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Gosho di Capodanno - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:26

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Gosho di Capodanno

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Mushimochi Gosho
Gosho Zenshu pag. 1491
Scritto forse da Minobu il 5 gennaio

Ho ricevuto un centinaio di mushimochi[ref]Mushimochi: dolci di riso tradizionali delle feste di Capodanno.[/ref] e una cesta di frutta. Il giorno di Capodanno è il primo dei giorni, l’inizio del mese, l’inizio dell’anno e l’inizio della primavera[ref]Secondo il calendario lunare giapponese, la primavera inizia con il primo mese; il Capodanno corrisponde, nel calendario gregoriano, a una data variabile fra il 21 gennaio e il 19 febbraio.[/ref]. La persona che celebra questo giorno accrescerà le sue virtù e sarà amata da tutti, come la luna diventa piena muovendosi da occidente a oriente[ref]Si riferisce al fatto che la luna nuova dapprima è visibile a ovest subito dopo il tramonto e, nelle notti successive, via via che diventa piena, sembra spostarsi gradualmente verso est.[/ref] e il sole risplende più luminoso avanzando da oriente a occidente.
Per prima cosa, alla domanda di dove si trovino esattamente l’inferno e il Budda, un sutra afferma che l’inferno si trova sotto terra e un altro dice che il Budda risiede a occidente. Ma a un attento esame, risulta che entrambi esistono nel nostro corpo alto cinque piedi; questo dev’essere vero perché l’inferno è nel cuore di chi interiormente disprezza suo padre e trascura sua madre. È come il seme del loto che contiene al tempo stesso il fiore e il frutto. Anche il Budda dimora nei nostri cuori, così come dentro la pietra focaia esiste il fuoco e dentro le gemme esiste il valore. Noi comuni mortali non possiamo vedere le nostre ciglia che sono vicine né i cieli che sono lontani. Ugualmente non capiamo che il Budda esiste nel nostro cuore. Tu potresti chiederti come il Budda possa risiedere dentro di noi se il nostro corpo, generato dallo sperma e dal sangue dei genitori, è la fonte dei tre veleni e la sede dei desideri carnali. Ma dopo una ripetuta riflessione si comprende quanto ciò sia vero. Il puro fiore di loto sboccia dalla melma, il profumato sandalo cresce dalla terra, il grazioso bocciolo di ciliegio spunta dall’albero, la bella Yang Kuei-fei nacque dal ventre di una serva e la luna si alza da dietro le montagne e le rischiara. La sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, la fortuna viene dal cuore e ci fa onore.
Il tuo cuore che desidera fare offerte al Sutra del Loto all’inizio del nuovo anno è come il fiore che sboccia dall’albero, come il loto che si schiude in uno stagno, come le foglie di sandalo che si aprono sulle Montagne Nevose o come la luna che comincia a sorgere. Adesso il Giappone, diventando nemico del Sutra del Loto, si è attirato la sfortuna da mille miglia lontano e, alla luce di questo, coloro che credono nel Sutra del Loto attireranno la fortuna da diecimila miglia lontano. L’ombra è proiettata dal corpo e, come l’ombra segue il corpo, la sfortuna colpirà la nazione i cui abitanti sono nemici del Sutra del Loto. I seguaci del Sutra del Loto al contrario sono come il legno di sandalo con il suo profumo. Ti scriverò ancora.

Nichiren
Il quinto giorno del primo mese
Risposta alla moglie del signor Omosu

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Nota dei traduttori

L’attuale versione italiana del Gosho raccolta nei volumi della serie Gli scritti di Nichiren Daishonin (SND) e la nuova edizione inglese revisionata pubblicata nel volume The Writings of Nichiren Daishonin (WND) presentano numerose differenze.
Essendo in lavorazione anche la nuova versione italiana basata sulle ultime edizioni giapponesi e inglesi, abbiamo scelto di presentare in queste pagine la nuova traduzione provvisoria avvisando il lettore che, prima dell’uscita in volume della nuova versione, le traduzioni potranno ancora subire variazioni.

