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L'orgoglio e la gioia di far germogliare i semi della felicità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:19

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L’orgoglio e la gioia di far germogliare i semi della felicità

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In ogni stagione dell’anno continuo a recitare Daimoku per tutti i nostri ammirevoli compagni di fede che lavorano nei settori dell’agricoltura e della pesca. Essendo cresciuto in una famiglia di coltivatori di alghe, sono profondamente consapevole delle fatiche e delle difficoltà che tali attività comportano quotidianamente.
Il cibo è vita. Un lavoro teso a proteggere e nutrire la vita – il nostro tesoro più prezioso – senza arrendersi mai di fronte a nessun disastro naturale o imprevisto climatico, è un lavoro sacro che merita ancora una volta la nostra più profonda riconoscenza.
Facendo un’analogia con i prodotti della terra che, prima o poi a seconda delle circostanze, entro un anno dalla semina vengono raccolti, Nichiren Daishonin afferma: «Se i devoti del Sutra del Loto svolgono le proprie pratiche religiose così come insegna il sutra, allora ciascuno di essi, senza eccezione, conseguirà sicuramente la Buddità nella sua esistenza presente» (La dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, RSND, 2, 85).
Esattamente come ha descritto il Daishonin, i membri del gruppo Molti Tesori hanno continuato a vivere appieno lottando strenuamente per realizzare kosen-rufu insieme ai compagni della SGI. Tingendo i loro anni del colore dorato del conseguimento della Buddità in questa esistenza, emanano dal viso radioso una luce che fa risplendere e ispira innumerevoli altre persone in Giappone e in tutto il mondo.
Il Buddismo del Daishonin è il “Buddismo della semina”. Piantare i semi della Legge mistica nell’epoca caotica e perversa dell’Ultimo giorno della Legge rappresenta la sfida senza precedenti di tendere la mano e offrire un raggio di luce anche a coloro il cui cuore sembra chiuso alla speranza di qualsiasi cambiamento, come una terra incolta dove nessun seme può germogliare.
Nichiren dichiara: «Solo i sette caratteri di Nam-myoho-renge-kyo sono il seme per conseguire la Buddità» (Il Daimoku come seme della Buddità, RSND, 2, 755).
Chiunque, indipendentemente dalle circostanze in cui si trova, se recita Nam-myoho-renge-kyo può manifestare lo stato vitale del Budda. Ecco perché spargiamo i semi della Legge mistica, i semi della suprema felicità, e continuiamo a spargerli nei nostri cuori e in quelli degli altri. Anche quando affrontiamo le più spietate realtà che ci riserva il nostro karma, dichiariamo fiduciosamente a noi stessi e agli altri che possiamo con certezza assoluta conseguire la Buddità esortando i nostri amici a percorrere insieme il sentiero verso la felicità.
Un giorno il mio maestro e secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda incoraggiò calorosamente un compagno dalla fede sincera preoccupato del fatto che i suoi sforzi di introdurre altre persone al Buddismo del Daishonin non portassero a risultati tangibili. Toda gli disse: «Non c’è nessun motivo di affliggersi. I benefici che si ottengono quando si parla di Buddismo agli altri sono gli stessi a prescindere dal fatto che l’interlocutore inizi a praticare subito oppure no. Verrà sicuramente il momento in cui i tuoi sforzi daranno i loro frutti. Quindi continua con tenacia a piantare i semi».
Un membro giapponese della Divisione donne che, avendo sposato un militare americano, si era trasferita da Hiroshima negli Stati Uniti dopo aver subito le devastazioni della Seconda guerra mondiale, continuò con perseveranza a praticare e a intraprendere coraggiosamente dialoghi sul Buddismo con altre persone nonostante l’accanita opposizione del marito. Lottando contro le sofferenze provocate da difficoltà economiche e dalle discordie in famiglia, si dedicò con impegno sincero alla felicità di una persona dopo l’altra ripetendosi ogni volta con convinzione: «Io sono venuta in America proprio per incontrare questa persona». Oggi, la sua famiglia e i circa quattrocento nuclei familiari che ha aiutato a ricevere il Gohonzon sono colmi di benefici e grazie ai suoi sforzi sono emersi numerosi giovani successori. Con un luminoso, splendido sorriso racconta: «Non posso fare a meno di condividere con gli altri la gioia che scaturisce dalla fede. Quando incontro qualcuno mi viene subito voglia di introdurlo a questo Buddismo».
Nella parte in versi del sedicesimo capitolo del Sutra del Loto Durata della vita, che recitiamo ogni giorno durante Gongyo, troviamo questo passaggio: «Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio» (SDL, 318 [303]). Il nostro movimento di kosen-rufu può definirsi una lotta senza tregua per piantare i semi della Legge mistica, far crescere gli alberi preziosi delle persone di valore e coltivare su tutto il pianeta un terreno di pace e coesistenza sempre più vasto, traboccante di gioia di vivere.
La poetessa brasiliana Cora Coralina (1889-1985) scrisse: Se dobbiamo aspettare, / che sia fatto per cogliere il seme buono / che oggi lanciamo sul suolo della vita. / Se dobbiamo seminare, / allora che sia fatto per produrre / milioni di sorrisi, / di solidarietà e amicizia.
Impegniamoci insieme nello sviluppo dinamico e nell’espansione ulteriore del nostro movimento in questa nuova era di kosen-rufu nel mondo. Incoraggiandoci l’un l’altro con spirito gioioso, continuiamo con fiducia, giorno dopo giorno, a piantare i semi della speranza e della vittoria!

Insieme ai miei discepoli
ho piantato semi
per diecimila anni a venire.
Possano fiori umani di felicità
sbocciare profumati nel futuro!

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