Molti giovani si scontrano con la difficoltà di trovare il lavoro desiderato, o stanno lottando contro molte avversità, sia nel lavoro che nello studio. Come possiamo continuare ad avanzare senza lasciarci sconfiggere?
Per prima cosa vorrei condividere questo passo del Gosho: «È il cuore che è importante. Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata. Sforzati di raccogliere il potere della fede. Considera prodigiosa la tua sopravvivenza. Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889).
È un passo indirizzato a Shijo Kingo, a cui il Daishonin insegna che maggiore è il potere della fede, più si manifesta il grande potere del Gohonzon.
Quando preghiamo per un obiettivo, se non riusciamo a ottenere subito un risultato a volte tendiamo a rassegnarci oppure nutriamo dubbi sul potere del Gohonzon. Ma in realtà, la vera lotta inizia proprio in quel momento.
Usare la strategia del Sutra del Loto significa mantenere fino in fondo la nostra preghiera davanti al Gohonzon. L’importante è avere la ferma convinzione che alla fine vinceremo.
In un altro Gosho leggiamo: «La vita è limitata, non dobbiamo lesinarla. Ciò a cui dobbiamo principalmente aspirare è la terra del Budda» (Aspirare alla Terra del Budda, RSND, 1, 187).
La nostra missione in questa vita è realizzare kosen-rufu. Il punto cruciale è se la nostra preghiera si basa sul desiderio di realizzare una prova concreta per il bene di kosen-rufu. Inoltre, è fondamentale che la nostra preghiera sia basata sul legame di non dualità di maestro e discepolo. Quando la preghiera del maestro e quella del discepolo diventano tutt’uno, si manifesta senz’altro un grande risultato.
Nel romanzo La nuova rivoluzione umana c’è un incoraggiamento di Shin’ichi Yamamoto a un membro europeo, il signor Onodera: «Shin’ichi chiese: “Quali sono ora i suoi progetti?” La sua situazione economica va bene? Onodera non sapeva cosa rispondere. Da giorni stava riflettendo sul da farsi, ma non aveva raggiunto alcuna conclusione. Perciò si chiese per l’ennesima volta: “Qual era il mio obiettivo quando sono venuto in Europa? Il motivo più superficiale era quello di svolgere il mio tirocinio alberghiero, ma in definitiva il mio vero desiderio non era forse quello di contribuire a kosen-rufu mondiale?”. Onodera riflettè con calma per qualche istante e poi dichiarò: “Ho messo da parte del denaro, perciò per un po’ posso mantenermi. Resterò qui. Prenderò qualunque lavoro riesca a trovare, cosi potrò dedicare la mia vita a kosen-rufu in Olanda”.
Aveva appena finito di parlare che Shin’ichi esclamò: “Giusto! È questo lo spirito che bisogna avere! Qualunque lavoro onesto è degno di rispetto. Lei è venuto in questo paese perché ha una missione qui. È importante che faccia del suo meglio e perseveri fino all’ultimo. […] Per quanto difficili siano le circostanze in cui si trova, spero che non perderà mai la fiducia in se stesso. La cosa peggiore è essere sconfitti dalla propria debolezza. Potrebbe non trovare subito un lavoro, ma voglio che lei continui ad andare avanti. È della massima importanza che lei affronti la situazione con speranza e coraggio, fino in fondo. Questo è lo spirito della Soka Gakkai”» (NRU, 12, 75).
Tutto ciò che per noi comporta grandi sforzi e ci fa provare sofferenza, se rimane solo un problema personale è una cosa piccola, non così importante. Invece, se decidiamo che ciò per cui ci stiamo sforzando è una parte dell’opera del movimento di kosen-rufu, la nostra lotta diventa un tassello fondamentale. Il nostro impegno è prezioso e non dobbiamo rinunciare a metà strada. Continuiamo a pregare risolutamente, mantenendo fino in fondo la ferma convinzione che alla fine vinceremo.
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Come possiamo dedicare con gioia la nostra vita alla realizzazione di kosen-rufu senza trascurare gli impegni quotidiani?
Questa domanda sembra alludere al fatto che a volte, a causa delle attività per kosen-rufu, ci sentiamo così spossati da trascurare gli impegni della nostra vita quotidiana e non riusciamo a sentire gioia. La soluzione ai primi due problemi è relativamente semplice, in quanto richiede impegno costante e saggezza.
Innanzitutto, il più grande nemico che ci porta a sentirci esausti è la mancanza di sonno. Dormire a sufficienza è la condizione più importante per mantenersi in buona salute.
In questo senso, anche dormire bene rappresenta una sfida nella fede. La cosa più importante è non accumulare stanchezza.
Per quanto riguarda il secondo problema, quello di non trascurare la vita quotidiana, indubbiamente il fatto di mantenere un equilibrio tra attività della Soka Gakkai da un lato e vita quotidiana e lavoro dall’altro è una sfida costante ed eterna, basata sul principio di “fede uguale vita quotidiana”. Prima di tutto è importante decidere di portare a termine entrambe le cose, dopodiché si tratta di recitare Daimoku ogni giorno e trovare soluzioni creative. Se stabiliamo un ritmo in cui la mattina recitiamo Daimoku per mezz’ora o un’ora con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra attività e vita quotidiana, nel corso della giornata riusciremo a fare tutto, senza sacrificare i nostri impegni o il lavoro.
