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Tutto dipende da come ci sfidiamo a partire da oggi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:35

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Tutto dipende da come ci sfidiamo a partire da oggi

Ugo Palatucci, Salerno

Nato in una famiglia buddista, Ugo inizia a praticare a sedici anni e grazie alle attività nella Soka Gakkai scopre la sua passione e decide di diventare ingegnere informatico. Intanto, seppur giovanissimo, costruisce la sua famiglia insieme alla sua compagna affrontando con il Daimoku tutte le difficoltà e realizzando tutte le promesse fatte al maestro Ikeda

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Nato in una famiglia buddista, Ugo inizia a praticare a sedici anni e grazie alle attività nella Soka Gakkai scopre la sua passione e decide di diventare ingegnere informatico. Intanto, seppur giovanissimo, costruisce la sua famiglia insieme alla sua compagna affrontando con il Daimoku tutte le difficoltà e realizzando tutte le promesse fatte al maestro Ikeda

Ho ventisei anni e sono nato in una famiglia buddista, ma prima dei sedici anni non mi sono interessato alla pratica. A quel tempo non avevo dei veri e propri amici e avevo iniziato a frequentare compagnie poco raccomandabili.
A scuola non mi impegnavo e avevo particolari difficoltà in italiano. Così, per migliorare la mia lettura e scrittura, decisi di iniziare a leggere di più. Il primo libro, consigliatomi da mia madre, fu La rivoluzione umana. Mi appassionai alla lettura e continuai ad approfondire sempre di più il Buddismo fino ad iniziare insieme alle mie sorelle a recitare Daimoku, Gongyo e a partecipare alle riunioni. Grazie ai consigli dei compagni di fede e alla pratica buddista, che mi permetteva di avere più fiducia in me stesso, riconobbi le mie passioni e dopo la scuola mi iscrissi alla facoltà di Ingegneria informatica.
All’inizio del 2017, incoraggiato da un editoriale di Sensei e in particolare dalla frase: «Non importa come siano andate le cose fino all’anno scorso o fino a ieri, tutto dipende da come ci sfidiamo, da come avanziamo e vinciamo a partire da quest’anno, a partire da oggi.
Questo è lo spirito del Buddismo della “causa originale” (honnin-myo), ovvero lo spirito di “ripartire da ora”» (NR, 597, 4), determinai di realizzare una grande vittoria con il Buddismo, di laurearmi entro l’anno e fare tanta attività con passione.
A marzo di quell’anno la mia ragazza rimase incinta. Entrambi cademmo subito in una grande sofferenza. Non ci sentivamo all’altezza di diventare genitori, non eravamo in grado di prendere una decisione e ci sentivamo persi. Io avevo ventidue anni e stavo frequentando l’ultimo anno della triennale, mentre lei aveva vent’anni e si era appena iscritta all’università.
Fu in quel momento che una compagna di fede del Gruppo donne ci incoraggiò a recitare tanto Daimoku e a prendere la nostra decisione mettendo al centro il Gohonzon.
Io pregavo cercando di incidere questa frase di Gosho: «Se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, allora istante dopo istante sorgeranno in noi i tre corpi del Budda di cui siamo eternamente dotati» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 56).
Quando mi fermavo a pensare alla situazione e al mio futuro, sentivo un grande peso e mi chiudevo in me stesso. Ma sfidandomi nel fare shakubuku proprio in quei momenti, misticamente trovavo bellissime occasioni per dialogare e riuscivo a uscire dal circolo vizioso di pensieri.
Sentii emergere un’incredibile forza e davanti al Gohonzon sperimentai una gioia sconfinata.
Ero sicuro che saremmo stati in grado di vincere su qualunque cosa ci fosse capitata. Anche la mia ragazza fece un percorso simile e ci trovammo uniti nella decisione di voler creare la nostra famiglia per kosen-rufu cercando di pesare il meno possibile sui nostri genitori. Non importava quanti sforzi avremmo dovuto fare.
Così abbiamo scritto a Sensei della nostra decisione di volerci realizzare al 100% in tutti gli aspetti della nostra vita e gli abbiamo chiesto un nome per nostra figlia che sarebbe nata a ottobre.
Mi lanciai nello studio con l’obiettivo di laurearmi a settembre e parlavo della pratica buddista ai miei compagni di studi che non credevano si potessero fare così tanti esami in poco tempo.
Nei momenti di sconforto Sensei era lì pronto a incoraggiarmi. Una volta non sapevo se andare a sostenere un esame molto difficile e nel dubbio iniziai a leggere un suo editoriale. Le prime parole erano: «Quando si è giovani, qualunque cosa accada, bisogna affrontarla con coraggio dicendo: “Tenterò comunque!”» (NR, 605, 4). Poche ore prima dell’esame arrivò la sua risposta alla nostra lettera.
Un’altra volta, prima di affrontare il mio primo colloquio di lavoro, ci venne comunicato che Sensei aveva inviato il nome per nostra figlia. Mi sentivo costantemente accompagnato e sostenuto. Non potevamo assolutamente fallire. Intanto molti giovani iniziarono a praticare nel capitolo dove facevo attività e due persone a cui avevo parlato del Buddismo ricevettero il Gohonzon.
Dopo tante difficoltà, a settembre 2017 riuscii a laurearmi, iniziando il giorno dopo i corsi della magistrale. Il 7 ottobre nacque Sofia Emi e il 18 iniziai a lavorare part-time per un’azienda a pochi metri dall’università, mentre continuavo a partecipare con gioia alle attività della Soka Gakkai.
I primi tre mesi dalla nascita di Sofia Emi sono stati difficilissimi. I nostri ritmi erano completamente ribaltati ed eravamo carichi di molto stress. Io e la mia compagna litigavamo in continuazione.
Ricordandomi della promessa fatta a Sensei, decisi che dovevo diventare un pilastro della mia nuova famiglia per creare armonia. Quello fu il primo giorno in cui non litigammo. Con il tempo siamo riusciti a crescere insieme e a rimanere uniti.
Al lavoro i colleghi litigavano spesso e ci si puntava il dito a vicenda quando le cose non andavano bene. L’atmosfera era molto pesante. Anche se la paga era bassa, ne avevo bisogno e non avevo trovato nessuna azienda in zona che mi permettesse di lavorare e studiare. Ero molto scoraggiato, cercavo di resistere aspettando di laurearmi perché pensavo fosse l’unico modo per poter cambiare ambiente. Sentivo però che questo atteggiamento non era propriamente in linea con le guide di Sensei, che ci incoraggia a vincere proprio nella situazione in cui ci troviamo, e compresi che in questo modo non avrei mai potuto conseguire una vittoria.
Quindi ripartii da me stesso e decisi di alzarmi da solo. Da quel momento il Daimoku cambiò completamente. Andavo al lavoro con gioia e voglia di fare, parlai ai miei colleghi del Buddismo e contemporaneamente iniziai a lavorare come freelance.
Mi affidarono un piccolo progetto e successivamente dei tirocinanti da seguire.
Verso la fine del corso di laurea feci un colloquio per un’azienda del nord che aveva deciso di creare un nuovo ufficio vicino casa della mia compagna e io fui il primo assunto.
A luglio 2020 mi sono laureato. A marzo di quest’anno siamo riusciti a realizzare il nostro desiderio di trasferirci.
Siamo felicissimi, Sofia Emi ha quattro anni e sta benissimo, noi stiamo realizzando la nostra vita al 100%, come abbiamo promesso al nostro maestro.
Desideriamo ripagare il nostro debito di gratitudine verso Sensei, i nostri amici e la Soka Gakkai che tanto ci stanno sostenendo.

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