Contesto storico
Continuano i viaggi nel mondo di Shin’ichi Yamamoto per promuovere la pace, la cultura e l’educazione. Tra il 1984 e il 1990 visita Stati Uniti, Europa, Brasile, Perù, Repubblica Dominicana, Panama, Russia, Thailandia, Malesia, Singapore, Cina e di nuovo Europa e Russia.
Potete leggere le puntate del volume 30 pubblicate su www.sgi-italia.org/riviste/nr/
Nella narrazione l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
[23] Shin’ichi Yamamoto era convinto che il punto cruciale per costruire una solida base per una pace duratura fosse sviluppare con costanza kosen-rufu facendolo diventare un movimento profondamente radicato nella vita delle persone comuni, e impegnarsi a diffondere la filosofia buddista della pace e dell’umanesimo in tutto il mondo. La forza delle persone e delle organizzazioni sono essenziali per creare una solida coscienza popolare contro la guerra e le armi nucleari; esse sono la forza trainante per unire le persone in tutto il mondo.
Shin’ichi, d’altra parte, aveva deciso in cuor suo di continuare a dialogare con i leader di più paesi possibili ed a collaborare con le Nazioni Unite per creare un vasto corso di pace.
Aveva anche deciso di concentrare le sue energie nella promozione degli scambi educativi e culturali con le università di tutto il mondo, affinché gli studenti, a cui era affidato il futuro, potessero formare legami d’amicizia e ampie reti di solidarietà per la pace.
Mentre la politica è soggetta alle tumultuose e mutevoli derive del tempo, il mondo accademico possiede in sé un valore universale e costante. Gli studenti che si laureano presso i massimi istituti educativi di ogni paese saranno la generazione di leader del domani, a loro è affidata la costruzione della società del futuro. Gli scambi e le interazioni tra giovani di diversi paesi diventeranno sicuramente una nuova forza in grado di unire il mondo nell’era della globalizzazione.
Shin’ichi riversava tutta la sua energia in queste attività. Per portare il suo incoraggiamento ai compagni di fede, intensificò i suoi viaggi in tutto il Giappone e oltre oceano.
Nel maggio e nel giugno del 1983 visitò gli Stati Uniti e l’Europa.
A febbraio e marzo del 1984 si recò negli Stati Uniti e in Sud America. In quel frangente, tornò in Brasile per la prima volta dopo diciotto anni dalla sua ultima visita e incontrò il presidente João Figueiredo, che nel maggio 1982 gli aveva rivolto un invito ufficiale a visitare il paese. Il loro incontro si svolse il 21 febbraio presso la sede della presidenza della Repubblica brasiliana nella capitale, Brasilia.
Durante il viaggio di diciotto anni prima, Shin’ichi era stato sotto costante sorveglianza da parte della polizia politica del governo militarista. Alcuni membri del governo a quel tempo avevano dato credito al sospetto che la Soka Gakkai fosse un’organizzazione politica mascherata da religione. Si trattava di voci diffuse da alcuni nippo-brasiliani e da altri personaggi ostili all’organizzazione, mossi da una visione distorta dell’organizzazione e dal pregiudizio nei suoi confronti.
A partire da quel momento, i membri della SGI brasiliana si dedicarono anima e corpo a promuovere la fiducia e una corretta comprensione della Soka Gakkai nel loro paese.
I malintesi si creano in un momento, ma occorrono anni e decenni di duro lavoro per dissipare i dubbi e creare fiducia.
[24] Shin’ichi Yamamoto aveva programmato di recarsi in Brasile nel 1974, ma la sua richiesta di visto fu negata e la visita non poté essere realizzata. I membri della SGI del Brasile si sentirono mortificati per non essere stati in grado di dissipare gli equivoci che gravitavano intorno alla Soka Gakkai. Promisero solennemente in cuor loro di impegnarsi ancora di più attraverso il dialogo e il loro contributo alla società per far conoscere l’organizzazione e le sue attività, al fine di creare le condizioni in cui il governo brasiliano avrebbe accolto favorevolmente la visita del presidente Yamamoto.
Uno spirito intrepido semina le cause della vittoria in mezzo al fango delle avversità.
Finalmente, nel febbraio del 1984, Shin’ichi poté visitare il Brasile e incontrare il presidente João Figueiredo.
