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Bologna, “Alma Mater” degli studi e della ricerca - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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Bologna, “Alma Mater” degli studi e della ricerca

In questo saggio il maestro Ikeda parla dell’Università di Bologna e del suo viaggio nella città nel 1994 durante il quale incontrò e incoraggiò i membri

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In questo saggio il maestro Ikeda parla dell’Università di Bologna e del suo viaggio nella città nel 1994 durante il quale incontrò e incoraggiò i membri

Con vivacità,
giorno dopo giorno,
continua a tessere 
una tela colorata di felicità
e di storie gioiose.

Vorrei che al mattino, aprendo gli occhi, ci emozionassimo di fronte ai colori brillanti del mondo, come sfogliando un libro di fiabe illustrato.
Vorrei che scrivessimo racconti pieni di speranza che fanno battere il cuore, come per fare ascoltare ai bambini un libro di fiabe illustrato.
Se apriamo gli occhi del nostro cuore, sono certo che riusciremo a vedere in modo nuovo la vita degli altri e il mondo intorno a noi che ci sostiene; le nostre giornate saranno piene di nuove, piacevoli sorprese e scoperte gioiose.
Bologna, antica città universitaria, ha molto a cuore i libri illustrati per bambini, e ogni anno vi si tiene la Fiera internazionale del libro per ragazzi.
Ricordo con piacere che Wilde Smith, artista inglese soprannominato “il mago dei colori”, realizzò le illustrazioni della mia favola La principessa e la luna, che venne presentata proprio alla fiera di Bologna.
I volti dei miei amici bolognesi, le strade di questa città e il suo ateneo sono dipinti in modo indelebile nel mio cuore, in tutto il loro splendore.
Una volta chiesi al professor Arnold Toynbee, uno dei più importanti storici del ventesimo secolo che aveva viaggiato in tutto il mondo, quale fosse per lui la “città ideale”. Rispose che era proprio Bologna, il capoluogo dell’Emilia Romagna.
Toynbee lodò la saggezza di chi amministrava la città facendo in modo che i cittadini potessero vivere al meglio, cercando sempre di tutelare con la massima cura i meravigliosi edifici storici e i paesaggi che fanno respirare l’atmosfera delle epoche passate, del Medioevo e del Rinascimento. Mi offrì persino dei consigli nel caso l’avessi visitata, cosa che effettivamente accadde circa vent’anni dopo quel nostro incontro.
In questa città si trova l’Università di Bologna, la più antica al mondo, il cui motto è “Alma Mater Studiorum”.
Intorno all’undicesimo secolo giunsero a Bologna, città chiave per gli scambi commerciali, studenti da ogni parte d’Europa animati da un’ardente passione per lo studio, alla ricerca dei maestri migliori. Le lezioni avevano luogo ovunque: nelle abitazioni degli insegnanti, nelle sale in affitto, nei palazzi pubblici e nelle piazze.
Lo “spirito di apprendere”, caratteristico di Bologna, portò con il suo slancio dinamico alla nascita dell’Università e creò uno spirito di cittadinanza globale che trascende i confini delle nazioni.
Il termine “università” deriva dal latino “universitas”, che significa “gruppo di persone/studenti” (lett: una pluralità di persone che studiano e sono interessate allo stesso ambito di cose, o “universo” n.d.r.). In risposta alla passione e all’entusiasmo degli studenti, gli insegnanti furono felici di condividere con loro lo studio nelle classi (n.d.r.: fino ad allora le lezioni erano individuali). Il punto di origine dell’università è lo spirito di apprendere senza limiti, e i suoi protagonisti altri non sono che gli studenti.
Nel 1989, l’Università Soka fu la prima in Asia a creare un programma di scambio con l’Università di Bologna, la madre degli atenei di tutto il mondo, nata dalle persone comuni, e ad approfondire con essa un legame di solidarietà. E in occasione della pubblicazione in italiano del libro L’educazione creativa del maestro Tsunesaburo Makiguchi, gli accademici dell’ateneo bolognese espressero un grande apprezzamento per la filosofia della creazione di valore, per l’umanesimo e il pensiero di pace in esso contenuti.

Con un cuore aperto e
desideroso di apprendere,
espandete la rete di amici 
che regalano profonde emozioni,
e fate risuonare i canti di vittoria
dell’essere umano.

