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La magia dei sogni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:50

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La magia dei sogni

Non esistono bacchette magiche per realizzare quello che vogliamo, ma esiste la possibilità di credere senza limiti nei propri sogni. Un’energia che quando si attiva può arrivare dritta al cuore di chi ci sta intorno, racconta Lucia

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Non esistono bacchette magiche per realizzare quello che vogliamo, ma esiste la possibilità di credere senza limiti nei propri sogni. Un’energia che quando si attiva può arrivare dritta al cuore di chi ci sta intorno, racconta Lucia

Quando ho incontrato la pratica buddista, grazie ai miei vicini di casa, avevo diciotto anni ed ero convinta che la vita fosse proprio una gran fregatura, la felicità era un concetto puramente teorico e poteva al massimo riguardare gli altri, non me. Nel 2002 ho ricevuto il Gohonzon, con la determinazione di diventare una persona felice. Pian piano ho iniziato a sentire una sensazione che non avevo mai provato prima: gioia! Stavo muovendo i primi passi della mia rivoluzione umana.
Tre anni fa mi sono trasferita a Genova da Milano. Lì ero ormai abituata a fare attività con tantissimi giovani, mentre in Liguria mi sono ritrovata responsabile di un capitolo dove l’unica giovane donna aveva deciso di smettere di praticare e altre due si erano trasferite.
Nella mia vita personale, nonostante due lauree, continuavo a fare lavori mal pagati e di cui mi importava poco. Non avevo chiaro quale fosse il mio sogno nella vita, ed era proprio questo a farmi soffrire. Era come se tutti intorno a me avessero chiara la direzione da seguire mentre io, arrivata a trent’anni, stavo ancora girando a vuoto. Come avrei potuto incoraggiare i giovani?
Ripartii dal mio modo di praticare per vincere sia nel lavoro che nell’attività. Creai legami solidi con i miei corresponsabili adulti, recitavo con loro condividendo gli obiettivi. Mi resi conto che il mio atteggiamento davanti al Gohonzon nell’ultimo periodo era stato quello che il presidente Toda descrive come “la pratica del mendicante”: elemosinavo benefici come se il Gohonzon fosse una bacchetta magica. La bacchetta magica c’è, esiste, ma è dentro di me. Realizzai che non avevo mai approfondito il legame con il maestro e così determinai di farlo. In quel periodo, ogni guida che leggevo era come se Ikeda stesse parlando al mio cuore. Gli scrissi promettendogli che mi sarei impegnata per trovare il lavoro adatto a me e che avrei dedicato la mia vita a kosen-rufu.
Iniziai ad aprire casa ai giovani e le recitazioni si facevano via via più frequentate. La mia vicina di casa, Vania, incuriosita da quel suono che, come disse, le trasmetteva una bellissima energia, decise di iniziare a praticare e a gennaio ha ricevuto il Gohonzon a Londra, dove ora vive e lavora.
In quel periodo nel capitolo iniziarono ad arrivare giovani donne ben oltre le mie aspettative. Tornò anche la ragazza che aveva smesso di praticare e le due giovani che si erano trasferite tornarono a vivere in zona. Alle riunioni di discussione c’erano sempre persone nuove, iniziammo a mettere in piedi per la prima volta l’attività del gruppo Kayo-kai e a trovarci ogni martedì per studiare la Rivoluzione umana. Inoltre mi offrirono la responsabilità di territorio, che accettai nonostante mille paure. La zona era molto vasta e io non avevo neanche un mezzo per spostarmi: facevo molti chilometri ogni giorno sui mezzi pubblici per andare a trovare le giovani donne e incoraggiarle. In questo ho avuto il sostegno dei miei corresponsabili adulti, che spesso mi accompagnavano in macchina nelle zone più lontane. Sono stati davvero preziosi!
Da anni lavoravo in una piscina come bagnina, e ho sempre avuto il desiderio di parlare di Buddismo ai miei colleghi, senza riuscirci. Cambiando il mio atteggiamento, anche loro se ne sono accorti, tanto che Laura ha iniziato a praticare e suo figlio fa attività nel gruppo della Divisione futuro della sua zona. Per me quella era diventata la “piscina di kosen-rufu“!
Un giorno, mentre recitavo, capii cosa volevo “fare da grande”: la scrittrice. Fino a quel momento avevo avuto troppa paura persino per ammetterlo a me stessa. Ho scritto a sensei per comunicargli questa decisione e gli ho promesso che avrei realizzato un sogno impossibile: pubblicare il mio libro in tutte le librerie d’Italia e poter così incoraggiare tantissime persone a credere nei propri sogni, oltre ogni limite della mente, oltre il karma, dedicandomi ancor più alla felicità degli altri.
A gennaio dello scorso anno ho iniziato a scrivere e in sei mesi ho terminato il mio libro.
All’inizio dell’anno mi contattò un editore che però mi chiese dei soldi per la pubblicazione. Lo ringraziai, ma rifiutai l’offerta. Volevo realizzare senza compromessi, altrimenti come avrei potuto incoraggiare gli altri a credere ai propri sogni? Dopo pochissimi giorni mi contattò un grosso editore di Milano: aveva letto il mio manoscritto tutto d’un fiato e mi propose di pubblicarlo a sue spese. Il 23 luglio il libro è stato pubblicato e distribuito in tutta Italia.
Ho promesso al mio maestro che emergeranno nuove giovani donne responsabili in tutte le realtà del territorio, e soprattutto che le sosterrò affinché siano felici e possano realizzare se stesse per incoraggiare a loro volta tante altre giovani.
Da settembre ho deciso di vivere di scrittura, nel frattempo ho cambiato casa e non vedo l’ora di conoscere i miei nuovi vicini.

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