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Recitare Nam-myoho-renge-kyo sia nella sofferenza che nella gioia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:24

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    Recitare Nam-myoho-renge-kyo sia nella sofferenza che nella gioia

    Costruire un futuro luminoso basandosi sul voto: la vita dei discepoli di Nichiren Daishonin – Shijo kingo [puntata 1]

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    Costruire un futuro luminoso basandosi sul voto: la vita dei discepoli di Nichiren Daishonin – Shijo kingo [puntata 1]

    Il 2 ottobre del 1960 intrapresi un viaggio che aveva come obiettivo la pace nel mondo.
    Nel taschino della giacca portavo con me la foto del mio maestro, Josei Toda. Mi recai in nove città, tra Stati Uniti, Canada e Brasile.
    Fu un viaggio di dialoghi per infondere coraggio e speranza nel cuore delle persone.
    In quell’occasione incontrai molti membri giapponesi che avevano lasciato la loro terra natia, comprese diverse donne che lottavano incessantemente contro la solitudine e le difficoltà economiche, e uomini che impiegavano instancabilmente tutte le loro energie nel lavoro, con la pelle bruciata dal sole per le lunghe ore trascorse nei campi.
    Incoraggiai calorosamente quei nobili pionieri di kosen-rufu dicendo: «Voi avete la Legge mistica!», «Continuate a recitare Nam-myoho-renge-kyo qualunque cosa accada!».
    Sono passati quasi sessant’anni da allora (questa puntata è dell’ottobre 2019, ndr).
    Oggi la luce della Legge mistica si è diffusa in centonovantadue paesi e territori. Ovunque i nostri membri recitano Nam-myoho-renge-kyo mentre danno il loro contributo alla società come bravi cittadini ed espandono la rete solidale per la pace.
    La pratica di recitare Nam-myoho-renge-kyo stabilita da Nichiren Daishonin è il mezzo universale grazie al quale ogni persona può superare le avversità e compiere la propria rivoluzione umana.
    Shijo Kingo e sua moglie Nichigen-nyo sono figure che godono dell’ammirazione dei membri di ogni parte del mondo, come esemplari discepoli dallo spirito invincibile.
    Nelle prossime puntate studieremo insieme la loro vita e gli incoraggiamenti che il Daishonin diede loro.

