio. Stefano, Gessica, Luisa, Jenny e Alessandra, responsabili del settore, ci raccontano la chiave di questo successo

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Il settore San Giorgio si trova a sud ovest di Torino, ai piedi del monte San Giorgio, ed è composto da sei gruppi che comprendono i comuni di Piossasco e Bruino. Grazie all’impegno di ognuno nell’incoraggiamento personale e nei dialoghi cuore a cuore, in tre anni i partecipanti allo zadankai sono passati da 50 a 91 persone. Inoltre, tra maggio e luglio di quest’anno, nel settore San Giorgio sono stati consegnati 16 Gohonzon. La loro esperienza è stata pubblicata sul Seikyo Shimbun del 23 luglio. Stefano, Gessica, Luisa e Alessandra, responsabili del settore, ci raccontano la chiave di questo successo

Quale è stata la chiave della crescita del settore San Giorgio?

Stefano: «Quando sono stato nominato responsabile di settore del Gruppo uomini, abbiamo condiviso insieme con gli altri responsabili la determinazione di costruire un settore in cui “non lasciare nessuno indietro”. Per realizzare questo obiettivo, abbiamo deciso di impegnarci fino in fondo nei dialoghi cuore a cuore, per creare legami con ogni praticante incontrandolo direttamente».

Gessica: «I membri del settore San Giorgio si prendono molta cura nell’incoraggiare ogni persona e questa è sicuramente la chiave del nostro sviluppo e della nostra vittoria».

Luisa: «Cercando di dedicarmi al dialogo, mi sono accorta che “incoraggiare” vuol dire soprattutto ascoltare, cioè cercare sinceramente di mettermi in sintonia con la persona che ho di fronte. Significa non valutare col proprio metro, ma ascoltare attentamente quello che sta dicendo, cercare di comprendere davvero le persone: queste sono le cose fondamentali per unire il cuore tra di noi.

Qual è l’aspetto più importante nel preparare lo zadankai?

Alessandra: «Nel nostro gruppo (Alessandra è anche responsabile di Gruppo oltre che vice settore donne, n.d.r.) prepariamo insieme lo zadankai affinché sia accogliente e gioioso.
Ogni volta recitiamo Daimoku e decidiamo gli argomenti più adatti per sostenere chi sta soffrendo o si trova in difficoltà in quel momento. L’elemento fondamentale sono i problemi di cui ci hanno parlato i membri o i principianti durante gli incoraggiamenti, nella prima settimana del mese. Da lì raccogliamo i suggerimenti per individuare l’argomento più utile per lo zadankai. Basandoci su questi spunti, prepariamo con cura il compito di ogni partecipante alla riunione: chi racconta gli inizi della sua pratica, chi legge una guida di Sensei ecc.: così si può toccare il cuore di tante persone. Perseverando in questo modo, il gruppo è arrivato ad accogliere circa venti persone.
La cosa più importante è l’armonia tra i responsabili, l’ichinen orientato verso la felicità dei membri. L’essenziale è non pensare di cambiare gli altri, ma concentrarsi sulla propria rivoluzione umana. Così siamo riusciti a creare una buona atmosfera nel nostro gruppo.

Come avete affrontato la pandemia?

Luisa: Quando, dal marzo del 2020, sono iniziate le riunioni in modalità online, abbiamo rilanciato continuando a organizzare riunioni focalizzate su “ogni singola persona” con la massima sincerità.

Gessica: «Durante le riunioni abbiamo sentito crescere il legame di unità tra noi e con i responsabili di capitolo e di gruppo. Eravamo quotidianamente incoraggiati dal nostro maestro. In piena pandemia lo shakubuku e l’incoraggiamento avvenivano attraverso contatti telefonici, incontri da balcone a balcone, videochiamate… Durante la settimana degli incoraggiamenti, in particolare, ci siamo focalizzati sull’ascolto dei problemi e delle sofferenze di ognuno. Questi costanti incoraggiamenti, insieme allo zadankai, sono stati come le due ruote che hanno determinato lo sviluppo della propagazione nel settore».

Alla cerimonia di consegna dei Gohonzon di quest’anno, nonostante la pandemia, tra maggio e inizio luglio sono entrati a far parte della Soka Gakkai sedici nuovi membri del vostro settore, il doppio dell’anno scorso. Quale è stato il motore di questa crescita meravigliosa?

I responsabili del settore San Giorgio rispondono tutti la stessa cosa: «È stata l’unità!».

Stefano: «Tutti noi responsabili di settore, unendo il cuore con Sensei, ci siamo sforzati per la felicità dei compagni di fede. Ecco perché siamo riusciti a creare un’unità invincibile della non dualità di maestro e discepolo.
In particolare c’è una guida da La nuova rivoluzione umana che manteniamo sempre nel cuore: «Indicando le mura del Castello, Shin’ichi disse: “Guardate, ci sono pietre sia grandi sia piccole; tutte sono state disposte con attenzione una sull’altra. Ecco perché queste mura sono forti e solide. Sono il simbolo dell’unità. […] Come le pietre di queste mura, dobbiamo essere uniti e sostenerci l’un l’altro. Un castello di persone capaci, in realtà, significa un castello di persone unite. L’unità è forza, ed è per questo che la Soka Gakkai è forte» (NRU, 5, 185).
Adesso la nostra determinazione per il 18 novembre è che emergano tanti giovani Bodhisattva della Terra!

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