Poiché la fede è per tutta la vita, vi prego di stabilizzare una pratica che vi permetta di approfondire la fede in modo costante.
Il problema serio è il terzo, quello di non provare gioia. Credo che la cosa più importante sia chiedersi in cosa consiste essenzialmente la gioia.
Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, anche mentre si trovava in carcere durante la guerra diceva: «A seconda della propria disposizione d’animo, si può sperimentare gioia anche nell’inferno». Nel Gosho è scritto: «Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myohorenge-kyo. Come potrebbe non essere questa la gioia senza limiti della Legge? Rafforza il potere della tua fede più che mai» (Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607). Anche se nei momenti di difficoltà si possono sperimentare sofferenze, tutto alla fine si trasforma in gioia.
Le attività della Soka Gakkai riguardano proprio questo. La nostra fede è per far sì che alla fine ogni cosa si trasformi in un ricordo gioioso.
Detto ciò, è importante trovare con creatività il modo migliore per portare avanti le attività quotidiane con gioia e vivacità. Se le riunioni sono gioiose e interessanti, vi parteciperanno ancora più giovani.
Vorrei inoltre riconfermare brevemente il concetto di“dedicare la propria vita”, citato nella domanda. “Dedicare la propria vita” rappresenta la forma più elevata di fede esposta nel Sutra del Loto, il cui significato è letteralmente quello di non lesinare la propria vita per il Buddismo.
Tuttavia ciò non vuol dire rinunciare alla vita, come se fosse un sacrificio, perché il Buddismo espone il principio della sacralità della vita.
Nella visione della Soka Gakkai “dedicare la propria vita” significa “vivere a pieno la propria vita, continuare a vivere fino in fondo”. Più viviamo pienamente ogni giorno, più siamo in grado di agire per il bene del Buddismo e di accumulare benefici. Di conseguenza, per noi dedicare la vita significa far emergere gioia dal profondo del nostro essere mentre ci impegniamo ogni giorno nelle attività per kosen-rufu.
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Come possiamo far crescere i giovani e i membri del Gruppo futuro in quanto discepoli e successori del maestro Ikeda?
Un vero leader è colui che si impegna nel far crescere i giovani. Coloro che si dedicano a far crescere i giovani sono assolutamente persone di valore per kosen-rufu. Più ci dedichiamo agli altri più accumuliamo i tesori del cuore.
Ascoltiamo i problemi dei giovani facendo attività insieme a loro. Diamo loro possibilità di partecipare alle attività e lodiamoli. I giovani che vengono lodati per i loro sforzi crescono molto più di quanto si possa immaginare. Questo vale anche per il Gruppo futuro.
Parlate loro di sensei, di quanto sta dedicando la sua vita a incoraggiare le persone in tutto il mondo. Il cuore di sensei arriva ai membri del Gruppo futuro.
In un saggio (di prossima pubblicazione su NR) sensei racconta di una donna che partecipò a una riunione all’età di 107 anni: «Tutti i partecipanti alla riunione erano entusiasti e impazienti di sentire le parole di questa donna. Una ragazza le chiese di condividere qualche incoraggiamento per i giovani.
Questa signora si alzò molto lentamente e si rivolse alla ragazza, che avrebbe potuto essere la sua bis-bis nipote, inchinandosi una, due, tre volte. Senza dire una parola le trasmise il suo incoraggiamento: “Tu hai tutto ciò che serve per portare avanti kosen-rufu nel futuro”. Questo è lo spirito del Buddismo e lo spirito per far crescere i giovani.
Il Daishonin afferma: “Cosa significa il profondo rispetto del Bodhisattva Mai Sprezzante per la gente? Il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano”(I tre tipi di tesori, RSND, 1, 756). Voglio confermare con fierezza che le madri e i padri di kosen-rufu sono persone nobili che condividono lo spirito Soka e portano avanti il comportamento del Bodhisattva Mai Sprezzante di rispettare ogni persona».
Le persone che fanno crescere gli altri sono degne di rispetto. Più facciamo crescere le persone più il nostro stato vitale si eleva senza limiti. Innanzitutto, partiamo dal recitare Daimoku per la crescita dei giovani e del Gruppo futuro.
Poi ascoltiamo le loro preoccupazioni e problemi e trasmettiamo loro la convinzione che tutte le preoccupazioni e i problemi si possono risolvere attraverso la fede.
Diamo loro modo di partecipare alle attività e lodiamoli in ogni occasione.
I giovani la cui consapevolezza viene stimolata, crescono molto più velocemente di quanto un anziano nella fede possa immaginare.
Gli adulti che sostengono i giovani saranno pieni di fortuna e benefici. Più facciamo crescere gli altri, più potremo sperimentare uno stato vitale così elevato da sentirci come se stessimo danzando nel vasto cielo azzurro.