Recentemente hai incontrato una grande difficoltà nella tua vita. Come l’hai affrontata?
Ho avuto grandi problemi nel lavoro. Per diverso tempo sono stato messo da parte benché prima avessi avuto una carriera piuttosto brillante. Nonostante la situazione difficile, seguendo il consiglio del mio maestro Daisaku Ikeda, ho deciso di “scalare la montagna che avevo di fronte” e sono rimasto in quel posto di lavoro combattendo e cercando di fare il meglio possibile. Ho deciso che dovevo vincere lì dove ero. Ho lottato con il mio orgoglio cercando di sviluppare la perseveranza e l’umiltà. Ho recitato tanto Daimoku cercando di sviluppare la fiducia che manifestando la mia Buddità gli ostacoli sarebbero caduti. Dal punto di vista pratico – a parte recitare Daimoku costantemente – non mi sono mai risparmiato nel partecipare alle attività buddiste, stando sempre in prima linea e cercando di andare proprio lì dove c’erano i maggiori ostacoli. In questo modo l’attività stessa è diventata sempre più un allenamento per affrontare la situazione che stavo vivendo sul lavoro. E alla fine i risultati sono arrivati e ora, dopo tre anni di lotta che mi hanno reso una persona decisamente migliore, ho ottenuto una promozione andando a ricoprire in maniera inaspettata un ruolo di grande importanza nella mia società.
Cosa rappresentano per te i compagni di fede?
Dopo aver ricevuto il Gohonzon iniziai subito a partecipare all’attività soka-han ma senza provare particolare gioia ed empatia con gli altri per diversi anni. Poi a un corso al Centro europeo di Trets a cui ho partecipato come staff sono riuscito veramente a stabilire uno scambio forte con gli altri ragazzi che erano lì con me. Ho sentito profondamente che non ero da solo nelle mie battaglie quotidiane ma che anche gli altri hanno le stesse paure. Ho sentito l’importanza di lottare assieme e questo è per me tuttora fonte di grande gioia.