Settantacinque anni dal primo incontro tra Daisaku Ikeda e Josei Toda
Quest’anno celebriamo il settantacinquesimo anniversario dell’incontro di Daisaku Ikeda con il suo maestro, Josei Toda, avvenuto durante la prima riunione buddista a cui Sensei partecipò. Aveva 19 anni.
Un’amica d’infanzia, invitandolo, gli aveva detto che si trattava di una riunione sulla “filosofia della vita”, e il giovane Ikeda aveva accettato portando con sé alcuni amici. Era il 14 agosto del 1947.
Dopo la Seconda guerra mondiale il Giappone era un cumulo di macerie e la società era sprofondata nella miseria. In un clima di crollo totale dei valori legati al regime militarista, il giovane Ikeda, come molti della sua generazione, era assetato di verità e stava cercando disperatamente il senso profondo della vita.
Nel descrivere quel primo zadankai a cui partecipò Sensei racconta che quando entrò nella stanza, Josei Toda stava parlando con voce sicura e animata: «Se non risolviamo i nostri problemi dalle fondamenta, basandoci su questa filosofia buddista, non faremo alcun progresso, né come individui né come famiglia, e nemmeno come nazione» (BS, 178, 48).
Toda dichiarò di voler eliminare ogni infelicità e sofferenza dalla faccia della Terra. Tutti i partecipanti ascoltavano con grande attenzione.
Durante quella riunione il giovane Ikeda gli rivolse alcune domande: «Qual è il modo corretto di vivere?».
Sorridendo Toda gli rispose: «Pensare a quale sia il modo corretto di vivere va benissimo, ma potresti usare il tuo tempo ancora più utilmente cercando di praticare il Buddismo del Daishonin. Tu sei giovane e, se lo farai, un giorno troverai sicuramente da solo il sentiero corretto nella vita».
Il giovane Ikeda fu profondamente colpito da Josei Toda e sentì che poteva avere fiducia in lui. A un certo punto si alzò e disse: «Seguirò il suo consiglio di riflettere, come ogni giovane dovrebbe fare, e mi piacerebbe studiare sotto la sua guida, se solo lei me ne darà l’opportunità. Adesso vorrei leggere una poesia per esprimere la mia determinazione, in segno di gratitudine, anche se in realtà sono dei versi modesti…
Tutti i presenti rimasero stupiti, ma Toda annuì silenziosamente. Sensei chiuse gli occhi e cominciò a declamare a voce alta:
Viaggiatore,
da dove vieni?
E qual è la tua meta?
La luna è calata,
ma il sole ancora non è sorto.
Nel caos dell’oscurità che precede l’alba,
cercando la luce
avanzo,
per disperdere le nubi oscure nella mia mente,
per trovare un grande albero,
che non si pieghi nella tempesta,
io emergo dalla terra» (RU, 2, 137).
Naturalmente il giovane Ikeda non sapeva ancora chi fossero i “Bodhisattva della Terra”, e nell’udire quell’ultimo verso Toda sorrise felice.
Dopo la riunione, tornando a casa in treno, Toda rifletté sul suo primo incontro con il suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, avvenuto nell’agosto del 1919. Toda allora aveva diciannove anni e Makiguchi ne aveva compiuti quarantotto.
Ora era Toda ad avere quarantotto anni e quel giovane aveva detto di averne esattamente diciannove. Era una coincidenza davvero sorprendente. Proprio adesso che lui aveva raggiunto i quarantotto anni, aveva incontrato un giovane destinato a condividere con lui il compito di realizzare la volontà di Makiguchi, lottando per la pace.
Dieci giorni dopo, il 24 agosto, il giovane Ikeda entrò a far parte della Soka Gakkai.