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Le nostre lotte sono il tesoro più prezioso - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:27

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Le nostre lotte sono il tesoro più prezioso

Ramona Coccia, Torino

Ramona ha iniziato a praticare il Buddismo a quindici anni e da quel momento ha affrontato ogni difficoltà senza mai indietreggiare per realizzare la sua vita, sfidandosi nel condividere il Buddismo con gli altri, negli studi, nel lavoro, nell’attività giovani e infine nel costruire una famiglia felice

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Ramona ha iniziato a praticare il Buddismo a quindici anni e da quel momento ha affrontato ogni difficoltà senza mai indietreggiare per realizzare la sua vita, sfidandosi nel condividere il Buddismo con gli altri, negli studi, nel lavoro, nell’attività giovani e infine nel costruire una famiglia felice

Mi sono avvicinata al Buddismo a quindici anni grazie a mia madre: da quando praticava era più contenta e affrontava le cose in modo diverso. A diciannove anni decisi di diventare membro.
Ne La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda scrive: «I giovani dovrebbero essere intraprendenti e generosi, dovrebbero assumersi spontaneamente i propri compiti ed essere pronti ad affrontare qualsiasi impresa. […] Quando si è giovani, si è spesso chiamati a svolgere le mansioni più umili sul posto di lavoro e spesso e volentieri dovrete farvi carico di situazioni pesanti. Ma per migliorarsi è fondamentale fare uno sforzo sincero, anche se vi sentite affranti, e continuare a dedicarvi completamente alla fede e alla pratica buddista. Col tempo, quelle esperienze vi forgeranno e aumenteranno la vostra forza, che poi altro non è che quella solidità di fondo necessaria per affrontare tutte le sfide della vita. Questo finirà per diventare anche la vostra fortuna. È per questo che le lotte sono in realtà il più grande tesoro della vita» (NRU, 24, 109).
Ho basato tutta la mia fede, la mia attività e i miei sforzi su questo spirito. A venticinque anni decisi di andare a vivere da sola e riuscii a ottenere un mutuo finanziato al 100%, con un contratto di lavoro precario e come garante il Comune di Torino. In quello stesso anno, pur lavorando, mi laureai. Ero orgogliosa di me!
Tuttavia l’anno dopo, la cooperativa per la quale lavoravo dichiarò fallimento e io mi ritrovai senza lavoro e senza soldi per poter pagare il mutuo.
Recitando Daimoku decisi di sfidarmi nell’aspetto della pratica per me più difficile, lo shakubuku: parlavo sempre alle persone del Buddismo ma nessuno decideva di provare o saperne di più.
Cercai di approfondire anche lo spirito dell’offerta e sentii una grande gioia poiché stavo contribuendo a qualcosa di grande, al movimento di kosen-rufu per realizzare la pace e la felicità di tutti.
In un mese la cooperativa mi diede tutti gli stipendi in sospeso, il TFR, e arrivarono persino sei mesi arretrati di cassa integrazione!
Nel frattempo era sempre più chiara la mia decisione davanti al Gohonzon: volevo fare l’educatrice, quindi grazie a quel beneficio in denaro decisi di iscrivermi nuovamente all’università per conseguire la seconda laurea in Scienze dell’educazione.
Riuscii a non perdere la casa e a pagare regolarmente il mutuo, trovai un nuovo lavoro e iniziai a impegnarmi all’università.
Decisi profondamente che le persone alle quali avevo parlato di Buddismo iniziassero a praticare, e quell’anno finalmente una mia amica ricevette il Gohonzon. Poi l’anno successivo altre due persone!
Il fatto di vivere da sola e lavorare aveva ritardato i miei studi, per cui arrivai al 2017 con un contratto di lavoro in scadenza che mi sarebbe stato rinnovato a tempo indeterminato solo se mi fossi laureata.
Ad aprile mi mancavano cinque esami e la tesi. Recitai Daimoku affidandomi totalmente al Gohonzon.
Riuscii a dare quei cinque esami in quindici giorni, e in due settimane scrissi la tesi. Superando diversi ostacoli, a luglio mi laureai e a settembre fui confermata nel lavoro con un contratto a tempo indeterminato.
Nello stesso mese, dopo due anni di una relazione stabile mi sono sposata con il desiderio di creare una famiglia di valore per kosen-rufu. Subito abbiamo provato ad avere dei figli, rimasi incinta tre volte ma andò sempre male. Provammo uno sconforto indicibile, sembrava un obiettivo realizzabile per tutti tranne che per noi.
Riflettemmo profondamente su cosa volesse dire realizzare “una famiglia per kosen-rufu”.
Nuovamente ci trovammo a recitare tantissimo Daimoku e a fare tanta attività nel Gruppo giovani. Decidemmo di essere felici a prescindere e di concentrarci sulla nostra rivoluzione umana. Trovai un medico competente con cui abbiamo creato un legame bellissimo.
Determinai nuovamente di rimanere incinta per il 18 novembre 2020, e a dicembre è arrivata la bella notizia!
Abbiamo vissuto la prima ecografia con tanta angoscia ma, facendo spazio al Daimoku anziché alla paura… finalmente ci siamo, siamo pronti ad accogliere Thomas il prossimo agosto!
In questi mesi non abbiamo mai indietreggiato, ci siamo posti sempre nuovi obiettivi.
Da qualche tempo ho iniziato a seguire l’APEI (l’Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) che si occupa di tutelare la professione dell’educatore, in accordo con le parole di Sensei che ci esorta a prenderci la responsabilità di trasformare, oltre che la nostra vita, anche la società.
A fine anno, il ministro dell’Istruzione ha dato il via libera alle scuole per avvalersi di questa figura professionale attraverso fondi interamente forniti dal ministero e così, con grande entusiasmo, ad aprile ho deciso di entrare a far parte della commissione della regione Piemonte che si occupa di dialogare con le scuole per promuovere la professione del pedagogista.
Il 25 aprile il territorio Zefiro (di cui sono responsabile delle giovani donne) della regione Piemonte Ovest ha organizzato un corso per membri e principianti che si è svolto in un’atmosfera gioiosa e vittoriosa. Nel pomeriggio una persona a cui ho parlato di Buddismo ha ricevuto il Gohonzon, permettendomi di realizzare l‘obiettivo che mi ero posta all’inizio dell’anno.
A luglio terminerò la mia attività nel Gruppo giovani, che porterò sempre nel cuore e dalla quale ho imparato tantissimo, ed è con questo spirito che intendo puntare al 2030!

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