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Cambiando i princìpi su cui si basa il mio cuore - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:29

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Cambiando i princìpi su cui si basa il mio cuore

Igea Patermo, Palermo

Sfidandosi nel condividere la pratica buddista con gli altri, nell’offerta per kosen-rufu e nello studio del Buddismo, Igea è riuscita a realizzarsi nella sua professione e ha creato un ambiente familiare pieno di armonia in cui ognuno può brillare nella sua unicità

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Sfidandosi nel condividere la pratica buddista con gli altri, nell’offerta per kosen-rufu e nello studio del Buddismo, Igea è riuscita a realizzarsi nella sua professione e ha creato un ambiente familiare pieno di armonia in cui ognuno può brillare nella sua unicità

Quando ho iniziato a praticare il Buddismo, a ventotto anni, partecipare agli zadankai per me era una sfida.
Ero cresciuta in un ambiente familiare turbolento, per questo raramente raccontavo di me stessa, e anche quando sono diventata membro della Soka Gakkai non aprivo casa per le riunioni per proteggere la mia intimità, perché non mi fidavo degli altri.
Nonostante ciò invitai i miei genitori a uno zadankai, volevo che fossero finalmente felici, e loro parteciparono sentendo quanto fosse importante per me.
Fin da giovane mi prendevo cura di me stessa con la psicoterapia, mi ero laureata in psicologia e volevo mettere al servizio degli altri quanto avevo appreso.
Ma diventare una psicoanalista richiedeva una lunga e costosa formazione che per me, che riuscivo a malapena a sostenere le spese per vivere, era impensabile.
Basandomi sul Daimoku e su una determinazione sempre più salda, riuscii a vincere il concorso in una scuola pubblica in psicoterapia a cui era quasi impossibile accedere senza raccomandazioni e dove ero stata respinta per due anni di seguito.
Alle soglie della mia specializzazione mia madre si ammalò di tumore. Temevo di perderla senza avere trasformato il rapporto con lei, così tirai fuori il coraggio e il 3 maggio 2011 recitammo insieme davanti al Gohonzon per la prima volta.
Grazie al potere della pratica abbiamo vinto sulla sua malattia e sull’angoscia della morte, e naturalmente anche sulla distanza emotiva che ci separava.
Da bambina non mi ero sentita amata da lei e questo credo sia stato il vero motivo per cui ho iniziato a praticare il Buddismo.
Ora andavamo insieme alle recitazioni, alle riunioni buddiste e alle visite mediche, andavamo anche ai concerti e alle iniziative culturali della città, ci divertivamo molto. Un giorno, durante il periodo della radioterapia, mi è venuto naturale accarezzarla.
Nessuna di noi due dimenticherà mai quel momento e ogni volta che ne parliamo ci commuoviamo. Abbiamo vissuto una stagione nuova, fatta di contatto, gioia e tenerezza.
Nel frattempo ho scritto la mia tesi sul rapporto madre figlia e mi sono specializzata a pieni voti, conseguendo il titolo di psicoterapeuta e, dopo qualche anno, quello di psicologa analista che avevo tanto desiderato.
Malgrado ciò, faticavo ad arrivare a fine mese, per cui dovetti cambiare casa e vendere l’auto.
Nel 2013 iniziai a sfidarmi davvero per approfondire la fede con lo studio del Buddismo, l’attività per gli altri e l’offerta per kosen-rufu.
Partecipai subito allo zadankai nella zona in cui mi ero trasferita stringendo legami sinceri con i miei nuovi compagni di fede.
Inoltre decisi di fare un’offerta mensile con bonifico periodico, stabilendo la cifra che avrei donato in un anno, una follia per me a quel tempo! Da quest’azione è derivata una protezione incredibile e non sono mai rimasta senza soldi.
Nel frattempo sono diventata responsabile di gruppo, appassionandomi come non mai all’attività buddista, e tutti insieme quell’anno abbiamo realizzato la consegna di cinque Gohonzon nel nostro gruppo. Ho aperto la mia nuova casa all’attività, superando la paura di sentirmi invasa dagli altri. Le sedie mancanti me le prestava la vicina di casa, che poi è diventata responsabile insieme a me. Coglievo al volo tutte le occasioni, chiedendomi costantemente cosa potessi fare di più, e iniziai a fare attività anche per Il Nuovo Rinascimento.
Gli ultimi mesi del 2015 sono stati decisivi. Nonostante tutto, dialogare con gli altri era sempre una sfida perché ero risucchiata dai miei problemi. Così determinai di sfidarmi quotidianamente nello shakubuku e mentre questo diventava il mio pensiero costante iniziai a provare una gioia capace di squarciare il dolore e la paura che mi avevano tenuta in ostaggio per una vita.
Nel 2017 mia madre ha ricevuto il Gohonzon. Da lì ogni anno qualcuno a cui avevo parlato del Buddismo ha iniziato a praticare o ha ricevuto il Gohonzon.
Quando mia sorella si è ammalata, lo scorso anno, ho sentito che era l’occasione per decidere di risolvere incomprensioni profonde che disunivano la famiglia. Abbiamo finalmente realizzato un’armonia dove ognuno di noi può brillare nella sua unicità.
Attualmente sono responsabile donne del settore centro storico di Palermo. In questi duri anni di pandemia abbiamo continuato a vederci online intensificando gli incontri individuali all’aperto per non lasciare indietro nessuno, e allo zadankai di ottobre 2021 abbiamo raggiunto cinquantanove partecipanti, di cui diciassette persone nuove.
In questo Anno dei giovani e del progresso dinamico vogliamo accogliere tanti nuovi giovani, e che ogni membro del settore approfondisca la fede attraverso uno studio attivo e la relazione con il maestro, così da vincere nella propria vita e contribuire al benessere della società.
Oggi vivo nella casa dei miei sogni, proprio sul mare.
Ho due studi di psicoterapia, uno dei quali nella mia città natale, Agrigento, dalla quale ero fuggita a diciannove anni e dove adesso coltivo fiori di speranza.
Ho pubblicato diversi scritti e sono docente del Corso di Formazione per Analisti dove io stessa mi sono formata.
Gli obiettivi economici che mi ero prefissata li ho di gran lunga superati. Inoltre, il 27 febbraio scorso un’amica a cui ho fatto shakubuku ha ricevuto il Gohonzon!
Sensei scrive: «Tutti coloro che abbiamo aiutato a creare un legame con il Buddismo emergeranno come una marea crescente, traboccanti della grande forza vitale dei Bodhisattva della Terra, per unirsi al nostro movimento volto alla creazione di un mondo di pace e coesistenza armoniosa. Questa è la mia incrollabile convinzione, basata sulla prospettiva buddista dell’eternità della vita e sull’insegnamento del Daishonin per cui “Myo significa rivitalizzare”» (NR, 742, 3).
La dedizione a kosen-rufu ha cambiato i princìpi su cui si basava il mio cuore, e per questo voglio ringraziare il mio maestro Daisaku Ikeda e le compagne e i compagni di fede, legami preziosi come tesori.

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