Cenni storici

Il Gosho di Capodanno fu inviato alla moglie di Ishikawa Shinbei Sanetada, signore del territorio di Omosu, una regione a est del tempio Taiseki-ji. Myoichi Sonni, questo era il nome che Nichiren aveva dato alla donna quando fu convertita da Nikko, aveva inviato delle offerte al Daishonin e questi le risponde ringraziandola e spiegandole con parole semplici e poetiche il principio del mutuo possesso dei dieci mondi. In sintesi le rivela che la Buddità e l’Inferno dimorano entrambi nei nostri cuori e che quindi ogni persona è totalmente responsabile del proprio destino.
Per quanto riguarda la datazione di questa lettera, sappiamo solo che fu scritta il 5 gennaio di uno degli ultimi anni della vita del Daishonin.
Myoichi Sonni era anche la sorella maggiore di Nanjo Tokimitsu, uno dei più fedeli discepoli del Daishonin. Alla morte di Nichiren, Tokimitsu donò a Nikko il terreno del Taiseki-ji sul quale nascerà il tempio principale.
La donna continuò per tutta la vita a praticare il Buddismo devotamente.

Spiegazione a cura del dipartimento di studio

Il ritmo dell’universo

«Il giorno di Capodanno è il primo dei giorni, l’inizio del mese, l’inizio dell’anno … più luminoso avanzando da oriente a occidente».

Josei Toda, spiegando questo Gosho a Capodanno del 1948, disse: «Con il primo gennaio tutto ricomincia. Parlando del primo giorno, dell’inizio del mese e dell’anno, egli [Nichiren] in realtà desiderava riferirsi al ciclo dell’universo. Questo in una parola è la jihi (compassione) o, se volete, la Legge mistica. Il primo di gennaio in genere ognuno ripensa a tutto il corso dell’anno. La Terra ruota intorno al sole in trecentosessantacinque giorni: non si tratta di un numero qualunque, ma del funzionamento dell’universo. È una Legge, un ritmo preciso. […] La Terra è solo uno dei tanti, infiniti pianeti dell’universo e noi esseri umani siamo parte di questo grande sistema. Qualsiasi attività una persona conduca, questa non potrà mai esistere al di fuori del ritmo universale, dato che noi ne siamo parte integrante. Se non siamo capaci di comprendere questo fatto, per quanto strenui possano essere i nostri sforzi non saremo in grado di realizzare gli obiettivi che ci poniamo. In qualche caso ci troveremo addirittura a muoverci controcorrente. In sostanza, se manchiamo di agire in armonia con il ritmo universale non potremo sperimentare altro che l’infelicità. Questa Legge della natura viene illustrata con chiarezza dagli insegnamenti del Daishonin, muovendo dal punto di vista dell’essere umano.
«Man mano che la vostra comprensione di questa Legge progredisce, sarete in grado di capire che voi stessi siete l’universo e che l’universo esiste in voi. Forse avrete sentito parlare di quello studioso che ha definito l’essere umano come un microcosmo. Nella nostra prospettiva non si tratta di mera teoria, ma di una realtà concreta che possiamo sperimentare. Sembra proprio che sia necessario un giorno come questo per ritornare col pensiero a queste riflessioni; in effetti questo è il giorno in cui la Terra termina un moto di rivoluzione e ne incomincia un altro. È del tutto naturale che, in occasione del Capodanno, le persone esprimano i propri desideri e si sentano spiritualmente rinnovate. Le persone rinnovano i propri obiettivi ogni anno, per tutta la vita. Ma è solo conoscendo e praticando la Legge mistica che saranno in grado di vivere in armonia con il ritmo dell’universo. Se le vostre vite non fossero basate sulla pratica buddista, potremmo paragonarle a dei treni che deragliano dai binari. Al contrario, nel momento in cui voi conoscete il Gohonzon, coltivate la vostra fede in esso e recitate Nam-myoho-renge-kyo, senza nemmeno rendervene conto tornate sui binari che rappresentano il ritmo universale. C’è una grande differenza tra le determinazioni espresse da coloro che non hanno fede nel Buddismo e coloro che invece lo praticano, la stessa differenza che passa tra il giorno e la notte, tra l’acqua e il fuoco. Noi siamo in grado di realizzare i nostri obiettivi entro l’anno» (citato in RU, 3, 10-11).

Il mutuo possesso dei dieci mondi

«Questo dev’essere vero perché l’inferno è nel cuore di chi … dentro la pietra focaia esiste il fuoco e dentro le gemme esiste il valore».

