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Trent’anni di indipendenza spirituale (PDF Allegato) - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:40

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Trent’anni di indipendenza spirituale (PDF Allegato)

Il 28 novembre 1991 il clero della Nichiren Shoshu inviò alla Soka Gakkai un “Avviso di scomunica”. Da allora il 28 novembre è noto come “giorno dell’indipendenza spirituale” della Soka Gakkai

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Il 28 novembre 1991 il clero della Nichiren Shoshu inviò alla Soka Gakkai un “Avviso di scomunica”. Da allora il 28 novembre è noto come “giorno dell’indipendenza spirituale” della Soka Gakkai. In queste pagine pubblichiamo una lezione redatta dal Dipartimento di programmazione della SGI con la supervisione di Masaaki Morinaka, responsabile del Dipartimento di studio della SGI, articolata in nove parti

Parte 1 – L’essenza della questione con il clero

Il 28 novembre di quest’anno (2021) segna il trentesimo anniversario della “indipendenza spirituale” della Soka Gakkai. Abbiamo infatti ottenuto la nostra indipendenza spirituale dalla scuola Nikken il 28 novembre 1991. Da allora la Soka Gakkai ha continuato ad avanzare senza sosta, diffondendosi in centonovantadue paesi e territori, spiccando così il volo come religione mondiale.
Mentre ci avviciniamo a questa data, una pietra miliare nella storia della Soka Gakkai, riaffermiamo insieme il significato della nostra indipendenza spirituale esaminando alcuni eventi importanti e argomenti relativi alla questione con il clero.
Secondo il modo tradizionale di contare gli anni in Giappone, quest’anno abbiamo celebrato l’ottocentesimo anniversario della nascita di Nichiren Daishonin. Come è noto, il Daishonin trasmise il suo spirito e la sua pratica per l’ampia propagazione della Legge mistica, o kosen-rufu, al suo discepolo Nikko Shonin, che li ereditò e li portò avanti correttamente.
Con il passare del tempo, tuttavia, la Nichiren Shoshu, la scuola fondata da Nikko, lasciò che lo spirito del Daishonin e di Nikko cadesse nel declino. Cominciarono infatti a dare priorità alla tutela della scuola stessa e dei suoi interessi, piuttosto che mantenere vivi lo spirito e la pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin. In altre parole, il clero perse di vista la sua nobile missione di realizzare kosen-rufu.
Creare dogmi divenne un mezzo per assicurarsi il mantenimento della loro autorità, e i credenti laici erano considerati dei meri “strumenti” che fornivano donazioni per il sostentamento dei preti e per assicurare la salvaguardia della scuola.
Così il clero, che sembrava basarsi sul Buddismo del Daishonin, in realtà agiva in contrasto con i suoi insegnamenti.
Al contrario, la Soka Gakkai continuò a mantenere il suo impegno per realizzare il grande voto del Daishonin di kosen-rufu, sostenendo il clero e cercando di correggere alcuni suoi atteggiamenti quando necessario. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, la Nichiren Shoshu si trovò ad affrontare una grave crisi finanziaria e la Soka Gakkai, grazie agli sforzi sinceri dei suoi membri, iniziò a costruire e a donare nuovi templi alla Nichiren Shoshu.
Fino alla sua indipendenza spirituale, nel 1991, la Soka Gakkai ha donato più di trecentocinquanta templi.
Così, mentre la Soka Gakkai si dedicava al grande voto di kosen-rufu, il clero attribuiva la massima importanza al mantenimento del proprio status e della propria autorità, e ciò naturalmente generò delle tensioni. Tuttavia, ogni volta che si presentavano questioni del genere, la Soka Gakkai si impegnava con tenacia per risolverle.

