Il 2 ottobre 1960, pochi mesi dopo essere stato nominato presidente della Soka Gakkai (il 3 maggio), Daisaku Ikeda intraprese il suo primo viaggio all’estero che segnò l’inizio del suo impegno per la pace nel mondo. L’anno successivo, il 5 ottobre 1961, Sensei arrivò per la prima volta in Europa. Visitò nove paesi passando per Copenaghen, Berlino, Amsterdam, Parigi, Londra, Madrid, Ginevra, Vienna e il 19 ottobre giunse per la prima volta a Roma.
Il 19 ottobre per noi rappresenta il Giorno d’Italia e quest’anno è particolarmente significativo perché segna il sessantesimo anniversario di quel primo viaggio.
Lo sviluppo di kosen-rufu nel nostro paese è partito dal primo passo del presidente Ikeda nel nostro continente. Allora in Europa c’erano soltanto otto membri, ma grazie a tutto ciò che il nostro maestro ha fatto per piantare ovunque semi di speranza e di dialogo, la Soka Gakkai si è sviluppata come la vediamo oggi.
La chiave di questo sviluppo sta nell’impegno di ognuno di noi di interiorizzare e mettere in pratica l’esempio e gli incoraggiamenti del maestro, e questo è ciò che determinerà lo sviluppo di kosen-rufu anche nel futuro.
Il primo viaggio in Europa del 1961 è narrato nei volumi 4 e 5 de La nuova rivoluzione umana. Sensei racconta che recitava Daimoku per risvegliare i Bodhisattva della Terra, affinché il nostro continente che aveva visto nascere due guerre mondiali, diventasse una terra di pace e di speranza.
Per questo il prossimo 19 ottobre rappresenta per noi l’occasione di ricambiare il nostro debito di gratitudine mostrando la prova concreta delle nostre vittorie personali, nei dialoghi per diffondere il Buddismo ed espandere la rete dell’umanesimo facendo nostra la determinazione espressa da Sensei nel volume 5 de La nuova rivoluzione umana (pag. 108):
«Nichiren scrisse: “Se la compassione di Nichiren è veramente grande, Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l’eternità». La Legge mistica è eterna. In modo simile, la pace e la prosperità basate sulla Legge mistica devono durare per l’eternità.
[…] La missione della Soka Gakkai è di edificare questo regno spirituale, la terra della mistica Legge, nel cuore di ciascun individuo. Questo è ciò che si sarebbe dovuto raggiungere per aprire la strada a un nuovo futuro pieno di speranze.
Ripromettendosi di compiere tutto questo Shin’ichi, mentre ammirava la luna su Roma, compose mentalmente una poesia:
In piedi,
tra le rovine di Roma,
sento la certezza
che la Terra della mistica Legge
non perirà mai».
Grazie Sensei!
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Verso il 19 ottobre con una nuova determinazione
Presentiamo una tavola rotonda con alcuni giovani per parlare del significato del sessantesimo anniversario della prima visita di Sensei in Italia
Chiara De Paoli, segretaria delle giovani donne
Valerio Baci, segretario dei giovani uomini
Elena Benni, vice-responsabile del Gruppo futuro
Pietro Bazzechi, responsabile del Gruppo studenti
Insieme ai compagni di fede di tutta Europa stiamo puntando al mese di ottobre, che segnerà i sessant’anni dalla prima visita del presidente Ikeda nel nostro continente. Che significato ha per te questa data? Quali sono i tuoi obiettivi?
Valerio: Stiamo vivendo un momento storico molto difficile, per tanti motivi. Ma allo stesso tempo ognuno di noi sta prendendo sempre più consapevolezza della fortuna di poter affrontare tutto questo rafforzando, ogni giorno, le proprie radici. Mi riferisco alla sorgente da cui possiamo trarre speranza, determinazione e coraggio: il legame con il nostro maestro.
Le sue lotte, i suoi continui incoraggiamenti e l’incrollabile fiducia che ripone in ognuno di noi possono ispirarci a realizzare un radicale cambiamento nel nostro modo di vivere.
Il 19 ottobre del 1961 è il punto d’origine dello sviluppo del movimento di kosen-rufu nel nostro paese. Possiamo approfondirne il significato studiando cosa successe allora, e cercare di fare nostra la stessa determinazione che spinse Sensei a dare avvio al movimento di kosen-rufu in Italia. Desidero vivere questi giorni che ci separano dal 19 ottobre con rinnovata determinazione, gioia e leggerezza, per trasmettere a sempre più persone la fortuna di praticare il Buddismo!