Qui il Daishonin spiega in modo molto semplice e sintetico il principio dei dieci mondi e del loro mutuo possesso: l’Inferno e la Buddità non esistono al di fuori di noi, ma stanno nei nostri cuori, sono esperienze della nostra vita.
I dieci mondi originariamente erano immaginati come luoghi fisicamente distinti, in cui gli esseri umani nascevano in conseguenza del loro karma. Il Buddismo di Nichiren Daishonin rivoluziona questa credenza chiarendo che i dieci mondi sono invece condizioni vitali che appartengono a tutti gli esseri viventi. In ogni momento predomina uno dei dieci mondi, ma gli altri nove sono comunque presenti, in una condizione di latenza.
Questo principio viene espresso anche come mutuo possesso dei dieci mondi, secondo cui ognuno dei dieci mondi possiede in sé tutti gli altri. Ad esempio, una persona che si trova nella condizione di Inferno può, un attimo dopo, rimanere nel mondo d’Inferno oppure manifestare uno degli altri stati. L’implicazione fondamentale di questo principio è che tutte le persone, in qualunque condizione vitale si trovino – anche nella sofferenza più tragica – hanno sempre la possibilità di manifestare la Buddità. È altrettanto importante il fatto che la Buddità si trovi nella realtà delle nostre vite che si esprimono attraverso gli altri nove mondi.

La rivoluzione umana

«Il puro fiore di loto sboccia dalla melma […]».

La similitudine del fiore di loto che sboccia incontaminato dall’acqua fangosa dello stagno significa che la vita umana possiede una natura oscura caratterizzata dai tre veleni dell’Avidità, della Collera e della Stupidità, così chiamati perché “avvelenano” il cuore e la mente dell’essere umano impedendogli di dirigersi verso il bene. Alcune scuole di pensiero sostengono che, per ottenere lo stato di perfetta Illuminazione, l’essere umano debba liberarsi di questa natura negativa eliminando i desideri terreni, ma ciò implicherebbe eliminare la vita stessa. Il Buddismo del Daishonin insegna invece a controllare tale natura oscura e a indirizzarla verso scopi più elevati, facendo emergere la natura illuminata e trasformando lo spirito egoistico in compassione. È questo il significato della rivoluzione umana.
Aspirare a un mondo utopico al di fuori di questo mondo reale non è la strada insegnata dal Daishonin. Proprio come una palude melmosa nutre il fiore di loto, la società in cui viviamo, per quanto piena di contraddizioni e sofferenza, è l’unico luogo dove possiamo praticare il Buddismo e compiere la nostra rivoluzione umana affrontando tutte le difficoltà, senza mai cadere nell’evasione dalla realtà o nel nichilismo.

L’importanza del “cuore”

«La sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, la fortuna viene dal cuore e ci fa onore».

Cosa intende Nichiren quando parla del “cuore ”, e qual è il “cuore ”di Nichiren? È importante rispondere a questa domanda perché noi, suoi discepoli, dobbiamo sforzarci di avvicinare sempre più il nostro cuore a quello del Daishonin per praticare esattamente come lui ha insegnato.
In ogni istante di vita possiamo manifestare dentro di noi la Buddità o l’Inferno: questo dipende dalla direzione profonda che imprimiamo alla nostra vita. Quando nutriamo nel nostro cuore una fede incrollabile nella Legge mistica possiamo sviluppare uno stato di vita vasto come l’universo. Il Daishonin è stato il primo a dimostrare, con il suo stesso esempio, che le persone comuni possono ottenere la Buddità. In Lettera a Gijo-bo Nichiren Daishonin spiega come è riuscito a far apparire la Buddità nella sua vita citando un brano del Sutra del Loto che recitiamo due volte al giorno: «Con unica mente desiderano vedere il Budda e non risparmiano la propria vita» (SND, 5, 4).
Quando ci sforziamo di recitare Daimoku e fare shakubuku manifestiamo naturalmente la nostra natura di Budda. Noi consideriamo Nichiren Daishonin il Budda dell’Ultimo giorno della Legge a causa della sua immensa compassione per tutti gli esseri viventi. Compassione significa azione volta a liberare le persone dalla loro sofferenza fondamentale. E questa azione è shakubuku. Josei Toda invitava tutti i membri a seguire l’esempio del Budda: «Miei compagni membri della Soka Gakkai – scriveva – anche noi dobbiamo svolgere quest’opera» (D. Ikeda, in BS, 106, 46).
In sintesi la sfortuna, di cui si parla in questo brano, o Inferno, che rappresenta il massimo dell’infelicità, e la fortuna, o Buddità, che rappresenta il massimo della felicità, dipendono dal nostro cuore.

Rinnovare la fede

«Il tuo cuore che desidera fare offerte al Sutra del Loto all’inizio del nuovo anno … o come la luna che comincia a sorgere».

