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28. L'Inferno è la terra della luce tranquilla - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

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28. L’Inferno è la terra della luce tranquilla

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«Né la pura terra né l’inferno esistono al di fuori di noi; entrambi si trovano soltanto nel nostro cuore. Chi è risvegliato a questo è chiamato Budda, chi è illuso è chiamato persona comune. Il Sutra del Loto ci risveglia a questa verità e chi abbraccia il Sutra del Loto comprenderà che l’inferno stesso è la Terra della Luce Tranquilla» (RSND, 1, 403).

Questa lettera fu inviata alla monaca laica di Ueno, vedova di Nanjo Hyoe Shichiro e madre di Nanjo Tokimitsu, nel decimo anniversario della morte del marito. Il Daishonin aveva colto il dolore e la tristezza che albergavano nel cuore della discepola e si sforzò di incoraggiarla per alleviare la sua sofferenza e spronarla a dedicarsi alla fede con una determinazione ancora più forte.
Nel passo citato il Daishonin incoraggia la signora di Ueno a trasformare il suo dolore in preghiera per la felicità eterna del marito e a far risplendere il suo cuore di un’autentica speranza.
Il maestro Ikeda scrive: «La Pura terra e l’inferno esistono entrambi nella nostra vita. È un’illusione pensare che esistano in qualche altro luogo. Questo è ciò che insegna Nichiren Daishonin» (BS, 201, 51).
Anche se in questo momento ci troviamo nel mondo d’inferno, cambiando il nostro cuore possiamo manifestare immediatamente lo stato vitale di Buddità così come siamo.
Se accettiamo il principio per cui la Buddità risiede dentro di noi e ci crediamo fermamente, allora «tale fede e tale convinzione ci permetteranno di disperdere l’oscurità o ignoranza che offusca la nostra Buddità, facendola risplendere» (Ibidem, pag. 52).
«Credere nel Gohonzon, scrive ancora Sensei, significa credere che il supremo e nobile stato vitale manifestato dal Daishonin esiste anche nella nostra vita. Significa perseverare nella fede e nella pratica come devoti del Sutra del Loto, come ha fatto il Daishonin. Soltanto impegnandoci nella fede con lo spirito che lui ci ha insegnato possiamo vincere l’ignoranza o oscurità che ottenebra la nostra vita» (Ibidem, pag. 54).
Noi giovani donne della Sardegna determiniamo di approfondire instancabilmente la nostra fede come giovani che incarnano il principio “dall’indaco, un blu ancora più blu” (cfr. NR, 625, 6) e di essere un luminoso esempio di speranza.
Imparando dall’esempio del Daishonin, ci impegniamo ad agire con ancora più forza per la felicità nostra e degli altri, con lo spirito di non lasciare indietro nessuno e rendere ogni luogo “la Terra della Luce Tranquilla”.

A cura delle giovani donne della Sardegna

Per approfondire vedi la lezione su BS, 201

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