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I nostri pionieri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:12

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I nostri pionieri

Quest’anno ricorre il 40° anniversario della visita del presidente Ikeda in Italia e in Europa, nel 1981. Era il 28 maggio quando Sensei atterrò a Pisa e diede avvio a uno straordinario sviluppo di kosen-rufu nel nostro paese, incontrando i membri – per lo più giovani – a Firenze e poi a Milano. Il 5 giugno partì da Milano per Marsiglia, e da lì si recò presso il Centro culturale europeo di Trets, dove partecipò a una riunione in cui definì il 6 giugno come il “Giorno d’Europa”, poi rinominato “Giorno di maestro e discepolo per l’Europa”. I giovani italiani che hanno incontrato Sensei nell’81 hanno dato vita a un’ondata di shakubuku che si è propagata nel corso di tutti questi anni.

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Quest’anno ricorre il 40° anniversario della visita del presidente Ikeda in Italia e in Europa, nel 1981. Era il 28 maggio quando Sensei atterrò a Pisa e diede avvio a uno straordinario sviluppo di kosen-rufu nel nostro paese, incontrando i membri – per lo più giovani – a Firenze e poi a Milano. Il 5 giugno partì da Milano per Marsiglia, e da lì si recò presso il Centro culturale europeo di Trets, dove partecipò a una riunione in cui definì il 6 giugno come il “Giorno d’Europa”, poi rinominato “Giorno di maestro e discepolo per l’Europa”. I giovani italiani che hanno incontrato Sensei nell’81 hanno dato vita a un’ondata di shakubuku che si è propagata nel corso di tutti questi anni.

Il sole dentro la mia vita

Giacomo Cillo, Roma

È stata un’esperienza incredibile!
Il giorno del garden party dovevo suonare con il mio amico Gianni in Calabria. Abbiamo recitato Daimoku tutta la notte perché la serata venisse annullata, ma invece fu confermata… Era difficile da mandare giù, dopo tanta attività e con il desiderio di incontrare il maestro! Alla fine decidemmo di partire per Milano direttamente dopo il concerto.
Una volta arrivati abbiamo fatto attività e poi siamo andati alla stazione centrale ad accogliere Sensei. Eravamo disposti su due file e all’improvviso mi è presa una crisi di panico. Prima di praticare ne soffrivo, ma poi era tutto passato. Ed ecco che ora tornava in quel momento cruciale: desideravo scappare, stare per conto mio, invece dovevo stare lì. Ma quando è arrivato il treno è successa una cosa meravigliosa e difficile da spiegare: ho sentito il sole entrare nella mia vita, un calore immenso, all’improvviso ero calmo, sereno, stavo meglio di prima!
All’epoca mi sembrava si parlasse di Sensei mitizzandolo e questo mi creava disagio. Ma quando ho sentito quel sole dentro di me ho capito che è una persona davvero incredibile.
Io credo che ciò che Sensei trasmette derivi dal suo costante impegno nell’esprimere la massima considerazione per ogni singola persona.
A quel punto ero felice, sentivo che la mia esperienza l’avevo fatta. E invece, dopo esserci passato davanti, Sensei è tornato indietro e ci ha stretto la mano, proprio a me e a Gianni. Al che io mi sono inchinato e lui si è inchinato a sua volta, allora mi sono inchinato ancora di più e anche lui lo ha fatto, e si è rialzato solo dopo che l’ho fatto io, e poi se n’è andato. In quei brevi attimi così intensi, ho sentito che lui sapeva di tutto lo sforzo che avevamo fatto per essere lì, mi ha trasmesso una profonda fiducia in me stesso concretizzata nell’unicità di maestro e discepolo.
Ora potevo riconoscere alla mia vita il massimo valore, mentre prima pensavo non valesse niente. È come se mi avesse detto che sono una persona preziosa e ho percepito di essere un Budda dall’infinito passato.
Negli anni successivi il movimento di kosen-rufu in Italia ha avuto una crescita incredibile, e per il futuro desidero una nuova crescita che nasca proprio da questo momento cruciale che stiamo vivendo.
Mi sento fiducioso perché il nostro movimento è destinato a proseguire per l’eternità.