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    Shijo Kingo era un samurai al servizio della famiglia Ema, un ramo del clan reggente degli Hojo.
    Si dice che Shijo Kingo fosse diventato discepolo del Daishonin durante i primi anni di propagazione a Kamakura. Esistono più di trenta lettere di Nichiren indirizzate a Shijo Kingo e a Nichigen-nyo.
    Durante la persecuzione di Tatsunokuchi, il 12 settembre 1271, quando sotto false accuse e con il favore delle tenebre le autorità cercarono di decapitare il Daishonin, Shijo Kingo corse al suo fianco pronto a morire con lui (la tentata esecuzione fallì e il Daishonin venne esiliato sull’isola di Sado).
    Successivamente, nel 1274, felice del ritorno del suo maestro dall’esilio[ref]Esilio a Sado (da ottobre 1271 a marzo 1274). Fallito il tentativo di decapitazione a Tatsunokuchi, le autorità condannarono il Daishonin all’esilio nell’isola di Sado, al largo della costa occidentale del Giappone, l’equivalente di una condanna a morte. Tuttavia, quando le sue predizioni di lotte intestine e invasione straniera si realizzarono, il governo lo perdonò e, nel marzo del 1274, il Daishonin fece ritorno a Kamakura.[/ref], Shijo Kingo tentò di convertire il suo signore feudale, Ema, agli insegnamenti del Daishonin. Ma Ema, essendo un fervente seguace di Ryokan[ref]Ryokan (1217-1303): detto anche Ninsho. Prete della scuola Precetti-Vera parola in Giappone. Sotto la protezione del clan Hojo, divenne prete principale del tempio Gokuraku a Kamakura, molto influente tra i funzionari di governo e fra i cittadini. Fu ostile al Daishonin e complottò con le autorità per perseguitare lui e i suoi discepoli[/ref], capo dei preti del tempio Gokuraku, era ostile al Daishonin. Shijo Kingo ne scatenò pertanto l’ira e la disapprovazione. A ciò si aggiunge che alcuni servitori di Shijo Kingo avevano diffuso false notizie sul suo conto, cosa che lo portò a ritrovarsi sempre più isolato e a subire attentati alla sua vita.
    La situazione era estremamente difficile per Shijo Kingo, tanto da fargli esclamare: «Sono stato sommerso dalle difficoltà» (La difficoltà di mantenere la fede, RSND, 1, 417).
    Fu proprio in quel periodo che il Daishonin gli inviò una lettera intitolata Felicità in questo mondo, nella quale si trova il seguente passo che i membri della Soka Gakkai in tutto il mondo hanno inciso profondamente nel cuore: «Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo. Come potrebbe non essere questa la gioia senza limiti della Legge? Rafforza il potere della tua fede più che mai» (RSND, 1, 607).
    Recitate Nam-myoho-renge-kyo con convinzione sia nella sofferenza che nella gioia e senza ombra di dubbio vivrete una vita felice, questo afferma il Daishonin.
    La felicità non consiste nell’assenza di problemi o sofferenze. La vera felicità risplende nella vita di chi non si lascia mai abbattere, qualunque sfida o avversità gli si ponga dinanzi. Recitare Nam-myoho-renge-kyo ogni giorno è la suprema fonte di forza per poter affrontare la vita con una tale resilienza.
    In questa lettera il Daishonin cita un’espressione tratta dal sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, Durata della vita del Tathagata, che tutti i giorni ripetiamo durante la cerimonia di Gongyo: «E là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio» (SDL, 318).
    Queste parole indicano che sebbene il mondo in cui viviamo sia intriso di sofferenza, per coloro che abbracciano la fede nella Legge mistica esso può diventare un luogo in cui il solo fatto di essere vivi è di per sé motivo di gioia.
    Quando affrontiamo le sfide che la nostra realtà ci pone davanti e lottiamo per superarle basandoci sulla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, possiamo trasformare il posto in cui ci troviamo, qualsiasi esso sia, nel luogo in cui possiamo essere “felici e a nostro agio”.
    Toda diceva: «Quando crediamo profondamente nel Gohonzon, la vita diventa di per sé gioiosa e possiamo trarre piacere da ogni cosa che facciamo».
    Ci saranno momenti in cui vi viene da urlare per la sofferenza e la tristezza che provate. Cercate piuttosto di dar voce a questi sentimenti attraverso la preghiera. Se li esprimete solo per ciò che sono, resteranno lamentele, ma se li direzionate verso il Gohonzon si tramuteranno in preghiera.
    Quando recitate Nam-myoho-renge-kyo potete far emergere il coraggio di non lasciarvi sconfiggere, e dentro di voi prenderà forma una determinazione tanto forte da spingervi a dare il vostro meglio e a vincere. Si può affermare che, proprio come un genitore che ama suo figlio, il Gohonzon desidera esaudire i nostri desideri e dare una manifestazione concreta ai nostri sforzi. Pertanto, recitate Daimoku con tutto il cuore davanti al Gohonzon come un bambino che si rivolge ai genitori in cerca di sostegno.
    Non importa quanti desideri avete, semplicemente recitate Daimoku per ciascuno di essi, definendoli in maniera concreta e dettagliata. Recitate Daimoku con il voto di realizzare le vostre preghiere e di continuare a fare del vostro meglio affinché ciò avvenga. Le preghiere e gli sforzi basati sul voto sono la via che conduce direttamente alla vittoria negli anni della giovinezza.

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    Il grande violinista Yehudi Menuhin (1916-1999) affermò: «La vita è uno sforzo incessante verso l’auto-miglioramento».
    Menuhin sentì parlare per la prima volta di Nam-myoho-renge-kyo da un membro del Gruppo donne del Regno Unito. Come musicista, rimase colpito dalla bellezza del suono e dal ritmo di Nam-myoho-renge-kyo, e affermò di avere spesso ripetuto il Daimoku tra sé e sé mentre passeggiava o svolgeva altre attività.
    Quando incontrai Menuhin, egli osservò che la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo era molto simile a un canto, e rimase colpito dalla sua forza e risonanza. Disse inoltre che era meraviglioso che i membri della Soka Gakkai recitassero ogni giorno.
    Nam-myoho-renge-kyo è l’energia fondamentale dell’universo. Quando recitiamo Daimoku con un voto nel cuore, possiamo allineare il ritmo della nostra vita a quello dell’universo e in questo modo far sgorgare vitalità, coraggio e saggezza illimitati. Possiamo realizzare le nostre preghiere e avvolgere ogni individuo del nostro ambiente, della società e del mondo intero attraverso il suono, il ritmo meraviglioso della felicità, della Legge mistica.
    Anche oggi, mentre recitiamo Nam-myoho-renge-kyo “considerando allo stesso modo sofferenza e gioia” (cfr. RSND, 1, 607), affrontiamo le sfide che si presentano sul nostro cammino, con il corpo e la mente colmi di energia vibrante!

    1 ottobre 2019

    (continua)

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