Durante il loro incontro, Figueiredo informò Shin’ichi che si sarebbe recato in visita in Giappone a fine maggio o agli inizi di giugno di quell’anno. I due uomini parlarono poi della cooperazione scientifica e tecnologica tra Brasile e Giappone, della transizione dal dominio militare a quello civile in Brasile, della questione nucleare e delle prospettive per il futuro. In particolare, il presidente Figueiredo si mostrò entusiasta riguardo all’idea di Shin’ichi secondo cui la via verso un mondo senza guerra è aperta dai dialoghi diretti tra i leader politici di tutto il mondo.
Mentre si trovava a Brasilia, Shin’ichi incontrò anche i ministri degli esteri, dell’istruzione e della cultura, oltre a numerosi altri funzionari governativi. Si fece ritrarre in una foto di gruppo insieme a seicento membri locali, visitò l’Università di Brasilia e fece una donazione di libri alla biblioteca universitaria.
Il 25 febbraio visitò il complesso sportivo coperto di Ibirapuera a San Paolo, dove si stavano tenendo le prove generali del primo grande Festival culturale della SGI brasiliana. Dopo aver fatto un giro del grande palco circolare al centro dell’arena, con le braccia alzate in segno di saluto mentre la folla applaudiva, Shin’ichi prese il microfono e disse con profonda emozione: «Sono davvero felice di potervi incontrare, miei cari amici e nobili emissari del Budda, in circostanze così felici dopo diciotto anni. Questo magnifico Festival culturale brillerà come una stella nella storia del Brasile e negli annali di kosen-rufu.
«Gli incredibili sforzi che avete portato avanti, il solido sviluppo che avete raggiunto e la bellissima rete di solidarietà che avete costruito nel corso degli anni basandovi sulle relazioni cuore a cuore sono davvero sorprendenti. Vi tributo il più profondo apprezzamento; commosso fino alle lacrime per tutto quello che avete fatto, vorrei applaudirvi ed elogiarvi, desiderando di poter abbracciare ciascuno di voi e stringervi la mano».
La folla esultò di gioia, e nello stadio si levò un unico grido allegro e vivace che celebrava la vittoria del Brasile: «É pique, é pique, é pique, pique, pique!…»
[25] Il 26 febbraio Shin’ichi partecipò al grande Festival culturale della SGI brasiliana, il cui motto era “Un canto di pace per il mondo nel ventunesimo secolo”. Durante il festival fu letto un messaggio del presidente del paese João Figueiredo, in cui riconosceva gli sforzi compiuti dalla SGI brasiliana per diffondere la cultura, l’educazione e la pace mondiale, come anche i suoi contributi a un movimento di pace di grande portata e alla causa dell’abolizione delle armi nucleari. Egli esprimeva inoltre la sincera speranza che l’organizzazione riuscisse a realizzare i suoi nobili ideali.
Che differenza sorprendente rispetto a soli dieci anni prima, quando il governo osservava la Soka Gakkai con sospetto, arrivando addirittura a respingere la richiesta di visto di Shin’ichi. Era una testimonianza chiara ed evidente del successo ottenuto dai membri della SGI del Brasile nel creare legami di fiducia nella società e nel dialogare con persone di ogni estrazione sociale. Era anche un esempio indiscutibile del tipo di trasformazione descritta dal principio buddista di “trasformare il veleno in medicina”.
In Perù, la tappa successiva del suo viaggio, Shin’ichi incontrò il presidente Fernando Belaúnde Terry nel palazzo presidenziale di Lima.
Belaúnde, architetto di fama mondiale, era diventato presidente nel 1963, ma un colpo di stato militare nel 1968 lo aveva costretto all’esilio negli Stati Uniti. Infine era ritornato in Perù ed era stato rieletto nelle elezioni presidenziali del 1980 che ristabilirono la democrazia nel paese.
In riconoscimento degli importanti contributi di Shin’ichi alla cultura, all’educazione e alla pace mondiale, Belaúnde gli conferì l’onorificenza della Gran Croce dell’Ordine del Sole del Perù.
Quello stesso giorno, Shin’ichi visitò l’Università Nazionale di San Marcos, una delle più antiche del Sud America, alla cui biblioteca fece una donazione di libri. L’università aveva in precedenza insignito Shin’ichi di una cattedra onoraria durante la cerimonia di apertura dell’anno scolastico delle scuole medie e superiori Soka di Tokyo, nell’aprile del 1981. Una delegazione composta dal rettore e da altri funzionari dell’università si era recata appositamente in Giappone per il conferimento.
Shin’ichi si impegnava senza sosta per consolidare questi scambi educativi.
