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20 novembre: gli esami del secondo livello - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:48

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20 novembre: gli esami del secondo livello

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«Lo studio del Buddismo è essenziale – ha affermato di recente il presidente Ikeda – è ciò che ci permette di portare avanti la nostra pratica buddista e le azioni per kosen-rufu. Nichiren Daishonin scrive: “Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo”. Lo studio del Buddismo è la migliore arma per vincere. Io mi auguro vivamente che i giovani si applichino nello studio del Buddismo nel periodo della gioventù, facendo sforzi per trovare il tempo».
Nella Soka Gakkai gli esami andrebbero considerati essenzialmente come un modo per migliorarsi, spogliandosi da ciò che siamo stati finora per vestirsi di panni caratterizzati da una conoscenza e comprensione maggiore sia nostra che della vita in generale. L’insegnamento del Buddismo, quando viene messo in pratica, diventa un motore capace di rivitalizzare a tutto tondo la vita di un individuo. Lo scopo degli esami è quindi quello di portarci a diventare un po’ più felici. Lo sforzo di applicarsi è quello che porta a fare la propria rivoluzione umana, senza fermarsi unicamente a guardare il risultato

Diploma di “vincitrice”

Nel 2006 io e mia figlia Antonella (nella foto) abbiamo conosciuto il Buddismo di Nichiren Daishonin grazie alla nostra cara amica Antonia. Sapendo che ci sono gli esami anche quest’anno, ho sentito il desiderio di raccontare ciò che ho vissuto durante la preparazione di quelli di primo livello, che si sono svolti il 7 novembre 2010. Pensando che fosse facile, anche per me che ho settantaquattro anni, ho iniziato a studiare con entusiasmo e con la voglia di mettercela tutta per arrivare fino in fondo. Mia figlia studiava con pazienza insieme a me, incoraggiandomi ogni volta che mi vedeva preoccupata e in difficoltà. Avevo intrapreso un percorso di studio dopo circa sessant’anni e in realtà non era per niente facile: si trattava di una grande sfida! Il mio entusiasmo a poco a poco diminuì perché vedevo che facevo molta fatica a concentrarmi e a memorizzare quello che leggevo. Antonella si rese conto della mia difficoltà e decise di aiutarmi a tutti i costi preparando degli schemi semplificati con date e relativi eventi, ma più leggevo e più mi sembrava di non ricordare niente. A quel punto mi sentii sconfitta, e per paura di non farcela decisi di non continuare. Per fortuna lei mi disse: «Eh no! Abbiamo iniziato insieme e insieme continueremo!» e sono stata incoraggiata anche dalle parole del presidente Ikeda che scrive: «Nel mondo secolare come nel Buddismo, l’essenza sta nel vincere o perdere. Il Buddismo e la vita si basano sulla vittoria o la sconfitta. Ogni giorno, ogni anno è decisivo. Dobbiamo assolutamente vincere, vinciamo senza riserve perché questa fede ci permette di vincere sicuramente» (NR, 450, 3). Grazie a tutti questi grandi incoraggiamenti avevo deciso cosa fare. Continuai a studiare durante il giorno e la notte, quando non riuscivo a dormire, mi sforzavo di ricordare e ripetevo più volte. Qualche giorno prima degli esami eravamo a poco più di metà libro e mi dissi: «Non importa. Ce la farò!», così mi impegnai il più possibile. La mattina degli esami, mi presentai tranquilla e serena perché avevo determinato che a tutti i costi ce l’avrei fatta senza preoccuparmi del risultato finale. Quel giorno ero raggiante e solare. Ero così felice perché, anche se con tanta fatica, alla mia età avevo superato tutti i limiti e tutte le paure! Ciò è stato possibile grazie al mio impegno, alla fede nel Gohonzon, all’aiuto di mia figlia e al legame con il mio maestro che mi ha sostenuta, trasmettendomi attraverso i suoi insegnamenti la grande forza di un leone.

Silvia Giovanna Munari

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