Durante l’apertura del corso della Consulta è stato riconfermato lo spirito fondamentale della Soka Gakkai, sulla base del Gosho e delle guide del maestro Ikeda
Il corso della Consulta allargata è stato l’occasione per riconfermare lo spirito fondamentale della Soka Gakkai, che ha sempre al centro il legame diretto tra maestro e discepolo, e concretizzare un profondo rinnovamento nelle nostre attività quotidiane.
Tutti i responsabili italiani hanno studiato insieme le guide del maestro Ikeda con l’obiettivo di realizzare un nuovo progresso del movimento di kosen-rufu e coinvolgere tante persone nel grande progetto della rivoluzione umana. In apertura del corso, il vice presidente Tanigawa ha sottolineato alcuni punti fondamentali per noi discepoli:
• È importante che ognuno di noi crei un legame diretto con il maestro;
• Tornare sempre all’origine della fede;
• Lottare contro le funzioni negative che immancabilmente emergono quando il movimento di kosen-rufu progredisce.
Tanigawa ha fatto continuamente riferimento alle guide che il maestro Ikeda ha dato ai membri italiani durante le sue visite in Italia, che non riguardano solo la situazione di quel momento ma si riferiscono anche all’Italia di oggi e del futuro.
Ha così sottolineato l’importanza di tornare sempre alle guide di sensei chiarendo che nella relazione diretta tra maestro e discepolo non devono esserci intermediari, né bisogna permettere a nessuno di frapporsi tra noi e il maestro.
Come discepoli è importante avere chiaro che maestro e discepolo sono direttamente collegati. Se manca questo, non riusciremo a creare una vera unità di itai doshin.
Durante la sua visita a Milano nel 1992, il maestro Ikeda confermò un punto cruciale: la Soka Gakkai è direttamente collegata a Nichiren Daishonin e si dedicherà sempre a portare avanti il movimento di kosen-rufu.
Come afferma il Gosho, è certo che si presenteranno situazioni e sfide mai apparse prima.
Il Daishonin infatti scrive: «Se la propagate, i demoni sorgeranno certamente. Se così non fosse non ci sarebbe modo di sapere che questo è il vero insegnamento. […] “Quando la pratica progredisce e aumenta la conoscenza, i tre ostacoli e i quattro demoni emergono in maniera disorientante, facendo a gara per interferire. Non dovete farvi influenzare né spaventare da loro. Se vi fate influenzare da loro sarete trascinati nei sentieri del male. Se vi fate spaventare vi sarà impedito di praticare il corretto insegnamento”» (Lettera ai fratelli, RSND, 1, 446).
Cosa fare quando emergono i tre ostacoli e i quattro demoni? Non bisogna spaventarsi né indietreggiare. La cosa più importante è tornare al punto di origine: basarsi sempre sul Gohonzon; basarsi sempre sul Gosho; basarsi sempre sulla non dualità di maestro e discepolo, e rafforzare l’unità di itai doshin.
Fare propria la preghiera del maestro
Il 28 giugno 1992, a Firenze, sensei diede una guida citando le parole di Leonardo Da Vinci: «Chi non punisce il male, comanda che lo si faccia». Quando emergono delle funzioni che cercano di rompere l’unità di kosen-rufu bisogna tirare fuori il coraggio e vincerle.
Non fare il bene equivale a fare il male. Qualsiasi cosa accada, bisogna continuare a lottare fino alla fine. Questo è lo spirito della Soka Gakkai.
A proposito della natura del bene e del male, nella Proposta di pace del 1993 il maestro Ikeda scrive: «Sono convinto che la natura del bene sia quella di unire. Mentre la natura del male è quella di dividere, creare fazioni, disunità. Quando l’essere umano segue questa spinta, è portato a isolarsi e andare verso l’infelicità». La funzione del male cerca di frapporsi tra maestro e discepolo, rompendo l’unità di itai doshin. Questo lavoro di creare disunità è la vera natura del male. Quando emergono questi momenti, bisogna lottare e rafforzare l’unione del bene.
Riferendosi in particolare ai responsabili, sensei ha spesso affermato che più un responsabile ha avuto un ruolo importante in passato, più dovrebbe sforzarsi per tutta la vita di far ardere il suo spirito di ricerca e continuare a sfidarsi nella propria rivoluzione umana.
All’interno dell’organizzazione ognuno ha un ruolo diverso, ricopre funzioni diverse, ma questo non vuol dire che sia speciale, non bisogna permettere che si affermi questo modo di pensare. Siamo tutti uguali, non ci sono differenze tra noi.
I responsabili della Soka Gakkai si devono sfidare nella propria rivoluzione umana più di chiunque altro, fare in modo che tutti i compagni di fede creino un legame diretto con il maestro, e vivere fino alla fine per kosen-rufu con vitalità e gioia.
Il desiderio del maestro Ikeda è che ogni persona possa sconfiggere i tre ostacoli e i quattro demoni e godere di un’incredibile felicità.
Sensei afferma: «Fare propria la preghiera del maestro significa lottare con questa determinazione: “Non lascerò nessuno indietro, non permetterò che nessuno smetta di praticare”».
è importante costruire una Soka Gakkai italiana sempre più collegata al maestro, numero uno al mondo per i buoni rapporti: così nel 2020 potremo trasmettere al maestro Ikeda tutte le nostre vittorie.