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16 marzo. L’eterno punto di partenza di maestro e discepolo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:00

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16 marzo. L’eterno punto di partenza di maestro e discepolo

Daisaku Ikeda

Dalla serie “La luce del secolo dell’umanità”

Daisaku Ikeda e Josei Toda, marzo 1958
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Grandi giovani campioni,
dedicate la giovinezza 
a kosen-rufu

«I giovani sono il mondo di domani», affermò il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru (1889-1964) rivolgendosi agli studenti quando visitò il Giappone, nel 1957. Erano parole che sentivo profondamente e che trascrissi nel mio diario. Il futuro risiede nel cuore dei giovani. Ecco perché ho deciso che la mia missione è di far risplendere la luce della speranza, del coraggio e della forza nella vita dei giovani, come un sole immortale. Se così non fosse, chi illuminerà il mondo di domani?
Quando i giovani decidono di alzarsi con un grande obiettivo, inizia una nuova epoca. Il momento è adesso. In questo mese di marzo la Soka Gakkai ha dato inizio a una fresca partenza, nominando nuovi responsabili che traboccano dello spirito vivace di maestro e discepolo.
Tenendo bene a mente le parole del Daishonin «Il “grande voto” si riferisce alla propagazione del Sutra del Loto» (La raccolta degli insegnamenti orali, BS, 113, 48), i miei veri discepoli del Gruppo giovani stanno avanzando con vigore. Il sole della gioventù, che celebra il 16 marzo in questo secondo atto di kosen-rufu, ora brilla luminoso.
Diamo inizio alla nostra lotta, proprio come al tempo della prima grandiosa cerimonia di maestro e discepolo, cinquant’anni fa!

Con lo sguardo puntato al Monte Fuji,
maestro e discepolo, 
insieme. 
Vivete il futuro 
con un cuore grande!

* * *

Nel marzo del 1958 il mio maestro, il presidente Toda, che si trovava presso la residenza Rikyo-bo al tempio principale, mi disse che il 16 marzo sarebbe venuto a farci visita un suo amico, il primo ministro del Giappone Nobusuke Kishi (1896-1987), e mi diede istruzioni per organizzare un gruppo che lo accogliesse.
Disse: «È un’ottima opportunità. Perché non invitiamo i giovani a riunirsi quel giorno al tempio principale? Possiamo organizzare una cerimonia che sia una sorta di prova generale di kosen-rufu, in preparazione del futuro».

Kosen-rufu è l’impresa più nobile di tutte, che spalancherà la strada alla pace e alla felicità di tutta l’umanità. Ma proprio perché è un’impresa così elevata, sarà anche oggetto di persecuzioni mai viste da parte dei tre potenti nemici. Questo insegna il Sutra del Loto. Tuttavia, trionfando in queste battaglie, sarebbe stato possibile conquistare la comprensione e il sostegno di tanti leader attenti e perspicaci di tutto il mondo. 
Ciò era chiaro alla luce dell’affermazione del Daishonin che anche le divinità protettrici, come Brahma e Shakra, «discenderanno per prender parte alla cerimonia» (Sul ricevimento delle Tre grandi Leggi segrete, RSND, 2, 926).
Prevedendo questi sviluppi futuri, Toda definì quella riunione di giovani “una prova generale di kosen-rufu”, e affermò:

«Penso al 16 marzo come all’occasione in cui affiderò ufficialmente la missione di realizzare kosen-rufu a voi giovani. Voglio che sia tu, Daisaku, a prenderti cura di questo evento. Dai il massimo e fai tutto ciò che ritieni opportuno»

