Nei giorni precedenti al corso sono stati inviati dai partecipanti alcuni quesiti. Durante la sessione di domanda e risposta è stato possibile chiarire alcuni dubbi inerenti a fede e pratica
Nonostante stia praticando il più correttamente possibile e dedicandomi agli altri, non riesco a realizzare i miei obiettivi mentre altri lo fanno pur non praticando il Buddismo. Con questa premessa, come posso incoraggiare gli altri membri a realizzare i loro scopi e, in particolare, chi ha abbandonato la pratica proprio perché non ha realizzato i suoi obiettivi?
Risponde Suzanne Pritchard: La parola giapponese che indica beneficio è kudoku. Ku significa “allontanare il male” e doku “stabilire il bene”. Quando allontaniamo il male della nostra oscurità fondamentale, appare il bene nella nostra vita. Spesso accade che vogliamo ottenere direttamente doku senza passare per il ku. Anche chi non pratica il Buddismo ovviamente si pone degli obiettivi, ma in questo caso non fungono da espedienti (hoben) per trasformare il karma. Se ci mettiamo in contrasto con le forze negative della vita incontriamo una forte resistenza. Se abbiamo la determinazione di mostrare una prova concreta per kosen-rufu e per il nostro maestro, allora si manifesta il beneficio e apriremo la nostra vita per comprendere qual è il nostro potere e la nostra missione per kosen-rufu. Questa profonda consapevolezza spesso è quello che ci resta dopo che abbiamo incontrato una difficoltà come per esempio la perdita del lavoro; è quello che si chiama beneficio invisibile. La pratica buddista ci permette di ottenere benefici visibili, ma soprattutto di ottenere benefici invisibili, come il raggiungimento della Buddità.
Un po’ di anni fa lavoravo come musicista; mi sono sposata da giovane con un altro musicista che mi amava e che non aveva denaro. Lottavamo insieme per sistemare la situazione economica. Un giorno leggemmo i titoli che nel Sutra del Loto venivano attribuiti ai Budda, e decidemmo di diventare i “Budda-tutti-i-debiti-ripagati”! Continuando a fare attività e seguendo le guide di sensei sono contenta di poter dire che oggi siamo diventati i “Budda-tutti-i-debiti-ripagati”! Ma quello che più conta è che la mia vita interiore si è incredibilmente arricchita. Seguendo l’esempio del presidente Ikeda siamo in grado di stabilire una profonda consapevolezza della nostra vita e della nostra missione. Anche realizzando i vostri obiettivi e trasformando il karma, non saranno solo la vostra vittoria e le prove concrete a ispirare gli altri, ma saranno soprattutto lo spirito di vivere senza essere mai sconfitti. Uno degli appellativi del Budda è nonin, che tradotto è “colui che può sopportare”, ma non è una buona traduzione. Sarebbe meglio dire: “Colui che riesce a essere paziente fino al momento della vittoria”. Non si tratta di una pazienza passiva ma piuttosto della determinazione di non essere mai sconfitti. Vi auguro di diventare tutti “Budda-grande-salute”, “Budda-tutti-i-debiti-ripagati”, “Budda-famiglia-meravigliosa-migliore-d’Italia” e di dimostrare con meravigliose prove concrete di essere discepoli di sensei!
Nella terza preghiera silenziosa di Gongyo ogni giorno preghiamo per la realizzazione del desiderio di kosen-rufu in tutto il mondo e siamo grati ai tre presidenti fondatori per la totale dedizione alla propagazione della Legge. Come possiamo far sì che tutti si sentano protagonisti del progetto di kosen-rufu esprimendo creatività e passione e sentendosi a proprio agio?
Risponde Tamotsu Nakajima: Innanzitutto vi ringrazio per l’attività che svolgete ogni giorno, ciascuno con le sue peculiarità. Ognuno esprime la sua diversità. Il nostro desiderio è che ogni persona si senta a proprio agio nell’organizzazione e riesca a partecipare alla realizzazione di kosen-rufu.
Il potere del Gohonzon e del Daimoku è grande, per risolvere qualunque tipo di problema possiamo recitare Daimoku: ricordiamoci di utilizzare sempre la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. Anzitutto, prima di pensare a cosa fare, recitiamo Daimoku. Questo vale per qualunque situazione e desiderio.
Decidiamo che tutti i membri nella loro diversità contribuiscano con gioia a realizzare attivamente kosen-rufu e recitiamo Daimoku di fronte al Gohonzon con questo desiderio. Poi è fondamentale come portiamo avanti la nostra decisione, quanto è grande il nostro desiderio. Ognuno è diverso: è necessario tirare fuori la saggezza necessaria per comprendere come parlare con ogni singola persona, scegliendo con cura le parole. Non è necessario trovare delle strategie particolari, ma utilizzare la saggezza che nasce dal Daimoku. A volte pensiamo di sapere come risolvere i problemi, ma se utilizziamo il Daimoku la differenza è enorme. Il Daimoku è infallibile. Quando parliamo con una persona, se ascoltiamo attentamente la sua situazione, possiamo comprendere qual è la risposta più adatta.
Tenendo in mente la nostra intenzione e ascoltando con cura le parole di ogni persona, recitiamo Daimoku e poi ancora Daimoku. Soltanto così riusciamo a tirare fuori il giusto modo per sostenere gli altri, non con la nostra testa. A volte siamo convinti di sapere come fare, ma non è così.