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Dedicata a coloro che inseguono un sogno - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:31

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Dedicata a coloro che inseguono un sogno

Flaminia Filanci, Roma

Cavalcando l’onda di un’attività di shakubuku lanciata a febbraio nel suo hombu, Flaminia ha trovato il coraggio di credere fino in fondo in se stessa tirando fuori il suo sogno, e nel giro di un mese ha realizzato un’esperienza nel lavoro che credeva impossibile

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Cavalcando l’onda di un’attività di propagazione lanciata a febbraio nella sua zona, Flaminia ha trovato il coraggio di credere fino in fondo in se stessa tirando fuori il suo sogno, e nel giro di un mese ha realizzato un’esperienza nel lavoro che credeva impossibile

Pratico il Buddismo da sette anni, sette anni di profonda trasformazione interiore che mi hanno permesso di realizzare i miei sogni attraverso la fede. La più grande delle mie sfide l’ho affrontata proprio in quest’ultimo mese, e riguarda il mio lavoro.
Infatti, all’inizio di febbraio abbiamo lanciato nel nostro hombu un’attività di shakubuku ispirata alla campagna di Kamata, e in quell’occasione ho deciso fermamente di realizzarmi nella carriera professionale. Volevo una prova concreta per dimostrare il potere della Legge mistica e per incoraggiare gli altri.
Ho raccolto tutta la mia determinazione e per la prima volta ho dichiarato il mio desiderio di fronte al Gohonzon, con una fortissima volontà di farcela e condividendo l’obiettivo con tutti i compagni di fede.
Sei anni fa, due anni dopo la laurea in Interpretariato e traduzione, partivo per un’esperienza di volontariato in Tailandia, per dedicarmi ai bambini abbandonati e orfani, a mamme lasciate al proprio destino perché mettevano al mondo figli malati e a ragazzi che vivevano nelle baraccopoli e, spinti a rubare per sopravvivenza, perdevano il senso più profondo della loro esistenza. Al mattino recitavo Daimoku con forza per riaccendere la speranza nel cuore di persone letteralmente disperate. Quell’esperienza di tre mesi si era conclusa con la sorpresa più grande: riuscire a far tornare a parlare un ragazzo scosso da un trauma subìto nell’adolescenza. Per me fu il segnale definitivo di quella che sarebbe stata la mia missione.
Tornata in Italia ho trovato vari lavori, ma ho sempre sentito dentro di me il potente desiderio di occuparmi degli altri e dedicarmi a uno scopo più elevato.
Recentemente mi sono trovata in un ambiente lavorativo di cui non mi sentivo parte integrante, anche se l’azienda era importante e io lottavo per creare valore con gratitudine ogni giorno. In questo mese, oltre a recitare un forte Daimoku e a sfidarmi nello shakubuku, ho iniziato a studiare ogni giorno il libro per le giovani donne Le fondamenta della felicità che contiene passi scelti dagli scritti di Nichiren Daishonin commentati dal presidente Ikeda.
In uno di questi, Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, si legge: «Se non si percepisce la natura della propria vita, non si possono sradicare le proprie gravi colpe. Questo implica che, finché non si percepisce la natura della propria vita, la pratica sarà un’infinita e dolorosa austerità» (RSND, 1, 4).
Così ho iniziato a sfidare il mio limite più grande: quello di non credere fino in fondo nel mio potenziale. Dopo soli dieci giorni di questi sforzi assidui, ho ricevuto un’email in cui mi veniva offerta un’incredibile opportunità: entrare a far parte del CMI (Dipartimento di Collaborazione per le Missioni Internazionali) in qualità di Coordinatrice dei Servizi Operativi, con lo stipendio raddoppiato e il weekend finalmente libero, per dedicarmi alla costruzione di scuole primarie, secondarie, superiori e orfanotrofi in ottanta Paesi del mondo!
La sera stessa ho recitato Nam-myoho-renge-kyo per elaborare al meglio la lettera di presentazione e la mattina dopo mi è stato fissato il colloquio, di lì a tre giorni. Un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire, nonostante il mio lavoro a tempo indeterminato e un viaggio già prenotato per la Norvegia, che per nulla al mondo avrei voluto cancellare, perché un altro mio grande sogno è sempre stato di riuscire a vedere l’aurora boreale!
Così è iniziata la mia esperienza: ho messo al centro di tutto la pratica buddista e, in effetti, la mia stessa vita. Ho praticato perché tutto si realizzasse per la mia felicità, senza ostacoli.
La decisione di cambiare la mia vita utilizzando il potere del Gohonzon ha generato in me una speranza senza precedenti e mi ha portata ad affrontare un colloquio di più di un’ora in lingua inglese e spagnola che si è concluso con un’affermazione che mi ha lasciata stupefatta: «Sei stata eccellente!».
Tuttavia, nei giorni successivi la risposta non arrivava e ho iniziato a scoraggiarmi. Ma il 6 marzo si sarebbe tenuta la seconda riunione generale dell’hombu e nella scaletta c’era lo spazio riservato alla mia esperienza.
I miei compagni di fede mi stavano aspettando, incoraggiandomi ad andare fino in fondo… Così ho continuato a pregare con tutto il cuore.
Due giorni prima della riunione mi è stato comunicato che la mia assunzione era stata votata all’unanimità e che avrei iniziato a lavorare il 21 marzo!
Non solo… poiché mi hanno anche confermato le ferie, il 7 marzo sono partita per le isole Lofoten. E il 12 marzo, mentre nel mio quartiere si svolgeva una gioiosa attività di incontri e incoraggiamenti personali con i responsabili di gruppo, ho potuto coronare il mio sogno di vedere l’aurora boreale. Ci sono riuscita, e qui sotto vedete la foto!
Al mio rientro mi attendeva l’inizio di una nuova carriera. Ho finalmente percepito il mio infinito potenziale, troppe volte nascosto per paura di non essere all’altezza.
Fede significa consolidare il nostro vero io, comprendere che gli infiniti orizzonti del cosmo sono qui, dentro di noi.
Il presidente Ikeda scrive: «Sicuramente hai una missione in questo mondo che solo tu puoi compiere.
Solo tu puoi far sbocciare la tua vita. Qualunque dubbio tu possa avere, non dubitare mai di questo.
Il ponte che collega i sogni alla realtà è il vostro impegno. Una persona che si impegna è piena di speranza. La speranza nasce dagli sforzi. Sognate in grande e “correte” più che potete» (NR, 680, 10).
Da oggi determino e prometto a Sensei di portare avanti la mia missione nel lavoro con tutta me stessa. Determino inoltre di recitare Daimoku con un atteggiamento sempre positivo per realizzare i miei sogni fino all’ultimo.
Se il mio cuore non ci crede non accadrà nulla. Il nostro ichinen, la nostra determinazione conta più di tutto. Dedico questa mia esperienza a tutti coloro che inseguono un sogno: se non abbiamo mai sfidato l’impossibile non potremo mai, mai conoscere tutta la potenza di Nam-myoho-renge-kyo.

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