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Il mese della fondazione e lo spirito della Soka Gakkai - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:18

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Il mese della fondazione e lo spirito della Soka Gakkai

In occasione del 18 novembre pubblichiamo un saggio inedito del maestro Ikeda sul significato profondo di questo anniversario

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In occasione del 18 novembre pubblichiamo un saggio inedito del maestro Ikeda sul significato profondo di questo anniversario

«La rivoluzione è il risveglio dell’umanità» affermò Sun Yat-sen, padre della Cina moderna. «Quando le persone capiscono che solo loro possono salvare se stesse, tirano fuori una grande forza. E con questa grande forza riescono a vincere anche la resistenza più tenace».

Novembre è il mese in cui i nostri primi due presidenti, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, fondarono la Soka Gakkai, a Tokyo, precisamente il 18 novembre 1930.

Il mese della nostra fondazione è il mese in cui creare una nuova storia, è il mese in cui i paladini della giustizia, pieni di coraggio e fiducia in se stessi, si mettono in moto con un intento preciso. Non è semplicemente il momento di riflettere sul passato, non si tratta della pagina di una cronaca vecchia e polverosa. Kosen-rufu è un processo di creatività senza fine, di slancio in avanti che non tollera nemmeno un istante di arresto o di ristagno.

Il nostro mese della fondazione vivrà per sempre nel presente, perché la nostra vittoria in ogni istante, proprio adesso, contribuisce alla “fondazione” di una Soka Gakkai sempre vittoriosa che resterà solida nei prossimi cinquanta o cento anni.

In questo mese di novembre vi prego di scrivere una pagina senza precedenti nella storia della vostra vita. Fate in modo che sia un periodo di rinascita in cui uscire dal vostro guscio, in cui infrangere i limiti che voi stessi vi siete posti, in cui ripartire con coraggio, con lo spirito di “alzarsi da soli”.

Il 3 novembre in Giappone è il Giorno della cultura. All’inizio del secolo scorso Makiguchi, proprio in questa data, organizzò una giornata speciale della cultura per le studentesse per corrispondenza (1906). Dopo essersi trasferito a Tokyo dall’Hokkaido, Makiguchi si adoperò attivamente per istituire un programma educativo per corrispondenza dedicato alle donne, un’impresa pionieristica per quell’epoca. L’evento, che si tenne nel quartiere di Oji, a Tokyo, vide un folto gruppo di studentesse per corrispondenza svolgere varie attività culturali, assaporando al tempo stesso la bellezza del fogliame autunnale dei famosi aceri di quella zona.

Nella roccaforte della nostra sede principale a Tokyo, durante il mese della fondazione sono state scritte innumerevoli pagine di storia immortali, colme dello spirito della Soka Gakkai. Non dimenticherò mai la riunione generale di centro che si svolse l’8 novembre del 1957.

A quell’epoca la Soka Gakkai stava crescendo a una velocità impressionante e lo scopo della vita del presidente Toda, la realizzazione di 750.000 famiglie di membri, era ormai vicina. L’arena in cui si svolse la riunione era immersa in una vivida luce autunnale, e tuttavia il volto di Toda appariva pallido, come fosse esausto. Alla riunione erano accorsi i giornalisti di varie riviste e quotidiani. La nostra organizzazione veniva guardata con sospetto ed era oggetto di pregiudizi infondati da parte di vasti settori della società. Tuttavia il mio maestro si alzò con calma, come sempre, per tenere il suo discorso. Con poche parole liquidò le analisi superficiali diffuse dai mass media per spiegare lo sviluppo fenomenale della Soka Gakkai: «La Gakkai ha fede… Tutto ciò che abbiamo realizzato è il risultato del beneficio della nostra fede nel Gohonzon. Non lo capiscono?… La fede è il cuore di tutto. Praticare con fede è ciò che conta. Fintanto che avremo questa salda convinzione, niente ci turberà, qualsiasi cosa possano scrivere o dire su di noi».

Erano parole colme di passione di un campione di umanità che mettevano a tacere tutto quel blaterare ostile, così come il ruggito del leone zittisce tutti gli altri animali. «Facciamo a pezzi le menzogne!» scriveva Romain Rolland (1866-1944).

«Qualsiasi cosa le persone possano dire, non abbiate paura e non fatevi sviare; la Gakkai ha una fede incrollabile»: questo è il messaggio che il presidente Toda trasmise a tutti i nostri membri, quel giorno, a Tokyo.

Fu l’ultima riunione generale dei responsabili di centro a cui partecipò.

Toda soleva mandarmi a chiamare molte volte al giorno; approfittava di ogni momento libero per parlarmi della fede, della vita, dei progetti futuri e dei suoi molti sogni, delle sue speranze e delle sue idee. Come discepolo che si sente un tutt’uno con il suo maestro, niente mi rendeva più felice che discutere con lui del futuro di kosen-rufu. Non avremmo mai voluto smettere di parlare di questo argomento.

Tuttavia, a partire dalla fine del 1957, quando si trovava alla sede centrale della Soka Gakkai, Toda soleva riposare su un divano posto al primo piano, alla reception, invece di recarsi al secondo piano dove si trovava l’ufficio del presidente. Ero profondamente consapevole che le sue condizioni stavano peggiorando e pregavo con tutte le forze per la sua salute; perciò consideravo ognuno di quegli scambi tra maestro e discepolo come un tesoro inestimabile.