Nel 1989 realizzammo presso il Fuji Art Museum di Tokyo una mostra dei tesori dell’Università di Bologna, che mise a disposizione alcuni suoi preziosi capolavori custoditi con estrema cura nel corso di novecento anni. Tra questi vi erano La Divina Commedia del sommo poeta Dante Alighieri e le poesie del Petrarca, poeta laureato, entrambi pionieri del Rinascimento e studenti dell’Università di Bologna. Quei libri costituiscono dei preziosi tesori spirituali dell’umanità.
Il Rinascimento è considerato l’epoca della riscoperta dell’essere umano. Questo perché, proprio nel pieno delle difficoltà e sofferenze provocate dall’epidemia di peste, l’essere umano fece ritorno al suo punto d’origine. Petrarca, precursore del Rinascimento, osservò che la vera umanità consiste nell’amore e nella dedizione nei confronti degli altri. Questo fu il suo appello: «Dovremmo impegnarci almeno a renderci utili alle persone con cui viviamo. Non ho dubbi che le nostre parole possano aiutarle e offrire loro un grande incoraggiamento».
La sua voce risuona nei nostri cuori superando il tempo e i confini geografici.
Il Rinascimento fu anche una riscoperta del potere dell’essere umano. Alla base vi era la convinzione che non siamo esseri deboli in balìa del destino: al contrario, una persona forgiando la sua vita attraverso gli sforzi è in grado di rafforzarsi e di far emergere la propria saggezza anche nelle circostanze più avverse, riuscendo così a superarle.
Questo spirito andava di pari passo con la scoperta del potere dell’educazione, in grado di elevare l’essere umano.
Nel luglio del 1992, mentre stavo viaggiando in treno da Firenze a Milano, i miei amici bolognesi si riunirono alla stazione di Bologna, tappa intermedia, per salutarmi. Il treno si fermò solo per quattro minuti, ma quel nostro incontro fu indimenticabile.
Tra di loro c’era una donna con una bambina piccola. Insieme a mia moglie la incoraggiammo nei nostri cuori: «Ti prego di continuare a imparare per tutta la vita e di risplendere come un faro di speranza per la società».
Aveva rinunciato a proseguire gli studi universitari a causa della sua dislessia. Tuttavia, dopo il nostro incontro decise di sfidarsi nuovamente per far emergere tutto il suo potenziale.
Si impegnò fino in fondo nello studio mentre cresceva la sua bambina e lavorava, e conseguì la Laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Bologna. Ora insegna all’Accademia di Belle Arti dove aiuta ogni studente a sviluppare la propria creatività, e contribuisce allo sviluppo del proprio paese insieme a suo marito e a sua figlia, incoraggiando tanti amici.

Prima un passo, 
poi un altro passo:
senza arrenderci,
vinciamo su noi stessi
e raggiungiamo con gioia la vetta!

Alla fine di maggio del 1994, due anni dopo quel caloroso incontro alla stazione, riuscii finalmente a visitare Bologna, meta tanto desiderata. I suoi magnifici palazzi che fanno rivivere ancora oggi l’atmosfera del Medioevo e del Rinascimento, i tetti di tegole rosse uno accanto all’altro, le torri che si stagliano alte nel cielo… L’immagine di tanti giovani pieni di vitalità che si incontrano in un simile scenario si sovrappongono nella mia mente a quelle dei giovani Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Galileo Galilei che studiarono in questa città, e il mio cuore si riempie di emozione al pensiero di un’educazione ideale che genera incessantemente nuove ricerche, creazioni e scoperte inedite.
Oggi un quinto della popolazione di Bologna è costituito dagli studenti dell’Università. Fin dai tempi antichi, Bologna ha sempre coltivato uno spirito libero.
Nel Medioevo divenne una città libera conquistando l’indipendenza e l’autonomia dal Sacro Romano Impero, senza piegarsi nemmeno di fronte alla tirannia dell’imperatore, e in questo modo riuscì a proteggere la libertà di studio. Per questo la parola latina “Libertas” è incisa sullo stemma dell’Università di Bologna. Inoltre, sul muro esterno dello storico palazzo municipale che si affaccia su Piazza Maggiore – la piazza principale della città – sono esposte le foto e i nomi dei giovani che diedero la loro vita nella lotta contro il fascismo, per commemorarli. Ancora oggi ci sono sempre dei fiori offerti dai loro concittadini. Anch’io, davanti a quel muro, ho pregato dal profondo del cuore per l’eterna serenità di quei nobili giovani coraggiosi.
Il fondatore del Club di Roma Aurelio Peccei, che per primo lanciò l’allarme riguardo alla crisi ambientale, da giovane si oppose al fascismo insieme ai suoi compagni e, senza piegarsi nemmeno di fronte ai crudeli maltrattamenti subiti in carcere, continuò a lottare fino in fondo.
Rievocando quei tempi, mi disse: «Dall’esperienza di quel periodo, ho maturato la ferma convinzione che nell’essere umano sia racchiusa la grande forza di ricercare il bene». Mi ritorna in mente il nostro dialogo sulla visione della “rivoluzione umana”, il processo in grado di liberare quella grande forza interiore di ricercare il bene.