Nel 1972 la Soka Gakkai completò la costruzione dello Sho-Hondo, o Grande Tempio principale, presso il Taisekiji, realizzando un obiettivo dal significato profondo. Ebbe così inizio una nuova fase di sviluppo per l’organizzazione, che fu definita “seconda fase del movimento di kosen-rufu”.
Questa fase rappresentò una nuova era verso la costruzione di una società basata su princìpi buddisti, come la compassione e il rispetto della dignità della vita. In altre parole, era tempo di far conoscere alla società intera la saggezza del Buddismo che pulsava all’interno della Soka Gakkai, rendendo questa saggezza una risorsa condivisa dell’umanità.
I volumi 17 e 27 de La nuova rivoluzione umana descrivono le attività portate avanti per raggiungere questo obiettivo. In particolare, furono avviati progetti e azioni concrete per lo sviluppo globale di kosen-rufu.
Tra questi vi erano il consolidamento delle organizzazioni della Soka Gakkai nei vari paesi del mondo, la realizzazione di scambi interculturali e dialoghi interreligiosi e lo sviluppo di programmi di studio degli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin.
In primo luogo, per quanto riguarda il rafforzamento delle organizzazioni della Soka Gakkai in tutto il mondo si legge: «Una dopo l’altra nascevano associazioni della Soka Gakkai in tanti paesi e territori, che di propria iniziativa promuovevano delle attività adatte alle rispettive circostanze, arricchendo il “giardino fiorito della felicità” di kosen-rufu. In questo movimento di espansione si esprimeva il desiderio di rafforzare i legami di cooperazione tra le varie associazioni, al di là delle frontiere. A tale scopo vennero costituiti nel maggio del 1973 l’Istituto Europeo Soka Gakkai, in agosto dello stesso anno la Federazione Panamericana Soka Gakkai e in dicembre l’Associazione Culturale dei Buddisti Soka Gakkai del Sud-est asiatico» (NRU, 27, cap. 2, “Giustizia”, p.ta 2).
Una volta che le organizzazioni della Soka Gakkai in ogni continente furono ben consolidate, nel 1975 venne fondata la Soka Gakkai Internazionale (SGI).
Mirando a una maggiore comprensione interculturale e interreligiosa, il presidente della SGI Daisaku Ikeda incontrò e dialogò con leader e pensatori di vari ambiti in tutto il mondo, tra cui il grande storico del ventesimo secolo Arnold Toynbee (1889-1975) e Aurelio Peccei (1908-1984), cofondatore e primo presidente del Club di Roma.
Grazie a tutti i dialoghi da lui portati avanti – di cui già solo i più importanti comprendono più di milleseicento sessioni – il presidente Ikeda ha ottenuto encomi, apprezzamento e sostegno costanti in tutto il mondo, per le sue idee e azioni per la pace.
Per quanto riguarda il terzo obiettivo – sviluppare programmi chiari e concreti per lo studio del Buddismo di Nichiren Daishonin al fine di far progredire kosen-rufu in tutto il mondo – nel volume 17 de La nuova rivoluzione umana si legge: «Dobbiamo tornare al punto di partenza della fede, cioè dedicarci allo studio degli ideali buddisti come fonte di ispirazione per costruire una società e una cultura nuove. […] Approfondire gli insegnamenti e i princìpi buddisti è indispensabile per un ulteriore sviluppo» (NRU, 17, 3).
All’epoca il fatto di basarsi sui tradizionali valori comuni all’intera umanità, aveva portato a una situazione di stallo, e le persone stavano ricercando un modo concreto per cambiare a livello fondamentale il loro rapporto con l’ambiente e la loro visione della vita e della morte. A tal fine erano necessari nuovi approcci adatti ai tempi e basati sui princìpi fondamentali del Buddismo.
In alcuni saggi quali La vita del Budda, e Buddismo – Il primo millennio, Ikeda ha descritto il Budda Shakyamuni in chiave realistica, cercando di far comprendere che, sebbene fosse tradizionalmente considerato una divinità, in realtà era un essere umano deciso ad affrontare le sofferenze fondamentali comuni a tutte le persone, ovvero le sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte.
Quando un individuo dal forte spirito di “ricercare la via” si risveglia, può diventare un essere umano eccezionale, dotato della saggezza per trovare una soluzione al karma dell’umanità afflitta da queste quattro sofferenze. Tale persona risvegliata viene chiamata Budda.
Il presidente Ikeda desiderava affermare questa visione del Buddismo, della religione e dell’umanità. E, così facendo, ha chiarito che il Buddismo è una filosofia che esalta allo stesso modo la dignità di ogni persona.
Nel 1977, durante la prima di una serie di lezioni intitolate Lezioni sulla storia del Buddismo, il maestro Ikeda affermò che la caratteristica essenziale del Buddismo è quella di essere una «religione che esiste per il bene degli esseri umani».
Nella seconda lezione spiegò che la Soka Gakkai stava adempiendo alle funzioni sia dei laici che del clero, mentre nella terza sottolineò che i Centri culturali della Soka Gakkai potevano essere definiti come i templi dei giorni nostri.
Naturalmente, tutto l’impegno da lui profuso in tali lezioni era basato sullo spirito originale del Buddismo.
Tuttavia il clero lo accusò sostenendo che attraverso queste lezioni stava criticando i preti e i templi, e si stava allontanando dalle dottrine tradizionali della Nichiren Shoshu. Non solo, i preti di vari templi iniziarono a rivolgere costanti e ingiuste critiche alla Soka Gakkai.
Questi eventi divennero noti come “la prima questione con il clero”.
La Soka Gakkai si baserà sempre sul principio buddista fondamentale per cui tutte le persone sono uguali e tutte le persone possono diventare Budda. E facendo del Gosho il proprio fondamento, agirà sempre sulla base di una fede direttamente collegata a Nichiren Daishonin.
Il clero, al contrario, ha attribuito la massima importanza all’affermazione della propria autorità. Ha cercato di insinuarsi come intermediario tra i credenti laici e il Budda, deificando Nichiren Daishonin e ponendolo così in una posizione totalmente separata dalle persone comuni.
In altre parole, si può affermare che i preti, che mettevano il proprio status e la propria autorità al di sopra di ogni altra cosa, non avevano assolutamente compreso il modo di vivere dei membri della Soka Gakkai, che si dedicavano a rendere il Buddismo del Daishonin una religione per il mondo intero. Temevano che, se ogni credente avesse creato un legame diretto con Nichiren Daishonin, il loro valore in quanto preti sarebbe andato perduto. Per preservare quindi la loro autorità e proteggere i loro interessi, cercarono di bloccare il progresso della Soka Gakkai.
In particolar modo, i preti presero di mira il maestro Ikeda.
Pensavano che se fossero riusciti a costringere Sensei a dimettersi, avrebbero potuto usare la loro autorità per dominare i credenti laici.
Come se non bastasse, un ex avvocato della Soka Gakkai, avido di potere, si alleò con il clero e insieme tramarono un complotto per spezzare il legame di maestro e discepolo tra Sensei, leader di kosen-rufu, e i membri.
In questo modo, i preti e i loro alleati miravano a ottenere il controllo completo dell’organizzazione.
Questa è l’essenza della prima questione con il clero.

