Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Un faro nell'oscurità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:42

567

Stampa

Un faro nell’oscurità

Le parole del presidente Ikeda lo hanno ispirato a diventare un faro splendente per illuminare l’oscurità nella sua vita. E così, sono arrivati i frutti del coraggio raccolto: superare l’insicurezza, armonizzare la propria famiglia, diventare insegnante di ruolo

Dimensione del testo AA

Le parole del presidente Ikeda lo hanno ispirato a diventare un faro splendente per illuminare l’oscurità nella sua vita. E così, sono arrivati i frutti del coraggio raccolto: superare l’insicurezza, armonizzare la propria famiglia, diventare insegnante di ruolo

Nella mia famiglia ha regnato da sempre la tensione: mio padre era un uomo aggressivo e spesso esplodeva in atti di violenza nei confronti miei e di mia madre. Per sfuggire a quell’inferno di insulti e percosse, a tredici anni andai a vivere dai nonni.
L’insicurezza però rimaneva, amplificata anche dalla mia balbuzie che nel corso degli anni si era acutizzata: mi sentivo sconfitto e a disagio con gli altri. Quando i miei genitori divorziarono, nel 2005, un mio collega di studi mi parlò della pratica buddista. Mi affidai subito al Daimoku come un assetato in cerca di una sorgente a cui bere. L’ansia che mi opprimeva da sempre si scioglieva mentre recitavo, e dentro di me rimaneva un senso di libertà e benessere mai provati fino ad allora; decisi di ricevere il Gohonzon. Trovai conforto nel Diario giovanile e nei dialoghi con i giovani del presidente Ikeda; il mio cuore iniziava a voler affrontare la vita con quella determinazione e quel coraggio che non avevo mai avuto. Iniziavo a sorridere.
Dopo un anno di pratica costante, mi chiesi cosa avrei potuto fare per rendere la mia vita importante, per riuscire a “trasformare il veleno in medicina”. Così decisi di laurearmi in tempi record (feci gli ultimi due anni di corso in cinque mesi) e in poco tempo trovai lavoro come docente di musica nella scuola pubblica, anche se precario; iniziai poi un corso di specializzazione per abilitarmi all’insegnamento. Fu molto impegnativo, tanto che la mia pratica e la mia fede iniziarono a diventare formali, stavo perdendo lo spirito di ricerca. In più, tra il 2012 e il 2013 persi i miei nonni, con i quali avevo vissuto tanti anni, e la disperazione per la perdita fu grande. Ero a un bivio: lasciarmi vincere dal dolore o cercare di aprire ancora di più la mia vita. Decisi di affrontare questa enorme sofferenza. Ero determinato a fare di tutto per rendere la mia vita preziosa, per esprimere la mia gratitudine nei confronti dei nonni e del presidente Ikeda. Sentii per la prima volta che la qualità della mia pratica stava crescendo e che agire per kosen-rufu mi avrebbe portato a una realizzazione profonda.
Nel giro di un anno mi fu affidata la responsabilità dei giovani uomini di un capitolo e della Divisione futuro della regione. La mia ragazza di allora decise di ricevere il Gohonzon e la mia balbuzie progressivamente diminuì. Sentivo che la lotta per la mia felicità era strettamente legata alla trasformazione del mio karma familiare. Sentii il bisogno di riavvicinarmi a mio padre, riconoscere la sua Buddità e cominciare ad amarlo per quello che era. Il beneficio incredibile, scaturito da due anni di sforzi sinceri nella fede, nella pratica per sé e per gli altri, fu che dopo circa otto anni di separazione, i miei tornarono insieme! Mi gustavo, dopo tanto tempo, la mia famiglia cenare e pranzare insieme in armonia.
Poi mi proposero la responsabilità regionale dei giovani uomini, in una zona che si estende dai confini della Basilicata allo Stretto di Messina. Mi sentivo inadeguato, tuttavia mi feci coraggio. Ci mettemmo degli obiettivi importanti di crescita. Decisi di legare alla campagna di propagazione di questi sei mesi due obiettivi personali, che ritenevo praticamente impossibili: la sicurezza lavorativa e una nuova storia d’amore dopo quella che si era conclusa. Fu un periodo intenso, in cui ero concentrato nel porre cause positive. Una frase di sensei mi incoraggiava particolarmente: «Non si tratta del vostro ambiente o di chi vi circonda, né di come sono l’organizzazione o i responsabili. Essere sviati da questi fattori esterni è inutile. Tutto dipende da una persona: voi. Ciò che importa è che diventiate dei fari, splendenti di gioia e felicità, che viviate con fiducia e coraggio. Se risplendete, non vi può essere oscurità nella vostra esistenza» (Giorno per giorno, esperia, 22 agosto).
Da gennaio ai primi di settembre la Divisione giovani della Calabria è cresciuta di ventinove nuovi membri, realizzando proprio quello che avevamo deciso insieme. Ma non è finita qui: il 30 giugno sono stato assunto a tempo indeterminato dalla scuola pubblica, vicino al mio paese, in una scuola media a indirizzo musicale. Il giorno dell’assunzione ho organizzato una festa con i colleghi, e sulla torta campeggiava la scritta “Assunto! Vittoria assoluta”. Nello stesso mese ho conosciuto una ragazza che rispetta a pieno le mie idee e trova la mia balbuzie perfino attraente.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata