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Il cammino verso la felicità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:27

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Il cammino verso la felicità

Flavia Alcibiade, Santa Marinella, (RM)

Flavia inizia a praticare in seguito a un intervento chirurgico, quando si trova costretta a passare molti mesi sulla sedia a rotelle. Grazie al Daimoku e al sostegno degli amici, decide di realizzare l’impossibile: tornare a scuola sulle sue gambe

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Flavia inizia a praticare in seguito a un intervento chirurgico, quando si trova costretta a passare molti mesi sulla sedia a rotelle. Grazie al Daimoku e al sostegno degli amici, decide di realizzare l’impossibile: tornare a scuola sulle sue gambe

Prima di iniziare a recitare Nam-myoho-renge-kyo ero molto suscettibile, non sorridevo mai e mi arrabbiavo facilmente. Due volte a settimana i miei genitori organizzavano le riunioni buddiste a casa e, ascoltando dalla mia camera le esperienze che raccontavano le persone, mi sentivo ispirata. Mi colpiva il fatto che fossero felici nonostante le sofferenze che affrontavano.
Sono nata con una emiparesi degenerativa degli arti inferiori, che mi ha costretta a camminare con le stampelle fin dall’età di sei anni.
Un giorno, tornando a casa dall’ospedale, decisi fermamente di provare a camminare solo con le mie forze e così, appoggiandomi al muro, lasciai prima una stampella e poi l’altra. Cominciai a camminare, tenendo però i piedi rivolti verso l’interno e, di un piede, usavo solo la punta. Andai avanti così fino ai quindici anni: questa postura sbagliata mi portò alla lussazione delle anche. L’ortopedico, in seguito a questo, vista la gravità della situazione, mi convinse a operarmi. Una settimana dopo l’operazione il medico mi disse che sarei dovuta stare su una sedia a rotelle per tre mesi: questo mi scosse molto, non era affatto una bella notizia per me. Io consideravo l’operazione banale come uno schiocco di dita, tanto che quasi sentivo questa situazione come un dispetto dell’ortopedico nei miei confronti. Invece che tre, passai nove mesi in carrozzina, insieme alla mia cocciutaggine e a una certa depressione, perché non mi sentivo più in grado di camminare.
Ritornai a scuola quasi subito, con la carrozzina, e ricevetti un’accoglienza bellissima, ma dentro non mi sentivo affatto bene. L’ortopedico mi disse che mi aveva operata perché aveva fiducia in me, e che non mi aveva detto subito che avrei passato tanti mesi in sedia a rotelle per proteggermi. Io però ero tornata la “scorbutica” Flavia.
Un giorno mia madre mi propose di uscire e andare al parco vicino a casa mia. Lì incontrai un’amica di famiglia con le sue figlie, entrambe buddiste che, vedendomi un po’ giù, mi dissero: «Perché non provi a praticare? A noi fa tanto bene!». Così cominciarono a venirmi a trovare la domenica per fare Daimoku insieme. Ci mettemmo l’obiettivo che entro settembre 2013 sarei tornata a scuola senza sedia a rotelle. Ma io non ci credevo: non avevo fiducia in me, mi sentivo uno schifo.
Cominciai a camminare con un deambulatore e dopo varie visite ci rivolgemmo a un terapista che, appena entrata nel suo studio, mi disse: «Entro due mesi il deambulatore non lo userai più». Mi trasmise sicurezza, aveva un carattere forte, e il suo essere duro mi fece proprio bene. Infatti dopo due mesi il deambulatore non lo usai più. Mi accompagnò a camminare in un giardino con la ghiaia. Lui mi disse che ce la potevo fare… caddi un po’ di volte e lui non mi aiutò mai: alla fine ce la feci da sola. Per tutto questo periodo ho recitato un’ora di Daimoku al giorno, facendo Gongyo mattina e sera e partecipando alle riunioni. Le ragazze che recitavano con me mi proposero di raggiungere l’obiettivo di rientrare a scuola camminando. Questa sarebbe stata un’ottima sfida per diventare membro della Soka Gakkai. Diventando membro avrei scelto di dedicare la mia vita al Buddismo e di praticare sempre con regolarità. E siccome non sono mai stata costante ho pensato che questa potesse essere una vera sfida. Sfidarmi a non tralasciare più le cose importanti, a non dare più niente per scontato e a dare importanza alla mia vita.
A settembre rientrai in classe camminando con le mie gambe e tutti mi applaudirono! In più mi organizzarono una sorpresa a scuola, una festa in mio onore. La mia migliore amica quel giorno mi aveva detto solo: «Vestiti bene domani, fidati di me!». Avevo rea­lizzato l’obiettivo di tornare a scuola camminando, così il 24 novembre diventai membro della Soka Gakkai. La ragazza che mi aveva sostenuto nella pratica mi regalò un libro intitolato Amore e amicizia, che cominciai a leggere subito perché volevo capire cos’era la vera amicizia. Mi colpì un concetto che spiegava che prima di pretendere la stima degli altri e l’accettazione per come si è, è necessario accettarsi noi per primi.
Ora i miei nuovi obiettivi per il futuro sono: prendere la patente ed essere sempre felice nonostante tutto.

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