Il maestro Ikeda cercò con tutte le forze di risolvere la situazione.
Con la speranza che potesse servire a proteggere i membri e a ripristinare l’armonia tra clero e laici, nell’aprile 1979 si dimise dalla carica di terzo presidente della Soka Gakkai e fu nominato “presidente onorario” (il suo ruolo di presidente della Soka Gakkai Internazionale, che ricopriva dal 1975, rimase invece invariato).
All’epoca, il clero limitava il più possibile le attività di Sensei, con l’obiettivo di spezzare il legame tra lui e i membri. Ad esempio, non gli era più permesso dare guida alle riunioni o pubblicare sul Seikyo Shimbun suoi articoli o notizie che lo riguardavano. Tuttavia, come viene descritto in modo dettagliato nel primo capitolo del volume 30 de La nuova rivoluzione umana, “La grande montagna”, la convinzione di Sensei rimase salda e inamovibile, proprio come una grande montagna. Continuò a impegnarsi al massimo per incoraggiare ogni singolo membro in ogni modo, andando per esempio a trovare a casa i compagni di fede che avevano contribuito in modo significativo al movimento di kosen-rufu, o scattando foto commemorative insieme ai membri ovunque andasse.
Come viene spiegato nel secondo capitolo del volume 30, “Aspettando il momento giusto”, in quel periodo Sensei si stava preparando anche per la mossa successiva: lanciare una nuova controffensiva per realizzare kosen-rufu mondiale visitando i paesi di tutto il mondo.
Nel terzo e nel quarto capitolo, “Slancio impetuoso” e “La campana che annuncia l’alba”, vengono descritti i toccanti incoraggiamenti che diede durante i suoi viaggi, in particolare ai giovani.

Parte 2 – Una nuova partenza come movimento religioso mondiale

Dopo la nomina di Nikken a patriarca della Nichiren Shoshu, l’autoritarismo del clero andò ad accentuarsi, e si rafforzò sempre più la tendenza dei preti a disprezzare i credenti laici e a ignorare le intenzioni sincere con le quali la Soka Gakkai aveva sostenuto il clero per il bene di kosen-rufu.
Inoltre Nikken divenne geloso e ostile nei confronti della Soka Gakkai, sebbene l’organizzazione stesse continuando a svilupparsi a livello internazionale, diffondendo così il Buddismo del Daishonin in tutto il mondo. Iniziò a nutrire sentimenti simili anche nei confronti del maestro Ikeda, che veniva lodato e apprezzato da pensatori e leader di tutto il mondo.
Tutto questo portò infine all’ideazione e alla messa in atto di un complotto da parte di Nikken, definito “Operazione c” (da cut, “tagliare”), che mirava a recidere i legami tra Sensei e la Soka Gakkai e ad assoggettare i loro membri al controllo del clero.
Ciò comportò prima di tutto l’annuncio della decisione, presa ovviamente senza alcuna discussione preliminare, di eliminare la carica ricoperta dal maestro Ikeda come responsabile di tutte le organizzazioni laiche della Nichiren Shoshu (sokoto), di fatto sollevandolo dal suo incarico.
La Soka Gakkai cercò di risolvere la situazione attraverso il dialogo, ma il clero si rifiutò categoricamente.
Il 7 novembre 1991 il clero stilò un’Intimazione di scioglimento della Soka Gakkai, seguita dalla Notifica di scomunica, inviata il 28 novembre.
Questi eventi riassumono quella che divenne nota come “seconda questione con il clero”.
Sensei ne parla in un brano del capitolo “Il voto” del volume 30 de La nuova rivoluzione umana: «L’8 novembre 1991 giunse alla sede centrale un documento dalla Nichiren Shoshu intitolato Intimazione di scioglimento della Soka Gakkai. […] La Soka Gakkai tuttavia era un ente religioso indipendente e separato dalla Nichiren Shoshu già dal 1952. Questo era stato deciso grazie alla lungimiranza del secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda e alla sua determinazione di portare avanti la missione di kosen-rufu. A livello legale, dunque, la Nichiren Shoshu non poteva costringere la Soka Gakkai a sciogliersi. Anzi, non aveva alcuna autorità sull’organizzazione. […] Shin’ichi Yamamoto indicava costantemente la corretta via della fede ai membri, sottolineando l’importanza di ritornare sempre al Gohonzon, allo spirito del Daishonin e agli insegnamenti originali contenuti nel Gosho. […]
Il 29 novembre, tre settimane dopo che la Soka Gakkai aveva ricevuto l’Intimazione di scioglimento da parte della Nichiren Shoshu, arrivò un altro documento da parte del clero, intitolato “Notifica di scomunica della Soka Gakkai”» (NRU, 30, 714).
La Notifica di scomunica da parte del clero non conteneva un solo passo degli scritti del Daishonin e non aveva alcun fondamento negli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin. Si trattava semplicemente di una serie ripetitiva di affermazioni autoritarie e impulsive con cui si esigeva che i credenti laici seguissero ciecamente le indicazioni del patriarca.
Ma il clero si spinse oltre, arrivando a interrompere il conferimento dei Gohonzon ai membri della Soka Gakkai. L’obiettivo era quello di usare il Gohonzon, il fondamento della fede, come uno strumento per ricattare le persone, dicendo loro che se volevano ricevere il Gohonzon, avrebbero dovuto lasciare la Soka Gakkai e seguire il clero.
Era un sordido esempio di repressione e intimidazione religiosa da parte del clero, ormai senza più un briciolo di fede o religiosità.

