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Quanto è prezioso ogni singolo istante della nostra vita! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:50

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Quanto è prezioso ogni singolo istante della nostra vita!

Elena Buldumea, Bologna

Recitando Nam-myoho-renge-kyo per vincere sulle sue paure e approfondire sempre di più la sua fede, Elena si è sfidata nell’attività per gli altri senza permettere alle difficoltà di fermarla, riuscendo così a superare un grande problema di salute e a trovare il posto di lavoro dove si sente felice e a proprio agio

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Recitando Nam-myoho-renge-kyo per vincere sulle sue paure e approfondire sempre di più la sua fede, Elena si è sfidata nell’attività per gli altri senza permettere alle difficoltà di fermarla, riuscendo così a superare un grande problema di salute e a trovare il posto di lavoro dove si sente felice e a proprio agio

La vita è bella, anche quando diventa un campo di battaglia.
Il Buddismo mi ha insegnato che la felicità non dipende dalle circostanze esterne: in ogni istante possiamo rimanere intrappolati nelle nostre paure oppure avanzare grazie al coraggio che deriva dalla fede.
Sono nata in Moldavia e sono arrivata a Bologna nel 2001 per cercare lavoro. Nel 2010 l’epatite che mi era stata diagnosticata quasi vent’anni prima si trasformò in una grave cirrosi, peggiorando il mio stato di salute. Un amico che tempo prima mi aveva parlato della pratica buddista mi incoraggiò nuovamente a recitare Daimoku per affrontare la malattia: iniziai e, l’anno dopo, ricevetti il Gohonzon.
Da allora ho costantemente determinato, davanti al Gohonzon, di vincere e guarire completamente evitando il trapianto di fegato prospettato dai medici, e di portare avanti kosen-rufu a Bologna.
Nel 2014 dei noduli al fegato peggiorarono il mio quadro clinico e mi dissero che avrei dovuto operarmi. Dentro di me cominciò una battaglia estenuante tra la paura e il coraggio. Una frase di Gosho mi ha sempre accompagnato: «Una singola vita vale di più del sistema maggiore di mondi. Tu hai ancora molti anni davanti a te, e inoltre hai incontrato il Sutra del Loto. Se vivi anche un solo giorno di più puoi accumulare una fortuna ancora più grande. Quant’è preziosa la vita!» (Il prolungamento della vita, RSDN, 1, 847).
Iniziai a recitare un potente Daimoku, sostenuta dalle compagne di fede con le quali ho condiviso ogni momento di rabbia e sconforto. Riuscii a tenere la situazione clinica sotto controllo e, al momento dell’operazione, i medici si resero conto che i noduli erano spariti!
Intanto avevo accettato la responsabilità di un gruppo, che si era appena raddoppiato. Ho recitato Nam-myoho-renge-kyo per vincere sulle mie paure e approfondire sempre di più la mia fede e mi sono sfidata al massimo nell’attività senza permettere alla cirrosi di fermarmi.
Così facendo il mio atteggiamento iniziò a cambiare: accettai che la mia unica salvezza era il trapianto e decisi di lottare per dedicare ogni vittoria al movimento di kosen-rufu in Moldavia, dove non c’erano ancora praticanti. Con questa determinazione, in poco tempo ma con grandi sforzi riuscii, insieme ai compagni di fede moldavi e rumeni che come me vivono in Italia, a far aprire i primi due Gohonzon del mio paese!
In Moldavia mi ero laureata in Cultura e Arte e lavoravo per il Dipartimento della Cultura. Arrivata in Italia ho svolto diversi lavori manuali ma poi, a causa della malattia, non ne sono più stata in grado. Inoltre, da sette anni avevo fatto domanda al Comune per l’assegnazione di una casa ma, non avendola ancora ottenuta, condividevo un appartamento con un’altra donna. Nonostante la mia condizione precaria, la mia fede non ha mai vacillato e ho sempre fatto attività grata di riuscire comunque a sostenere la mia vita. Ho pregato con la convinzione che nessuna preghiera rimane senza risposta e a fine 2019 una cooperativa sociale che sostiene persone con fragilità mi ha offerto un lavoro permettendomi di scegliere l’attività più in linea con i miei interessi: oggi lavoro in un museo nel centro di Bologna, faccio parte di un bellissimo team e condivido spesso con i colleghi la mia filosofia di vita. Subito dopo mi è stato anche assegnato un appartamento dal Comune, con la possibilità di scegliere la zona: oggi vivo vicino all’ospedale dove sono in cura e ho una casa da dedicare a kosen-rufu!
Purtroppo, però, la mia situazione fisica nel frattempo era peggiorata. Iniziai a fare cure molto impegnative in day hospital e perciò recitavo un forte Daimoku per trasformare il veleno in medicina, sostenuta da tantissimi amici e compagni di fede in Italia, Romania e Moldavia.
Nell’estate 2020, quando la mia disperazione era al culmine, fui inserita nella lista dei trapianti d’urgenza. Incoraggiata dalla mia responsabile, determinai di essere operata entro il 18 novembre, novantesimo anniversario della Soka Gakkai.
L’8 novembre, in piena notte, squillò il telefono. Mi dissero che c’era un fegato compatibile e che entro due ore sarei dovuta essere in ospedale. Una giovane compagna di fede che mi stava aiutando in quei giorni era a casa con me, ci abbracciammo in silenzio e recitammo Gongyo e Daimoku: questo mi fece sentire pronta. In ospedale, presa da tanti pensieri, sentivo di essere sostenuta dal mio maestro e dai compagni di fede.
L’intervento, durato dodici ore, è riuscito bene grazie a un’équipe meravigliosa e alla preghiera di tutti. I medici si sono stupiti per il mio recupero, più rapido di quanto si aspettassero.
Dopo il trapianto ho pensato molto al donatore. Non so nulla di lui, o lei, ma provo tanta gratitudine e sento un legame profondo, eterno. Ogni giorno questa persona, con la sua famiglia, vive nelle mie preghiere. Ho voluto darle un nome: Gioia, ricordando il libro di Sensei “Gioia nella vita gioia nella morte” in cui afferma: «Secondo la filosofia buddista la nascita e la morte sono parte di un ciclo ininterrotto che viene guidato da un insieme di cause interne e di relazioni con l’ambiente» (Esperia, 2009, Prefazione, pag. V). Nam-myoho-renge-kyo è il ritmo di questo fluire incessante, di cui anche Gioia è stata una funzione.
Oggi il mio gruppo, proprio come la mia vita, ha trovato una nuova stabilità e stiamo approfondendo sempre di più la nostra fede.
Dedico questa vittoria al mio maestro, ai compagni di fede e a tutti coloro che stanno lottando con la malattia e la sofferenza, e determino di sfidarmi ancora di più nello shakubuku affinché più persone possibili possano conoscere il potere del Daimoku e della fede per vincere su ogni difficoltà e sofferenza.

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