Qui è riconfermata l’importanza di rinnovarci continuamente nella fede e nella pratica. Il presidente Ikeda ci consiglia di praticare sempre come se fosse il primo giorno.
Infatti, col passare del tempo, anche la pratica buddista rischia di diventare un’abitudine. Tutte le mattine e le sere, ad esempio, recitiamo Daimoku e brani del Sutra del Loto, ma siamo coscienti che quello è l’unico momento in cui appare la nostra Buddità? In altri termini, dov’è orientato il nostro cuore in quel momento?
«Sforzati più che mai nella fede e non cedere alla negligenza – scrive il Daishonin in Lettera a Niike. – All’inizio tutti sembrano credere sinceramente quando abbracciano il Sutra del Loto, ma col passare del tempo tendono a diventare meno devoti, non rispettano e non servono più il prete e nutrono arrogantemente opinioni distorte» (SND, 4, 245).
Il Daishonin ha rivelato la Legge mistica a noi, comuni mortali, per metterci in grado di ripartire ogni mattina e ogni sera con spirito rinnovato, e ci ha insegnato a fondere la nostra vita con questa realtà fondamentale attraverso il potere della fede. Quando attraverso il Daimoku uniamo la nostra vita al Gohonzon, possiamo entrare in armonia con il ritmo dell’universo non solo a Capodanno ma in ogni giorno dell’anno.

La Legge di causalità

«Adesso il Giappone, diventando nemico del Sutra del Loto, si è attirato la sfortuna … attireranno la fortuna da diecimila miglia lontano».

Quest’ultimo paragrafo mostra la severità della Legge di causa ed effetto. Coloro che disprezzano il Gohonzon, o perseguitano chi lo pratica o lo propaga, non potranno sfuggire alla sfortuna. Se un popolo agisce contro la Legge mistica, il paese cadrà nel caos e sarà colpito da gravi calamità, come è spiegato chiaramente da Nichiren nel suo trattato Rissho ankoku ron (Adottare la dottrina corretta per la pace nel paese). Ad esempio ai tempi del Daishonin il Giappone fu colpito da innumerevoli disastri naturali e subì due attacchi dei mongoli, nel 1274 e nel 1281, cui seguirono guerre civili.
Al contrario, coloro che praticano sinceramente la Legge mistica sono «come il legno di sandalo con il suo profumo» e riceveranno un’immensa fortuna, la cui influenza si estenderà alla società in cui vivono apportando pace, armonia e prosperità.
Questo è il principio di esho funi (non dualità di vita e ambiente). Ogni vita umana è un tutt’uno con l’universo: i regolari movimenti del sole, della luna, delle stelle, il succedersi delle stagioni, mantengono la vita sul nostro pianeta. L’armonioso rapporto tra la vita umana, l’universo e la natura è la manifestazione della grande jihi, la compassione inerente alla forza vitale cosmica. Questo principio che mantiene l’ordine e l’armonia in tutte le cose è la Legge della vita, Nam-myoho-renge-kyo. Nichiren Daishonin le dette forma concreta nel Gohonzon, dando modo a tutti gli esseri umani di unire la loro vita con il ritmo della Legge cosmica e di creare di conseguenza una vita armoniosa.
In particolare, il passaggio «attireranno la fortuna da diecimila miglia lontano» indica che il cuore, o ichinen, di ognuno di noi si estende fino ad abbracciare l’intero universo. La nostra voce che recita Nam-myoho-renge-kyo si ripercuote nell’universo richiamando la protezione di tutte le forze positive dell’ambiente. Attraverso i poteri della fede e della pratica, che ci appartengono, noi riusciamo ad attivare i poteri assoluti della Legge e del Budda inerenti al Gohonzon, ottenendo così i benefici illimitati della pratica buddista. Scrive il presidente Ikeda: «Come praticanti del Buddismo di Nichiren Daishonin possediamo il più grande tesoro del mondo, “la gemma che esaudisce i desideri”, che ci permette di realizzare ogni nostro sogno e obiettivo. Per fare questo sono di fondamentale importanza il potere della nostra fede e quello della nostra pratica, che attivano i poteri del Budda e della Legge. Non è possibile che le nostre preghiere non ricevano risposta: qualunque cosa succeda, è impossibile essere sconfitti. Questa è la vera essenza della fede, quindi non dobbiamo preoccuparci. Finché manteniamo la fede nella Legge mistica, recitando Nam-myoho-renge-kyo, e cerchiamo di mettere in pratica il Buddismo, non ci troveremo mai in una situazione senza via d’uscita» (NR, 347, 6).

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