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Un legame eterno

Titina Matera, Roma

Nel 1981, quando venne il presidente Ikeda in Italia, avevo ventiquattro anni. Sono arrivata a Firenze il giorno dello spettacolo, con il gruppo di Napoli. Ho cantato e ballato, c’era una grande energia da parte di tutti.
Alla fine del garden party mi sono messa all’ombra di un grande albero, era una giornata veramente calda, e mentre ero lì ho incrociato lo sguardo di Sensei. Quasi contemporaneamente ci siamo inchinati uno verso l’altra, come in un gesto di reciproco assenso. E in questi anni l’intensità di quell’assenso non mi è venuta mai meno. Successivamente ho capito quel gesto: come se fosse stato il riconoscimento di un legame dall’infinito passato.
Nel Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita si legge: «I miei discepoli, preti e laici, ora possono accettare e sostenere il Sutra del Loto in virtù del forte legame formato con esso nelle vite passate, e senza dubbio conseguiranno la Buddità nel futuro. L’eredità del Sutra del Loto fluisce nella vita di coloro che non lo hanno mai abbandonato in nessuna esistenza, nel passato, nel presente e nel futuro» (RSND, 1, 190).
Ho sentito un legame eterno con il mio maestro, ho sentito di averlo scelto vita dopo vita.
Grazie a ciò, anche nei momenti più difficili non ho mai vacillato. Quell’attimo così profondo ha cambiato tutto. Ho una fiducia assoluta nel maestro che mi accompagna sia nei momenti belli che in quelli critici.
“Mirare a vent’anni di pratica” come ci aveva consigliato Sensei durante una riunione nell’81, è stato la base della mia fede.
Quella giornata è stata una nuova partenza.
So quanto sia importante avere un maestro e soprattutto un maestro come Ikeda. Ho sempre avuto una grande riconoscenza nei suoi confronti, un legame che il tempo ha solo rafforzato.
Desidero incoraggiare i giovani a costruire un forte legame con il maestro per non soffrire inutilmente, vorrei che percepissero che la nostra vita è meravigliosa proprio perchè il legame che abbiamo con questo insegnamento ci riempie di speranza e può farci superare qualunque difficoltà.

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«Coraggio!»

Franca Berlugi, Firenze

Praticavo da pochi mesi quando fui coinvolta nell’attività per l’accoglienza di Sensei nel maggio del 1981, a Firenze.
Avevo trentaquattro anni, ero già una donna adulta, ma insieme ai giovani ci preparammo facendo tanto Daimoku diversi mesi prima del suo arrivo.
Andammo a ricevere il nostro maestro all’aeroporto di Pisa, ero così felice, mi sembrava di andare incontro a un padre.
Al suo arrivo, il presidente Ikeda ha stretto la mano a ognuno di noi. Fu una grande emozione che è ancora viva dentro di me, e quando ci ripenso provo esattamente la stessa cosa.
Sensei stringendomi la mano mi disse una sola cosa: «Coraggio!».
Lì per lì non capii perché mi avesse detto proprio “Coraggio”, ma ho avuto modo di capirlo in seguito.
Negli anni successivi infatti ho avuto varie malattie e per affrontarle ho approfondito lo studio del Buddismo e recitato tanto Daimoku, ripartendo da quel “Coraggio!” che mi aveva detto Sensei.
Con molta gratitudine per aver superato tutti i miei problemi, dal 2002 recito sempre tre ore di Daimoku al giorno, mi impegno nell’attività, non perdo nessuna riunione e faccio con gioia l’offerta per kosen-rufu.
L’incontro con il presidente Ikeda mi ha trasmesso una grande speranza nel futuro, e me la trasmette ancora adesso!

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