La Nichiren Shoshu inviò la sua Notifica di scomunica il 28 novembre 1991, che da allora è diventato per noi il Giorno dell’indipendenza spirituale della Soka Gakkai.
Sensei parla del significato di questa data nell’epilogo a La nuova rivoluzione umana, nel volume 30: «Un importante catalizzatore che contribuì allo sviluppo dinamico della Soka Gakkai, che stava diffondendo energicamente kosen-rufu in tutto il mondo, fu il raggiungimento dell’indipendenza spirituale dal clero della Nichiren Shoshu, corrotto e irrigidito su posizioni anacronistiche.
[…] I preti della Nichiren Shoshu ostentando la loro autorità clericale, con il tempo divennero sempre più dogmatici. A un certo punto arrivarono addirittura a rifiutare, in quanto secondo loro costituiva offesa alla Legge, opere artistiche e culturali ispirate ad altre tradizioni di fede, che erano considerate dalle persone di tutto il mondo patrimonio dell’intero genere umano. Diventando sempre più autoritari, adottarono un’ingiusta politica discriminatoria nei confronti dei laici e cercarono di stabilire un sistema che avesse il patriarca all’apice, con i seguaci laici completamente subordinati al clero.
Si trattava di un tradimento dello spirito del Daishonin e di una violazione degli insegnamenti buddisti riguardanti il rispetto della dignità della vita e l’uguaglianza tra tutte le persone. Se la situazione si fosse protratta, i princìpi fondamentali del Buddismo del Daishonin sarebbero stati talmente distorti da non poter essere più annoverati tra gli insegnamenti in grado di realizzare la felicità e la pace di tutti gli esseri umani. Al grido di: «Ritorniamo allo spirito del Daishonin!», la Soka Gakkai si rialzò per protestare contro il comportamento del clero e portare avanti una riforma religiosa. […]
Il 28 novembre 1991, il giorno in cui la Nichiren Shoshu inviò la Notifica di scomunica, divenne il giorno dell’indipendenza spirituale della Soka Gakkai, e segnò la sua liberazione dalle catene in cui il clero voleva soffocarla.
Le nuvole oscure che incombevano sul futuro della Soka Gakkai furono spazzate via e il sentiero di kosen-rufu in tutto il mondo si aprì all’improvviso con chiarezza davanti a noi. Era l’alba di un nuovo giorno; la Soka Gakkai avrebbe potuto volare libera verso il ventunesimo secolo, diventando un movimento religioso veramente globale» (NRU, 30, 842).

Parte 3 – Le gravi offese e le false dottrine della scuola Nikken

Il clero della scuola Nikken si fonda su false dottrine che vanno contro gli insegnamenti di Nichiren Daishonin.

1) La prima è “l’offesa di tentare di distruggere kosen-rufu”.
kosen-rufu, l’ampia propagazione della Legge mistica, è l’eredità di Nichiren Daishonin. Ed è la Soka Gakkai che ha diffuso il Buddismo di Nichiren Daishonin in tutto il mondo. Nikken complottò per distruggere la Soka Gakkai, il che equivale a “distruggere l’armoniosa comunità dei credenti”.
Nel Buddismo, simili azioni che dividono o distruggono la rete di persone impegnate nella pratica buddista e nella propagazione dell’insegnamento buddista, costituiscono una delle più gravi offese alla Legge.

2) La seconda è il dogma fuorviante del “culto del patriarca”.
Nella dottrina della scuola Nikken, come affermato in uno dei suoi documenti pubblici, «Il patriarca e il Gohonzon sono un’unica, inseparabile cosa».
Sulla base di ciò, i preti della scuola Nikken sostengono che il patriarca debba essere riverito e adorato in quanto essere speciale e assoluto. Questa falsa ed erronea credenza del culto del patriarca portò a far sì che Nikken, in qualità di patriarca, diventasse un simbolo di autorità assoluta, oltre che un oggetto di culto.
Ma Nikko Shonin, discepolo diretto e successore del Daishonin, scrisse: «Non seguite nemmeno il patriarca se va contro la Legge del Budda e sostiene opinioni personali» (Gosho Zenshu, pag. 1618). Con queste parole, Nikko afferma che se il patriarca si allontanasse dagli insegnamenti buddisti corretti e facesse dichiarazioni arbitrarie o autoreferenziali, a prescindere dalla posizione che riveste, noi dobbiamo rifiutare tutto questo. Il Daishonin scrive: «Credi profondamente in questo mandala» (RSND, 1, 365).
È quindi chiaro che avere una fede corretta significa credere nel Gohonzon. Considerare il patriarca come un essere infallibile e assoluto costituisce un falso dogma che va contro gli insegnamenti sia di Nichiren Daishonin che di Nikko Shonin.

3) La terza è “una visione errata dell’eredità”.
La scuola Nikken giustifica l’autorità assoluta del patriarca sostenendo una peculiare interpretazione dell’idea buddista di eredità, che devia dai princìpi essenziali del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Tale visione afferma che un patriarca in carica trasmetterebbe in maniera esclusiva al suo successore due elementi specifici:

  1. “l’Illuminazione interiore” del Budda;
  2. “il corpo della Legge”, o la Legge dell’Illuminazione stessa.

Sulla base di questa visione di una tale trasmissione “misteriosa”, i preti della scuola Nikken sostengono che basti questa trasmissione a rendere automaticamente il successore del patriarca un “Budda”.
Tuttavia, Nichiren Daishonin chiarisce che l’eredità per conseguire la Buddità non è qualcosa che possiede solo ed esclusivamente un individuo prescelto. Al contrario, è aperta e accessibile a tutte le persone. Il Daishonin la definisce «eredità della fede» (RSND, 1, 191).
In altre parole, l’eredità è la fede stessa. Pertanto, anche la visione della scuola Nikken di un’eredità misteriosa ed esclusiva, un privilegio speciale che rende automaticamente Budda la persona che la riceve, è un dogma erroneo, poiché si discosta dal significato essenziale dell’eredità insegnato da Nichiren Daishonin.

