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Il potere libero dei giovani - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:15

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Il potere libero dei giovani

Trovarsi a commemorare il settantesimo anniversario dello scoppio delle bombe atomiche proprio a Nagasaki: commozione e senso di impotenza hanno lasciato il posto alla decisione di scegliere la pace, sempre, liberando il potere e la passione della gioventù

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Trovarsi a commemorare il settantesimo anniversario dello scoppio delle bombe atomiche proprio a Nagasaki: commozione e senso di impotenza hanno lasciato il posto alla decisione di scegliere la pace, sempre, liberando il potere e la passione della gioventù

Ho avuto l’opportunità di prendere parte ad un’attività speciale a Nagasaki prevista nell’ambito del Corso mondiale giovani. Siamo partiti in ventiquattro rappresentanti provenienti da sedici nazioni, tra cui otto dall’Europa (io dall’Italia). Arrivati la notte di un piovoso sabato 5 settembre, siamo stati subito scaldati dalla gioiosa accoglienza dei membri, che non dimenticheremo mai.
A partire dalle undici del giorno successivo abbiamo partecipato al Summit SGI dei giovani per la pace, tenutosi in occasione del settantesimo anniversario dello scoppio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Nella prima parte della mattinata ci eravamo recati presso il monumento in onore delle vittime per porgere le nostre preghiere per la pace nel mondo, e avevamo visitato il museo della memoria di Nagasaki, dove sono conservati reperti e testimonianze del bombardamento che ha spazzato via 70.000 persone in pochi secondi.
Arrivati alla sala comunale, abbiamo preso posto e la conferenza ha avuto inizio. Mi sentivo annichilito, dal momento in cui avevamo visitato il museo tutti eravamo silenziosi e provavamo un pesante senso di oppressione.
È stato in quel momento che è stato letto un lungo messaggio che il presidente Ikeda ha inviato per il summit, che inizia con queste parole: «Non importa quanto possa essere fitta la cappa della paura e dell’incertezza che opprime il mondo, ci sarà sempre speranza finché la passione della gioventù rimarrà accesa. E non importa quanto difficile e scoraggiante possa diventare la realtà, ci sarà sempre un futuro migliore finché il potere della gioventù rimarrà libero e ben mirato».
Una scossa di forza e determinazione ci ha infiammato il petto.
La responsabilità di scegliere la pace e combattere la violenza, l’indifferenza e il senso di impotenza che dominano sul mondo appartiene ad ognuno di noi e va ribadita senza mai retrocedere. Questa è la determinazione che abbiamo rinnovato grazie al messaggio di sensei, mentre ascoltavamo l’esperienza di Michiko Muta, sopravvissuta al bombardamento nel quale perse la madre e la sorella e, qualche anno dopo, anche il padre.
Nel pomeriggio abbiamo partecipato a una riunione di scambio alla quale erano presenti quattrocento persone, di cui la metà veniva per la prima volta. Quando abbiamo salutato e abbracciato le persone alla fine della riunione, abbiamo provato un’enorme felicità. Anche le nuvole plumbee avevano lasciato il posto a un cielo sereno.
Mentre ci accingevamo a salire sull’aereo per tornare a Tokyo e si stava facendo sera, ci siamo voltati indietro e abbiamo così visto che una bandiera blu, gialla e rossa sventolava sulla cima ­dell’aeroporto, insieme a uno striscione che diceva «One World with Sensei». I membri di Nagasaki si sbracciavano per salutarci ancora una volta. Abbiamo risposto al saluto colmi di gratitudine, con la promessa di fare del nostro meglio per kosen-rufu e la pace nel mondo.

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