Nel 2017, l’Università Nazionale di San Marcos gli conferì un altro dottorato onorario in riconoscimento dei suoi sforzi mirati alla pace e all’educazione e basati sugli ideali umanistici.
Il sentiero degli scambi, una volta aperto, deve essere percorso ripetutamente affinché si consolidi e si allarghi in una grande strada.
[26] Durante la sua visita in Perù, Shin’ichi partecipò al primo Festival culturale mondiale dei giovani per la pace organizzato dalla SGI peruviana il 3 marzo 1984, che radunò circa diecimila partecipanti. A loro indirizzò le seguenti parole: «Tutti voi avete fregiato la vostra gioventù della vittoria. Vorrei congratularmi con tutto il cuore e stringere forte le mani a ognuno di voi con la massima sincerità e affetto.
«La cultura rappresenta la fioritura di una nazione. Le attività culturali sono attività per la pace, che portano felicità nella vita delle persone. Incuranti dei riconoscimenti o del guadagno personale, con il cuore puro della gioventù, avete superato ogni sfida e difficoltà per condurre con successo questo meraviglioso festival che passerà alla storia degli eventi culturali del Perù. Con i vostri sforzi, vi siete conquistati il diritto di godervi una vita di vittorie».
Poiché poco prima, quello stesso giorno, un arcobaleno aveva coronato il cielo di Lima, Shin’ichi si disse convinto che fosse «un simbolo che indicava che il Perù e la SGI peruviana erano entrati in un’epoca luminosa come quel bellissimo arcobaleno». E aggiunse: «Prego sinceramente per la prosperità, la pace e un luminoso futuro del mio amato Perù».
Shin’ichi partecipò anche a tre cerimonie di Gongyo che si tennero presso il Centro culturale della SGI peruviana. Dopo aver elogiato gli sforzi del defunto direttore generale della SGI peruviana, Vicente Seiken Kishibe, sottolineò che l’insegnamento della Legge mistica è la forza trainante della felicità, che ha il potere di sostenere un paese e di farlo prosperare. Coloro che hanno fede nella Legge mistica, aggiunse, sviluppano convinzione e attirano felicità per tutta la vita e oltre, per l’eternità. Le sue parole trasmettevano il vibrante desiderio che tutti lottassero con fede incrollabile e diventassero campioni di felicità.
Nel febbraio del 1987, durante il viaggio negli Stati Uniti e in America Centrale, Shin’ichi visitò la Repubblica Dominicana, definita “la perla dei Caraibi”. Incontrò il suo presidente Joaquín Balaguer e fu insignito dell’onorificenza della Gran Croce dell’Ordine di Cristoforo Colombo, uno dei massimi riconoscimenti di quella nazione.
Shin’ichi visitò il Centro culturale della SGI dominicana a Santo Domingo e partecipò a una cerimonia di Gongyo per commemorare il ventunesimo anniversario dell’inizio del movimento di kosen-rufu nel paese.
Desiderava con tutto il cuore elogiare e incoraggiare i pionieri che erano emigrati a Santo Domingo dal Giappone. Lottando contro la disperazione, mentre lavoravano faticosamente il terreno sassoso e incolto di quella nuova terra, avevano superato una difficoltà dietro l’altra per costruire le basi di kosen-rufu nella Repubblica Dominicana.
[27] A quella cerimonia di Gongyo parteciparono tutti i pionieri di kosen-rufu della Repubblica Dominicana, con i visi abbronzati e raggianti. Rivolgendosi a loro con un sorriso, Shin’ichi disse: «Grazie al vostro operato come veri pionieri di kosen-rufu, ora state sperimentando appieno l’incommensurabile potere e i benefici del Gohonzon e state conducendo vite colme di coraggio e gioia. Questo, di per sé, dimostra che realizzare kosen-rufu contribuisce alla prosperità della Repubblica Dominicana e indica che questo paese ha in serbo un futuro magnifico e pieno di speranza».
Cercando di incoraggiarli ancora di più, aggiunse che stava pregando affinché tutti, nessuno escluso, potessero godere di una vita di successo, lunga, felice e soddisfacente.
Subito dopo Shin’ichi partecipò alla prima riunione generale della SGI della Repubblica Dominicana.
Il giorno seguente, il 10 febbraio 1987, Shin’ichi visitò l’Università Autonoma di Santo Domingo. Il rettore Fernando Sánchez Martínez annunciò sorridente che, in riconoscimento delle vaste attività umanitarie di Shin’ichi in qualità di presidente della SGI, l’università aveva deciso di conferirgli il titolo di professore onorario della Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche. Il conferimento ebbe luogo quello stesso giorno.