4) La quarta offesa si basa sulle tre precedenti: è “l’atteggiamento discriminatorio dei preti verso i laici”.
Un’idea che accomuna tutti gli appartenenti al clero è che i preti sono superiori mentre i credenti laici sono inferiori.
Nella loro visione distorta e obsoleta, anche un credente laico che ha ottenuto i più grandi meriti è comunque inferiore a qualsiasi prete ordinario.
Tutto questo va in netto contrasto con le parole del Daishonin: «Perciò la persona che in questo mondo abbraccia il Sutra del Loto, uomo o donna, monaco o monaca, senza distinzione, è considerata dal Budda come il signore di tutti gli esseri viventi» (RSND, 1, 409).
Come indica questo brano di Gosho, il Buddismo di Nichiren Daishonin considera tutte le persone uguali. Risulta quindi evidente che, con il suo atteggiamento discriminatorio nei confronti dei fedeli laici, la scuola Nikken è un ordine religioso arcaico incapace di adattarsi ai tempi.

Come abbiamo visto, con la sua visione dell’eredità come qualcosa di misterioso che viene trasmessa esclusivamente da un patriarca all’altro, la scuola Nikken ha fatto del “culto del patriarca” il suo fondamento.
Basandosi su questa teoria, ha di fatto istituzionalizzato un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei credenti laici.
Tutte quelle che abbiamo visto finora sono false dottrine che non hanno nulla a che vedere con il Buddismo di Nichiren Daishonin. Dopo aver scomunicato la Soka Gakkai, il clero sostenne in modo ancora più evidente la fede indiscussa nel patriarca. Pertanto, alla luce della missione della Soka Gakkai di diffondere a livello mondiale il Buddismo di Nichiren Daishonin, la separazione dal clero divenne inevitabile. Inoltre, nel 1998 la scuola Nikken mostrò al mondo una chiara immagine della sua natura demoniaca distruggendo il Grande tempio principale (Sho-Hondo). Costruito per durare almeno mille anni, lo Sho-Hondo era considerato a livello internazionale un capolavoro di architettura, uno degli edifici religiosi del ventesimo secolo più pregevoli nel mondo. Tuttavia, Nikken lo demolì a soli ventisei anni dalla sua costruzione, un crudele affronto alla fede sincera degli otto milioni di fedeli che avevano fatto delle donazioni per la sua costruzione.
Nel 2005, Nikken si è dimesso dalla sua posizione di patriarca e ha trasferito la carica a un successore, Nichinyo. Tuttavia, il lignaggio della Nichiren Shoshu, infangato dall’offesa alla Legge, è diventato solo più corrotto, al punto che oggi la scuola si basa esclusivamente su dogmi erronei, in completo contrasto con gli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin.

Parte 4 – Il riconoscimento del Gohonzon per kosen-rufu

A fronte delle azioni sconsiderate della scuola Nikken, nei primi anni ‘90 alcuni preti si separarono dalla scuola e iniziarono a sostenere la Soka Gakkai.
Così il prete responsabile di un tempio, convinto che il clero sottoposto a Nikken stesse violando gli insegnamenti del Daishonin, propose che la Soka Gakkai conferisse ai suoi membri un Gohonzon custodito presso il suo tempio, che era stato trascritto da Nichikan Shonin (1665–1726), grande restauratore del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Nel 1993 la Soka Gakkai accettò questa proposta. In quanto unica organizzazione religiosa dedita e responsabile di far progredire kosen-rufu in esatto accordo con il volere di Nichiren Daishonin, la Soka Gakkai accettò e riconobbe questo Gohonzon come appropriato per far progredire kosen-rufu, e decise quindi di conferire tale Gohonzon ai membri della Soka Gakkai di tutto il mondo.

Parte 5 – Una religione al servizio degli esseri umani

Da quando la Soka Gakkai ha raggiunto la sua indipendenza spirituale, il maestro Ikeda ha pubblicato alcune serie relative allo studio del Buddismo, a partire da Il cuore del Sutra del LotoLezioni sui capitoli del Sutra del Loto Espedienti e Durata della vita del Tathagata e La saggezza del Sutra del Loto.
Il suo impegno in questo ambito continua ancora oggi con le sue lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, pubblicate mensilmente sul Daibyakurenge, la rivista di studio della Soka Gakkai in Giappone.
Al cuore di tutte le guide di Sensei vi è il suo rispetto per gli esseri umani, la sua fiducia nel potenziale infinito e nella dignità della vita di ogni persona e la sua visione per cui la religione deve essere al servizio dell’umanità. I membri della SGI di tutto il mondo stanno studiando insieme questi insegnamenti umanistici del nostro maestro.

