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Con un Daimoku pieno di determinazione e coraggio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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    Con un Daimoku pieno di determinazione e coraggio

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    Ho iniziato a praticare il Buddismo da bambina perché quando sono nata mia madre aveva ricevuto il Gohonzon da qualche anno. Il suono di Nam-myoho-renge-kyo è sempre stato presente nella mia vita, così come partecipare alle attività Soka. Crescere all’interno della Soka Gakkai mi ha educata fin da subito ad ascoltare gli altri e ad abbracciare le sofferenze altrui cercando attivamente di sostenere la vita delle persone che incontro. Questo mi ha permesso di affrontare sempre piccole e grandi sofferenze personali con un cuore gioioso.
    Alle scuole elementari dovetti affrontare la malattia e la conseguente morte della mia maestra di italiano alla quale ero molto legata. In quel periodo feci amicizia con il figlio. Recitammo spesso Daimoku insieme e partecipò alle riunioni del Gruppo futuro che avviammo nella mia zona, quando ancora in Italia non erano organizzate ufficialmente.
    Recitando Nam-myoho-renge-kyo mi sentivo forte e felice. Ne parlavo con tutti i miei amici che, grazie anche al sostegno di mia madre, parteciparono a una riunione o a un’attività al Centro culturale.
    Mi ricordo che quando la maestra Raffaella morì riuscii a incoraggiare i miei compagni di classe, in particolare la mia amica del cuore a cui riportai la sensazione di gioia che era possibile provare, nonostante il dolore e la mancanza dovuti alla perdita. Questa è stata la prima grande esperienza in cui ho sperimentato il potere di Nam-myoho-renge-kyo e il beneficio dello shakubuku.
    L’esperienza fatta in quell’occasione mi ha spronato ad utilizzare il Daimoku e lo shakubuku per vincere su ogni ostacolo.
    Alle scuole medie sono stata vittima di bullismo, attraversando un periodo di crisi profonda. Un gruppo di ragazzi si prese gioco di me deridendomi in pubblico e fingendosi amici per poi voltarmi le spalle. Tutto ciò si svolse nell’arco della prima media e dopo un periodo di chiusura, riuscii a raccontare quanto stava accadendo a mia madre, la quale mi incoraggiò subito a trasformare questo dolore recitando Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon.
    Feci Daimoku e Gongyo mattina e sera per andare a scuola e affrontare con dignità le calunnie ricevute. Scrissi un tema di denuncia e lo lessi in piedi ad alta voce davanti a tutta la classe. Trovai coraggio anche grazie a Chiara, una mia amica di classe, che nonostante le calunnie diffuse in tutta la scuola mi ha sempre sostenuta, rimanendo al mio fianco.
    L’estate successiva parlai a Chiara del Buddismo e lei volle che mia madre ne parlasse con la sua. La mamma iniziò subito e ricevette il Gohonzon poco dopo. Anche Chiara dopo qualche anno è diventata membro, e il nostro legame è rimasto sempre molto forte.
    In quei mesi decisi di trasformare la paura di tornare tra i banchi di scuola. Capii che tutto dipendeva dal mio stato vitale, che se lo avessi elevato con un forte Daimoku non sarei stata calpestata dall’oscurità dei bulli presenti nella mia classe. Lessi questa guida del maestro Ikeda che cominciai a portare sempre con me: «Noi siamo facilmente inclini a scoraggiarci: quando ci ammaliamo e quando ci troviamo ad affrontare delle difficoltà abbiamo la tendenza a disperarci anche per piccole cose. Ma è proprio in questi momenti che diventa importantissimo e fondamentale recitare Daimoku con la potenza di un leone, un Daimoku pieno di determinazione per combattere gli ostacoli e le funzioni demoniache con lo stesso coraggio che Nichiren Daishonin insegnò a Shijo Kingo e Nichigennyo» (NR, 348, 20). In questa guida è spiegata anche l’importanza dell’impegno per kosen-rufu, che ci permette di far emergere dalle nostre vite la condizione vitale illuminata di Buddità e di manifestare saggezza, coraggio e compassione.
    Decisa a incidere queste parole nella mia vita recitai un’ora di Daimoku durante il mese di agosto, lessi ogni giorno la guida di Sensei e mi sforzai di incoraggiare e far conoscere il Buddismo ad almeno una persona al giorno.
    Tornai in seconda media a settembre con uno stato vitale trasformato e un ambiente totalmente diverso: il gruppo di bulli non c’era più e la ragazza che mi aveva calunniata mi chiese spontaneamente scusa.
    Crescendo ho continuato ad affrontare altre difficoltà e vittorie partendo sempre dal Daimoku quotidiano, dallo shakubuku, dallo studio del Gosho e delle guide del nostro maestro.
    A sedici anni sono diventata membro della Soka Gakkai, in un periodo in cui stavo soffrendo molto per una relazione sentimentale.
    Ricordo perfettamente la gioia che provavo nell’incoraggiare le mie amiche nonostante sentissi che non stavo realizzando ciò che desideravo. E continuavo a praticare sforzandomi sempre di migliorare, trasformando anche quella sofferenza.
    Partecipai poco dopo al corso nazionale del Gruppo futuro a Firenze, giorni fondamentali per la mia crescita personale!
    Ora frequento il terzo anno di Giurisprudenza e mi sforzo in occasione di ogni esame di aprire la mia vita al sostegno di tutti i miei colleghi, a cui ho parlato di Nam-myoho-renge-kyo, invitandoli alle riunioni del Gruppo studenti.
    Determino di non risparmiarmi mai e di sostenere ogni persona con tutto il cuore, prendendo ad esempio il maestro Ikeda, per vincere qualsiasi cosa accada!

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