Costruire un futuro luminoso basandosi sul voto – La vita dei discepoli di Nichiren Daishonin: la monaca laica Myoshin
L’11 febbraio è il giorno in cui nacque il mio maestro, Josei Toda. E quest’anno (2020) ricorre il centoventesimo anniversario della sua nascita. Il maestro Toda affrontò una serie di dure lotte durante la sua giovinezza, dovendo lavorare e studiare allo stesso tempo. Quando aveva sedici anni, la vostra stessa età, si ammalò e fu costretto a riposare a casa per un certo periodo di tempo.
In tali circostanze difficili e frustranti, il giovane Toda – cresciuto nella zona più a nord del Giappone, caratterizzata da intense nevicate – compose una poesia: «Non dimenticate mai / che nella parola “vittoria” / è racchiuso lo spirito dei fiori di ciliegio».
I fiori di ciliegio sbocciano dopo aver sopportato con tenacia il lungo inverno e superato le tempeste di neve, non è così? Lo stesso vale quando si affronta una malattia. In questa poesia è racchiuso lo spirito di non lasciarsi mai sconfiggere, di superarla assolutamente e di far sbocciare i fiori della vittoria.
Tra di voi ci sarà sicuramente qualcuno che sta lottando contro la malattia, o forse è vostro padre, vostra madre o un vostro familiare ad affrontarla. So che è un momento difficile, ma non arrendetevi, nel modo più assoluto!
Nichiren Daishonin afferma: «Myo significa rivitalizzare» (Il Daimoku del Sutra del Loto, RSND, 1, 132). Sto recitando un forte Daimoku per tutti voi, ogni giorno.
In questa puntata studieremo insieme in cosa consiste una fede indomita che ci permette di trasformare un inverno di prove e difficoltà, come la malattia, in una primavera di felicità.
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Tra i discepoli del Daishonin vi era una donna chiamata monaca laica Myoshin. Si ritiene che fosse la moglie del prete laico Takahashi Rokuro Hyoe, che viveva nella provincia di Suruga (nell’attuale prefettura di Shizuoka), e che fosse quindi la zia di Nikko Shonin, diretto successore del Daishonin.
Nichiren Daishonin inviò un forte incoraggiamento alla monaca laica Myoshin, che si stava prendendo cura del marito gravemente malato. Si tratta di un passo che il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, aveva molto a cuore e aveva sottolineato nella sua copia del Gosho: «La malattia di tuo marito forse è dovuta al volere del Budda; infatti il Sutra di Vimalakirti e il Sutra del Nirvana parlano di persone malate che raggiungono la Buddità, poiché la malattia stimola lo spirito di ricerca della via» (La buona medicina per tutti i mali, RSND, 1, 833).
Nel corso della vita tutti ci ammaliamo. Ammalarsi non vuol dire essere sconfitti. Al contrario, il Buddismo di Nichiren insegna che affrontando una malattia possiamo diventare persone più forti, profonde e sagge.
Il Daishonin spiega che il fatto stesso di ammalarsi è il «volere del Budda». Qui “volere” indica una particolare “premura”. Ma in che senso la malattia è il “volere del Budda”? Perché «la malattia stimola lo spirito di ricerca della via»; in altre parole, ammalarci ci permette di riflettere profondamente su noi stessi e raccogliere tutta la nostra fede.
Quando affrontiamo la malattia basandoci sulla recitazione del Daimoku, nel nostro cuore sprofondato nell’oscurità che ci porta a pensare “per colpa della malattia…”, sorge il sole. Emerge traboccante una forza vitale che ci fa determinare: “Guarirò assolutamente!”. C’è sempre qualcosa che possiamo imparare, capire per la prima volta o riuscire a fare “grazie alla malattia”.
Inoltre, quanto più sperimentiamo difficoltà e sofferenza, tanto più riusciamo a capire le sofferenze dei nostri amici e a stabilire una vasta condizione vitale che ci permette di andare incontro alle persone che soffrono e di incoraggiarle. Tutto questo rispecchia perfettamente le parole del Daishonin: «[le] persone malate […] raggiungono la Buddità».
Questa è la forza della fede che i membri della Soka Gakkai del mondo intero stanno mettendo in pratica e dimostrando nelle loro vite; questo è il modo di vivere Soka, che crea valore.
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Jutta Unkart-Seifert, sottosegretaria del Ministero dell’Istruzione dell’Austria e cantante, si dedica da molti anni con tutte le sue energie all’educazione dei giovani. La dottoressa Unkart-Seifert si è inoltre presa la massima cura di suo marito che aveva sviluppato l’osteosarcoma.
In occasione di un nostro dialogo, ha affermato: «Sono convinta che tutto ciò che affrontiamo nella vita, qualsiasi esperienza, ci permetta di crescere e maturare. Anche quando proviamo una profonda tristezza o un forte dispiacere, se non ci scoraggiamo e voltiamo pagina con la determinazione “ok, andiamo avanti!”, daremo inizio a un nuovo capitolo della nostra vita. Pertanto, non c’è bisogno di essere tristi».
Questo spirito di Unkart-Seifert è perfettamente in accordo con la filosofia di speranza del Buddismo.
Tutti voi, ragazzi e ragazze del Gruppo futuro, abbracciate fin da giovani la Legge mistica, che permette di trasformare il veleno in medicina e il karma in missione. Dall’istante in cui recitate Daimoku con voce chiara e vibrante, il vostro karma diventa la vostra missione.
Ci potranno essere dei momenti in cui non riuscite a recitare tanto Daimoku quanto desiderate. Tuttavia, anche un singolo Nam-myoho-renge-kyo racchiude un potere infinito. Perciò, fintanto che avrete questa determinazione nel cuore: “Reciterò Daimoku, anche solo un po’” e “Ora mi metto davanti al Gohonzon!”, non dovete preoccuparvi. Da lì emergerà dentro di voi un grande coraggio.
Se avete familiari o amici a voi vicini che stanno lottando contro la malattia, recitate Daimoku per loro e incoraggiateli calorosamente. Una sola parola colma d’affetto e premura può essere una sconfinata fonte di luce per andare avanti.
Nichiren Daishonin afferma: «Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo?» (Risposta a Kyo’o, RSND, 1, 365).
Il Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo che recitiamo noi membri della Soka Gakkai raggiunge sicuramente non solo le persone a noi vicine, ma anche quelle lontane. Ci permette di far emergere in noi e negli altri una forza indomita per trionfare su qualsiasi difficoltà. Allo stesso tempo, è importante rispettare al massimo e utilizzare il potere della medicina, e cercare di mantenere un ritmo di vita equilibrato: questa è la saggezza che scaturisce dalla fede.
Ci sono momenti nella vita in cui affrontiamo sfide inaspettate, come malattie e incidenti.
L’importante è rialzarci basandoci sulla fede, senza indietreggiare di un solo passo.
Nei momenti cruciali è fondamentale pregare e pregare ancora, con la determinazione: “Vincerò assolutamente!”.
Il maestro Toda spiegò: «Se nei momenti cruciali pregate e lottate, non solo risolverete i vostri problemi, ma getterete le basi per un’esistenza vittoriosa. Potrete accumulare una fortuna eterna». Pertanto, non avete nulla da temere.
Cari amici, care amiche! Ora, dal luogo in cui vi trovate, fate sbocciare liberamente i fiori di ciliegio della giovinezza con il Daimoku del leone!
(1 febbraio 2020)