Parte 6 – Il palazzo del Grande voto di kosen-rufu

Nel 2008 la Soka Gakkai si era diffusa in centonovantadue paesi e territori del mondo. Nel mezzo di un tale progresso su scala globale, nel 2013 è stato completato e inaugurato il palazzo del Grande voto di kosen-rufu (Kosen-rufu Daiseido).
All’interno del Daiseido è custodito il Gohonzon della Soka Gakkai per kosen-rufu o “Joju Gohonzon della Soka Gakkai”, il Gohonzon che il maestro Toda aveva richiesto per la realizzazione di kosen-rufu.
Sul lato destro questo Gohonzon reca l’iscrizione «Per la realizzazione del grande voto di kosen-rufu attraverso la compassionevole propagazione della grande Legge» (NR, 526, 12), mentre sul lato sinistro si legge «Affidato permanentemente (joju) alla Soka Gakkai».
Il maestro Toda pregò di fronte a questo Gohonzon e realizzò il voto della sua vita di propagare il Buddismo del Daishonin e realizzare settecentocinquantamila famiglie praticanti.
E il maestro Ikeda ha pregato di fronte a questo Gohonzon per la felicità, la vittoria e la rivoluzione umana di ogni membro della Soka Gakkai, e per la realizzazione di kosen-rufu mondiale, di cui ha costruito solide fondamenta.
Il Daiseido è un punto di riferimento della fede e della pratica, dove i membri possono pregare di fronte a questo “Gohonzon per kosen-rufu” per la realizzazione del grande voto di propagare la Legge mistica in tutto il mondo. È stato costruito per fornire ai membri di tutto il mondo un luogo in cui possano recarsi e pregare per la felicità propria e degli altri, per la pace e la sicurezza della società e per rinnovare il voto di kosen-rufu e di adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese e nel mondo intero.
Nel suo messaggio alla riunione per il completamento del Daiseido, Sensei ha scritto: «Il cuore del grande voto di kosen-rufu e lo stato vitale della Buddità sono la stessa cosa. Perciò, quando dedichiamo le nostre esistenze a questo voto, possiamo far emergere la suprema nobiltà, la forza e la grandezza delle nostre vite» (NR, 526, 9).
Il voto condiviso di maestro e discepolo è la promessa di condurre una vita di gioia e onore senza pari.

Parte 7 – Consolidare l’organizzazione per spiccare il volo come religione mondiale

Dal momento in cui ha dato inizio a una “nuova era di kosen-rufu mondiale”, nel 2013, la Soka Gakkai si è fermamente impegnata per garantire la propria indipendenza religiosa, nella maniera più adatta per una religione mondiale.
In primo luogo, nel novembre 2014 la Soka Gakkai ha rivisto le Regole e i regolamenti organizzativi per chiarire che non riconosce più come fondamentale oggetto di culto il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279), attualmente custodito in un luogo di grande offesa alla Legge, ovvero il Tempio principale della Nichiren Shoshu.
Nichiren Daishonin rivelò Nam-myoho-renge-kyo come la Legge fondamentale dell’universo che esiste anche nelle nostre vite.
Per consentire a tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge di conseguire la Buddità, diede a ciò un’espressione concreta nelle tre grandi Leggi segrete: l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, il Daimoku dell’insegnamento originale e il santuario dell’insegnamento originale.
Il mandala in ideogrammi che rappresentano i dieci mondi, ovvero il Gohonzon iscritto dal Daishonin per la felicità di tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge, è l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, così come lo è ogni Gohonzon di fronte a cui i membri recitano nelle loro case.
Il Daimoku dell’insegnamento originale è Nam-myoho-renge-kyo, che si recita davanti all’oggetto di culto dell’insegnamento originale.
Infine, il luogo dove si recita il Daimoku è il santuario dell’insegnamento originale.

Il Buddismo di Nichiren Daishonin è aperto a tutte le persone e le tre grandi Leggi segrete devono sempre essere comprese dal punto di vista della fede di ogni individuo.
La scuola Nikken sostiene che il loro tempio principale è un santuario esclusivo, e che il Gohonzon lì custodito è speciale e superiore a tutti gli altri. Afferma che se un Gohonzon non ha un legame con quel Gohonzon speciale non può manifestare il suo potere, quindi non è efficace, paragonando la relazione tra i Gohonzon alla presa elettrica e una lampadina o un apparecchio elettrico. Ma questa visione dell’oggetto di culto non può fare altro che ostacolare la realizzazione di kosen-rufu mondiale. Nichiren Daishonin definì il Gohonzon da lui iscritto come «il vessillo della propagazione del Sutra del Loto» (RSND, 1, 737). Pertanto, è l’oggetto di culto per la felicità di tutte le persone, il Gohonzon per realizzare kosen-rufu.
Il tempio principale della Nichiren Shoshu si è trasformato in un luogo di grande calunnia, quindi non ha assolutamente alcun legame con la Soka Gakkai, il cui obiettivo è realizzare kosen-rufu mondiale. Per questo motivo, con la modifica dell’articolo di Regole e regolamenti della Soka Gakkai sui princìpi religiosi, viene chiarito che l’oggetto di culto è il Gohonzon accettato e riconosciuto dalla Soka Gakkai, e non il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279).
Inoltre, nel 2015 la Soka Gakkai ha intrapreso ulteriori azioni per affermare la sua indipendenza spirituale basata sui princìpi essenziali del Buddismo di Nichiren Daishonin, istituendo la “Pratica quotidiana della Soka Gakkai”, il nostro attuale libretto di Gongyo.
Lo spirito di portare avanti la pratica di diffondere la Legge senza lesinare la propria vita dimostrato dai tre presidenti fondatori – il primo presidente, il maestro Tsunesaburo Makiguchi; il secondo presidente, il maestro Josei Toda; e il terzo presidente, il maestro Daisaku Ikeda – è lo spirito della Soka Gakkai. Sulla base di ciò, è stato modificato il Preambolo a Regole e regolamenti della Soka Gakkai.
In esso si legge: «I tre presidenti fondatori della Soka Gakkai – Makiguchi Sensei, Toda Sensei e Ikeda Sensei – sono gli eterni maestri di kosen-rufu, apparsi in questo mondo con la missione di realizzare l’intento e il volere del Daishonin, cioè kosen-rufu mondiale. Lo spirito di non dualità di maestro e discepolo e la pratica altruistica di dedicarsi alla propagazione della Legge dimostrati dai tre presidenti fondatori rappresentano lo “spirito della Gakkai” e sono modelli senza tempo per tutti i membri della Soka Gakkai».
Inoltre, nel novembre 2016 è stata inclusa in Regole e regolamenti l’espressione “Budda Soka Gakkai”, confermando ulteriormente l’indipendenza religiosa della Soka Gakkai.
Nel luglio di quell’anno, Sensei aveva dichiarato: «Essa è l’unica organizzazione che incarna l’immensa compassione di Nichiren Daishonin e sta propagando la Legge in mezzo alle sfide della realtà quotidiana nell’epoca dell’Ultimo giorno della Legge. Fu per questa ragione che Toda Sensei dichiarò che essa sarebbe stata ricordata come “Budda Soka Gakkai” nelle future scritture buddiste».
Poiché si tratta di una dichiarazione riguardante l’indipendenza religiosa della Soka Gakkai, è stato proposto di inserirla in Regole e regolamenti della Soka Gakkai.
Successivamente, nel settembre 2017, è stata stilata la Costituzione della Soka Gakkai che costituisce la normativa fondamentale per la Soka Gakkai in quanto ente religioso mondiale.
Fin dall’inizio, la Soka Gakkai si è sviluppata come organizzazione religiosa mondiale costituita dalle organizzazioni e associazioni affiliate di ogni paese.
Per permettere il suo ulteriore sviluppo in futuro, oggi risulta estremamente importante stabilire per iscritto le norme fondamentali della Soka Gakkai e garantire la sua struttura come movimento religioso su scala globale.
È stata quindi creata la Costituzione della Soka Gakkai, per definire gli ideali e le norme di un organismo religioso globale basato sulle guide dei tre presidenti fondatori.
Nel preambolo della Costituzione si legge: «Con lo sguardo rivolto al futuro di kosen-rufu mondiale nel ventitreesimo secolo, Ikeda Sensei ha condiviso la sua grandiosa visione nello stabilire Shinanomachi quale sede mondiale della Soka Gakkai, affidandone la realizzazione ai suoi discepoli di tutto il mondo, sotto la guida dei futuri presidenti».
Come precedentemente indicato, la Soka Gakkai ha dato avvio alla nuova era di kosen-rufu mondiale nel 2013, dopo di che ha modificato l’articolo in Regole e regolamenti sulla dottrina (nel 2014) per tornare ai princìpi essenziali del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Ha poi pubblicato la nuova “Pratica quotidiana della Soka Gakkai” (nel 2015), e ha modificato il Preambolo del Regolamento sulla base delle guide e dello spirito dei tre presidenti fondatori (sempre nel 2015). In questo modo la Soka Gakkai si è assunta il compito di garantire la propria indipendenza spirituale nella maniera più adatta per una religione mondiale.
Inoltre, creando la sua Costituzione (nel 2017), la Soka Gakkai ha ulteriormente consolidato la sua struttura per poter spiccare il volo come religione globale.