Una settimana dopo la riunione generale di centro, il 15 novembre, Toda mi trasmise varie istruzioni e guide in quella stanza al primo piano. Gli occhi del mio maestro brillavano intensamente mentre mi diceva: «Una volta intrapresa una lotta per kosen-rufu bisogna vincere a tutti i costi».

Ancora oggi mi sembra di sentire le sue parole.

Una volta iniziata una lotta non possiamo perdere. Non abbiamo altra scelta; dobbiamo superare tutti gli ostacoli e gli intrighi che si frappongono sul nostro cammino e vincere con coraggio.

Nel mezzo dell’insidioso complotto ordito dal clero nel 1979, rassegnai le dimissioni da presidente della Soka Gakkai. Ma ciò non significava certo che la mia missione per kosen-rufu fosse giunta al termine.

Completamente solo e ricordando le parole del mio maestro, formulai nel profondo del mio cuore il voto risoluto di vincere, e alla fine fu a Tokyo che ebbi l’opportunità di ribaltare la situazione difficile in cui ci trovavamo.

Anche questo accadde nel mese della fondazione della Soka Gakkai, novembre, quel mese così significativo in cui si intraprendono nuove determinazioni e nuove azioni.

Il 2 novembre 1981 i membri di Tachikawa e Nishitama, due quartieri di Tokyo, si erano riuniti nella palestra centrale dell’Università Soka. Due giorni prima avevo tenuto una lezione agli studenti dell’Università Soka dal titolo Riflessioni sulla storia e sui personaggi storici: vivere in mezzo alle persecuzioni, e ardevo dal desiderio di battermi per la giustizia.

Gli attacchi e le calunnie ispirate dalla gelosia non mi facevano paura, e nemmeno le persecuzioni da parte delle autorità corrotte. Osservate cosa visse l’antico storico cinese Ssu-ma Chien! Guardate il leader dell’indipendenza indiana, il Mahatma Gandhi, e lo scrittore Victor Hugo! Le loro vite furono un susseguirsi incessante di persecuzioni. E incontrare persecuzioni per la nobile causa della propagazione del Buddismo è un onore ancora più grande! Avevo deciso. Nel mio cuore ardeva la determinazione di far sì che in quel mese di novembre sorgesse una nuova alba.

Alla riunione generale di Tachikawa e Nishitama, parlai riguardo a “Buddismo è vincere o perdere”. Poi afferrai un ventaglio e, come i membri mi avevano chiesto, diressi la canzone della nostra nuova partenza, Ah, l’alba è vicina.

Ah, l’alba è vicina,
ah, l’alba è vicina,
sorgete amici miei, figli della libertà

Mentre cantavamo animatamente ci sentimmo uniti in un solo cuore, e tutta la palestra fu pervasa da una potente ondata di emozione. Tutti i volti brillavano di determinazione, la determinazione di battersi con coraggio. Ero felice, il mio cuore era colmo di gioia. I membri avevano tanto atteso il giorno in cui avrei nuovamente assunto con coraggio la guida di kosen-rufu.

«L’amistà per onestade fatta è vera e perfetta e perpetua» scrisse Dante Alighieri, il poeta italiano che pure fu perseguitato nel corso della sua vita.

Era giunto il tempo di una nuova alba, il tempo di emergere dall’oscurità che aveva avvolto il nostro movimento e “rifondare” da capo la Soka Gakkai. Nel nostro mese della fondazione corsi continuamente da Tokyo al Kansai, poi nello Shikoku e nuovamente nel Kansai e nel Chubu, viaggiando senza posa. E nel mese di dicembre estesi vigorosamente la nostra lotta al Kyushu.

Il campo di battaglia principale per Nichiren Daishonin fu la città di Kamakura, la più importante del Giappone. Come sede del governo militare, Kamakura equivaleva a quel centro politico che oggi è Tokyo. Pur essendo la sede del governo, Kamakura era tutt’altro che un luogo sicuro, anzi, pullulava di pericoli: ovunque circolavano voci false e tendenziose, si ordivano intrighi e i nemici erano sempre all’erta.

Nonostante questo – o forse, proprio per questo – il Daishonin scelse Kamakura come luogo in cui ingaggiare la sua “battaglia di parole”, per confutare l’erroneo e rivelare il vero. Questo è un punto cruciale nella lotta senza quartiere per la realizzazione di kosen-rufu.

Noi della Gakkai dobbiamo sempre recarci nei posti più difficili e vincere proprio lì. È essenziale anche costruire salde reti di persone che si dedicano al bene nei centri più influenti dei nostri tempi.

I nostri membri di Tokyo non devono mai dimenticare questa “regola” fondamentale.

La vittoria di Tokyo è la vittoria di tutti. Ed è anche la mia vittoria.

È vitale che Tokyo trionfi. Tokyo ha la missione e la responsabilità di vincere. Miei cari amici di Tokyo, il baluardo principale del nostro movimento, sfidatevi risolutamente e vincete! Create una storia di brillanti vittorie personali!

(Seikyo Shimbun, 4 novembre 2003)

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