Un tremendo brivido mi percorse in quel momento perché sapevo che l’espressione «affiderò ufficialmente la missione» voleva dire che quell’incontro sarebbe stato una cerimonia in cui la missione del movimento Soka sarebbe stata trasmessa dal maestro ai discepoli.
Lo scopo di 750.000 famiglie di praticanti che Toda Sensei aveva stabilito quando era stato nominato secondo presidente della Soka Gakkai, nel 1951, era già stato raggiunto. Adesso Toda si stava preparando per l’ultima suprema impresa. Perciò decisi che avrei guidato quella “prova generale” così importante, insieme ai suoi amati giovani discepoli.
Di solito, quando un gruppo o un’organizzazione accoglie un alto funzionario governativo, come un primo ministro, in prima fila si vedono i dirigenti e i responsabili centrali. Ma Toda la pensava diversamente, non gli interessavano i grandi leader e le celebrità. Il suo primo pensiero era che fossero i giovani ad accogliere il primo ministro, e per questo mi incaricò di organizzare l’evento.
Il maestro Toda aveva sempre nutrito un immenso amore per i giovani e aveva profonda fiducia in loro.  

* * *

Ogni volta che una persona famosa partecipa una riunione, cerco di fare in modo che al mio fianco, ad accoglierla, ci siano i membri del Gruppo giovani. Questo è lo spirito Soka.
L’altro giorno, quando ho incontrato il consigliere di Stato Tang Jaxuan, della Repubblica popolare cinese, gli ho dato il benvenuto sotto un sole primaverile insieme a 150 giovani rappresentanti, presso l’edificio del Seikyo Shimbun (a Shinanomachi, Tokyo, il 22 febbraio). 
Vedendo i volti luminosi e felici di quei giovani, il consigliere di Stato Tang è stato felicissimo e si è sentito pieno di speranza per l’amicizia futura tra i nostri due paesi. I giovani successori sono il mio tesoro e il mio orgoglio, sono il tesoro di tutta l’umanità.
Toda disse con fiducia ai giovani:

«Voi possedete la suprema filosofia del mondo che può salvare tutta l’umanità. Come discepoli di Josei Toda, siete già leader mondiali!»

Dalla prospettiva della nobile missione Soka, non c’è da farsi intimidire da alcun presidente o primo ministro. 
Come scrisse il filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-1855):

«Qual è dunque la vera grandezza umana? Di certo è la grandezza del cuore. Non diciamo a ragione che è grande chi ha molto potere e dominio, anche se fosse un re che ha la sovranità sul mondo intero»

Con me, suo discepolo diretto, in prima linea, Toda ha voluto mostrare al mondo, con orgoglio e giubilo, che quei giovani dinamici che partecipavano alla cerimonia del 16 marzo erano la Soka Gakkai.

* * *

Avanzando attraverso gioia e dolore
verso kosen-rufu,
in questa assemblea di compagni
ognuno è un vincitore.

La notizia che Toda aveva convocato una riunione per il 16 marzo si diffuse veloce come un fulmine in tutto il Gruppo giovani.
Animati dal mio stesso intento, i membri erano perfettamente coordinati e uniti e, superando ogni ostacolo, raggiunsero il tempio principale pieni di entusiasmo.
Erano determinati a unirsi al loro maestro che incarnava l’essenza del Buddismo e a fare tutto il possibile per quel grande leader di kosen-rufu. Erano profondamente consapevoli che quello era il modo di dimostrare una fede autentica.
Quei 6.000 giovani traboccanti di entusiasmo erano paragonabili ai Bodhisattva della Terra descritti nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto, Emergere dalla terra, dove si afferma che erano uguali in numero alle sabbie di 60.000 fiumi Gange.
Già prima dell’alba i giovani iniziarono ad affluire con i treni notturni e i pullman a noleggio. L’aria del mattino era fredda e il fiato si condensava in nuvolette bianche. La zuppa di maiale che Toda aveva fatto servire loro li riscaldò fino al midollo, e prima ancora che la cerimonia avesse inizio i cuori dei giovani erano già in fiamme.