Nel corso della mia visita, il primo giugno fui invitato dall’Università di Bologna a dialogare insieme ai vertici dell’ateneo davanti a un grande mappamondo realizzato sulla base di una carta geografica del diciasettesimo secolo. Nell’Aula Magna tenni poi la conferenza intitolata Lo sguardo universale di Leonardo e il Parlamento dell’umanità. Riflessioni sul futuro dell’ONU. In essa sostenevo la tesi che lo spirito dei “cittadini del mondo”, da sempre vivo nella tradizione dell’Università di Bologna, fosse la chiave per rivitalizzare le Nazioni Unite. Per illustrare questo concetto feci riferimento a Leonardo da Vinci, il grande artista del Rinascimento che lasciò un’impronta indelebile nella città di Bologna proprio in qualità di “cittadino del mondo”.
Il Rinascimento è considerato l’epoca della riscoperta della natura. Lo sguardo di Leonardo cercò di avvicinarsi all’origine della forza creatrice della vita e dell’universo scoprendo la meraviglia di tutti i fenomeni dalla natura. Incoraggiando se stesso a «conoscere sempre meglio le cose», annotava osservazioni e pensieri che spaziavano liberamente su varie tematiche: dall’osservazione di piante, animali, persone e fiumi del suo ambiente più immediato, fino alle riflessioni sul mondo e l’universo.

Tra manoscritti e disegni giunti fino a noi, si contano circa ottomila pagine. Anch’io una volta ebbi modo di ammirare uno dei suoi manoscritti originali (il Codice Lester) e provai una profonda emozione.
Leonardo era convinto che la Terra sia un organismo vivente, che i suoi fiumi corrispondano alle vene del corpo umano e le rocce alle ossa.
Approfondendo sempre di più la sua ricerca, giunse a riconoscere con commozione la solenne dignità della vita, scrivendo: «Colui che non rispetta la vita, non la merita!».
Ricordo anche che Leonardo realizzò molti meravigliosi disegni che hanno per soggetto dei bambini.

Dove c’è una madre che sorride
senza lamentarsi,
nonostante le sofferenze,
lì c’è la vittoria,
lì c’è la pace.

Non dimenticherò mai la mia visita al Centro culturale di Bologna, dove ho incontrato gli amici dell’Emilia Romagna nella splendente luce del sole. Nella zona circostante si levavano uno accanto all’altro gli alberi di pioppo di un verde brillante, attraversati da una leggera, piacevole brezza. Insieme ai miei amici commentai: «Nemmeno i pioppi crescono in un giorno. Si sforzano di crescere per anni e anni, spingendosi in alto quasi a voler raggiungere il cielo. Impegniamoci anche noi a far crescere grandi alberi di felicità grazie al “sole” della filosofia della dignità della vita, alla “terra” della nostra rete di incoraggiamento reciproco e al fertilizzante e all’acqua delle nostre azioni volte al bene.
Nel corso degli anni i miei amici di Bologna hanno piantato profonde radici di fiducia nella società globale, creando un bosco di maestosi alberi di pace e prosperità considerati da tutti indispensabili, e stanno facendo sbocciare fiori di felicità, di persone capaci e di vittorie.
Sono felice di ricevere notizie della meravigliosa espansione della loro rete solidale.
Di fronte al terremoto che nel maggio 2012 colpì Modena e Ferrara, vicino a Bologna, i nostri amici, incoraggiati dallo spirito indomito di “non lasciarsi mai sconfiggere” degli amici del Tohoku che si erano rialzati dal devastante tsunami dell’anno precedente, sono andati avanti sostenendosi a vicenda, mano nella mano, verso la ricostruzione.
La città di Bologna promuove scambi culturali con varie città del mondo, è gemellata anche con il quartiere di Itabashi a Tokyo e con la città di Hamamatsu nella prefettura di Shizuoka, e anche noi abbiamo avuto occasione di invitare il Teatro comunale di Bologna per una tournée in Giappone.
Leon Battista Alberti, famoso architetto rinascimentale che studiò all’Università di Bologna, anche di fronte alle avversità che lo assalivano una dopo l’altra, dichiarò con forza: «Affronterò ogni cosa con coraggio e risolutezza!».
Ora, nel mezzo della pandemia di Covid-19, i miei amici italiani continuano a perseverare e a sfidarsi fino in fondo con spirito indomito e con la convinzione che “le esperienze vittoriose di ciascuno di noi sono la luce che infonde coraggio e speranza nei cuori dei nostri amici!”.
Sono fermamente convinto che a partire da Bologna e dall’Italia, che amo profondamente, si realizzerà un meraviglioso dipinto del nuovo Rinascimento della vita.

Dalle difficoltà
creiamo la speranza.
Con il nostro coraggio,
diamo inizio al
Rinascimento della vita!

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