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Decido di vincere e tutto inizia a cambiare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:17

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Decido di vincere e tutto inizia a cambiare

Caterina Fiocchetti, Perugia

Dopo vari tentativi, Caterina rimane incinta. All’ottavo mese di gravidanza lei e il marito contraggono il Covid. Sarà una sfida intensa, affrontata con tanto Daimoku, quella che la condurrà finalmente ad abbracciare suo figlio

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Dopo vari tentativi, Caterina rimane incinta. All’ottavo mese di gravidanza lei e il marito contraggono il Covid. Sarà una sfida intensa, affrontata con tanto Daimoku, quella che la condurrà finalmente ad abbracciare suo figlio

Ho iniziato a praticare nel 2013. Nello stesso anno, col cuore colmo di gratitudine, sono andata in viaggio di nozze in Giappone. Mentre recitavo al Daiseido promisi a Sensei che avrei realizzato una famiglia di valore.
Nel 2017 rimasi incinta, ma alla nona settimana persi il bambino. Pur soffrendo per la perdita cercavo di incoraggiare più persone possibili, rideterminando ogni volta e ispirata dalle parole del Gosho: «Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 607).
Poi è arrivato il 2020 con la pandemia mondiale. Nonostante il lockdown nel nostro settore emergevano persone che desideravano approfondire la fede e tre di loro hanno ricevuto il Gohonzon.
Nel mentre rafforzavo in me la sensazione che ero sulla strada giusta per realizzare il desiderio di allargare la nostra famiglia. Mio marito non ha mai avuto dubbi, invece il mio ichinen spesso era debole, avevo paura di credere fino in fondo.
In occasione della riunione donne e giovani donne di giugno 2020 decisi con forza che la nostra sarebbe stata una famiglia felice e di valore, che fossimo stati in due, in tre o più.
Ad agosto eravamo di nuovo in dolce attesa. Arriva la seconda ondata, io sono un’attrice e perdo tutti i lavori che avevo, ma colgo il lato positivo: sto a casa e mi riguardo, mio marito per fortuna può continuare a lavorare. La gravidanza procede bene.
A marzo 2021 arriva la terza ondata, entro nell’ottavo mese, mio marito contrae il virus, e poco dopo risulto positiva anch’io.
Ci curiamo a casa, ma i sintomi peggiorano, due settimane di febbre altissima entrambi.
Cerchiamo di seguire a distanza le riunioni, di recitare Daimoku, ma poco dopo ci risulta impossibile. Mio marito si aggrava e viene portato in ospedale. Rimango sola a casa, stanchissima mentalmente e fisicamente e preoccupata per il mio bambino.
Nessuno può venire a casa a visitarmi e verificare anche come sta lui, Teo. Il mio medico e l’ostetrica mi convincono a farmi ricoverare.
In ospedale capiscono immediatamente che la mia situazione è grave. Mi portano in terapia intensiva con una polmonite bilaterale estesa, e lì ricevo una grande protezione: l’anestesista di turno è una mia amica e non si limita a curarmi ma mi incoraggia, mi tranquillizza e mi accompagna in sala parto tenendomi la mano. Mi fanno partorire con un cesareo d’urgenza perché sono in insufficienza respiratoria.
Portano subito Teo in neonatologia, non me lo fanno neanche vedere. Teo è nato alla trentatreesima settimana, è piccolo ma non troppo, e non subisce nessuna manovra invasiva.
Mio marito ricoverato con una polmonite da Covid saprà poco dopo che nostro figlio è nato.
Io ho bisogno di cure costanti e posso vedere mio figlio solo tramite videochiamata. Per fortuna mia sorella maggiore può andare da Teo tutti i giorni a coccolarlo e dargli il biberon.
Dopo una settimana io vengo trasferita nel reparto Covid, e mio marito rimandato a casa. Inizio a tirarmi il latte per avviare la produzione nella speranza di poter allattare, riprendo a recitare Daimoku per ore in silenzio perché sono senza fiato.
Una compagna di fede mi invia una video lezione su “Fede per godere di buona salute e longevità” e mi colpisce un passaggio in cui Nichiren incoraggia la sua discepola a decidere, decidere di guarire. Seguo la guida e decido di guarire.
Sento la preghiera dei compagni di fede che recitano Daimoku per la nostra guarigione, questa preghiera rinvigorisce a distanza il mio stato vitale e protegge Teo. Lui sta sempre meglio e sarebbe stato pronto ad uscire dopo una settimana se avesse avuto i genitori in salute.
Inizio a sentirmi meglio, desidero abbracciare mio figlio e tornare a casa.
Nel momento in cui il mio stato vitale sembra rinvigorirsi, mio marito ha un’embolia polmonare: lo ricoverano nella stanza vicino alla mia e lo sento gridare dal dolore.
Ho un crollo emotivo, ma recito Daimoku con fiducia nelle parole del maestro: «Più buia è la notte, più vicina è l’alba» (Giorno per giorno, Esperia, 15 agosto). Fortunatamente la situazione è stata affrontata in tempo e mio marito risulta fuori pericolo.
Finalmente riesco a recitare Daimoku con la mia voce senza stancarmi. Dopo due giorni risulto negativa al Covid! Posso ricongiungermi al mio bambino! Mi dimettono dopo trenta giorni di malattia, in una giornata di primavera, tredici giorni dopo la nascita di mio figlio, e solo in quel momento posso abbracciarlo per la prima volta. Un cucciolo di leone coraggiosissimo.
Mio marito viene dimesso il giorno successivo, anche lui finalmente negativo al Covid.
Diventare madre ha rivoluzionato la mia vita, con nuove sfide per il futuro.
Ora desidero portare avanti armoniosamente i miei nuovi impegni e l’attività buddista per continuare ad approfondire la fede, sostenere la crescita del mio settore e ripagare il mio debito di gratitudine verso Sensei!

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