* * *

* * *

I rappresentanti del Gruppo giovani, provenienti principalmente dall’area metropolitana di Tokyo e dalla prefettura di Shizuoka, giovani uomini e giovani donne con una nobile missione, erano riuniti di fronte alla Grande Sala delle conferenze. 
Nel mio cuore gridai: “Sensei, qui si è riunita una grande schiera di giovani discepoli che sono i suoi successori. Adesso può sentirsi tranquillo!”. Maestro e discepolo erano insieme in un’atmosfera calda e amichevole, completamente uniti nella determinazione di combattere per kosen-rufu, proprio come nell’assemblea sul Picco dell’Aquila descritta nel Sutra del Loto. Fu una cerimonia durante la quale i discepoli fecero un voto solenne. 
La vita di ognuno di quei giovani aveva iniziato ad avanzare con la forza di un leone all’attacco. Condividevano la determinazione del loro grande maestro che aveva dedicato la sua vita alla propagazione della Legge mistica.
La moglie e il genero del primo ministro, che erano venuti al posto del politico, osservavano il maestro e i suoi discepoli. O meglio, osservavano intenti lo spirito di quei giovani, e in seguito riferirono quanto li avesse colpiti il nostro movimento, destinato a crescere notevolmente nel futuro.
Mentre la vetta del monte Fuji si stagliava in lontananza, quel 16 marzo la voce del presidente Toda riecheggiò come il ruggito di un potente leone:

«La Soka Gakkai è la regina del mondo religioso!»

Lo spirito della Soka Gakkai, trasmesso dal maestro ai discepoli, è veramente quello di un sovrano, di un re leone.
Nichiren Daishonin scrive:

«Il mio desiderio è che i miei discepoli siano come i cuccioli del re leone e che non si facciano mai deridere dai branchi di volpi. È difficile incontrare un maestro come Nichiren che, da lontani kalpa fino a ora, non ha mai risparmiato il corpo o la vita per denunciare le colpe dei suoi potenti nemici!» (Nel continente di Jambudvipa, RSND, 2, 998)

I cuccioli del re leone hanno il potenziale di diventare re leoni. Per fare ciò devono lottare con altruismo, traboccanti dello spirito di propagare il Buddismo del Daishonin. Incarnare lo spirito del maestro significa combattere contro potenti nemici e sconfiggerli.

L’essenza
di una nobile esistenza
risiede in voi
che vi dedicate a 
kosen-rufu

Il poeta scozzese Robert Blair (1699-1746) scrisse:

«Così sono i coraggiosi che svolgono il loro compito, e lo svolgono fino alla fine»

La portantina su cui fu trasportato Josei Toda durante la cerimonia del 16 marzo

Alla cerimonia, il 16 marzo di cinquant’anni fa, i membri della banda musicale di flauti e tamburi suonarono con entusiasmo per rallegrare Toda e ispirare i compagni di fede. Ci fu anche un giovane che restò tutto il giorno nel parcheggio a occuparsi della sicurezza, senza mai mettere piede nella Grande sala delle conferenze dove si svolgeva la cerimonia. Tanti meravigliosi giovani come lui sostenevano dietro le quinte i compagni di fede in mia vece, per garantire che quello storico evento si svolgesse in totale sicurezza per tutti. Pensavano al maestro e recitavano Daimoku dentro di loro, pregando sinceramente affinché tutti stessero bene e la giornata fosse un successo.
Mi sento molto felice e rassicurato dal fatto che gli attuali giovani che agiscono negli staff di protezione dietro le quinte abbiano lo stesso spirito dei loro predecessori di quel primo 16 marzo.
Ancora oggi mi riscalda il cuore pensare ai membri del Gruppo uomini che risposero all’affettuosa preoccupazione di Toda per quei giovani preparando e servendo per loro la zuppa di maiale. Pregherò sempre per la felicità eterna anche di coloro che sono defunti. Inoltre, mia moglie e io preghiamo ogni giorno per la salute e la prosperità dei membri dello staff cuochi (che preparano il cibo durante i grandi eventi della Soka Gakkai).
La Soka Gakkai deve essere sempre un’organizzazione giovane. 
L’energia vivace e creativa dei giovani è la manifestazione reale della “creazione di valore”. Giovani che si impegnano ad “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale”, giovani onesti e integri, giovani pieni di coraggio e spirito di sfida, giovani che progrediscono e vincono nella vita; le luminose virtù inerenti alla vita di questi giovani sinceri e pieni di dedizione sono i tesori che adornano la Soka Gakkai, un’organizzazione che il presidente Toda definì il “Budda Soka Gakkai”.
Lo scrittore francese Émile Zola (1840-1902) affermò:

«Giovani! Siate sempre dalla parte della giustizia».

