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Si vince sempre insieme! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:29

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Si vince sempre insieme!

Giacomo Poluzzi, Trento

Giacomo Poluzzi è un calciatore professionista che gioca nella squadra Südtirol in serie B. è il primo portiere a livello europeo ad aver ricevuto solo 9 goal in 38 partite, superando tutti i record. È membro della Soka Gakkai e in questa intervista racconta come ha realizzato il suo sogno di diventare calciatore e ha affrontato tante sfide personali e professionali basandosi sul Daimoku. Mettendo in pratica il Gosho e gli incoraggiamenti del maestro Ikeda, si sta sfidando nel condividere il Buddismo con quante più persone possibile

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Fare il calciatore è il sogno di tanti giovani. Per te com’è iniziato tutto?

Da piccolo vedevo che in molti praticavano questo sport e così ho voluto sperimentare anche io. È nata una grande passione che è sempre più cresciuta fino a diventare la mia professione. Ho realizzato il sogno di fare il lavoro che mi piace.

Hai mai avuto momenti difficili in cui pensavi di mollare?

Non ho mai avuto dubbi ma ci sono state delle situazioni che mi hanno messo alla prova, come è successo tre anni fa, in un momento cruciale per la mia carriera.
Nel 2019 mi era scaduto il contratto e non avevo ricevuto più nessuna chiamata. Quell’estate determinai davanti al Gohonzon che avrei deciso io quando smettere di giocare, non gli altri. Con mia moglie e i nostri figli siamo partiti per il campeggio al mare. Durante tutta l’estate mi svegliavo la mattina presto per recitare un’ora di Daimoku. Avevo deciso di non soccombere e come sempre il Gohonzon “ha risposto“.

Cosa è successo?

È arrivata la chiamata dalla Virtus Francavilla, in Puglia. Non fu una scelta facile; spostare la famiglia con due bimbi piccoli così lontano da casa mi preoccupava, ma la determinazione che emergeva davanti al Gohonzon mi fece dire di sì a quella sfida. Fu una stagione molto positiva ma quando si concluse decisi di non accettare il rinnovo del contratto. Sentii che il mio percorso lì era finito. Non avevo niente in mano ma determinai davanti al Gohonzon che emergesse la cosa migliore.
In quei tre mesi a casa, che coincisero con il periodo di pandemia, mi impegnai a promuovere le riunioni online nel mio gruppo per mantenere vivi i rapporti. Tutto il Daimoku e le cause messe per kosen-rufu aprirono la strada: il Südtirol, una società con cui desideravo tanto lavorare, mi chiamò per offrirmi un contratto.
A questa terra mi legano molti ricordi vissuti nell’infanzia sulle Dolomiti con mio padre che purtroppo non c’è più.

Com’è cambiata la tua vita da quando sei buddista?

È cambiata la mia predisposizione verso la vita, ho capito che ogni cosa dipende da me, da come reagisco io e dalle cause che metto nei momenti più difficili.
Ho iniziato a praticare il Buddismo dopo il suicidio di mio padre.
In quel momento mi ritrovai a un bivio: continuare a sentirmi una vittima oppure decidere di essere un uomo felice, anche per lui.
Fu un mio compagno di squadra a parlarmi del Buddismo e io pensai subito di aver trovato la strada per trasformare tutto. Iniziai a recitare Daimoku e a partecipare alle riunioni, e dopo pochi mesi ricevetti il Gohonzon. Da quando pratico mi sento diverso anche quando scendo in campo. Sento di essere padrone delle mie emozioni, della mia mente e grazie a questo riesco ad affrontare la partita con fiducia e grinta.

Di recente hai realizzato una grande prova concreta. Sei il primo portiere a livello europeo ad aver ricevuto solo 9 goal in 38 partite…

Dopo aver realizzato tutti gli obiettivi che avevo stabilito all’inizio dell’anno, ho rideterminato di fare 18 clean sheet, che significa mantenere la porta inviolata. Una volta raggiunta questa vittoria ho rilanciato a ulteriori 11 arrivando a 29 su 38 partite, superando così Buffon in minuti di imbattibilità in un campionato professionistico. Una cosa incredibile, un record nella storia! Con il Südtirol abbiamo inoltre vinto il campionato di Legapro in serie C approdando quest’anno in serie B, prima volta nella storia della squadra. Infine, mi hanno rinnovato il contratto per altri tre anni, un fatto rarissimo per un calciatore della mia età. In quei mesi ho recitato più di due ore di Daimoku al giorno e ho cercato di sostenere sempre più persone sfidandomi nello shakubuku, tanto che il mio allenatore della primavera ha ricevuto il Gohonzon e anche un mio compagno di squadra ha iniziato a praticare!
Inoltre molti altri si sono interessati al Buddismo.

In che modo la relazione con Ikeda Sensei ti ha aiutato in questi anni a realizzare i tuoi sogni?

Provo un sentimento di enorme gratitudine per il maestro Ikeda che mi ha permesso di cambiare la mia vita e di essere felice nonostante tutto. Vivo questo senso di gratitudine verso di lui e verso la Soka Gakkai come una grande responsabilità. Grazie ai suoi incoraggiamenti ho realizzato anche l’obiettivo di creare una famiglia: con mia moglie all’inizio avevamo difficoltà ad avere figli ma da quando ho iniziato a praticare e a dedicarmi a kosen-rufu come Sensei ci insegna, lei è rimasta incinta di Nicolò e poi anche di Leonardo. Una gioia immensa!

E in che modo l’attività nella Soka Gakkai ti ha sostenuto nella tua rivoluzione umana?

Mi ha permesso di creare tantissimi legami e di sentirmi sempre incoraggiato nei momenti cruciali. La cosa più bella della Soka Gakkai è il non sentirsi mai soli poiché si vince sempre insieme.

C’è un passo di Gosho che ti ha accompagnato in questi anni?

Quello che mi incoraggia di più è dal Gosho Sulle preghiere: «Anche se può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga a ovest, non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta» (RSND, 1, 306).
Ci sono dei periodi in cui si soffre e si ha il dubbio di non farcela ma questa frase, imprimendola dentro di me, mi ha dato la consapevolezza che si realizzerà sempre la cosa migliore per noi. Tutto dipende dal nostro ichinen, dalla nostra determinazione e dalla nostra sincerità.

Obiettivi per il futuro?

Mi sto preparando a livello lavorativo per essere pronto ad affrontare nuove sfide. Stiamo vivendo un momento cruciale nel mondo e sento che dobbiamo far emergere la stessa determinazione che Sensei manifestò nel Kansai durante la campagna di Osaka, perciò il mio obiettivo è far conoscere il Buddismo a più persone possibili affiché diventino felici.

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