Parte 8 – La storia della Soka Gakkai: portare avanti una “riforma religiosa”

Da una prospettiva storica la Soka Gakkai, a partire dalla sua dichiarazione di “indipendenza spirituale” fino a oggi, ha portato avanti una “riforma religiosa” volta a spiccare il volo come religione mondiale.
A tale riguardo, il maestro Ikeda afferma: «La riforma religiosa della Soka Gakkai mirava a rigenerare in seno alla Nichiren Shoshu lo spirito di kosen-rufu, in un periodo in cui il clero aveva perso di vista il cuore degli insegnamenti di Nichiren Daishonin e gli ammonimenti del suo successore diretto, Nikko Shonin. Lo scopo di tale riforma era ristabilire il puro flusso del Buddismo ritornando allo spirito di aiutare le persone a diventare felici. […] La lotta della Soka Gakkai per liberarsi dalle pastoie dell’autoritarismo e far risplendere la dignità della vita di ogni individuo le ha permesso di spiegare le ali e librarsi nel mondo come quel movimento religioso umanistico che le persone stavano ricercando» (BS, 199, 23). Il 15 dicembre 1991, diciassette giorni dopo aver realizzato la nostra indipendenza spirituale (il 28 novembre), Sensei scrisse una calligrafia che riporta i caratteri di “Soka Gakkai religione mondiale Nichiren”, che realizzò per le generazioni future, con l’intento di riaffermare che la Soka Gakkai è l’unica organizzazione religiosa che porta avanti kosen-rufu – la propagazione a livello mondiale del Buddismo del Daishonin – in perfetto accordo con l’intento e il mandato del Budda.
E ora, proprio come affermano queste parole, stiamo vivendo un’epoca in cui il Buddismo del Daishonin sta fiorendo in tutto il mondo.
Il maestro Ikeda ha condiviso la seguente guida su ciò che sarà necessario d’ora in avanti per continuare a progredire come religione mondiale: «Il Buddismo di Nichiren Daishonin è il Buddismo del sole; è una religione mondiale che illumina l’intero genere umano. Sotto ogni aspetto, lo sviluppo della Soka Gakkai come movimento i cui membri sostengono questa grande filosofia progredirà in modo globale e universale. Non potrà essere confinato all’interno di un angusto sistema feudale. […] Attingendo alle osservazioni fatte da vari studiosi e pensatori riguardo alle questioni che la Soka Gakkai stava affrontando con la Nichiren Shoshu, Shin’ichi descrisse le qualità necessarie a una religione mondiale:

  1. Un’amministrazione aperta e democratica.
  2. Garantire la libertà di parola pur aderendo ai fondamenti della fede.
  3. Garantire il rispetto reciproco e la partecipazione di tutti i credenti basandosi sull’egualitarismo.
  4. Dare più importanza alla fede che ai rituali.
  5. Consentire a tutti i membri di pervenire a posizioni di responsabilità, basandosi sulle loro capacità invece che sul diritto di nascita.
  6. Universalità della dottrina e propagazione effettuata utilizzando metodi appropriati alla mentalità dell’epoca» (NRU, 30, 731).