Anche io mi appello ai giovani:

«Testa alta! Siate fieri! Avanzate con coraggio indomito come se foste a cavallo di un magnifico destriero. Non dimenticate mai di avere una fede coraggiosa, una passione ardente per kosen-rufu e uno spirito di unità»

Questo è il modo di conquistare la corona della vittoria. Finché esisterà il tesoro del Gruppo giovani, la Soka Gakkai fiorirà in eterno.

* * *

Il 17 marzo, giorno successivo alla cerimonia, i giornali riportarono le vere ragioni del rientro improvviso del primo ministro a Tokyo: alcuni leader politici che nutrivano pregiudizi e invidia nei confronti della Soka Gakkai avevano interferito con la sua visita. Noi giovani eravamo indignati per gli inganni, la corruzione e la disonestà che caratterizzavano il mondo della politica, dominato da pulsioni subdole, e tenemmo a mente il severo monito del nostro maestro: «I giovani devono tenere sempre d’occhio la politica!».
In seguito quei leader politici responsabili di aver impedito la visita del primo ministro persero il potere e furono trascinati nel fango dalla corruzione e altri scandali. Il potere ha una natura intrinsecamente demoniaca e non si deve mai cedere all’ebbrezza del potere che avvelena il cuore delle persone. Come scriveva il grande poeta inglese John Milton (1608-1674), nato quattro secoli fa:

«La strada dei cattivi conduce inevitabilmente alla rovina»

Il funzionamento della legge di causa ed effetto è davvero rigoroso.

* * *

Individuate acutamente
i complotti
delle persone avide e meschine 
con l’occhio severo del Budda.

Il saggista francese François duc de La Rochefoucauld (1613–80) scrisse:

«Quasi tutti sono lieti di adempiere a piccoli obblighi e molti riconoscono obblighi di media entità. Ma non c’è quasi nessuno che non disprezzi quelli di grandi dimensioni»

È un’osservazione che fa riflettere molto. Nel regno del Buddismo, il cui vero fondamento è riconoscere e ripagare i debiti di gratitudine, coloro che ripagano con l’inimicizia il debito di gratitudine più grande che hanno, quello nei confronti del proprio maestro, stanno commettendo una delle offese più gravi di tutte.
In Lettera da Sado il Daishonin scrive:

«Né i non buddisti né i nemici del Buddismo possono distruggere il corretto insegnamento del Tathagata, ma i discepoli del Budda possono senza dubbio farlo. Come dice un sutra, solo i vermi nati dal corpo del leone stesso possono cibarsene» (RSND, 1, 267)

Se permettiamo alle persone ingrate di agire senza controllo e di proliferare, il mondo del Buddismo sarà distrutto. Ecco perché è cruciale rimproverare in modo equo e fermo tali individui e sbarrare la porta a coloro che sono ingrati e privi di scrupoli. Questo è il diritto e il dovere di un giovane che nutra un’ardente passione per la giustizia.
Esiodo, il poeta dell’antica Grecia, ammonì:

«Un piano malvagio è malvagio soprattutto per il suo ideatore»

Ciò ricorda il principio buddista che «le maledizioni ricadranno su chi le aveva lanciate» (SDL, 414).
Come tutti sapete, niente è più triste del destino delle persone vili che tradiscono il loro debito di gratitudine. Quando ci impegniamo sinceramente per ripagare il vasto e sconfinato debito di gratitudine che abbiamo nei confronti del nostro maestro, il vasto e sconfinato potere del Budda sgorgherà dalle nostre vite e saremo in grado di godere della vasta e sconfinata protezione dei Budda e delle divinità celesti di tutto l’universo.
Spero che i nostri giovani continuino a seguire tenacemente il cammino infallibile della vittoria di maestro e discepoli Soka che è stata dimostrata negli ultimi cinquant’anni.

