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C’è sempre da imparare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:27

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    C’è sempre da imparare

    Basandosi sullo studio del Gosho e sull’impegno nel sostenere i membri del suo gruppo, Carla ha cambiato la sua condizione vitale ed è riuscita a trasformare completamente la relazione con il figlio. Il suo sogno più grande è vedere la sua famiglia unita e felice

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    Basandosi sullo studio del Gosho e sull’impegno nel sostenere i membri del suo gruppo, Carla ha cambiato la sua condizione vitale ed è riuscita a trasformare completamente la relazione con il figlio. Il suo sogno più grande è vedere la sua famiglia unita e felice

    Come ti sei avvicinata a questo Buddismo?

    Me ne parlò nel 2002 una collega di mio figlio con cui avevo creato un legame di amicizia. Durante una vacanza insieme la sentii pregare per la prima volta.
    Il Daimoku mi sembrò una musica. Mi disse che serviva per sciogliere le sofferenze e da quel giorno iniziai senza più smettere. Tornai a casa e ne parlai con mia sorella. Poco dopo iniziò a praticare anche lei.

    Qual è stata la tua prima esperienza?

    Il mio primo obiettivo fu di trasformare la sofferenza che provavo nella relazione con mio figlio. Ho perseverato e portato avanti la mia rivoluzione umana per trasformare prima di tutto la mia condizione vitale. E alla fine è arrivato il giorno in cui lui è venuto a bussare. Ci siamo abbracciati e non ci siamo più lasciati. Insieme stiamo facendo un percorso meraviglioso.

    Com’è cambiata la tua vita quotidiana da quando pratichi?

    Ho trasformato completamente il mio modo di vedere le cose.
    Le relazioni più ostili sono diventate grandi occasioni per percepire la felicità prima di tutto nel mio cuore. Inoltre, poter sostenere i membri del mio gruppo mi ha permesso di tenere aperta sempre la mia vita, anche nei momenti di più grande difficoltà, e di ricevere un immenso sostegno.

    Quanto è importante per te lo studio del Gosho e il legame con il maestro Ikeda?

    è fondamentale. Leggo un Gosho per intero almeno sette volte e poi lo sottolineo con l’intento di approfondirlo. Penso: “Se ce l’ha fatta il Daishonin perché non dovrei farcela anch’io?”.
    Verso il presidente Ikeda provo una profonda gratitudine: è grazie a lui che oggi pratichiamo in tutto il mondo. Sento il desiderio di conoscere meglio la sua esperienza attraverso lo studio de La nuova rivoluzione umana. Penso che ci sia sempre da imparare.

    Che consiglio daresti ai giovani per sfidarsi nello shakubuku?

    La mia esperienza è che dobbiamo essere noi la prova concreta del cambiamento. Ho accompagnato tre persone a ricevere il Gohonzon, e tutte e tre hanno deciso di praticare perché mi hanno detto di aver percepito in me felicità e serenità.
    L’importante è pregare per creare legami di fiducia. Ad esempio, un mio vicino di casa mi salutava senza neppure guardarmi in faccia, ma dopo la morte di mia sorella, a marzo, un giorno si è avvicinato a me dicendo: “Mi raccomando, se hai bisogno, il primo telefono da chiamare è il mio”.
    Questo è il potere della Legge mistica!

    Quali sono adesso i tuoi sogni?

    Il più grande è di vedere tutta la mia famiglia unita e felice così come avrebbe voluto anche mia sorella. Aveva da poco compiuto cento anni quando è morta tra le mie braccia.
    Il dolore che provo ora è immenso, ma sto percependo che ci stiamo ancora sostenendo a vicenda. Lei mi ha insegnato ad andare sempre oltre e a credere che con il Daimoku possiamo vincere su qualsiasi cosa.

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