Si è appena conclusa la COP27 (Conferenza delle Parti) a Sharm El Sheikh, un appuntamento cruciale su cui si sta concentrando un’estrema attenzione a livello globale
Dal 6 al 18 novembre una delegazione della Soka Gakkai comprendente membri dal Giappone, dal Regno Unito, dall’Italia e dall’ufficio della SGI presso le Nazioni Unite a Ginevra ha preso parte alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) a Sharm El Sheikh, in Egitto.
Nel corso della conferenza sono stati affrontati molti temi urgenti di rilevanza globale: dal Loss and Damage (perdite e danni provocati dalle catastrofi dovute al riscaldamento globale di origine umana) alla decarbonizzazione, dalla finanza alla mitigazione e all’adattamento, e molti altri ancora.
In tale contesto, la SGI si è unita alle altre organizzazioni della società civile nel promuovere la partecipazione dei giovani e nell’amplificare l’appello alla giustizia climatica.
A conferenza conclusa c’è ancora molto da fare. Tuttavia, quest’anno più che mai è stato dimostrato come il ruolo “dal basso” di attivisti e delegati di piccoli Paesi, se congiunto e ben orchestrato, può portare a risultati concreti. Tra questi, spiccano lo storico via libera al fondo su Loss and Damage e l’approvazione di un nuovo Piano d’azione per rafforzare la cosiddetta “azione per l’empowerment climatico”.
Il Piano sancisce che il cambiamento climatico è direttamente e inscindibilmente collegato ai diritti umani, all’istruzione, alla partecipazione dei cittadini e delle cittadine ai processi decisionali a ogni livello (locale, nazionale, internazionale) e al loro accesso alle informazioni.
Lottare per questi diritti è essenziale per consentire a ognuno di utilizzare il proprio potenziale unico, per essere parte della soluzione e contribuire a costruire comunità resilienti. A questo proposito è cruciale il ruolo dei membri della Soka Gakkai, con la loro capacità di trasformare la disillusione in speranza e la sfiducia in rinnovata determinazione.
Nel corso della conferenza la SGI ha partecipato inoltre a conferenze stampa, dialoghi interreligiosi ed eventi, co-organizzandone anche uno che riuniva testimonianze di giovani di fedi religiose diverse sul tema della resilienza e della leadership nel quadro della lotta al cambiamento climatico.
Sul ruolo centrale dei giovani nel contribuire a risolvere le innumerevoli sfide e contraddizioni che accompagnano la crisi climatica in atto, Il maestro Ikeda – che vede le Nazioni Unite come il “Parlamento dell’umanità” – nel 2006 ha scritto: «Credo che l’ONU […] debba fare della promozione dell’impegno attivo dei giovani l’obiettivo centrale della sua nuova partenza. […] Nelle società che hanno vissuto conflitti e la tragedia di cicli di violenza ricorrenti, è estremamente difficile per i membri della generazione al potere districarsi dal ciclo di odio e violenza. È quindi importante concentrarsi sulla prossima generazione, che è meno legata al passato, e trovare il modo di consentire ai giovani di esplorare nuove idee, strade e approcci per stabilire la pace e la prosperità condivisa. La stessa formula si applica alle sfide della riduzione della povertà, del disarmo e del degrado ambientale».
Con i giovani in prima linea, i membri della Soka Gakkai si stanno unendo a individui e organizzazioni di tutto il mondo convinti che il contributo di ogni persona può portare a un cambiamento positivo a livello globale.
Incoraggiare ogni persona intorno a noi – che sia un amico, un compagno di fede o un delegato delle Nazioni Unite – a tornare sempre al proprio punto di origine, ritrovando costantemente una forte motivazione interiore, è il grande tesoro che abbiamo ereditato dal maestro Ikeda, nonché la chiave per innescare questo cambiamento.