* * *

Sconfiggiamo
i tre potenti nemici.
Solo noi abbiamo l’onore
di realizzare kosen-rufu,
il mandato del Budda.

«Miei discepoli, formulate un grande voto» (RSND, 1, 891), scrive il Daishonin in una lettera al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu, con l’intento di incoraggiare lui e gli altri seguaci durante la persecuzione di Atsuhara.
Finché i discepoli rimangono concentrati esclusivamente sui propri desideri e scopi personali, non possono essere totalmente uniti al loro maestro nel realizzare il nobile scopo di kosen-rufu. Saranno sempre confinati nel loro sé piccolo e ristretto. Un «grande voto» significa fare lo stesso voto per kosen-rufu del maestro. Significa condividere lo stesso scopo e agire con lo stesso spirito del maestro, il devoto del Sutra del Loto. Quando lo facciamo, così come una goccia di rugiada si unisce al vasto mare o un granello di polvere si mescola alla vasta terra, otteniamo uno stato vitale vasto, incommensurabile. 
Ho fatto il grande voto di realizzare kosen-rufu in tutto il mondo con lo stesso spirito del presidente Toda e, nel lottare per realizzarlo, ho vinto in ogni impresa. Ho vissuto gli ultimi cinquant’anni come un grandioso spettacolo in divenire, rinnovando la mia solenne promessa di ripartire nuovamente verso la vittoria a ogni 16 marzo.
Ogni volta che arriva il 16 marzo, sento una grande passione ardere nel mio cuore. O meglio, per me ogni giorno è il 16 marzo. Ogni giorno dialogo con il mio maestro, ogni giorno rinnovo la mia promessa e ogni giorno lotto al suo fianco. Il mio è un viaggio continuo per ripagare il mio debito di gratitudine verso il mio maestro, che è sempre unito alla mia vita.

* * *

Miei discepoli
che dimorate nella città eterna:
possiate risplendere della gioia
della lotta condivisa
di maestro e discepolo.

* * *

Ne La raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma:

«Il primo shi della parola shishi, o leone, [che significa “maestro”] è la Legge meravigliosa che è trasmessa dal maestro. Il secondo shi [che significa “figlio”] è la Legge meravigliosa ricevuta dai discepoli. Il “ruggito” [nel termine “ruggito del leone” (giap.: shishi ku), è il suono del maestro e dei discepoli che recitano all’unisono» (La raccolta degli insegnamenti orali, BS, 116, 55)

Questa è l’epoca dei miei giovani discepoli. Il vostro ruggito di leone, come eredi del re leone, distruggerà le falsità e l’ingiustizia e costruirà un meraviglioso regno di felicità. Come scriveva l’autore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) al suo giovane amico, il poeta Friedrich von Schiller (1759-1805):

«Procediamo risolutamente e rapidamente sul nostro cammino», e: «Ora dobbiamo compiere un bel passo avanti»

Altri cinquant’anni di vittorie di maestro e discepolo ci attendono, a partire da oggi!
Miei giovani amici che seguite il grande cammino tracciato dai primi tre presidenti, realizzate una vittoria dopo l’altra, proprio lì dove siete!
Non dimenticate mai che la corona ingioiellata di maestro e discepolo del 16 marzo brillerà sempre più luminosa grazie alle vostre vittorie e al vostro progresso costante.

I cuori del maestro e del discepolo 
sono uno solo.
Il prossimo 
è il vostro secolo 
di vittorie.

(Seikyo Shimbun, 16 marzo 2008)


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