Lo stesso giorno della sua partenza, dopo aver depositato una corona presso un monumento dedicato ai padri fondatori del paese nel Parco dell’Indipendenza di Santo Domingo, Shin’ichi posò per una foto commemorativa insieme a oltre duecento membri locali.
Durante la sua visita a Panama, dal 17 al 20 febbraio, Shin’ichi incontrò il presidente Eric Arturo Delvalle, e ricevette uno dei massimi riconoscimenti del paese, il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine di Vasco Núñez de Balboa.
Durante una cerimonia di Gongyo commemorativo presso il Centro culturale della SGI di Panama, Shin’ichi sottolineò l’importanza di recitare Nam-myoho-renge-kyo.
Mentre si trovava a Panama, visitò la locale università e incontrò il rettore Abdiel Adames. Nel 2000, quell’università conferì a Shin’ichi un dottorato onorario.
Tutte queste onorificenze erano il riconoscimento degli sforzi per la pace, la cultura e l’educazione effettuati dalla SGI, nonché la testimonianza della stima e della fiducia che i membri di ogni paese avevano saputo conquistarsi grazie al loro impegno nella società.
Per Shin’ichi ricevere questi premi in rappresentanza della SGI era un modo di rendere omaggio ai grandi meriti dei suoi predecessori, i presidenti della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, oltre che di ripagare gli sforzi instancabili dei suoi compagni di fede. Sperava che questi premi fossero motivo di gioia e di orgoglio per i membri che si impegnavano nelle attività di kosen-rufu.
[28] Riversando le sue energie negli incontri e nei dialoghi con i leader di vari paesi, Shin’ichi era deciso ad aprire la strada alla realizzazione della pace nel mondo e a una migliore comprensione della Soka Gakkai, proteggendo così i membri di quei paesi.
Nel 1985 rese una visita di cortesia al primo ministro indiano Rajiv Gandhi presso il Palazzo Akasaka a Tokyo, dove risiedevano gli ospiti di stato in Giappone. Lui e Rajiv Gandhi discussero della pace, di come far crescere i giovani e delle relazioni tra India e Cina.
Nel maggio del 1987 Shin’ichi partecipò all’inaugurazione della mostra Le armi nucleari – una minaccia per il mondo contemporaneo a Mosca. In quell’occasione parlò del fervido desiderio di pace dei popoli di tutto il mondo e incontrò il premier sovietico Nikolai Ryzhkov. In Francia, all’inizio di giugno, ebbe uno scambio di vedute con il primo ministro Jacques Chirac e con il presidente del senato Alain Poher.
Durante un viaggio nei paesi asiatici nel febbraio del 1988, incontrò sua maestà il re della Thailandia Bhumibol Adulyadej, il primo ministro della Malesia Mahathir Mohamad e il primo ministro di Singapore Lee Kuan Yew.
Durante la sua visita in Europa nel 1989, ebbe l’opportunità di incontrare il primo ministro britannico Margaret Thatcher, il primo ministro svedese Ingvar Carlsson e il presidente francese François Mitterrand. Durante quel viaggio, a Parigi, su invito dell’Accademia delle Belle Arti dell’Institut de France, tenne una conferenza sul tema “Arte e spiritualità tra Oriente e Occidente”.
Quello stesso anno, a Tokyo, incontrò il cancelliere austriaco Franz Vranitzky d’Austria e il presidente della Colombia Virgilio Barco Vargas. Durante il loro incontro il capo di stato colombiano consegnò a Shin’ichi la Gran Croce al merito dell’Ordine nazionale.
Nel maggio del 1990, durante la sua settima visita in Cina, Shin’ichi ebbe modo di confrontarsi in modo franco e aperto con il premier Li Peng e con il segretario generale del partito comunista Jiang Zemin.
Nel luglio di quell’anno, durante la sua quinta visita in Unione Sovietica, incontrò per la prima volta il presidente Mikhail Gorbaciov, al Cremlino.
Manifestando la sua gioia per l’incontro, appena lo vide, Shin’ichi disse a Gorbaciov in tono scherzoso: «Sono venuto qui per discutere con lei. Apriamoci a un dialogo franco, dal quale possa scaturire anche qualche “scintilla” per il bene dell’umanità e delle relazioni tra il Giappone e la Russia!».
(continua)