Elena: Vedere la grande compassione e determinazione con cui Sensei ha incoraggiato ogni persona che aveva di fronte durante le sue visite in Europa mi ha suscitato un sentimento di gratitudine, e di pari passo in questi mesi è cresciuto in me il desiderio di creare dialoghi di valore con le persone che ho attorno.
La decisione di trasmettere speranza agli altri mi ha fatto scontrare in prima persona con la sfiducia in me stessa e con la paura di non riuscire a cambiare in meglio la mia vita.
Questo sessantesimo anniversario è per me l’occasione di vincere sulla sfiducia e di infondere coraggio nel cuore degli altri. Entro questa data ho deciso di trovare un lavoro in cui poter crescere, sfidarmi nello studio e costruire amicizie basate sulla sincerità e il dialogo.
In occasione del 19 ottobre in tutta Italia si terranno riunioni di shakubuku a livello locale. Come vi state preparando per questa attività?
Pietro: Nella nostra zona siamo ripartiti dall’unità tra donne, giovani donne, uomini e giovani uomini, con la convinzione che, unendoci noi per primi, potremo realizzare un grande progresso.
Rispettando le indicazioni dell’Istituto legate alla pandemia, insieme vogliamo creare occasioni per parlare di Buddismo, avere un contatto profondo con le persone ed esprimere tutta la nostra creatività!
Chiara: Sono convinta che la preparazione consista prima di tutto nel ripartire dal Daimoku. Personalmente, ogni volta che si avvicina una data importante per la Soka Gakkai è il momento di fare uno sforzo attivo per “farla mia”, per decidere di sperimentare ancora una volta la grandezza del Buddismo.
Ultimamente sono emerse sofferenze e preoccupazioni che mi hanno portata a recitare Daimoku desiderando di «vedere il Budda anche a costo della vita» (cfr. SDL, 302). Grazie a questa preghiera profonda – dopo tanto tempo in cui faticavo a sentire il desiderio di fare shakubuku – si sono manifestate naturalmente delle toccanti occasioni di dialogo che hanno completamente rivoluzionato il mio stato vitale. Vorrei prepararmi alle riunioni di ottobre accumulando tante esperienze di questo tipo!
Valerio: Ogni volta che organizziamo delle attività è importante farne nostro lo spirito e comprenderne l’obiettivo. Vorrei condividere una guida che Sensei diede durante il suo viaggio in Europa nel 1961: «Coloro che si rifugiano nel proprio minuscolo guscio, desiderando solo la felicità personale, in realtà non diventeranno mai completamente felici. La vera felicità si può raggiungere solo quando un individuo diventa felice insieme alle persone che lo circondano. Quindi, è importante parlare agli altri del Buddismo del Daishonin e mostrare loro la strada verso il cambiamento. Vivere con questa compassione è l’essenza del Buddismo, ed è anche la fonte della nostra realizzazione» (NRU, 5, 79).
Questo sessantesimo anniversario è allo stesso tempo un traguardo importante e un punto di partenza verso il futuro, mirando al centenario della Soka Gakkai. Quali sono le tue determinazioni verso il 2030?
Elena: In questo anno cruciale ho scritto per la prima volta le mie determinazioni verso il 2030, immaginando il tipo di persona che vorrei essere tra dieci anni e determinando grandi vittorie in ogni aspetto della mia vita.
Il desiderio che sta alla base di questi obiettivi è crescere come essere umano e la strada per farlo è il legame di maestro e discepolo.
Promettendo al presidente Ikeda di ottenere grandi risultati ho sempre superato i miei limiti: questa è la chiave per lo sviluppo verso il futuro, partendo da questo sessantesimo anniversario.
Pietro: Nel 2030 sarò al termine della mia attività nel Gruppo giovani; per questo, determino di crescere come un autentico discepolo, contribuendo alla costruzione della nuova generazione di adulti che domani proteggerà la Soka Gakkai.
Dal punto di vista lavorativo desidero essere protagonista nella transizione energetica globale. Infine, determino di mettere le basi per la mia famiglia gioiosa per kosen-rufu.
Chiara: Siamo la generazione de La nuova rivoluzione umana: nel futuro sarà compito nostro trasmettere alle nuove generazioni quanto è formidabile una vita basata sulla non dualità di maestro e discepolo.
Credo che il modo migliore per ripagare il nostro debito di gratitudine verso il maestro sia costruire una vita felice.
Io vorrei vivere una vita autenticamente felice, vittoriosa in ogni aspetto e sento che l’unica strada per farlo è non tradire mai la fiducia del mio maestro e diventare la discepola che vorrebbe vedere.