Basandoci sulla grande visione per il futuro che il maestro Ikeda ci ha mostrato, impegniamoci ulteriormente per far avanzare kosen-rufu mondiale in modo ancora più rapido, facendo sempre del Gosho il nostro fondamento e rimanendo sempre uniti nello spirito di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) con i nostri compagni di fede di tutto il mondo.

Parte 9 – Un periodo di grande trasformazione affinché l’intera umanità realizzi il suo hosshaku kempon

Nel suo primo saggio di quest’anno (2021), il maestro Ikeda ha parlato del principio di “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale” (in giapponese hosshaku kempon): «Quest’anno saranno trascorsi esattamente settecentocinquant’anni da quando il Daishonin “abbandonò il transitorio e rivelò l’originale” (hosshaku kempon), dopo essere sopravvissuto alla persecuzione di Tatsunokuchi, nell’attuale prefettura di Kanagawa (12 settembre 1271). […] Non esistono vicoli ciechi che non possiamo superare grazie alla fede nella Legge mistica. Non dobbiamo rassegnarci e abbassare la testa di fronte alle difficoltà. Piuttosto, spazziamole via con una risata, a testa alta! Facciamo ardere in noi l’invincibile spirito Soka di non lasciarsi mai sconfiggere. Risvegliamo i grandi poteri della fede e della pratica, recitando Nam-myoho-renge-kyo e agendo concretamente. È proprio sfidando noi stessi in questo processo di rivoluzione umana che possiamo “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale” nelle nostre vite. Possiamo affermare che ora, mentre l’intera umanità si trova in un periodo di svolta, è giunto nuovamente per la Soka Gakkai il momento di “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale”.
Non si tratta affatto di qualcosa di lontano dalle nostre vite. Non dimentichiamo mai che tutto ciò è reso possibile grazie agli instancabili sforzi portati avanti da ciascuno di noi, con tenacia, a testa alta, e con una determinazione tale da affermare: “Io sono la Soka Gakkai!”, “Guardate cosa realizzo!”» (NR, 691, 7)

L’hosshaku kempon che Nichiren Daishonin realizzò durante la persecuzione di Tatsunokuchi ha un significato estremamente profondo.
Dopo aver superato questa grande persecuzione – quando le autorità tentarono di giustiziarlo a Tatsunokuchi, vicino a Kamakura – il Daishonin abbandonò la sua identità transitoria di persona comune tormentata dal karma e dalla sofferenza e, pur rimanendo una persona comune, manifestò a pieno la sua vera identità di Budda traboccante di compassione, saggezza e coraggio, una condizione originariamente inerente alla sua vita.
Nichiren scrisse a un suo discepolo: «Se hai la stessa mente di Nichiren, devi essere un Bodhisattva della Terra» (RSND, 1, 341).
Il voto di Nichiren Daishonin, volendo provare a descriverlo, era quello di consentire a tutte le persone dell’Ultimo giorno di realizzare il proprio hosshaku kempon, ovvero di “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale”, proprio come aveva fatto lui.
In altre parole, insegnò la missione e la pratica dei Bodhisattva della Terra con il profondo desiderio che tutti, “rivelando il loro vero sé” esattamente come aveva fatto lui, manifestassero la condizione vitale di Budda inerente alla loro vita.

Sono stati i tre presidenti fondatori – i maestri Makiguchi, Toda e Ikeda – ad agire concretamente, con dedizione altruistica, senza lesinare la propria vita, per realizzare questo voto del Daishonin.
Il maestro Makiguchi ripeté più volte, nel mezzo della sua strenua lotta, che «la Soka Gakkai deve realizzare il suo hosshaku kempon».
Ereditando il desiderio e il volere del presidente Makiguchi, il maestro Toda, in occasione della sua nomina a secondo presidente, formulò il voto di diffondere il Buddismo tra settecentocinquantamila famiglie e assunse la guida del movimento di kosen-rufu mentre l’intera Soka Gakkai dava inizio a un periodo di grande progresso verso la realizzazione di kosen-rufu.
Il suo era il ruggito di un leone che proclamava che la Gakkai aveva abbandonato il transitorio e rivelato l’originale.
Quel voto fu ereditato e portato avanti dal maestro Ikeda, che con la sua guida ha permesso a kosen-rufu mondiale di realizzare un grande progresso e di diffondersi in centonovantadue paesi e territori.
Alla luce di questa lotta condivisa di maestro e discepolo, quando i discepoli – uniti al maestro da un legame di non dualità – decidono che realizzare kosen-rufu è la loro più nobile missione nella vita e si impegnano con risolutezza nella pratica buddista, possiamo affermare che la Soka Gakkai ha “abbandonato il transitorio e ha rivelato l’originale”.
Nel 2013, all’inizio della nuova era di kosen-rufu mondiale, il maestro Ikeda ha dato questa guida: «Conto su di voi, certo che aprirete una condizione vitale ampia e profonda e che realizzerete uno sbalorditivo hosshaku kempon, vostro e della Soka Gakkai».
E quest’anno Sensei ha affermato: «Mentre l’intera umanità si trova in un periodo di svolta, è giunto nuovamente per la Soka Gakkai il momento di “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale”» (NR, 691, 7).
La Soka Gakkai ha una missione immensamente grande.
Ora, insieme, lanciamoci in una nuova sfida con coraggio e spirito indomito! Con il più grande orgoglio di essere membri della Soka Gakkai, dichiariamo a testa alta: “Io sono la Soka Gakkai!”, “Guardate cosa realizzo!”.

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