Basandosi sullo studio de La nuova rivoluzione umana, Denise si sfida nel condividere il Buddismo con gli altri e riesce a trasformare una situazione sul lavoro che la faceva tanto soffrire
Ad aprile ebbi un conflitto acceso con una collega, con la quale lavoravo da anni. Il litigio fu così intenso che per due mesi la situazione in ufficio si fece molto tesa e il rapporto con lei diventò improvvisamente glaciale. Passammo da una certa complicità fatta di allegria e risate alla chiusura più totale, arrivando quasi a non sopportarci più.
Talvolta uscivo dall’ufficio e lei non mi rivolgeva neppure il saluto. Il conflitto non rimase confinato tra me e lei ma arrivò anche alle orecchie di uno dei miei responsabili che ci chiese di risolvere la situazione il prima possibile.
Durante quei mesi recitavo Daimoku più che potevo, leggevo gli incoraggiamenti di Sensei ma continuavo a essere annebbiata dalla collera, convinta che questa persona si fosse comportata in maniera scorretta.
Dopo diversi mesi di “guerra fredda e silenziosa” compresi che quella situazione mi stava avvelenando e mi creava troppa sofferenza. Inoltre il clima di tensione si ripercuoteva inevitabilmente in tutto l’ufficio.
Iniziai a recitare un forte Daimoku per fare un cambiamento interiore e per riuscire a trasformare la rabbia che nutrivo.
Un giorno davanti al Gohonzon sentii nel cuore un profondo desiderio di pace e di felicità, per entrambe. Il giorno dopo al lavoro, grazie a un suggerimento lavorativo prezioso che questa collega mi diede, la ringraziai con sincerità guardandola con occhi diversi, pieni di ammirazione e di stima.
Da quel momento abbiamo ripreso a parlarci, abbiamo ritrovato una grande intesa lavorativa e soprattutto è nato un nuovo rapporto.
Dopo poco tempo mi disse che una sua amica stava affrontando un momento di difficoltà e, sapendo che sono buddista, mi chiese se potevo incontrarla per parlarle del Buddismo.
Quando decisi di incontrare la sua amica, scoppiò un’altra incomprensione tra noi. Rimasi amareggiata e pensai che forse non era il caso e neppure il momento “giusto” per incontrare questa sua amica, considerato quello che era successo.
Ne La nuova rivoluzione umana lessi: «Noi membri della Soka Gakkai avanziamo costantemente, senza alcuna esitazione, verso la realizzazione di kosen-rufu in tutto il mondo. Il nostro desiderio è portare felicità nella vita di ognuno, che si tratti di familiari, parenti, amici, colleghi, vicini o di chiunque altro nelle nostre comunità» (NRU, 30, 1). Mi colpì questa frase. Io volevo rimandare, invece Sensei mi spronava ad agire senza esitare.
Decisi così di incontrare questa ragazza e le parlai con il cuore dello splendore della pratica buddista e della fiducia che fa emergere dalla mia vita.
Da alcune settimane questa giovane donna ha iniziato a recitare Daimoku, ha partecipato a una riunione online e sta nascendo un bel legame tra noi.
E con la mia collega? Abbiamo risolto completamente ed è nata un’amicizia speciale e di valore. Ho avuto l’occasione di potermi aprire di più con lei sul valore che il Buddismo ha nella mia vita, scoprendo un sentimento di “fratellanza” con la sua fede cattolica!
Mi sento piena di gratitudine e ringrazio dal profondo del cuore Sensei, concludendo con le sue parole: «Entrare in contatto con un’altra persona e parlarle del Buddismo di Nichiren Daishonin è un’espressione del nostro desiderio di renderla felice. Tramite i nostri sinceri e genuini sforzi di parlare della pratica buddista a coloro che ci circondano, uno alla volta, espandiamo la rete di felicità e apriamo la via alla pace» (Ibidem).